domenica 26 luglio 2015

Buon appetito, con l'Independence Day estivo!

Anche se in realtà sono in vacanza, ho programmato questo post per partecipare all'edizione estiva dell'Independence Day: non volevo assolutamente mancare a questo appuntamento. Così ho preparato il mio menù nei giorni scorsi... ed ecco a voi la mia giornata indipendente, all'insegna dell'autoproduzione da colazione a cena, con prodotti di stagione e qualche ingrediente segreto! ;-)
L'estate è una stagione benedetta da questo punto di vista: nell'orto e nei mercati contadini si trova ogni ben di Dio... e, per chi è più fortunato e ha un giardino pieno di piante aromatiche, ci sono "occasioni" imperdibili da cogliere, letteralmente... 

Colazione... profumata!
Per colazione vi propongo una tazza di latte di bufala, acquistato presso l'allevamento di bufali con caseificio che c'è vicino a casa mia, accompagnato da biscotti di frolla alla lavanda, raccolta direttamente nel mio giardino! Sono biscottini friabili e davvero originali, il profumo di lavanda regala loro un profumo particolarissimo e non c'è modo migliore per iniziare una domenica d'estate!


Pranzo
D'estate non manchiamo mai di piantare il basilico, in tre grandi fioriere. Raccogliere ripetutamente le sue foglie nel corso della stagione, per preparare il pesto fresco (da assaporare al momento o da congelare per l'inverno), è sempre per me una gioia pura! Le foglie verdissime e lucenti del basilico, insieme all'aglio di Voghiera (un prodotto DOP delle mie zone), all'olio extravergine d'oliva, ad un pizzico di sale grosso, pinoli ed una manciata di parmigiano e pecorino grattugiati (il tutto frullato insieme, a più riprese) diventano un condimento strepitoso per la pasta. Le regole dell'Independence Day prevedono che si dovrebbe preparare da sè anche la pasta: ahimè questa volta non ce l'ho proprio fatta con i tempi! Inoltre un altro strappo alle regole è rappresentato dall'uso di olio, pinoli, parmigiano e pecorino che ho acquistato al supermercato.


Dopo il primo, la mia proposta è una caprese di mozzarella di bufala (del suddetto allevamento) e pomodori "cuore di bue", direttamente colti dal mio orto. Un goccio d'olio e una manciata di origano fresco (sempre colto dal mio giardino delle erbe aromatiche) ed il secondo è servito! 
Per concludere il pranzo in bellezza ecco un dolce con tutto il sapore della frutta di stagione: il clafoutis alle albicocche, regalatemi tra l'altro dal mio vicino agricoltore. Il clafoutis è un dolce francese: una pastella a base di latte, uova (biologiche), farina e zucchero, che in forno si consolida fino a diventare una sorta di budino consistente, arricchito dalla frutta in pezzi. Si gusta freddo di frigo ed è un vero e proprio spettacolo!


Merenda... rifrescante!
Per merenda un gelato allo yogurt, variegato alla frutta di stagione: nel mio caso ho usato tante pesche e albicocche, sempre provenienti dal frutteto del mio vicino di casa. Inoltre, se si ha la possibilità di prepararsi in casa direttamente lo yogurt (con la yogurtiera in poche ore, a partire da latte intero e poco yogurt, il gioco è fatto!), questi gelati diventano in tutto e per tutto autoprodotti!


Cena... gratinata!
Per cena  vi offro degli ottimi hamburger di melanzane, con gli ortaggi provenienti dal mio orto! Per fare questi hamburger ho usato: 1 kg di melanzane (compresa buccia), 30 g di pecorino romano, 30 g di parmigiano, 1 uovo biologico, pane grattugiato in quantità per dare agli hamburger la giusta consistenza, aglio in polvere, sale e pepe. Ho lessato le melanzane intere in acqua bollente per circa 15 minuti, poi le ho pelate e le ho lasciate gocciolare. Quando fredde, le ho tagliate a pezzetti e le ho strizzate più che potevo dalla loro acqua. A questo punto le ho frullate, poi ho aggiunto alle melanzane i due formaggi grattugiati, un uovo, sale, pepe e aglio, infine pan grattato secco nella giusta quantità per avere hamburger abbastanza sodi (le mie melanzane erano piuttosto acquose quindi ho dovuto usare abbastanza pane). Ho creato gli hamburger e li ho passati nella farina, infine li ho cotti in microonde per una questione di praticità e salute, ma l'ideale sarebbe passarli nel forno o friggerli fino a doratura. Anche in questo caso segnalo tuttavia che pane e formaggi arrivano dal supermercato.


Insieme agli hamburger, vi propongo un contorno che adoro: i pomodori gratinati alle erbe! Nel mio orto ho solo la varietà di pomodori "cuore di bue", quindi questi pomodori rossi a grappolo li ho acquistati al mercato contadino. Tagliati a metà e privati di semi, vanno riempiti con un trito fatto con: pane grattugiato, aglio, rosmarino, salvia, timo, maggiorana, origano, basilico, prezzemolo e santoreggia, un goccio d'olio d'oliva. Tutte queste piante aromatiche le ho colte nel mio giardino. Posti i pomodori farciti in una leccarda coperta di carta forno, vanno fatti cuocere per il tempo necessario affinchè si cuociano senza diventare "sfatti" e la gratinatura diventi bella croccante (eventualmente copriteli con carta stagnola in cottura). Sono talmente buoni e profumati che io mi spazzolerei da sola tutta la leccarda!


Per finire la cena, se ancora dopo tutto questo menù vi fosse rimasto un pò di spazio: frutta di stagione, a cui a dire il vero io non rinuncio quasi mai alla fine dei pasti.
Sia a pranzo che a cena avrei voluto preparare ancora il pane fatto in casa, come la scorsa volta, ma stavolta non ce l'ho proprio fatta con i tempi e l'organizzazione settimanale.
Spero che il mio menù vi sia piaciuto e possa esservi d'ispirazione: stiamo vivendo una stagione ricchissima di frutti, sapori, profumi e possibilità che non aspettano altro che essere colte... quattro passi al mercato contadino, o quattro passi nel vostro stesso giardino, possono diventare un viaggio culinario che vi porterà a scoprire quanto facile, creativo e stimolante possa essere un'alimentazione il più possibile locale, stagionale e slegata dai prodotti industriali. 
Che ne dite, alla prossima edizione dell'Independence Day partecipate anche voi?

martedì 21 luglio 2015

Una stagione: l'estate (2015 - 2)

Caldo, caldo, caldo: l'estate africana è qui e non accenna ad andarsene, mettendo a dura prova anche i più amanti della calura e delle alte temperature (di cui di certo non faccio parte). Paciocca talvolta sembra essere sinceramente avvilita e seccata da questo caldo infernale... come a chiedersi: ma siamo proprio sicuri che l'estate debba essere così? E quanto durerà?



Le piante del mio giardino, al principio di questa estate 2015, erano partite regalandomi due bellissime sorprese: le prime nocciole, del giovane cespuglio piantato ormai tre anni fa, e le prime more del rovo che finalmente ha attecchito. Le alte temperature e la siccità purtroppo hanno fatto cadere la dozzina di nocciole che c'erano e stanno seccando le more, prima che sia completata la loro maturazione... 



Dovrei annaffiare anche nocciolo e rovo, direte voi. E avete ragione: mea culpa! Ma almeno non sto trascurando l'orto, dove crescono rigogliosi tanti pomodori e anche le due melanzane in vaso mi stanno dando molta soddisfazione. 


Ad ogni modo raccogliamo quel che arriva con questa stagione: non certo un clima piacevole per godersi orto e giardino, ma è pur sempre una stagione di lunghe ore di luce che consentono un'attività più distesa nel corso della giornata. E, magari, per chi è già in vacanza, è anche possibile concedersi qualche pigra pennichella in casa al fresco, nelle ore più calde della giornata...


A buon intenditore, poche parole! Buona estate a tutti, nonostante il caldo africano!

giovedì 16 luglio 2015

"Il vecchio e il gatto" di Nils Uddenberg

Lui è un professore di psichiatria in pensione, lei una giovane gatta abbandonata o forse fuggita da chissà dove. Lui è calmo, riflessivo e un pò restio a lasciarsi andare a smancerie e coccole... e anche lei. Lui è determinato a difendere la sua indipendenza e libertà da ogni vincolo superfluo... e anche lei! E così "Il vecchio e il gatto" è la storia di come lui e lei diventino alla fine un'unica famiglia, dove c'è spazio per la sicurezza affettuosa come per la libertà e le proprie abitudini irrinunciabili. Nils Uddenberg scrive questo libro con chiaro intento autobiografico, raccontandoci di come una gattina trovatella, Micia - che con ostinazione ha scelto proprio la sua casa come luogo "eletto" dove trasferirsi - sia riuscita in breve tempo a fare breccia nelle consuetudini, nelle convinzioni e nel cuore del professore e di sua moglie, inizialmente incalliti assertori di una famiglia "senza animali", per poi riscoprirsi gattofili convinti.


La trama in sè è quella che tutti noi possiamo immaginare: dai primi approcci della micia trovatella che, con tenacia e grande dignità, cerca di entrare a far parte della comunità domestica del professore, fino a diventarne l'anima più speciale. Non banali sono invece le domande che Nils Uddenberg si pone sul gatto e la sua psiche: "Lei chi è? Le piaccio? Adesso cosa pensa? Perchè si comporta così? Domande a cui l'autore (...) risponde facendo appello alla letteratura, alla filosofia, all'etologia" (dal retrocopertina). A mio parere il pregio e contemporaneamente il difetto maggiore di questo libro è l'occhio clinico dell'autore, che rifiuta categoricamente di "antropomorfizzare" la sua gatta e non concede troppo spazio alla possibilità che effettivamente Micia provi sentimenti consapevoli, o sia in grado di pensieri complessi. Infatti l'autore, pure se "innamorato" della sua Micia, sembra comunque asserire che la loro affettuosa convivenza sia frutto di una sorta di "equivoco": uomo e gatto in realtà non possono capirsi davvero, ma hanno trovato un modo incredibilmente felice per beneficiare della reciproca "incomprensione". E così uomo e gatto si scambiano fusa, parole e coccole, condividono leccornie e pisolini sul divano, restando però due universi irrimediabilmente separati. Certamente è un punto di vista personale, eventualmente dovuto anche a una certa "deformazione professionale" di Uddenberg. In ogni caso, a fronte di una vasta (e ormai ripetitiva) letteratura dove il gatto è un protagonista fin troppo antropomorfizzato, "Il vecchio e il gatto" si discosta da questo filone per riscoprire la "gattità" del felino, piccola tigre domestica che conserva abitudini, vocazioni e istinti selvatici, anche quando perfettamente inserito in un'amorevole famiglia.

mercoledì 8 luglio 2015

Rimedi curiosi per aiutare i gatti che soffrono il caldo

Temperature elevatissime, afa e umidità insopportabili, vento caldo come fossimo nel deserto o, in alternativa, un'aria ferma e rovente: sempre più di frequente ci troviamo a patire a causa della calura estiva e i nostri animali non fanno eccezione. I gatti tendono a soffrire parecchio il caldo, specie se hanno il pelo lungo e folto, ma in generale tutti i nostri piccoli felini sono spossati da afa ed alte temperature anche perchè possono sudare solo tramite i cuscinetti delle zampe: una superficie davvero piccola, se paragonata al resto del corpo! Già in passato, in uno dei post più letti di questo blog, vi ho parlato delle regole d'oro e dei piccoli accorgimenti che è necessario mettere in pratica per aiutare il micio a superare le ondate di caldo africano, che vi invito sempre a tenere presente. Ma c'è di più: leggendo in internet si incontrano una serie di pittoreschi "rimedi casalinghi" che potrebbero essere graditi ai mici in cerca di refrigerio... vediamoli insieme!

Che caldo, che fiacca, che afa...
Il gatto molto accaldato cercherà in modo naturale di abbassare la sua temperatura corporea, andando a distendersi nei luoghi più freschi del suo territorio: un cespuglio molto fitto e ombroso all'aperto, oppure un pavimento freddo in casa, o ancora un balcone ventilato e ombreggiato. Quindi inizierà a leccarsi con cura il mantello, per rinfrescarsi il più possibile in tutto il corpo. E' a questo proposito che si leggono i più disparati consigli per aiutare il micio in questo compito, tamponandolo delicatamente con un asciugamano umido e fresco o con un batuffolo di cotone appena strizzato dall'acqua. Posto il fatto che, generalmente, il gatto odia intensamente essere bagnato e la sensazione di acqua sul suo mantello, va però detto che in caso di caldo estremo come quello di questi giorni, un tentativo molto discreto può essere fatto. L'ho sperimentato anche con Paciocca, messa seriamente alla prova da queste temperature (Ferrara ha registrato un record per il caldo percepito): ho bagnato due fogli di scottex ripiegati, strizzandoli bene, fino ad ottenere una piccola pezza fresca e umida. Le ho tamponato il musetto e le orecchie, poi delicatamente ho fatto qualche passaggio anche sulla schiena e i fianchi: lei mi ha guardata in cagnesco (si può dire di un gatto?), ma mi ha lasciata fare, intuendo che forse poteva trarre giovamento dalle mie cure. Per i gatti che dimostrano di gradire apertamente questo trattamento (che peraltro ricorda le cure materne, di quando erano cuccioli), potete usare anche un piccolo asciugamano bagnato e ben strizzato, avendo cura di passarlo in particolare sul collo e sul capo, sul musetto e sotto le zampe.

Questo caldo mi distrugge...
Guai assolutamente, invece, a provare a inzuppare il gatto o a fargli il bagno come fosse un cane: è chiaro che in tal modo la temperatura corporea si abbasserebbe nella maniera più rapida ed efficiente, ma per il gatto il bagno o anche essere solo spruzzato d'acqua sarebbe un affronto imperdonabile, nonchè un vero e proprio piccolo shock. Certo esistono pure gatti amanti dell'acqua, ma si tratta di casi particolari come i Maine Coon, noti per essere grandi amici di pozzanghere, laghetti e corsi d'acqua. L'acqua però, in altre forme, può essere usata come un simpatico gioco per i mici più giovani e vitali che, anche con il gran caldo, hanno sempre voglia di correre e saltare: perchè non provare a fornire al micio un cubetto di ghiaccio, che sguscia meglio di un topo sul pavimento? Ne vedrete delle belle e al contempo il micio "palleggiando" il cubetto tra le zampe, se le rinfrescherà senza neppure accorgersene!
Altri stratagemmi riguardano la cuccia del micio: un'idea abbastanza fattibile è quella di distendere un asciugamano pulito e freddo di frigo, direttamente nel suo giaciglio preferito. Il fresco sarà temporaneo e non eccessivo, pertanto si può provare... posto il fatto che non sempre il gatto gradisce "sorprese" di questo tipo. Un rimedio assolutamente creativo è poi quello dei piselli surgelati: non ci crederete, ma c'è chi ha ideato una sorta di "borsa del ghiaccio" per gatti, avvolgendo una busta di piselli surgelati in un asciugamano ben spesso (in modo da evitare il contatto con la parte surgelata), ponendo questo strano "cuscino freddo" nella cuccia del felide. A tal proposito, potrebbe essere più pratico mettere nella cuccia del micio una borsa dell'acqua calda, riempita però con acqua di frigorifero.

Tutto sommato, cercherò di prendere questo caldo con filosofia...
Voi mettete in pratica qualcuno di questi curiosi stratagemmi, oppure ne avete altri da raccontarmi? In ogni caso, a parte questi rimedi per aiutare i nostri felini domestici a sopravvivere alla calura africana, le regole d'oro da seguire sono sempre le stesse: acqua fresca sempre a disposizione, un luogo fresco e riparato dove il gatto possa rifugiarsi nelle ore più calde, pasti leggeri, attenzione ai bruschi cambi di temperatura dati dal condizionatore, applicare la protezione solare ai gatti dal manto molto chiaro e non dimenticare mai l'antiparassitario. Detto questo... speriamo anche che le temperature calino presto!

giovedì 2 luglio 2015

Vi racconto un mese pieno di meraviglie, incontri e vita

Lo scorso mese la mia vita sociale si è arricchita notevolmente, perchè ho fatto un sacco di incontri interessanti: ho conosciuto un'ape legnaiola e ora non mi sfuggirà più la sua iridescenza violablu; ho salvato un riccio; ho incrociato la mia strada con quella di tartarughe di terra, di formiche e di un topolino; ho pedalato accanto ad aironi bianchi e grigi, germani reali, gazze, cornacchie e banchi di pesci di fiume; ho ammirato il volo dei gheppi al tramonto e il frullìo dei pipistrelli nel buio della sera; ho studiato mentre tortore, merli e fagiani discutevano con convinzione in giardino; ho esplorato in compagnia della mia gatta un campo di grano; ho ammirato la leggiadria del primo macaone, delle vanesse e delle cavolaie nell'aria afosa; ho ascoltato l'accordo iniziale del concerto estivo delle cicale, che ora come ora è in pieno svolgimento.


Lo scorso mese ho giocato con gli elementi: ho immerso i piedi nudi nell'acqua del temporale, sentendo la freschezza dell'erba e delle pozzanghere; mi sono seduta sotto grandi pioppi e ancora più antiche querce, godendo della loro compagnia e tutela; il vento mi ha accarezzato con il suo tocco ogni volta diverso, tempestoso o languido a seconda dei giorni;  mi sono stesa sul prato, avvertendo il tepore della terra scaldata dal sole di queste giornate estive; ho giocato con il fango, modellabile e avvolgente, come facevo da bambina; mi sono lasciata baciare dai raggi del sole mattutino come fossi una lucertola o una margherita; ho corso, per un paio di minuti splendidamente folli, sotto lo scroscio potente di un acquazzone serale... e quando sono rientrata in casa, passando davanti allo specchio con i capelli e la maglietta umidi, ho rivisto una me stessa più giovane di 12 anni, almeno.  


 
Lo scorso mese ho goduto di colori, profumi e sapori indimenticabili: ho colto albicocche e fichi direttamente dall'albero, assaggiando la polpa dolcissima ancora calda di sole; ho raccolto di primo mattino le 33 noci acerbe dai vecchi alberi di mia nonna, per il nocino di San Giovanni che sta venendo preparato dall'Estate stessa; ho ammirato in piena città un melograno pieno di fiori che sembravano di carta crespa e la macchia di colore degli oleandri; sono rimasta ammutolita di fronte alla sfumatura metallica del cielo, prima di un terribile temporale pieno di lampi, tuoni e grandine; mi sono persa nell'avvistare i colli all'orizzonte in una giornata limpida, piena di nuvole come ciuffi di panna montata; sono rimasta incantata di fronte alla pace trasmessami dai tramonti e dai luccichii delle prime stelle. 



Lo scorso mese ho colto una sfida apparentemente semplice e non necessaria, per me che abito già in campagna e a contatto con la natura... ma in questo modo ho vissuto davvero "un mese selvatico". Partita entusiasta dell'iniziativa, ma anche già convinta che più di tanto non avrei sentito la differenza (dato che credevo di praticare già uno stile di vita a contatto con la natura), ho capito invece che il contatto con la terra, l'erba, il vento, il sole e le creature che ci circondano, non è mai abbastanza. Tutto ciò è fonte insostituibile di meraviglia, stupore, appagamento, curiosità, conoscenza, salute, benessere, piaceri, pace interiore e un pizzico di follia. Grazie allo sforzo di fare qualcosa di "selvatico" ogni giorno, tenendo in considerazione l'ambiente nel quale sono inserita (sia in campagna, che in città), ho scoperto quanto tutti noi possiamo essere sempre e ancora più selvatici... con mia grande sorpresa, ho osservato anche che questo creava perfino un circolo virtuoso: più io cercavo la natura, più lei cercava me. 


Lo scorso mese, ogni giorno di più, mi è parso di addentrarmi in un percorso sempre più coinvolgente, come se stessi seguendo una straordinaria mappa che mi dava uno sguardo sul mio quotidiano più vivido, più profondo, semplicemente migliore: un tracciato che ho imparato a conoscere alba dopo alba. E, alla luce di tutto ciò, questa è la mia testimonanza su quanto un tale modo di vivere, in tutti i giorni dell'anno e in tutte le stagioni, sia oggi una strada sempre più rara, sempre più preziosa, sempre più necessaria da cercare, scegliere e percorrere, quanto più possiamo e senza accontentarci mai.