martedì 24 dicembre 2019

Buon Natale, proprio a tutti!

Cari amici, eccoci giunti ormai al fatidico Natale... prima di lasciarvi i miei auguri, validi per tutte le prossime festività ed estesi a tutti i vostri cari (umani e non), vi racconto com'è andato il mio "Avvento in natura". Vi dirò che mettere in pratica quotidianamente i propositi e le attività che avevo pianificato è stato più complesso del previsto: complici gli impegni (quest'anno in realtà in modica quantità), spesso il meteo non favorevole, talvolta altri pensieri per la testa, non ho sfruttato a pieno il mio "calendario d'avvento". Ad ogni modo le cose che sono riuscita a concretizzare le ho davvero fatte con coinvolgimento e hanno arricchito le mie scorse settimane d'attesa... Il momento più creativo è stato un fugace pomeriggio di sole, nel quale mi sono industriata per realizzare - sotto la fedele supervisione di Paciocca - un piccolo presepe con materiali naturali... ho sfruttato un fondo di muschio già esistente (senza danneggiarlo ovviamente!), sassi, foglie, rametti. Avendo più tempo e idee a disposizione, sono sicura che avrei potuto creare qualcosa di ancora migliore... ma sono molto soddisfatta del risultato, per essere il primo tentativo!


La parte più divertente del mio Avvento è stata sicuramente quella del birdgardening: tanti volatili si sono avvicendati alla mia postazione-mangiatoia, tenendomi compagnia! Certo, fotografarli alle giuste condizioni non è stato uno scherzo... e anche qui, mi sarebbe servito tanto più tempo in più, oppure più giornate di sole a disposizione, per riuscire a "catturare" tutti gli uccelli al loro meglio. Quest'anno la "new entry" è una grossa ma educatissima ghiandaia (niente a che vedere con le insolenti gazze dello scorso anno, che mi distruggevano una palla di grasso al giorno, lasciando gli altri uccelli senza niente), che ha capito come acchiappare la palla di grasso dalla retina e nutrirsene. Vi dirò che a questo punto, continuerò sempre a lasciare almeno una palla nella retina, giusto per lei.




Sì, perchè in realtà per gli altri uccellini ho sperimentato e trovato altre soluzioni molto soddisfacenti! Quest'anno ho esposto una mangiatoia in ferro battuto, un prodotto artigianale comprato la scorsa primavera, nel quale ho iniziato a mettere semini di girasole e soprattutto i prelibati pellet per insettivori (una leccornia per i pettirossi). Il problema fondamentale è che questa mangiatoia, nonostante sia installata su una sottile barra d'acciaio ben piantata in terra, è accessibile anche a ratti e topi (forse dovrei "ungere" la barra, per far sì che i roditori scivolino quando si arrampicano?)... purtroppo i ratti, anche quest'anno, non hanno tardato a farsi vedere. A quel punto ho dovuto trovare un'alternativa che fosse valida sia per le cince (le quali in realtà possono appendersi e appigliarsi ovunque) ma soprattutto per i pettirossi, che non riescono ad aggrapparsi. Così ho acquistato anche un altro tipo di mangiatoia, sospesa e utile per esporre palle di grasso senza retina (c'è chi dice che tra l'altro la rete sia pericolosa per le zampette degli uccelli... io a dire il vero, in tanti anni, non ho mai notato alcun problema... ma tant'è), con un piattino nel quale speravo che si posassero i pettirossi.

Ecco il mio "parco mangiatoie" al completo! Piattino, mangiatoia sospesa e palla di grasso in retina.




Quest'anno ho preparato io stessa le "tortine" per gli uccelli: ho usato la ricetta che avevo già pubblicato anni fa, a partire da 1/4 di dose e omettendo la mela fresca (ne sono venute fuori 8 belle "polpette"). Al dunque, quando ho esposto la nuova mangiatoia con le mie palle casalinghe, ho purtroppo appurato che il piattino sottostante (utilissimo raccogli-briciole) non era abbastanza sporgente per permettere ai pettirossi di posarvisi in comodità. Così ho risolto fissando un rametto solido, con un pò di fil di ferro da recinzione, all'esterno della mangiatoia, abbastanza in basso perchè gli uccellini potessero scegliere se mangiare direttamente le palle o le bricioline nel piattino. A quel punto ho risolto tutti i problemi: anche i pettirossi hanno iniziato a frequentare la nuova mangiatoia, molto utile perchè tra l'altro in caso di pioggia fa sgrondare l'acqua (cosa che non accade alle altre) e il cibo esposto non deve essere rimpinguato quotidianamente.



Anche la cincia approfitta del rametto!

Ho continuato comunque a mettere nell'altra mangiatoia i pellet energetici per insettivori, perchè grazie al tanto cibo esposto ho capito che anche gli uccellini hanno i loro gusti, nonostante si adattino poi a quello che c'è... i pettirossi preferiscono in assoluto i pellet (che continuo ad esporre, ma in quantità molto ridotte affinchè durante la notte i topi non pasteggino con gli avanzi del giorno), le cince invece non fanno troppi complimenti e divorano felici sia le palle di grasso industriali che quelle casalinghe. Il pettirosso sembra apprezzare in particolare l'uvetta della mia palla di grasso artigianale! La ghiandaia, come detto, predilige la palla di grasso industriale. Quest'anno i grandi assenti sono i fringuelli... forse arriveranno quando il freddo sarà maggiore (per ora, solo un paio di giorni è stato davvero freddo), ma più che altro loro si nutrono sul terreno, forse approfittano delle briciole che cadono a terra? Ammetto però di non averne ancora visto uno... ma li aspetto fiduciosa, anche perchè sono i meno scattanti, senza dubbio i più facili da fotografare!




Per il resto ho fatto delle belle passeggiatine in giardino, spesso in compagnia di Paciocca, e ho potuto osservare diversi fenomeni a cui non avrei altrimenti dato importanza... mi sono accorta di piccole cose che mi hanno rivelato qualche segreto in più sulla natura viva che mi circonda. Ad esempio, quando sono andata alla ricerca apposita di bacche per fotografarle, mi sono accorta con dispiacere che nell'enorme giardino (quasi parco) dei miei genitori, pieno di ligustri, biancospini e piracanta, di bacche non c'era rimasto più nulla! Immagino che, considerando l'invasione di ratti a cui i miei sono sopravvissuti in novembre, i responsabili siano ancora una volta questi roditori... o almeno così penso, perchè gli uccellini ci sono sempre stati in quantità nel giardino dei miei (non così i ratti, questo è un fenomeno recente), eppure di solito, per Natale, riuscivo sempre a rintracciare tanti rametti carichi di bacche di piracanta e ligustri, per farne un centro tavola natalizio. Quest'anno: ciccia! Giusto un mio piccolo ligustro ha conservato le sue bacche, ma ho preferito lasciarle attaccate alla pianta!


Allo stesso modo mi sono incantata, in una delle poche giornate di sole, ad osservare i riflessi dello stagno in dicembre... mi aspettavo che il colore dello specchio d'acqua sarebbe stato tendente al grigio acciaio, o al massimo azzurro cielo. Invece... rossastro! Come le foglie che, cadute in acqua, stavano decomponendosi regalando questa strana sfumatura allo stagno. 
Questo dicembre, per un giorno, è perfino nevicato a Ferrara, ma non sufficientemente per uscire il giorno dopo e fotografare paesaggi imbiancati... è stata giusto una spruzzata, che ha reso gli uccellini ancora più industriosi! 
Ho provato pure a fare qualche scatto ad una bella luna piena, attorno alle 17.00 del pomeriggio, sul fare del crepuscolo... ma ancora devo imparare parecchie cose sulla fotografia, per riuscire ad immortalare la luna che sorge! In compenso, me la sono ammirata dal vivo... che è la cosa più importante, oltre le foto che troppo spesso ci sentiamo in dovere di fare, a testimonianza del momento che stiamo vivendo. Un ricordo peraltro resta meglio impresso nella nostra memoria, se riusciamo a dedicare a quell'attimo la nostra piena attenzione... senza smartphone o macchine fotografiche di mezzo, che ci distraggono dalla vita che intanto passa e va.




Vi saluto infine con qualche scatto "selvatico" della mia Paciocca in perlustrazione: come sempre le è piaciuto tanto accompagnarmi, spesso condurmi, nei giretti in giardino... adesso che non abitiamo più insieme e che solo con me può esplorare l'ambiente in compagnia (i miei non si prendono la briga di farlo), è probabilmente la cosa che più le piace fare con me... con buona pace mia e di tutti i gatti più casalingoni e coccoloni che invece preferiscono dormire sulle ginocchia del proprio umano.




Bene, cari amici, che altro dire? Vi saluto con affetto e vi auguro davvero di trascorrere delle festività serene, lo auguro a voi, ai vostri famigliari, ma anche ai vostri animali e perchè no... anche ai miei e vostri uccellini nei giardini e così a tutta la natura selvatica (topi e ratti compresi, suvvia)... perchè è proprio vero che "Non importa cosa trovi sotto l'albero, ma chi trovi intorno" (S. Littleword). E il nostro intorno, come a me ha dimostrato il mio avvento selvatico, si estende certamente anche a tutta la natura circostante! Augurissimi a tutti!

domenica 15 dicembre 2019

"La volpe alla mangiatoia" di Pamela Lyndon Travers

Oggi vi propongo un breve e piacevole racconto natalizio, firmato dalla penna di Pamela Lyndon Travers che - per chi non la conoscesse - fu l'autrice di Mary Poppins
Il racconto è ambientato nel secondo dopoguerra londinese: durante la messa di Natale nella cattedrale di Saint Paul, a cospetto di una folla adulta desiderosa di tornare a dedicarsi alla vita in tempo di pace,  ci sono tre bambini irrequieti e un po' burloni. Non seguono la cerimonia, parlottano a mezza voce interrogandosi sulle grandi questioni dell'infanzia: cosa si vorrebbe ricevere in regalo; cosa potrebbe fare Dio per accontentarli; se sia giusto lasciare i propri giocattoli usati in dono ai bambini più poveri...
Ad un certo punto la messa termina, la folla si disperde al suono delle campane, che finalmente suonano di nuovo a festa, e davanti al presepe con i classici bue, asinello e pecore, il filo del discorso porta i tre bambini ad una domanda che sembra altrettanto fondamentale: "Perchè nel presepe non c'erano animali selvaggi? Non avevano niente da regalare, loro?". 




A raccogliere il quesito è una donna adulta, la narratrice del racconto, che è al contempo una sorta di tutore o accompagnatrice dei tre bambini, e si prepara a raccontare loro una storia adatta a rispondere alla domanda. 
E così torniamo indietro nel tempo, alla nascita di Gesù, nel miracoloso momento del primo Natale, quando gli animali avevano il dono della parola... e se per gli animali domestici era quasi ovvio rendersi utili al bambinello, donandogli calore, lana o protezione, che dire degli animali non addomesticati? Come reagirono all'arrivo di Gesù? 
I selvatici vengono rappresentati dalla volpe Reynard che, quando si avvicina furtiva alla mangiatoia, genera grande scandalo e allarme tra le altre bestie. Cosa fa un animale selvatico, un aggressivo predatore, nei paraggi del bambino? Cosa mai potrà portare in dono, quali sono le sue intenzioni? 
La volpe viene pesantemente criticata e giudicata dagli animali domestici, che la temono ma ancor più la disprezzano... eppure Reynard ha davvero qualcosa da donare, forse qualcosa di più prezioso di lana, calore o protezione, perfino di più pregiato dei doni umani di oro, incenso e mirra. 
E quando porta il suo dono al Bambino, anche gli altri animali capiscono che nella stalla c'è posto per tutti, domestici e selvatici...  "Così la ruota gira, il cerchio si chiude, e le creature domestiche e selvatiche stanno riunite nel presepe. Il leone insieme alla tortora, animali da cortile accucciati accanto alla volpe. Infatti creature domestiche e creature selvatiche non sono che due metà, e qui, dove tutto finisce e tutto ha principio, ogni cosa dev’essere riunita nel suo intero".
Una gradevole storia a sfondo natalizio, senza la pretesa d'essere un capolavoro, ma solo di allietare un'oretta durante la sua lettura, magari proprio in queste settimane d'attesa o nelle prossime di Natale.

venerdì 6 dicembre 2019

Un labirinto natalizio per il tuo gatto!

Dopo un post "impegnato" e riflessivo sul Natale, quest'oggi vi propongo invece qualcosa di più scanzonato ma sempre in tema... sono andata a scovare un curioso video che vi mostra il micio Pusic alle prese con un bellissimo labirinto natalizio! Un'alternativa all'albero di Natale, che magari darà anche modo di giocare o nascondersi in libertà al vostro gatto...


Certo, dovete comunque mettere in conto che il felide giocherà con le palline anche di questo "palazzo di Natale"! Comunque complimenti all'autore di questo maxi-gioco per gatti (è lo stesso del labirinto di bottiglie d'acqua) che si è dato tanto da fare per allietare il periodo natalizio anche per il suo amico peloso!
Io di solito evito di "antropizzare" gli animali rendendoli partecipi di tradizioni prettamente umane (come ad esempio fare regali natalizi ai gatti, oppure "vestirli a festa" con accessori ad hoc, tipo un collarino rosso...) ma in questo caso è bello essere riusciti a coinvolgere il micio in qualcosa di speciale ma al contempo rispettoso della sua natura: la voglia di esplorare, di nascondersi e di entrare nelle scatole!
E voi, preparate qualcosa di particolare per i vostri animali durante le feste?
Fatemi sapere e intanto buon weekend a tutti!

sabato 30 novembre 2019

Aspettando il Natale... un po' controcorrente!

Ultimo giorno di novembre: da domani, anche i più recalcitranti (come ahimè lo sto diventando io), dovranno rassegnarsi ad entrare a pieno diritto nell'atmosfera natalizia, che ci è stata imposta ormai con diverse settimane d'anticipo. Devo essere sincera... amerei molto il periodo di Natale, adoro decorare la casa fuori e dentro, fare i dolci tipici, così come mi piace organizzare cene e pranzi festivi con amici e parenti. Altrettanto amo pensare ai regali per le persone care, mi immergo volentierissimo in letture natalizie, mi sciolgo in brodo di giuggiole di fronte ai mielosi film di Natale, programmo sempre almeno un giorno in qualche località famosa per mercatini natalizi, meglio se con la neve... eppure, anche per un'entusiasta come me, negli ultimi anni trovo che si stia amaramente esagerando, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche: al supermercato il primo panettone l'ho avvistato (non scherzo) a fine settembre. In ottobre, mentre imperversava il marketing spinto per Halloween, in tv iniziavano già a comparire le pubblicità con jingle natalizi completamente fuori luogo. Con l'arrivo dei primi di novembre, non c'è stato più freno... sembrava che fosse già pieno periodo natalizio: alberi di Natale e decorazioni ovunque nei negozi, eventi in città pompati all'inverosimile (inaugurazione delle bancarelle a metà novembre, con annesse luminarie già tutte completamente accese... spettacolari, lo ammetto, ma ora di Natale non ci avremo già fatto l'abitudine?), perfino qualche coraggioso (?) cittadino ha decorato il giardino e acceso le luci natalizie in contemporanea, aumentando il mio fastidio.

Le vie di Ferrara già illuminate a Festa a metà novembre...

E' come se la nostra società volesse cancellare i periodi "normali", come lo era un tempo novembre: un mese forse un po' lugubre, lo ammetto, molto piovoso... ma era l'anima più cupa dell'autunno, forse proprio quel periodo che poi faceva salutare con ancora più gioia il primo albero di Natale, il primo balcone illuminato dalle lucine, l'idea di iniziare a pensare ai regali, il desiderio di un weekend sulla neve tra i mercatini, l'aspettativa delle festività, la festa in tavola per un dolce dal sapore tipicamente natalizio. 
E' chiaro che il Natale fa vendere molto e di più di un anonimo novembre... ma a questo punto, se guardassimo a come gira il mondo in Occidente, potremmo comodamente cancellare novembre dal calendario o cambiargli nome, rinominandolo ad esempio "Predicembre". L'anima di novembre è stata uccisa, neanche troppo lentamente o timidamente, da una società dove è il marketing a dettare il calendario e come ci dobbiamo sentire: Natale sta arrivando, è già ora di pensarci e fare compere, di sentirci felici! 
E invece, affrettando così le cose, felici probabilmente ci sentiamo sempre meno... e arriviamo al 25 dicembre già nauseati, sicuramente già assuefatti al clima festivo, per cui non resta più nulla da apprezzare davvero: la piazza illuminata a festa è solo un insieme di edifici e di lucette a led, il panettone in tavola ha il sapore usuale come quello di un Buondì (in fondo, lo stiamo mangiando da settimane, no?), le musiche natalizie ci fanno lo stesso effetto di un ripetitivo e martellante tormentone estivo. Che bel guadagno!

Un bel panettone: sicuri di averne ancora voglia a Natale, se iniziamo ad assaggiarlo a novembre? Foto di Nicola Wikipedia.

Ovviamente sta ad ognuno di noi vivere in maniera personale e critica ciò che la società ci propone/impone, decidendo cosa accogliere e cosa rifiutare, eppure è sempre più difficile sfuggire a questa finta euforia natalizia che si scatena fin dai primi di novembre... e parlo io che vivo in campagna, per cui per fortuna non devo ritrovarmi ad ogni uscita da casa le vie di Ferrara illuminate a festa, le vetrine con la neve finta e le palle di Natale! 
Se guardo fuori dalla mia finestra, siamo ancora in un autentico e naturale novembre: le foglie ormai quasi tutte a terra, tanta pioggia, gli uccellini che visitano ormai quotidianamente la mia mangiatoia, nessun segno del Natale che sta arrivando. Per carità, a brevissimo inizierò anche io i preparativi tradizionali, ma mi secca tanto avere sempre meno entusiasmo per un periodo che adoravo... 
Ad ogni buon conto, questo post non vorrebbe essere solo uno sfogo personale e abbastanza fine a sè stesso sul marketing natalizio... anzi, l'idea principale sarebbe un'altra! 
Girellando in internet ho trovato una bella idea per vivere un po' diversamente l'attesa natalizia, per riempire questo periodo che ci separa dal 25 dicembre con attività legate alla natura. Si tratta di un vero e proprio "calendario d'avvento" in versione "wild", inerente solo e unicamente al mondo naturale o, eventualmente, agli animali domestici. L'idea mi è piaciuta tanto e ho pensato di riproporvela!



L'originale arriva dal sito americano "Wilder Child" (per incentivare nei bambini un legame più quotidiano e stretto con la natura, soprattutto grazie all'educazione e al coinvolgimento dei genitori e delle famiglie): se conoscete l'inglese, potete seguire comodamente anche la loro versione (graficamente più bella e curata della mia). Oggi come oggi il "calendario d'avvento" è una pratica destinata ai bambini più o meno grandi, ma se impostata in maniera seria può dare degli spunti di riflessione anche a noi adulti... in particolare una versione come questa, che si propone di darci l'occasione di entrare quotidianamente a contatto con la natura e il mondo non umano. Un bell'antidoto contro il folle marketing "natalizio", non trovate?
E così vi offro la mia versione, ispirata chiaramente a quella di Wilder Child ma tradotta in italiano e riadattata... l'idea sarebbe di ritagliare ogni bigliettino (ciascuno corrisponde ai giorni 1-24 dicembre), piegarli e metterli alla rinfusa in un contenitore a vostra scelta: ogni giorno estrarre a sorte un bigliettino e cercare di mettere in pratica il suggerimento scritto. Ovviamente c'è ampia libertà di adattamento: se alcune attività proposte non si adeguano al meteo o ai vostri impegni di quel giorno, si può liberamente scegliere un altro bigliettino. Così come si può, al contrario, non ritagliare i bigliettini e tenerli semplicemente così, in bella vista, scegliendo giorno per giorno l'attività che ispira di più... o cambiandola, modificandola a proprio piacimento. L'importante è trovare un po' di tempo quotidiano, da qui a Natale, per la natura. Forse arriveremo alle feste un po' meno nauseati, sicuramente molto arricchiti dalle esperienze che avremo maturato a contatto con il mondo selvatico... l'opposto del mondo umano patinato (e spesso finto) che ci circonda in questo periodo. E poi, chissà... forse in questo modo scopriremo che anche dicembre ha un'anima tutta sua speciale e selvatica, indipendente dalle feste di Natale... vi va di provarci insieme?


Clicca sull'immagine per visualizzarla grande e poi salvala sul pc. Altrimenti... contattami via email (rumoredifusa@gmail.com) ti spedirò il PDF!

Io ci proverò senz'altro e vi aggiornerò a iniziativa finita di com'è andato il mio "avvento selvatico"! Vi consiglio davvero di lanciarvi in questa (o in una simile) iniziativa, non perchè sia io a proporla, bensì perchè ho già sperimentato come un piccolo proposito come questo possa davvero dare una qualità diversa alle giornate e alle settimane... e ai più fortunati di voi dico: non chiudetevi dietro al pensiero "beh, tanto io vivo già abbastanza a contatto con la natura, non ho bisogno di un'attività così strutturata", perchè tante volte l'ho pensato anche io per me stessa... per poi ricredermi e scoprire che un piccolo impegno effettivamente progettato e ideato per ogni singolo giorno, vi dà modo di assaporare anche meglio il vostro "vivere selvatico". Un po' come è successo a me per l'estivo "30 days wild", di cui vi parlai anni fa... per cui amici, se l'idea vi piace e come me siete davvero già nauseati dal Natale commerciale, vi aspetto per questa piccola avventura natalizia controcorrente!
Buon inizio dicembre a tutti... e buona autentica attesa del Natale!

venerdì 22 novembre 2019

La frase del giorno: Eckhart Tolle

"E' così meraviglioso guardare un animale, perché un animale non ha opinioni di se stesso. Lui è!
Questa è la ragione per cui il cane è così felice e il gatto fa le fusa. 
Quando coccoli un cane o ascolti un gatto che fa le fusa, la mente può fermarsi per un istante e uno spazio di calma sorge dentro di te, un passaggio per entrare nell'Essere."

Eckhart Tolle



Che la chiave della felicità sia proprio il non avere opinioni di sè stessi, nè soprattutto pensieri e preoccupazioni, come i nostri amici animali? Vivere solo il momento presente (che, in fondo, è l'unico nel quale siamo davvero...) e concentrarci prevalentemente sul "qui ed ora"?
Possono sembrare domande ormai banali, anche un pochetto trite e ritrite, ma in realtà trovo che sia sempre più difficile tornare e restare al nostro "qui ed ora", soprattutto da quando, grazie alla realtà virtuale, il "qui" vero e proprio non è più limitato solo al luogo fisico nel quale stiamo vivendo, ma si estende ipoteticamente a tutto il mondo con il quale è possibile essere connessi...
Credo sia impossibile, per un essere umano del terzo millennio, riuscire a sospendere in pianta stabile pensieri, opinioni e preoccupazioni riguardanti sè stessi, ma anche il mondo che ci circonda, il futuro che ci attende e il passato che stiamo lasciando... fa parte della natura umana riflettere, ragionare, forse anche rimuginare, e soprattutto pianificare, progettare e quindi preoccuparsi per il futuro. E, obiettivamente, la realtà della nostra epoca ci dà svariati motivi per essere pensierosi...
Eppure è anche vero che, oggi come oggi, non bastassero le "normali" preoccupazioni ed occupazioni quotidiane, ci si aggiunge un bel po' di rumore inutile e dannoso, quello creato soprattutto dagli stimoli virtuali ed estemporanei dei social network, dalle notifiche di email, messaggi e chat di whatsapp, che ci danno modo di commentare, spesso polemizzare, e comunque interagire quasi costantemente con altre persone, idee, opinioni.
E che gran fatica è, spesso una fatica inutile che ti casca tra capo e collo senza che tu abbia davvero scelto di dedicare il tuo tempo e le tue energie proprio a quell'argomento, a quella tematica, a quella discussione specifica. Si dovrebbe interrompere questo circolo vizioso, limitare la nostra ormai costante connessione internet che ci insegue ovunque sul nostro smartphone, e ricordarci che la nostra mente e il nostro equilibrio intero trarrebbero molto più beneficio da una vita più "disconnessa", più concentrata sul concreto qui ed ora, e per "qui" intendo solamente il luogo fisico che si sta occupando.
Per cui ecco una ragione in più per trascorrere del tempo con il nostro gatto o il nostro cane, meglio ancora se all'aperto per una bella passeggiata in natura... ma anche una mezz'ora di coccole sul divano, senza interruzioni o disturbi di sottofondo, è in grado di rasserenarci, rilassarci, riportarci in contatto con la piacevolezza del vivere solo il "qui ed ora", ritrovando una preziosa calma anche grazie all'affetto del nostro animale e alla naturalezza con cui è bello spendere del tempo insieme.
Il vostro cane e il vostro gatto vivono nella dimensione più importante che ci sia: quella del presente, del momento attuale, nella concretezza del luogo che stanno occupando in quel preciso istante. E dimostrano di saperne godere a pieno, come forse noi stiamo dimenticando sempre più, anche a causa dell'iper-connessione.
Certo, come esseri umani siamo chiamati ad avere anche pensieri lungimiranti, fare riflessioni sulla nostra storia e previsioni sul nostro domani, la nostra profonda auto-consapevolezza è un tratto innato della nostra specie... ma allora è davvero stupido, per degli esseri tanto intelligenti quali dovremmo essere, sprecare tanto tempo e tante energie in chiacchiere vuote, distrazioni perenni, stimoli evanescenti, come quelli che ci arrivano dal mondo virtuale (soprattutto) dei social network.
Se il nostro micio o il nostro cane riescono a dare un sano taglio a queste dannose abitudini, che temo un po' tutti rischiamo di assumere... beh allora, passiamo ancora e sempre più tempo in loro compagnia!

mercoledì 6 novembre 2019

"Breve storia di un raggio di sole" di Gianumberto Accinelli

Ormai lo sapete: in questo blog ci sono autori che ciclicamente ritornano, per il mio e il vostro piacere... perchè le "penne" illuminate sono patrimonio dell'umanità, ancora meglio se parliamo di scrittori italiani! Gianumberto Accinelli è uno degli autori che amo moltissimo, appassionato divulgatore scientifico ed entomologo. La sua "Breve storia di un raggio di sole" è un'inusuale narrazione, in sostanza, di un'enorme e soprendente rete alimentare, estesa su tutto il mondo. Si parte dal miracolo forse più suggestivo che avviene quotidianamente sulla nostra Terra: la trasformazione dell'energia solare, della "luce" - quel raggio di sole protagonista del titolo - in energia spendibile per la vita, grazie alla fotosintesi clorofilliana. 
Ci avete mai pensato a quanto sia incredibile il fatto che le piante riescano a produrre zuccheri - la prima energia vitale - "semplicemente" combinando anidride carbonica, luce e acqua? Una ricetta chimica straordinaria, che sta alla base di tutta la vita, compresa la nostra. E dalle piante - il "gradino alimentare" dei produttori - di cui Accinelli ci racconta vita, morte e soprattutto "miracoli", passiamo via via alle forme di vita animali, produttori e consumatori... senza dimenticare quanto lenta e graduale sia stata l'evoluzione della vita. 



Accinelli, da buon entomologo qual è, sceglie però erbivori e carnivori "sui generis": non aspettatevi necessariamente mucche, gazzelle, lupi e leoni, bensì siate pronti ad essere catapultati nel micro-mondo del giardino... scoprirete che le formiche, ad esempio, praticano una vera e propria "pastorizia" sugli afidi (ecco un erbivoro sui generis!) o la coltivazione dei funghi, così come vi addentrerete nella giungla del vostro cortile per un safari specialissimo, cercando la temibile coccinella... un predatore più efficiente di un leone! 
Non solo insetti però, in questo bel saggio divulgativo: troviamo anche animali eccezionali come la lumaca fotosintetica (unico animale al mondo in grado di svolgere la fotosintesi... e io che ero fermamente convinta che nessun animale potesse compierla!), oppure una lucertola senza zampe che dimora nei formicai alla ricerca di protezione e cibo extra.
Infine si arriva all'ultimo anello della catena, o per meglio dire ai nodi della rete che riportano direttamente al via: i decompositori, che si occupano di far tornare disponibili per la vita tutte le sostanze utili che resterebbero altrimenti intrappolate nella materia ormai morta. 
Nessuna morale a tutte le storie che si intrecciano e si srotolano sul pianeta, intersecando spesso anche le nostre vite antropizzate... se non forse una consapevolezza, che dovrebbe rincuorarci e allo stesso tempo farci riscoprire la nostra appartenenza a tutto il pianeta vivente: la Natura vive e si sviluppa tra mille difficoltà quotidiane, nella lotta per la vita e la morte, nella fatica per la sopravvivenza e alle prese con davvero tanti, tanti problemi da risolvere. E' così per ogni specie vivente, e noi non facciamo eccezione: così funziona tutto questo nostro mondo, naturale ed antropizzato, illuminato dai raggi del sole.

lunedì 28 ottobre 2019

Impressioni d'autunno (2019 - 1)

Questa mattina mi sono svegliata con una leggera nebbia che, via via che sono trascorse le ore, ha poi svelato una giornata grigia e bigia, non eccessivamente fredda, ma neppure soleggiata, sfavillante ed eccezionalmente calda come lo sono state le scorse. 
Se lo scorso maggio sarà ricordato per il gran freddo e le continue piogge, probabilmente quest'ottobre che si avvia a conclusione resterà nella memoria come uno dei mesi meteorologicamente più sereni... forse anche troppo, soprattutto dal punto di vista delle temperature: quasi una vera e propria estate ottobrina, con punte di caldo eccezionale. E allora ricordiamolo così, con questi scatti che testimoniano la bellezza dell'autunno mite, anche se pericolosamente troppo caldo per i cicli naturali...

 
 





Paciocca, anche se ha incrementato già di molto i tempi delle sue dormite in casa, non si è fatta sfuggire l'occasione di trascorrere i soleggiati pomeriggi all'aperto... e mi ha scortata, come sempre volentieri, nei miei giretti in giardino... tra un'arrampicata sugli alberi, un'annusata accurata al suo territorio e qualche pigro sonnellino cullata dal sole d'ottobre.







A farle da cornice foglie e fiori, che immancabili sono sbocciati come tutti gli autunni... quest'anno la novità è stata la fioritura del Tricyrtis, detto anche "orchidea perenne": in realtà si tratta di un bulbo della famiglia dei gigli, che per tutta l'estate ha prodotto una lunga pianta verde ben poco appariscente (anzi, mia madre non ha fatto altro che sottolineare quanto ricordasse un'erbaccia spontanea)... ma finalmente, questo ottobre, ha mantenuto la promessa dando luogo ad una bella ed elegante fioritura.







Ecco il fiore del Tricyrtis


Infine una mia piccola osservazione naturalistica... da completa ignorante in materia di funghi quale sono, non ho mai considerato che anche loro avessero una sorta di "sviluppo" graduale... e invece, avendo modo di osservare la crescita di tanti funghetti nel mio prato, ho potuto scoprire che anche i funghi possono mutare aspetto, nel giro di poche ore!

Questi funghi sono spuntati da pochi giorni...

... ed ecco come diventano, a distanza di un giorno o due! All'occhio inesperto, sembrano di diversa specie!
Bene cari amici, con questi funghetti vi saluto e nel frattempo vi auguro un buon inizio settimana... che porterà nei prossimi giorni un peggioramento notevole della stagione, con piogge diffuse e freddo in arrivo... certo non grandi notizie, ma del resto l'autunno presto o tardi doveva tornare in linea con le sue tendenze più naturali. Buon proseguimento a tutti!

martedì 15 ottobre 2019

La teoria popolare delle bottiglie d'acqua per allontanare i gatti

Popolarmente si dice che i gatti (e pure i cani) sarebbero spaventati o comunque disturbati dalla presenza di bottiglie piene d'acqua esposte lungo i muri, sui davanzali delle finestre o nei giardini e orti: questo semplice rimedio dovrebbe impedire al nostro felino (o canide) di fare i suoi bisogni nelle zone suddette. E così non è infrequente notare, anche nelle città, bottiglie d'acqua in fila esposte fuori dalle saracinesche degli esercizi commerciali, nelle nicchie dei muri, o vicino a vasi e fioriere. Allo stesso modo, in campagna, si possono avvistare le bottiglie negli orti, o vicino ad aiuole fiorite che si vorrebbero proteggere dal gatto di casa, quando alla ricerca di una lettiera all'aperto. 
Le spiegazioni, come in ogni buona credenza popolare, sono le più pittoresche: il gatto sarebbe disturbato dalla luce del sole riflessa nell'acqua, o addirittura dal proprio stesso riflesso che lo farebbe sentire "osservato" e quindi lo farebbe sentire a disagio... quanto ai cani non è dato sapere il tipo di disturbo arrecato, ma di certo una fila di bottiglie impedisce fisicamente di urinare direttamente contro il muro, questo va detto!

Immagine di Ravitave, tratta da Wikipedia.

Vi posso raccontare che un'estate avevamo deciso di impedire alla nostra gatta di saltare su una specifica finestra a piano terra (avevamo appena sostituito la zanzariera e non volevamo "sorprese"), per cui abbiamo avuto la geniale idea di occupare il davanzale esterno (uno dei suoi posti preferiti) con una bella fila di bottiglie. Anche in questo caso devo confessare che l'idea ha avuto successo... certo, ma solo perchè per la mia gatta non c'era più lo spazio fisico dove saltare e appollaiarsi! La felina non ha infatti avuto problemi a posizionarsi sulla parte fissa dello stesso finestrone, proprio accanto alla parte mobile e "zanzarierata" dell'infisso: esattamente accanto alle minacciose bottiglie d'acqua.
Quindi insomma, si tratta in larga parte di una credenza popolare che non ha fondamenti scientifici... ammessa eventualmente anche una vaga diffidenza dell'animale alla prima comparsa delle bottiglie, questa si dissolverà ben presto in una ferma indifferenza in pochi giorni...  e il nostro gatto continuerà a comportarsi esattamente come prima. 
A ulteriore riprova di quanto sia campata in aria questa sorta di "teoria", vi mostro un video che unisce utile e dilettevole: per tutti coloro che avessero voglia o necessità di arricchire la routine del loro micio, ecco un'idea magnifica per stuzzicare il suo bisogno di esplorare l'ambiente... costruire un labirinto con bottiglie piene d'acqua! 


A parte che questo micio bianco e nero è strepitoso, l'ho davvero trovata un'ottima "invenzione" riciclosa che può aiutare il gatto (soprattutto d'appartamento, che non ha la possibilità di uscire e sfogare in natura i suoi istinti) ad annoiarsi meno e tenersi attivo! E... come avete visto, direi che tra gatti e bottiglie d'acqua non c'è poi tutta questa diffidenza! 
Voi che ne pensate? Avete esperienze in merito da raccontarmi? Vi aspetto nei commenti!