venerdì 28 novembre 2014

"Omero, gatto nero" di Gwen Cooper

Oggi vi parlo di un libro che è soprattutto una storia vera, ricca di emozioni, speranze e insegnamenti come solo la vita vissuta può essere: quella di Gwen Cooper e del suo micio nero Omero, cieco dalla nascita. A solo poche settimane di vita, il piccolo batuffolo rischia di morire a causa di una grave infezione agli occhi: viene salvato in extremis dalla veterinaria che deve però asportargli i bulbi oculari, condannandolo a trascorrere la vita nella più completa oscurità. Quali saranno le possibilità di Omero di essere adottato e di vivere un'esistenza felice? E' proprio a questo punto che Gwen Cooper si imbatte nel micino e capisce di non poter fare a meno di adottarlo. In realtà tutte le circostanze giocavano a sfavore per l'adozione: la ragazza aveva già due gatte e una situazione lavorativa precaria, eppure il micino, anche se totalmente cieco, la accoglie subito con una fiducia così disarmante che Gwen si sente in dovere di non deluderlo. Qui ha inizio la storia di questa giovane donna e di un coraggioso gatto nero senz'occhi, una creatura che, pure senza aver mai visto il mondo o le persone, riesce a vivere e soprattutto ad amare con un'intensità sorprendenti.


E' una storia di responsabilità, amore, devozione, fiducia reciproca, normalità, difficoltà e miracoli quotidiani. Perchè se è vero che un gatto cieco può effettivamente condurre una vita normale, dando prove di straordinarie capacità di adattamento, quello che non si può immaginare è quanto l'esempio di vita di Omero possa cambiare l'esistenza, le prospettive e l'anima stessa di Gwen. La ragazza e i suoi gatti (non solo Omero, ma anche le gatte Vashti e Rossella) passeranno insieme circa 16 anni, durante i quali Gwen dovrà dare prova di essere diventata adulta, cambiando più e più volte lavoro e perfino città (da Miami a New York), riuscendo sempre a reinventarsi una vita, passando per diverse peripezie lavorative ma anche sentimentali, fino a trovare finalmente la stabilità con l'uomo che diventerà suo marito. Si troverà a sopravvivere, sempre insieme ad Omero, Vashti e Rossella, anche ad uno dei più tragici drammi che hanno colpito il mondo occidentale nel nostro secolo: l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. Già una testimonianza di questo tipo colpisce in sè stessa, ma ancora più valore ha questa storia perchè è chiaro come Gwen abbia vissuto ogni giorno e ogni singola scelta in simbiosi con i suoi mici: non semplicemente i suoi "animali domestici", bensì la sua famiglia. 

Gwen e Omero, fonte QUI
A sfondo del racconto di vita di Gwen ed Omero, una storia di uomini e gatti, di difficoltà e tragedie superate, di felicità e miracoli giornalieri, ci sono poi alcune importanti riflessioni sul concetto di "normalità" e "diversità", in particolare per quanto riguarda la disabilità. Senza negare il carico di problemi che la disabilità comporta, Gwen ed Omero ci insegnano che "spingersi un pochino oltre il confine della normalità può arricchire un’intera esistenza". Uscito nel 2010 quando già il micio nero aveva raggiunto la vecchiaia, leggendo in rete ho scoperto che Omero è venuto a mancare nel 2013 all'età di 16 anni. Pure nella consapevolezza che Omero non sarebbe vissuto per sempre, non vi è traccia di tristezza nel libro di Gwen, solo una profonda commozione per una creatura che ha saputo darle un infinito affetto e un'impagabile lezione di vita: “l’amore per un gatto o qualche altro animale domestico, per una persona, non ha bisogno di occhi, anzi si può trovare anche solo sapendo leggere il cuore, imparando a scoprire la vita in ogni sua parte, vivendola senza paura di sbagliare" (Gwen Cooper, Omero gatto nero, Sperling&Kupfer).

domenica 23 novembre 2014

Una stagione: l'autunno (2014 - 3)

Sono trascorse e passate anche le interminabili giornate di pioggia continua e stillante, di umidità paradossalmente afosa perfino in questo novembre. Finalmente le temperature si sono fatte più rigide, in linea con un autunno che si rispetti e che sta correndo veloce verso il solstizio: all'aria aperta il freddo rende indispensabile un giubbino e una sciarpa (o, se siete gatti, un mantello naturale di pelo ben soffice e isolante!), si vede il fiato e, mentre si calpesta il tappeto di foglie, si pensa già al tepore che ci accoglierà in casa.




Qui nella campagna ferrarese, l'autunno ci accoglie ogni mattino con le sue albe nebbiose, sui campi arati e ordinati, oppure al contrario su quelli rinsecchiti e inselvatichiti, dove trovano rifugio e vita un sacco di animaletti. E l'umidità notturna si posa sulle foglie e si impiglia nelle ragnatele, lasciandole luccicare fino a dopo mezzogiorno, quando finalmente un timido sole si fa avanti per regalare alla giornata un pò di luce e limpidezza.





I campi incolti possono dare l'impressione di desolazione e abbandono, ma avvolti dalla nebbia io trovo che abbiano il loro fascino. E certamente il fascino ce l'hanno anche per Paciocca, che non si fa sfuggire l'occasione quotidiana di appostarsi per una breve puntata di caccia. E in effetti, anche in un campo inselvatichito, si può trovare qualcosa di suggestivo...




I giorni si stanno accorciando impercettibilmente, uno dopo l'altro, mentre la natura lavora instancabile per prepararsi al cambio di stagione: non c'è creatura sulla terra - salvo l'essere umano forse, me compresa - che resti indifferente di fronte all'autunno e alle sue leggi. Rallentare, trovare un rifugio o migrare, fare scorta per l'inverno, predisporsi a giornate più calme e corte.

 

Paciocca trascorre molto più tempo a dormicchiare in casa, in compagnia delle piante "casalinghe" che abbiamo prontamente accolto all'interno in modo che passino l'inverno al caldo insieme a noi.


Purtroppo in questo periodo io sono tutt'altro che capace di sintonizzarmi sui ritmi di calma, lentezza e raccoglimento suggeriti dalla stagione: complice un incarico di lavoro molto impegnativo, sto andando di corsa come non mai. Anzi ne approfitto di questo post per scusarmi per la mia assenza ormai cronica su questo blog e sui vostri... abbiate pazienza: passerà! Per il momento vi auguro una buona e lenta domenica... almeno oggi!

lunedì 17 novembre 2014

La frase del giorno: Pino Caruso

I gatti neri portano fortuna. Il mondo va male perché tutti li evitano.
Pino Caruso, "Ho dei pensieri che non condivido", 2009


Una citazione spiritosa in occasione della giornata del gatto nero, che ricorre proprio oggi per sfatare la superstizione riferita a questo magnifico felino... ma quanta verità c'è dietro questa piccola battuta? Forse se fossimo tutti meno pieni di pregiudizi, riflettendo meglio sulle nostre convinzioni dettate dall'abitudine e dal senso comune, potremmo davvero migliorare un pò il mondo? Vi lascio con questa domanda e vi auguro un buon inizio di settimana!

domenica 9 novembre 2014

Una stagione: l'autunno (2014 - 2)

Come sta andando l'autunno dalle vostre parti? Qui in pianura emiliana la temperatura è ancora molto mite, a tratti perfino fastidiosa per l'umidità calda che si può sentire in questi giorni... uscendo in giardino noto che gli alberi hanno ancora tutte quante le foglie, tante delle quali ancora verdi, e inizio a domandarmi se sia vero che "non esistono più le mezze stagioni", letteralmente. Del resto, siamo anche vicini a San Martino, periodo nel quale si sono spesso registrate, nei secoli, temperature particolarmente clementi...




Sono un'amante dell'inverno ma soprattutto di una scansione ben netta delle quattro stagioni: ammetto che preferirei un autunno più deciso, con un abbassamento sensibile delle temperature via via che ci avviamo verso l'inverno. Accadrà oppure, come lo scorso anno, avremo di nuovo uno strano e continuo autunno piovoso, anche nei mesi invernali? Spero proprio di no, anche se solo per brevi periodi il freddo intenso, quello che mette a riposo le piante e la natura, dando una sensazione di pulizia e indispensabile stasi, è necessario.




Per il momento invece questo autunno procede lento lento, nell'abbassamento delle temperature... le ore di luce si accorciano, ma a parte questo l'aria resta calda, umida e talvolta "pesante". Gli scatti in giardino testimoniano in effetti una specie di "estate": giornate soleggiate, luminose ma assolutamente non fredde. E voi, cosa vi aspettate da questa stagione?

lunedì 3 novembre 2014

"Bears", storia di due piccoli orsetti... ricordiamoci di quelli di Daniza!

Recentemente ho visto "Bears", il bellissimo documentario naturalistico che DisneyNature ha prodotto in occasione della scorsa giornata della terra, dedicato alla vita di due piccoli cuccioli di orso grizzly e della loro madre. La storia è ambientata in Alaska, nello Katmai National Park, e si resta assolutamente rapiti dalla magnificenza della natura selvaggia: le riprese del documentario sono da mozzare il fiato, così come lo è la tenerezza del vedere i due piccoli orsetti uscire dalla tana, su un abbagliante crinale coperto di neve, e seguire passo dopo passo le lezioni di mamma orsa. E poi ci sono monti, laghi, foreste, fiumi, cascate, salmoni che si tuffano tra le rapide come se volassero, imponenti orsi dalla folta pelliccia... Come in tutte le produzioni Disney, il documentario viene narrato in forma leggermente favolistica: mamma Sky e i piccoli Scout e Amber dovranno imparare a sopravvivere ai tanti pericoli di tutto il loro primo anno di vita. 


Fondamentale, per mamma Sky, sarà riuscire a tenere i piccoli lontani dai predatori (gli altri orsi stremati dalla fame, ma anche il lupo Tikaani) e a mangiare a sufficienza per poterli allattare durante il letargo, anche durante il loro secondo inverno insieme. Si viene proiettati nel mondo degli orsi grizzly, dei quali impariamo a scoprire abitudini, debolezze, capacità (ad esempio, hanno un olfatto migliore di quello dei segugi!) e temperamento giocoso... e mentre lo sguardo si sofferma su panorami incantevoli e la storia prosegue, il cuore coglie una naturale verità: al di là della specie, l'istinto materno e la dolcezza di una mamma con i suoi cuccioli è la stessa tra tutti i mammiferi. Fortunatamente, trattandosi di una produzione Disney, il lieto fine è assicurato: non preoccupatevi di dover tenere alla vostra portata dei fazzoletti, le uniche lacrime che potrete eventualmente versare saranno di commozione per lo spettacolo tanto bello, accattivante e maestoso che è la vita degli orsi in Alaska. Quindi che altro dirvi di questo film? Ve ne consiglio fortemente la visione!

Un'immagine del film "Bears", fonte QUI
Non a caso in questo documentario a lieto fine non compare mai l'uomo, nè viene mai nominata la sua presenza come possibile minaccia per gli orsi. Sappiamo fin troppo bene che, invece, a mettere a rischio la vita di questi splendidi animali spesso siamo proprio noi uomini: che sottraiamo per le nostre attività sempre più spazio vitale agli animali selvatici, o che interveniamo in modo diretto sulla vita di questi, è indubbio che il peggior nemico dei selvatici restiamo sempre noi. Non serve che nomini la penosa vicenda di Daniza, maldestramente uccisa nel tentativo di catturarla, lasciando orfani i suoi due cuccioli di pochi mesi. Che fine hanno fatto questi due orsetti, privi della fondamentale presenza materna, che avrebbe dovuto proteggerli e guidarli nei primi anni della loro vita? I due cuccioli sono sorvegliati e pare che finora siano riusciti a cavarsela; conforta inoltre vedere che sono totalmente diffidenti nei confronti dell'uomo, cosa fondamentale per la loro crescita e sicurezza in un contesto selvatico. 

Cuccioli di orso, fonte wikipedia QUI
Purtroppo la cucciola che veniva monitorata ha perso l'apparecchio e, per evitare un nuovo intervento invasivo, non si provvederà a ripristinarlo, continuando il monitoraggio dei due orsetti con "fototrappole" e avvistamenti. Proprio qualche giorno fa c'è stato un tavolo tecnico organizzato dalla provincia di Trento, volto a stabilire linee guida per gestire i cuccioli e le eventuali emergenze in cui incorreranno. Al tavolo di discussione hanno partecipato i referenti del Parco Naturale Adamello Brenta, nonchè Ispra, ministero dell'Ambiente, Corpo forestale dello stato, ed esperti di Austria, Slovenia, Norvegia, Croazia e Spagna, ma la LAV ha denunciato questo convegno come un intervento di facciata. Una cosa è certa: non deve calare l'attenzione verso i due piccoli orsetti di Daniza, perchè purtroppo non si trovano in un film Disney e la loro sorte potrebbe volgere al peggio in ogni momento.