L'autunno è una stagione delicata per tanti animali che si preparano al letargo, a maggior ragione in questi anni di clima impazzito: durante i mesi di freddo, si alternano magari giornate gelide a tepori improvvisi, anche decisamente fuori stagione, che magari inducono a interrompere il letargo, per poi ripiombare nel gelo invernale. Fondamentale è saper aiutare quegli animali per cui non è scontata la sopravvivenza nel corso del letargo: in particolare sapete che i ricci sottopeso, giovani o debilitati, rischiano di morire di freddo o di fame, se non adeguatamente "attrezzati" (in scorte di grasso corporeo) per sopravvivere a periodi freddi senza cibo. Ho spesso avuto modo di ricordarvi la soglia "di sopravvivenza" dei 500-600 g per garantire una possibilità di sopravvivenza ad un riccio che si appresti ad andare in letargo in questo periodo, ma oggi vorrei condividere con voi un post interessantissimo di veri esperti in materia, il Centro Recupero Ricci "La Ninna" (ricordate "25 grammi di felicità"?).
A sinistra un riccio ben appallottolato e rotondo, a destra un riccio sottopeso/denutrito. Foto di "La Ninna" |
Oggi cerchiamo per l'ennesima volta di fare un po' di chiarezza su quali ricci vanno recuperati in autunno. Abbiamo spesso parlato di peso come discriminante.
In realtà solo una valutazione del peso non basta. Abbiamo spesso considerato 600 grammi come peso minimo per un riccio per poter superare l'inverno.
Questi animali devono avere una sufficiente scorta di grasso per poter andare in letargo, una condizione di rallentamento del metabolismo per poter risparmiare energia durante la stagione fredda.
Questo peso minimo e' stato rialzato dagli esperti rispetto al passato perche' con il riscaldamento globale si sono verificate diverse anomalie tra i selvatici.
La prima è che le femmine partoriscono una seconda cucciolata in tarda estate e inizio autunno, oltre a quella in primavera. Questo porta ad avere ricci molto piccoli in autunno, periodo in cui calano gli insetti, il loro cibo naturale. Molti cuccioli non avranno più il tempo e il nutrimento necessario per raggiungere il peso indicato per superare l'inverno.
Un'altra anomalia è costituita da improvvisi picchi di calore (sopra i 10° C) che si verificano anche durante la stagione fredda, facendo interrompere il letargo. Ogni volta che questi animali si risvegliano sprecano molta più energia rispetto ad un sonno costante.
Ecco perchè si è innalzata la soglia a 600 gr.
Naturalmente questo è un peso indicativo. Bisogna considerare altri fattori.
Il più importante si chiama indice di Bunnel ed è il rapporto tra la circonferenza longitudinale, e quella trasversale quando sono appallottolati (vedi in foto).
In pratica un riccio in buone condizioni di nutrimento quando è appallottolato deve avere un profilo simile ad un uovo o meglio una pallina, cioè deve essere rotondeggiante (prima foto, a sinistra).
Mentre un riccio denutrito ha una forma allungata tipo pallone da rugby (seconda foto, a destra).
Dobbiamo considerare ora il peso in relazione alla stagione.
Più procediamo in autunno, più il peso-soglia dei ricci da recuperare cresce, ovvero se troviamo un riccio sotto i 300-400 grammi in settembre è bene lasciarlo stare in natura e fornire acqua e crocchette costantemente.
Se troviamo un riccio sotto 400 grammi a novembre in questo caso è bene prenderlo, tenerlo al caldo (20 gradi) e nutrirlo per tutto l'inverno (avendo cura di non farlo ingrassare oltre gli 800 gr, indicativo).
Se troviamo un riccio nella fascia borderline cioè tra i 400 e i 600 grammi in tardo autunno è bene sentire un esperto (meglio sarebbe lasciarlo libero, fornendo cibo fuori). Come vi ho detto però conta anche molto la rotondità del riccio.
Bisogna inoltre valutare lo stato di salute dell'animale. Se l'animale ritrovato fosse del peso giusto ma per esempio fosse affetto da numerose zecche, oppure con catarro bianco al naso oppure manifestasse segni di debolezza o malattia, anche in questo caso andrebbe prelevato.
I cuccioli in autunno tendono ad essere meno sani rispetto alla primavera perchè non trovando più scarafaggi e millepiedi, le loro prede preferite, sono costretti a mangiare lumache e lumaconi che sono vettori di malattie parassitarie polmonari e intestinali anche molto gravi (Capillaria e Crenosoma).
Come consiglio di base direi che è sempre meglio sentire il parere di un esperto, chiamando un centro di recupero di selvatici.
Tenete sempre però bene a mente i valori di riferimento e i parametri che vi ho indicato perchè ci sono persone che consigliano comunque di lasciarli stare.
Sappiate che in molti casi non recuperarli significa condannarli.
D'altro canto non è nemmeno giusto e salutare tenerli in cattività per diversi mesi, sono selvatici e si stressano molto se tenuti prigionieri. Va fatto solo quando è necessario.
Se possibile è sempre meglio aiutarli in natura, lasciando fuori regolarmente acqua e crocchette per gattini in una mangiatoia, anche durante l'inverno.
Considerate infine anche sempre il meteo e la latitudine. Più scendiamo al sud, minore sarà il peso necessario per andare in letargo perchè in teoria l'inverno dovrebbe essere più mite... in teoria...
CONDIVIDETE AL MASSIMO AMICI!!
In realtà solo una valutazione del peso non basta. Abbiamo spesso considerato 600 grammi come peso minimo per un riccio per poter superare l'inverno.
Questi animali devono avere una sufficiente scorta di grasso per poter andare in letargo, una condizione di rallentamento del metabolismo per poter risparmiare energia durante la stagione fredda.
Questo peso minimo e' stato rialzato dagli esperti rispetto al passato perche' con il riscaldamento globale si sono verificate diverse anomalie tra i selvatici.
La prima è che le femmine partoriscono una seconda cucciolata in tarda estate e inizio autunno, oltre a quella in primavera. Questo porta ad avere ricci molto piccoli in autunno, periodo in cui calano gli insetti, il loro cibo naturale. Molti cuccioli non avranno più il tempo e il nutrimento necessario per raggiungere il peso indicato per superare l'inverno.
Un'altra anomalia è costituita da improvvisi picchi di calore (sopra i 10° C) che si verificano anche durante la stagione fredda, facendo interrompere il letargo. Ogni volta che questi animali si risvegliano sprecano molta più energia rispetto ad un sonno costante.
Ecco perchè si è innalzata la soglia a 600 gr.
Naturalmente questo è un peso indicativo. Bisogna considerare altri fattori.
Il più importante si chiama indice di Bunnel ed è il rapporto tra la circonferenza longitudinale, e quella trasversale quando sono appallottolati (vedi in foto).
In pratica un riccio in buone condizioni di nutrimento quando è appallottolato deve avere un profilo simile ad un uovo o meglio una pallina, cioè deve essere rotondeggiante (prima foto, a sinistra).
Mentre un riccio denutrito ha una forma allungata tipo pallone da rugby (seconda foto, a destra).
Dobbiamo considerare ora il peso in relazione alla stagione.
Più procediamo in autunno, più il peso-soglia dei ricci da recuperare cresce, ovvero se troviamo un riccio sotto i 300-400 grammi in settembre è bene lasciarlo stare in natura e fornire acqua e crocchette costantemente.
Se troviamo un riccio sotto 400 grammi a novembre in questo caso è bene prenderlo, tenerlo al caldo (20 gradi) e nutrirlo per tutto l'inverno (avendo cura di non farlo ingrassare oltre gli 800 gr, indicativo).
Se troviamo un riccio nella fascia borderline cioè tra i 400 e i 600 grammi in tardo autunno è bene sentire un esperto (meglio sarebbe lasciarlo libero, fornendo cibo fuori). Come vi ho detto però conta anche molto la rotondità del riccio.
Bisogna inoltre valutare lo stato di salute dell'animale. Se l'animale ritrovato fosse del peso giusto ma per esempio fosse affetto da numerose zecche, oppure con catarro bianco al naso oppure manifestasse segni di debolezza o malattia, anche in questo caso andrebbe prelevato.
I cuccioli in autunno tendono ad essere meno sani rispetto alla primavera perchè non trovando più scarafaggi e millepiedi, le loro prede preferite, sono costretti a mangiare lumache e lumaconi che sono vettori di malattie parassitarie polmonari e intestinali anche molto gravi (Capillaria e Crenosoma).
Come consiglio di base direi che è sempre meglio sentire il parere di un esperto, chiamando un centro di recupero di selvatici.
Tenete sempre però bene a mente i valori di riferimento e i parametri che vi ho indicato perchè ci sono persone che consigliano comunque di lasciarli stare.
Sappiate che in molti casi non recuperarli significa condannarli.
D'altro canto non è nemmeno giusto e salutare tenerli in cattività per diversi mesi, sono selvatici e si stressano molto se tenuti prigionieri. Va fatto solo quando è necessario.
Se possibile è sempre meglio aiutarli in natura, lasciando fuori regolarmente acqua e crocchette per gattini in una mangiatoia, anche durante l'inverno.
Considerate infine anche sempre il meteo e la latitudine. Più scendiamo al sud, minore sarà il peso necessario per andare in letargo perchè in teoria l'inverno dovrebbe essere più mite... in teoria...
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A me non resta che ricordarvi, se avete bisogno di maggiori indicazioni e informazioni in proposito, le pagine di "La Ninna", del "Forum dei Ricci" e il mio post sul riccio europeo, un piccolo e specialissimo amico selvatico nei nostri giardini!