mercoledì 20 marzo 2019

La sterilizzazione del gatto: una consapevole scelta d'amore

Curiosamente, in tanti anni di blog, non avevo ancora dedicato un post ad un argomento fondamentale per la salute del nostro gatto: la sterilizzazione. Ebbene amici, approfittando della primavera che oggi comincia, ecco a voi un articolo dedicato a questa pratica che fino a cinquant'anni fa veniva considerata solo innaturale e inutile... e per quanto ancora oggi persistano dannosi atteggiamenti abitudinari, spesso radicati in una cultura contadina non molto progredita, ormai la sterilizzazione si è affermata come la scelta più consapevole a tutela della sicurezza e del benessere del nostro micio!
 
George, FIV+ al Gattile di Ferrara.

La natura in primavera si risveglia e così anche gli animali, compresi i nostri compagni a quattro zampe. Ma se per gli animali sterilizzati l’arrivo della primavera significa semplicemente una maggior voglia di giocare e più vitalità, per quelli che entrano in calore questo periodo diventa irto di pericoli. 
Nei gatti la “stagione degli amori” si manifesta in maniera prepotente: gli animali interi, alla ricerca febbrile di un partner, si allontanano dalla propria casa esponendosi a tanti rischi, spesso anche letali. Per il micio maschio "l'amore" è quasi una malattia: l'istinto a riprodursi è così implacabile che gli animali diventano meno cauti e impazienti, esponendosi a pericoli mortali. Nei gattili il fenomeno diventa evidente con amara regolarità: è in queste settimane che arrivano sempre più spesso segnalazioni di gatti deceduti a bordo delle strade, oppure smarriti, malridotti dopo un combattimento per la dominanza sessuale o, purtroppo, gravemente incidentati. Ecco perchè ogni anno è doveroso rinnovare l’appello alla sterilizzazione del proprio gatto, come vero e proprio atto d’amore e di responsabilità. Nonostante resistano ancora tante perplessità (basate solo su luoghi comuni, non su verità scientifiche!), vanno invece ricordati i tanti benefici di quest’intervento ormai di routine, perché:
  • Evita ai gatti il pericoloso vagabondare alla ricerca di un partner nella stagione degli amori, che spesso li espone ad incidenti mortali o seriamente invalidanti. I pochi sopravvissuti spesso restano paralizzati, incontinenti e gravemente disabili: difficilmente potranno condurre la vita di prima e sono condannati a trascorrere il resto della loro esistenza in gattile, inadottabili a causa del loro handicap (la paralisi e l'incontinenza sono condizioni difficilmente gestibili).
  • Riduce l’incidenza dei tumori all’utero, alle ovaie e alla prostata. Ma ancora più importante, minimizzando le possibilità di lotte tra simili, limita di molto il rischio di contagio di serie malattie virali o infettive (FIV – l’immunodeficienza felina; FELV leucemia felina), per le quali ancora oggi non esiste cura. Ricordo inoltre che per la FIV non esiste alcun vaccino, mentre il vaccino attualmente scoperto per la FELV sembra riportare alcuni rischi, per cui sterilizzare diventa importante non solo per tutelare la salute del proprio gatto, ma anche per bloccare il propagarsi a macchia d'olio di queste due malattie nelle popolazioni feline del territorio.
  • Evitando l’arrivo di cucciolate indesiderate, affronta concretamente il fenomeno del randagismo, dando al contempo una possibilità in più ai già tanti animali abbandonati che aspettano adozione nei rifugi. Non è un aspetto di poco conto!
  • Infine, migliora la convivenza quotidiana tra voi e i vostri animali, perché il vostro gatto avrà un temperamento più equilibrato e tranquillo, non più soggetto all’irrequietezza del calore.
 
L’intervento di sterilizzazione è ormai una pratica consolidata e sicura, che apporta solo benefici per il proprio gatto, ma anche per tutta la collettività. Speriamo davvero che sempre un maggior numero di persone scelgano quest’atto d’amore, di “contro natura” c’è solo l’ignoranza.
In chiusura di questo post, ci tengo a sottolineare una cosa importante: per me, come per tutti coloro che si occupano a vario titolo di benessere animale, non c'è niente di più bello di una mamma con i propri cuccioli, vederli è una gioia e una meraviglia della natura. A noi animalisti non "piace" la sterilizzazione in sè, ma oggi come oggi è l'unica strada civilmente percorribile per combattere il randagismo, gli abbandoni, la diffusione di malattie mortali, senza contare che è la prima "assicurazione" per proteggere il micio da tanti pericoli. Insomma, se al tuo gatto vuoi davvero bene, lo sterilizzi!

12 commenti:

  1. Io ho sempre fatto sterilizzare le mie gatte. Considero la sterilizzazione come un modo per proteggerle sia dalle cucciolate che dai maschietti in cerca di avventure. Anche Minni, la micetta che ho ora, il mio tesoro, l'ho fatta sterilizzare. Non ha sofferto e sta molto bene. Saluti.

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  2. Sono assolutamente a favore della sterilizzazione per i motivi che tu hai ben spiegato e lo reputo un gesto d'amore nei confronti dei nostri pelosetti, anche se come i miei vivono esclusivamente in casa, quindi lontani da tanti pericoli, perchè migliorano la convivenza.
    Il mio Marvin, ammalato di cuore, non ha potuto essere sterilizzato in quanto non può sostenere l'intervento, e ora mi trovo periodicamente costretta a fargli fare una puntura di ormoni per gestire i periodi di calore e permettere un'armoniosa convivenza con Nerello ma soprattutto con noi!!!
    Baci

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  3. Tutti i motivi che hai elencato sono legittimi e anch’io avevo fatto sterilizzare il mio micione, è tristissimo sapere che molti mici in questo periodo perdono la vita o si feriscono pesantemente a causa della stagione degli amori. Buona serata e grazie per il tuo post.
    sinforosa

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  4. Carissima Silvia...sacrosanto post! Lo condivido in toto e mi tocca da vicino.
    Un abbraccio Susanna

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  5. Negli ultimi tre mesi ho fatto due gattine randagie il gatto di mia mamma: si dovrebbe fare di più per informare per informare, per fare educazione su questo argomento tutto da parte delle istituzioni.

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  6. Ho fatto operare!(mancava un pezzo!)

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  7. Cara Silvia,
    Ovviamente anche io ho sempre fatto sterilizzare le mie gatte, comprese ovviamente Dinah e Maud, che anche grazie a questo possono vivere serenamente e con meno pericoli la loro esistenza di gatte “in&out”, regolarmente a contatto con i mici del vicinato. L’unica volta che ho potuto assistere alla nascita e alla crescita di un micina, fu quando adottai la mia compianta Alice, la bellezza di 20 anni fa: quando entrò a far parte della mia vita, Alice era già incinta e vederla partorire e crescere il suo unico cucciolo fu un’esperienza bellissima che non scorderò mai. Dopo lo svezzamento anche Alice fu sterilizzata e poté vivere un’esistenza ricca e felice al nostro fianco. Non intendo sollevare una polemica, ma mi ha sempre un po’ impressionato l’indifferenza con cui tutti i veterinari, e tanta gente in generale, vivono l’intera faccenda. La micia viene prelevata, addormentata, operata e riconsegnata... con un pezzo in meno. E ti assicurano che... è una cosa da nulla, “per il suo bene”. Non so. Con che diritto apriamo, togliamo, ricuciamo un essere vivente ? Perché un evento così importante come la maternità, che cambia profondamente ogni essere umano, viene considerato irrilevante nella vita di una gatta, al punto di toglierle definitivamente ogni possibilità di sperimentarlo ? So bene che, considerando il contesto in cui i gatti oggi si trovano a vivere, si tratta di scegliere “il male minore”, come giustamente fai notare tu. Ma o roprio per questo, come sottolinei, non voglio abituarmi a considerare la sterilizzazione come qualcosa di anodino, o che “va da sé”, ma piuttosto come il frutto di una decisione sofferta di cui però gli esseri umani si arrogano completamente il diritto, nel bene e nel male (c’è molto bene, intendiamoci, o quanto meno ottime intenzioni!). Penso che sia veramente sottile la linea fra quel che facciamo nell’interesse degli animali e quello che invece serve a garantire “il nostro confort” nelle relazioni che abbiamo con loro. Un pensiero un po’ amaro e senz’altro scomodo il mio, che non intende sollevare polemiche ma solo invitare a riflettere su come non esista una strada giusta, un diritto che ci è piombato sul capo per volontà divina, ma solo infinite situazioni, pari solo alle contraddizioni nei rapporti che instauriamo con gli animali non umani.

    ”Gli esseri viventi non sono stati creati per l’uomo, e molti di loro non hanno alcuna relazione con lui. La loro felicità, la loro gioia, i loro amori e le loro antipatie, la loro lotta per l’esistenza, le loro vite così vigorose talvolta prematuramente spente, tutto questo sembra essere direttamente legato esclusivamente al loro benessere e a nient’altro che alla loro stessa vita.”
    A. R. Wallace

    "Gli animali del mondo esistono per ragioni loro proprie.
    Non sono stati creati per gli umani allo stesso modo in cui la gente dalla pelle nera non è stata creata per quella dalla pelle bianca, o le donne non sono state create per gli uomini."
    Alice Walker


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    1. Caro Filippo, mi sono presa il tempo per meditare il tuo commento e darti una risposta approfondita e personale. Inizio dicendoti che sposo al 100% quanto dici sulla meravigliosa esperienza che è assistere alla nascita e svezzamento di una cucciolata di gattini: per circostanze analoghe alle tue, anche a me è capitato un’unica volta, con la mamma di Paciocca, abbandonata già incinta di quattro micetti. È stata un’esperienza che non dimenticherò mai e che sono profondamente grata di aver vissuto, regalandomi altri mille motivi per amare gli animali ed in particolare i gatti.
      Altrettanto sono d’accordo che l’operazione in sé sia un momento difficile: i gatti vengono prelevati, anestetizzati, operati e lasciati con i postumi di un intervento chirurgico non indifferente (soprattutto le gatte, per i maschi l’operazione è molto meno invasiva). Indubbiamente è un momento critico, ma lo ritengo un male necessario, soprattutto considerando i benefici a lungo termine della sterilizzazione e avendo la certezza che si tratta di un’operazione largamente collaudata e sicura.

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    2. Per quanto riguarda invece le tue domande “Con che diritto apriamo, togliamo, ricuciamo un essere vivente ? Perché un evento così importante come la maternità, che cambia profondamente ogni essere umano, viene considerato irrilevante nella vita di una gatta, al punto di toglierle definitivamente ogni possibilità di sperimentarlo?”, ti darò la mia opinione diretta e sincera. In un mondo ideale certamente non esiste buona ragione perché l’uomo possa intervenire in maniera così tassativa sulla vita altrui. L’ideale sarebbe: vivi e lascia vivere il resto degli animali secondo la loro natura. Ma, come dici bene anche tu, non siamo in un mondo ideale e ci sono più valide ragioni a favore della sterilizzazione. Per cui secondo me dobbiamo valutare, oltre la linea dei principi morali, l’operazione in quanto tale e le sue conseguenze, chiedendoci se davvero stiamo privando gli animali di qualcosa per cui ne soffriranno a vita. Sai quanto io sia una profonda sostenitrice dell’intelligenza e della sensibilità dei gatti, eppure ritengo che ci siano limiti cognitivi/metacognitivi nella mente del gatto. Non credo che i gatti siano in grado di scegliere propriamente la maternità. Il discorso che fai è sacrosanto per tutte le creature che possano riflettere consapevolmente sul fenomeno del generare altre vite: a quel punto, vivrebbero la menomazione effettivamente come un abuso. Ma i gatti non si accoppiano con il fine consapevole di fare dei micetti, si accoppiano solo perché in quel momento i loro ormoni li predispongono al rapporto. Per cui, a mio parere, se manca la manca la consapevolezza sul proprio istinto riproduttivo, altrettanto mancherebbe nel caso della privazione di quell’istinto, per cui dubito che possano soffrirne davvero. Sono convinta che l’esperienza “maternità” sia vissuta in maniera estremamente forte e consapevole nel momento in cui mamma gatta si trova a partorire e svezzare la sua cucciolata, eppure – nella mia esperienza – ho sempre visto che poi quest’esperienza veniva “dimenticata” a pochi mesi dallo svezzamento (anche nei confronti dei propri stessi cuccioli) e la vita continuava a scorrere come prima, senza lasciare traccia nel comportamento o nel temperamento della gatta. La maternità non rivoluziona permanentemente la vita della micia, quanto una maternità può sconvolgere permanentemente quella di una donna… insomma, in questo caso credo che il parallelismo sia azzardato, penso ci sia un confine che ci permette di dire che la sterilizzazione non comporta nessun reale danno per la piena felicità di un gatto. Se pensi poi al gatto maschio, il quale interviene solo nell’accoppiamento e spesso è una minaccia alle cucciolate, in quel caso l’istinto di “genitorialità” è praticamente nullo e con la sterilizzazione si va semplicemente ad eliminare un periodo dell’anno vissuto dall’animale come una sorta di “febbre” da far sfogare. Insomma, credo che scegliere la sterilizzazione sia davvero e solo a tutela dell’animale, e non per garantire “il nostro confort” nelle relazioni che abbiamo con loro. Certamente sterilizzare non deve essere visto come un obbligo per diritto divino, credo che i veterinari tendano a considerarlo un automatismo non per eccesso di “visione antropocentrica”, ma perché sanno che – per come va ora il mondo – è davvero l’unica scelta che abbiamo per tutelare la sicurezza e la salute dei felini domestici.
      Concludo questa risposta lunghissima ringraziandoti per i tuoi brillanti contributi, nonché per le due citazioni con cui hai concluso il tuo commento: riflessioni importanti che danno modo a noi di riflettere ancora e ancora. Grazie e un abbraccio!

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    3. Come al solito, i tuoi interventi intelligenti, dai toni pacati e misurati mi trovano completamente d'accordo. Subito dopo aver scritto il mio post, mi sono chiesto infatti se non fossi andato troppo lontano nelle mie riflessioni, rischiando un antroprocentrismo da cui ogni amanti degli animali non umani si dovrebbe ben guardare. A mia discolpa, posso dire che il mio pensiero è frutto di una reazione negativa a un altro tipo di antropocentrismo, quello che spinge a un'invasività totale nelle vite degli animali, in nome di un "amore" di cui sono gli umani a stabilire le condizioni e i termini. Grazie per le tue parole e il tuo invito a proseguire le mie riflessioni.

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  8. @ Mirtillo14: Hai fatto bene! Generalmente è più diffusa la sterilizzazione delle femmine, sembra che per “pigrizia” ci si possa dimenticare di quella del maschio (per l’evidente “comodità” che non è lui a sfornare la cucciolata indesiderata a casa…).. . in realtà come abbiamo visto la sterilizzazione comporta tutta una serie di vantaggi che vanno a protezione di tutti i gatti, indipendentemente dal loro sesso. Anzi, tra i due, di solito è sempre il maschio a girovagare di più mettendosi in seria difficoltà. Un saluto a te!

    @ Laura: cara Laura, non avevo dubbi! E infatti il discorso vale anche per i gatti d’appartamento, che vivrebbero il calore doppiamente frustrati: prima gli ormoni a mille che li fanno “impazzire”, poi la reclusione forzata che non permette loro di sfogare quest’istinto naturale. Capisco quindi più che bene la necessità di fare la puntura di ormoni a Marvin. Un abbraccio forte!

    @ Sinforosa: è davvero tristissimo, soprattutto perché evitabile. E non sai quanti gatti arrivano in questo periodo in gattile con morsi profondi dopo le lotte… facciamo loro il test per la FIV o la FELV e purtroppo sono positivi. Sono gatti “condannati” a restare nel rifugio, senza più famiglia che li adotti, perché è davvero difficile che una persona voglia prendersi un gatto ammalato. E dire che loro non hanno alcuna colpa! Per non parlare dei casi drammatici di gatti paralizzati o con danni irreversibili alla vescica o agli sfinteri, quindi incontinenti… non te ne sto neanche a parlare, un dramma pensare che non torneranno più a condurre una serena vita casalinga. Speriamo che la sterilizzazione possa, nei prossimi decenni, estendersi sempre più così da limitare queste circostanze, per quanto possibile. Un abbraccio!

    @ Susanna: cara Susanna, so bene che questo post ti tocca da vicino… un abbraccio forte forte!

    @ Sara: hai ragione Sara, pensa che alcuni enti locali (come ad esempio il comune in cui vivo) ha stabilito anche regolamenti ferrei per la sterilizzazione di TUTTI i gatti di proprietà (che siano stati adottati dal gattile o meno, quindi anche nel caso di “regali” di gatti tra privati)… purtroppo però, soprattutto chi adotta un gatto tramite canali “non ufficiali” (tra privati, appunto) non si sente vincolato ad alcun regolamento. Nei paesini è ancora molto diffuso trovare la gatta con la cucciolata e il “regalo gattini” due volte l’anno, oppure ancora peggio, in campagna nelle case contadine vivono spesso gatti semi-selvatici – non censiti in colonie feline – che si riproducono a go go, sopravvivendo grazie agli avanzi dati dai contadini… e questo genera altri fenomeni gravi: gatte con gravidanze multiple e gattini spesso ammalati, deboli, vittime di attacchi di volpi o di raffreddori fulminanti, gattini con congiuntiviti terribili che li portano a cecità permanente e quindi muoiono poco dopo sulle strade, ecc… c’è ancora tanto lavoro da fare. Un caro saluto!

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  9. Io non ho gatti ma ho un cane e Willa 6 mesi è stata sterilizzata.

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