Buona domenica a tutti! Oggi un video di pochi secondi, che potrà stupirvi, commuovervi o darvi la più semplice conferma che ogni animale è una creatura sensibile, intelligente e capace di esprimere sentimenti molto, molto specifici: un germano reale, in trepida attesa, saluta festoso il suo amico umano che torna da scuola! Una visione simpatica, capace anche di far riflettere sulle nostre convinzioni più radicate: troppo spesso pensiamo di essere gli unici esseri viventi in grado di stringere relazioni emotivamente significative (e solo con i nostri simili).
Del resto già Konrad Lorenz, nel corso delle sue ricerche etologiche che gli valsero il Nobel, ebbe modo di relazionarsi con oche selvatiche, germani reali ed altri uccelli: soprattutto alcune specie, se allevate in un contesto umano, riconoscono come propri "famigliari" gli uomini, nonostante le differenze evidenti. In quest'interessante articolo dedicato a Lorenz, si legge peraltro che i germani reali sono tra le specie più attente ed "esigenti" per quanto riguarda il riconoscimento della propria madre e non si legano agli esseri umani per semplice "imprinting"... ancora meglio allora: questo video è quindi la più genuina manifestazione di affetto tra un'anatra e un bambino.
Un vero peccato pensare che siamo proprio noi uomini a svalutare, con
gretta indifferenza, l'intelligenza, la personalità e l'affettività
degli animali non umani. Così facendo, non solo perdiamo la preziosa
occasione di stringere legami arricchenti con le altre specie, ma al
contempo perpetriamo su di esse ingiustizie, supplizi e crudeltà. Forse,
se tutti ci rendessimo conto che un'anatra è capace di una tale
manifestazione di affetto, non saremmo più capaci di considerarla "solo
un'anatra" (minimizzando il significato della sua esistenza): dovremmo
invece arrenderci all'evidenza che è un soggetto pensante, che ama e
agisce sulla base di sentimenti. Ma in questo modo si affievolisce il
sicuro confine che, nelle nostre menti, tiene ben separato l'importante
essere umano dal resto del mondo vivente. Un confine che, purtroppo, come umanità non
siamo ancora in grado di mettere sufficientemente in discussione.