lunedì 30 settembre 2013

Farsi un'idea sulla sperimentazione animale: il blog Almonature

Oggi apriamo la settimana con un tema impegnativo ma importante, al quale ho già dedicato qualche post nelle scorse settimane: la sperimentazione animale (detta anche vivisezione), ossia quell'insieme di metodi di ricerca che si avvale di animali vivi per lo sviluppo delle conoscenze biomediche. Si tratta una problematica che tuttora divide il mondo scientifico, ma anche l'opinione comune: c'è chi è contrario tassativamente a questi metodi e chi invece crede che sia un "sacrificio" accettabile e insostituibile, a fronte di benefici per l'essere umano.
Recentemente è stato aperto dal sito di Almonature un blog dedicato al tema, con il preciso (e meritevolissimo) intento di informare, senza pregiudizi, cercando di essere il più possibile esaustivo e chiaro. Per questo motivo sul blog "Sperimentazione Animale: farsi un'idea" trovano spazio tutte le posizioni: non solo contro, ma anche a favore della vivisezione. E' davvero interessante leggere gli interventi finora pubblicati: sono tante le voci interpellate, tra medici, veterinari, scienziati, ma anche intellettuali (filosofi e teologi) di spicco, cosa che rende bene la complessità del dibattito. 

Fonte foto: QUI

Trovo che quest'iniziativa della Almonature (la più recente, tra tante altre meritevoli) sia particolarmente importante per tutti, perchè tra noi "gente comune" non abbiamo sempre i mezzi per approfondire queste tematiche in modo valido, consapevole e attendibile. Personalmente, pure condannando a livello emotivo la vivisezione, mi sento piuttosto ignorante dal punto di vista scientifico e quindi non in grado di valutare davvero fino in fondo questo problema. Leggendo i vari interventi e interviste (tutti estremamente interessanti e di facile lettura) ho avuto modo di elaborare maggiormente le mie idee; in particolare ho trovato equilibrato e di buon senso quanto afferma la dott.ssa Susanna Penco, Biologa e Ricercatrice presso l'Università di Genova, ma anche malata di sclerosi multipla. Molto bello anche l'intervento del prof. Prof. Giulio Tarro - docente di Virologia Oncologica Università di Napoli, che inizia con un aneddoto "felino", ma i suoi motivi contro la vivisezione non si fermano certo ai sentimentalismi. Naturalmente anche le interviste a favore della sperimentazione meritano di essere lette e meditate, perchè solo in questo modo è possibile sviluppare idee davvero informate e consapevoli. 

Una schermata del blog Almonature

Vi invito dunque a prendervi il tempo di "sfogliare" il blog della Almo: c'è anche la possibilità di commentare, dando vita a un dibattito coinvolgente per l'opinione pubblica.
Qualora poi, come me, decideste che vale la pena abolire la vivisezione, non fosse altro per stimolare una vera ricerca alternativa (finchè resta la "comoda" possibilità di sperimentare sugli animali, su larga scala le alternative non attecchiscono nè vengono perfezionate)... allora ricordatevi che manca un mese alla chiusura della raccolta firme di STOP VIVISECTION e l'obiettivo del milione di firme è ancora da raggiungere: oggi siamo al 71%. Vi invito quindi a firmare (cliccate sul link riportato sopra) se non l'aveste già fatto, ma è importante anche continuare a diffondere questa iniziativa tra i vostri famigliari, amici, conoscenti... e magari anche tramite il blog.  Sul sito STOP VIVISECTION si può poi visionare un'interessante tabella che riunisce la percentuale di firme per ogni paese partecipante: ad oggi l'Italia ha raccolto l'88% delle firme che si era prefissata di raccogliere... vogliamo arrivare al 100%? Forza, manca solo un mese! 
Per le FAQ sulla vivisezione: QUI.

venerdì 27 settembre 2013

"Per te qualsiasi cosa" di Sam Angus e i cani messaggeri da guerra

Recentemente ho letto questo romanzo di Sam Angus, dalla copertina azzeccatissima rispetto alla storia: gli occhioni azzurri e un pò tristi di questo cane, sullo sfondo la prima guerra mondiale che consuma tutto, rendono perfettamente l'atmosfera che si respira nelle pagine di "Per te qualsiasi cosa". La trama racconta di Stanley, un ragazzino inglese di quattordici anni, dal grande amore per gli animali e in particolare i cani. Ma la vita per Stanley - come per tanti altri, ai tempi della guerra - ha un sapore amaro: perchè il fratello maggiore Tom è in trincea, lontano da casa; perchè la madre è morta, lasciando un padre assente, cupo e rabbioso; perchè Soldier, il suo cucciolo così amato, gli viene sottratto brutalmente. Stanley decide allora di non aver più nient'altro da perdere e parte per la guerra, anche se troppo giovane, alla ricerca del fratello e di una qualche improbabile consolazione.


La trama prosegue come un buon romanzo storico sulla guerra, narrando gli orrori, le brutture e la violenza, ma anche la solidarietà, l'onore e l'amore per gli animali, che porta Stanley a diventare il padrone di "cani messaggeri", animali appositamente addestrati per portare messaggi tra una trincea e l'altra, laddove lo stesso compito per l'uomo sarebbe troppo rischioso o addirittura impossibile. E qui, mentre le vicende belliche si intrecciano alle vicende personali di Stanley, avvengono le cose più orribili e più miracolose: morte e vita si uniscono e si confondono, la disperazione delle perdite viene superata solo dalla gioia di ritrovare quanto di più prezioso si credeva perduto. Il lieto fine è d'obbligo: Stanley, dopo un percorso sofferto, ritrova il fratello Tom ma anche l'unità famigliare che credeva ormai distrutta.
Il titolo "Per te qualsiasi cosa" allude a quanto un cane è disposto a fare per la persona che ama: commovente pensarlo, ma doloroso ricordare che proprio questa fedeltà assoluta del cane è stata sfruttata durante la guerra. Una nota dell'autrice ricorda che "nel corso della Grande Guerra, centomila cani prestarono servizio con le nazioni belligeranti. Di questi, settemila vennero uccisi" (S. Angus, Per te qualsiasi cosa, Garzanti, 2013, p. 217). 

La copertina in lingua originale

Oltre ad avere apprezzato questo romanzo in sè, sebbene sia fortemente malinconico e dalle tinte cupe, non avevo davvero idea del tipo di addestramento e dell'utilizzo in guerra dei cani messaggeri (che comunque non sono stati gli unici animali ad essere usati allo scopo, anche i piccioni avevano questa "missione")... senza voler dare un giudizio sulla cosa, poichè è scontato dire che la guerra è una faccenda prettamente umana, la cui violenza si ripercuote su tutte le forme di vita circostanti, questo romanzo mi ha "aperto gli occhi" su questa pagina di storia. Oggi i cani messaggeri vengono ricordati con onore, poichè molti di loro, sacrificando se stessi, hanno effettivamente salvato le vite di molti, molti uomini (episodi analoghi sono narrati anche in "Per te qualsiasi cosa")... Ho trovato un interessante approfondimento (in italiano), davvero ben fatto e ricco anche di foto, sulla storia dell' English Dog Messenger Service... ma se la guerra è per tutti noi umani sinonimo di morte, dolore e disperazione, ancora più crudele è pensare a quelle creature che sono morte per essa, indotte a prendere parte a qualcosa di incomprensibile, completamente indifese.

lunedì 23 settembre 2013

La storia delle cose - The story of stuff

Oggi vi propongo un video che ho trovato molto interessante, sebbene in alcuni punti possa risultare troppo semplicistico... si chiama "La storia delle cose" e vuole spiegare, in circa 20 minuti di video, perchè il nostro sistema produttivo consumistico sia profondamente sbagliato. I dati che fornisce sono relativi agli Stati Uniti d'America, ma la situazione in Italia non è poi così diversa... le dinamiche sono le stesse: consumiamo troppo di tutto (e senza una reale necessità, sull'onda di mode e bisogni indotti dalla pubblicità), danneggiando irrimediabilmente il pianeta e sfruttando le popolazioni dei paesi in via di sviluppo.



Una delle cose che più ho apprezzato è la considerazione sul fatto che questo stile di vita non è inevitabile come la forza di gravità: non abbiamo sempre vissuto così e, se ci importa abbastanza, possiamo cambiare le nostre abitudini. Nonostante le inevitabili banalizzazioni, e nonostante per fortuna queste cose siano oggi abbastanza risapute, vi consiglio di guardare questo video e di farlo vedere in famiglia: rinfrescarci "la memoria" non fa mai male... e magari, la prossima volta, ci penseremo due volte prima di fare acquisti inutili! Perchè un mondo più "sostenibile" (sia per il pianeta Terra, che per tutti i popoli del mondo) si costruisce a poco a poco, ma tutti insieme.

mercoledì 18 settembre 2013

La frase del giorno: William S. Burroughs

Qualcuno ha detto che i gatti sono gli animali più lontani dal modello umano. Dipende dal tipo di uomini, e naturalmente dal tipo di gatti. Io trovo che i gatti siano a volte misteriosamente umani.  
William S. Burroughs

L'autore di "Il gatto in noi" non potrebbe avere più ragione... basta dare un'occhiata alle mille espressioni dipinte sui musetti di questi gatti, talvolta davvero "umane", per rendersene conto.

Pepe
Queen
Brenda
Asia
Rudy
...e pensare che nessuna foto può cogliere fino in fondo la grande complessità del carattere di questi animali meravigliosi.


Lallo
Silvio
Newman
...nessuno scatto riesce a immortalare ogni singola sfumatura della loro intelligenza e del loro speciale temperamento. Ma vivendo insieme a loro si può fare esperienza di quanto siano animali unici e davvero "misteriosamente umani", se proprio vogliamo prendere come riferimento la parte migliore di noi.

venerdì 13 settembre 2013

Giochi per il gatto: cerchiamoli in natura!

Dopo i giochi amati dai gatti che si possono creare home-made oppure comprare in negozio (come sapete, la mia scelta ricade assolutamente sui primi!), è arrivato il momento di dare un'occhiata nel nostro giardino o nei parchi pubblici, perchè anche in questi luoghi possono rintracciarsi oggetti e materiali utili per il sollazzo del nostro quadrupede miagolante. 
IMPORTANTE PRECISAZIONE: se il vostro micio è d'appartamento e non ha mai messo zampa fuori di casa, ha una salute cagionevole o non è vaccinato, non conviene portargli "reperti naturali" provenienti da giardini, campagna o parchi, perchè possono essere fonte di parassiti o malattie. Il discorso è diverso per i gatti che abitualmente circolano liberi in natura, dato che non aggiungerete nuovi rischi per la sua salute rispetto a quelli a cui già si espone uscendo in giardino.



In giardino possiamo trovare istantaneamente diversi giochi molto apprezzati dal micio... come varie infiorescenze delle graminacee o le spighe di grano, che diventano irresistibili "prede" da catturare, correndo all'impazzata! Di solito questo tipo di "gioco" è del tutto inoffensivo per il micio, che gradisce molto essere stuzzicato in tal modo, tuttavia alcuni tipi di spiga tendono ad impigliarsi nel mantello del gatto molto pervicacemente. Fate quindi attenzione a scegliere un tipo di spiga "poco brigoso" da questo punto di vista; evitate anche quei tipi di spiga particolarmente duri e puntuti: il micio potrebbe morderla e non sarebbe piacevole! Ecco la mia Paciocca che gioca con me, grazie a una spiga:



Le penne sono un altro reperto naturale per il quale ogni gatto letteralmente impazzisce: sarà l'odore di animale selvatico, sarà la consistenza "pennuta" appunto, sarà che si muovono con un niente nel vento... insomma il gatto ne va matto! Se abitate in campagna e siete fortunati, può capitarvi di incappare in qualche bellissima penna di fagiano: lunga, robusta e resistente, è il gioco ideale per il micio. Più comuni e piccole sono le penne di gazza, di corvo o di piccione: anche queste sono un buon gioco per il vostro felino domestico, magari riunite a gruppi e fissate su un bastoncino. Io trovo spesso piccole penne di ghiandaia, belle e azzurrine: tuttavia sono davvero molto piccole e non è saggio impiegarle come gioco per il gatto, che potrebbe mangiarle (senza alcun beneficio, anzi magari potrebbe rimettere). Il punto a sfavore delle penne sta nel fatto che, tra i vari "giochi" naturali, sono queste quelle che più probabilmente possono trasmettere parassiti al gatto.


In giardino - o in un bosco - possiamo raccogliere anche piccole pigne. Non intendo naturalmente le pigne di pino marittimo, ma pignette più piccole e leggere. Anche queste si prestano a diventare interessanti giochi per il micio, specie se stimolato da noi. Non saranno mobili come una pallina, ma la geometria "a pigna" può ben incuriosire il gatto. Come per le penne, anche in questo caso bisogna avere cura di scegliere la misura giusta di pigna: sufficientemente piccola e leggera perchè il gatto tragga soddisfazione nel gioco, abbastanza grande da non essere ingerita dal micio, nella foga del momento.

Questo micio gioca con le pigne, come ci racconta la sua proprietaria QUI (dove ho tratto la foto)

Infine, in natura potete trovare un reperto che il gatto apprezzerà come pochi altri: un bel tronco di legno. In questo caso non si tratta di un gioco, ma di una necessità per la buona affilatura delle sue unghie. Se vivete in  in appartamento e il vostro gatto ignora il tiragraffi, questa potrebbe essere la giusta soluzione! Cercate un tronco bello secco, dalla corteccia il più rugosa possibile (evitate quindi i tronchi lisci, come i pioppi o le betulle)... non è indispensabile che sia molto grosso, bastano anche una decina di cm di diametro: la cosa importante è che venga posizionato in modo molto stabile, così che il gatto possa farsi le unghie senza problemi. Già da qualche anno ho messo in terrazza (dove Paciocca sta nelle sere d'estate) un tronco secco di albero delle farfalle (Buddleja Davidii): la mia micia lo adora e questo contribuisce a renderle anche più confortevole (e simile al giardino, off-limits per lei durante le ore notturne) la casa!

lunedì 9 settembre 2013

"Oasi della Creatività" di Andrea Della Libera

Tempo addietro vi avevo proposto un'intervista a una delle nostre preziose balie feline, Andrea. Quello che però non vi ho detto è che Andrea non è solo un'affidabile balia, ma è anche una bravissima artista, che si diverte a creare ritratti di animali in diversi materiali, come fimo o pannolenci! Io non ho resistito e le ho ordinato un "Paciocca-portachiavi" in fimo... guardate un pò:

Occhi sbarrati nella tipica espressione della mia gatta!
Non notate una certa somiglianza?
Andrea è specializzata in ritratti e, come con la mia gatta ha cercato di cogliere ogni particolare (anche la macchietta vicino al naso!), ecco ad esempio altri tre bei ritratti gattosi per dei simpatici ciondoli:

Il micio Valentino di Silvia G.

Il micio Romeo

Il micio Ciobin
Il ciondolo "grumpy cat"

Naturalmente Andrea non si ferma ai gatti: guardate questi orecchini "canini", oppure le coccinelle o il gufetto... e osservate i dettagli in miniatura!! Anche il cake-topper con gli sposini, in fimo, è bellissimo!

Jolì "naturale" e... in miniatura!
Ciondolo gufetto
Orecchini coccinelle
Cake topper
Pure con il pannolenci Andrea realizza soggetti di diverso tipo, per spille, ciondoli o portachiavi:


Se volete far ritrarre il vostro micio o animaletto da Andrea, per un portachiavi o un ciondolo, potete contattarla tramite la pagina facebook di "Oasi della Creatività" :

 

Se invece siete di Ferrara, fate un salto al negozio Dragon Store in Via Baluardi 63 b, troverete alcuni di questi articoli!! Intanto auguro a tutti una buona settimana!

giovedì 5 settembre 2013

"Sette vite e un grande amore" di Lena Divani

Appena pubblicato da edizioni E/O, "Sette vite e un grande amore" è la storia narrata direttamente Zucchero, micio bianco come la neve, nato trovatello ma ben intenzionato a passare la sua settima ed ultima vita nel miglior modo possibile. E così, non appena nel suo cortile appare Madamigella, scrittrice complicata come solo le donne sanno essere (un mix di frivolezza e profondità, lunaticità e stravaganza, impegno e serietà professionale), Zucchero ha ben chiaro che è con lei che vuole vivere. E dato che "quando si desidera molto qualcosa, di solito si riesce ad ottenerla" (L. Divani, Sette vite e un grande amore, E/O, p. 145), il micio riesce effettivamente "ad adottarla" (questo il suo punto di vista): Madamigella, pur senza troppa convinzione nè trasporto verso il piccolo batuffolo bianco, lo porta a casa con sè, ospitandolo nel suo appartamento ateniese che divide con il compagno Ziggy. E qui iniziano le vicende di Zucchero: testardo, simpatico, intelligente, sensibile e talvolta vanitoso, come ogni vero micio che si rispetti. La sua missione sarà quella di farsi amare in tutto e per tutto da Madamigella, inizialmente refrattaria alle troppe tenerezze, così come ai rapporti duraturi e alle eccessive responsabilità. 


Questo divertente (ma non superficiale!) romanzo di Lena Divani, docente presso l'Università di Atene, non a caso ha avuto grande successo in Grecia. Con uno stile spiritoso (indimenticabili le "MIAO - Massime Infallibili e Assolutamente Oggettive" disseminate sapientemente nel testo) e una trama convincente, l'autrice ci racconta la vita quotidiana di umani e gatti (i quali vivono effettive sette vite diverse, progredendo in saggezza), informandoci intanto, con nonchalance, su storia, carattere, abitudini e anatomia del nostro amato felino domestico. Inoltre sono numerose le "strizzate d'occhio" ai molti scrittori gattofili, citati di tanto in tanto.
Ma il punto di maggior merito è, a mio parere, ancora un altro. Senza dirlo mai esplicitamente, questo libro racconta una storia ben precisa: quella di un essere umano che, completamente assorbito dalla sua vita tra alti e bassi (relazioni amorose, lavoro, viaggi, lutti, ozi, nevrosi, ecc.), a mano a mano diventa davvero "addomesticato" da Zucchero. Madamigella è una donna come tante, che vive una routine dove un gatto conta, prevedibilmente, piuttosto poco: all'inizio Zucchero è, ai suoi occhi, poco più di una palla di pelo da nutrire e alla quale dare qualche coccola, che comporta spese, danni casalinghi, pulizie domestiche aggiuntive. Madamigella, dal carattere a tratti ruvido e indipendente, non è poi la "padrona" dei sogni di Zucchero, spesso costernato per essere incompreso dalla sua amata umana... alla faccia di chi crede che il gatto non abbia bisogno dell'affetto umano! Ma pagina dopo pagina, mentre ci accorgiamo di come il gatto resti sempre accanto a Madamigella, durante gli innumerevoli cambiamenti e scossoni della sua vita, scopriamo che il "miracolo" è compiuto: l'amore ha trionfato, finalmente. 

Un micio bianco con gli occhi bicolore, proprio come è Zucchero nel libro! Fonte foto: QUI

Il libro si conclude con la fine della settima e ultima vita di Zucchero, il cui "grande amore" del titolo è proprio quello che ha finalmente conquistato insieme a Madamigella: il loro addio è un momento inevitabilmente commovente, che però lascia un retrogusto dolce, appunto, come lo zucchero. Perchè il "miracolo" è compiuto: ancora una volta l'essere umano, per quanto miope, indaffarato e preso dalle sue importanti vicende mondane possa essere, una volta conosciuto l'amore di un gatto non può che esserne toccato nel profondo. Spesso mi è capitato di pensare che, se tutti noi avessimo sperimentato l'amore autentico di un animale, beh... la nostra prospettiva cambierebbe: verso gli animali e, in parte, verso tutta la nostra vita. Non credete? Perchè ha ragione Zucchero... "Coloro che ci amano sono altrettante stelle cadenti che ci illuminano per un istante, ci modificano e poi svaniscono" (L. Divani, Sette vite e un grande amore, E/O, p. 142). Non so se svaniscano davvero come le stelle cadenti, ma intanto ci hanno illuminati e cambiati per il resto del nostro tempo. Lettura consigliatissima!

lunedì 2 settembre 2013

Il "Tour Smilla" al Gattile di Ferrara!

La scorsa settimana al Gattile di Ferrara, gestito da giugno dalla mia associazione "A Coda Alta", è arrivato il "Tour Smilla", ovvero il sig. Paolo Susana e la sua cagnolina Smilla, coppia vincente che quest'estate ha percorso l'Italia in sidecar, allo scopo di sensibilizzare tutti i cittadini sui temi dell’abbandono, del randagismo ma anche delle adozioni di animali abbandonati. 

Paolo e Smilla
Ecco Smilla su suo sidecar, ribattezzato "Ronzinante"
L’idea del “Tour Smilla” è semplice, ma il progetto è grande e meritevole: il viaggio, partito il 26 luglio scorso da Gorizia e conclusosi il 1 settembre nella stessa città al "Festival Vegetariano", con diverse tappe nei canili e gattili di tutta la penisola, ha avuto lo scopo di dare visibilità ai tanti rifugi che accolgono cani e gatti abbandonati, ma anche per denunciare il fenomeno dell’abbandono. Il pomeriggio del 28 agosto Paolo e Smilla sono arrivati anche nel nostro Gattile (e Canile, gestito dall'associazione A.V.E.D.E.V.)... io purtroppo non ho potuto partecipare all'occasione, ma le mie colleghe di "A Coda Alta" sono rimaste davvero entusiaste dopo aver incontrato Paolo e Smilla!

Un bel pomeriggio al Gattile di Ferrara!

La cagnolina Smilla ha anche cercato, amichevolmente, di assaggiare il pasto della micia Zoe, vera e propria mascotte del Gattile, ma la vicenda è finita poco diplomaticamente: Zoe è una vera golosona e ha difeso la sua pappa con le unghie! Smilla è stata comunque consolata dai volontari! Paolo ci ha poi dedicato un bel post sul suo blog, dove potrete trovare tutte le tappe del tour e anche una ricca rassegna stampa.

Zoe, con il fiocchetto per l'occasione!
Vi invito a visitare sia il blog del Tour Smilla, sia la pagina FB, in modo che la bella iniziativa di Paolo venga sempre più conosciuta e diffusa... e magari, perchè no, così da ripeterla con ancora più successo il prossimo anno! 


Ringrazio per le foto di questo post Silvia G. di "A Coda Alta"!