sabato 18 gennaio 2020

L'inverno a colori

Era da tempo che volevo dedicare un post ai colori dell'inverno (dopo averlo già fatto per la variopinta estate e per la tavolozza dell'autunno)... e oggi vi presento la mia "sintesi cromatica" dedicata a questa stagione così fondamentale, quella del buio, del freddo e del riposo vegetativo... una stagione che purtroppo ci affascina sempre meno e anzi spesso va a cozzare con le nostre esigenze antropiche di continuo lavoro, efficienza e temperature costanti. Invece l'inverno è il fermarsi per antonomasia, una stasi che sa quasi di morte; è freddo e umidità, da cui ripararsi certo ma anche in grado di purificarci; è ombre e buio precoce... che nei giorni più spettacolari vanno ad affrontare "in un prodigioso duello" la luce di un sole vicino, sfavillante, potente, colorando il cielo delle sfumature più commoventi. 


L'inverno di casa mia, me ne sono resa conto, è anche un laboratorio a cielo aperto di passaggi di stato: l'acqua si trasforma continuamente, da sfuggente nebbia a brillante ghiaccio, da gelida rugiada a soffice neve. Il fatto che sempre più spesso brina, neve e ghiaccio siano rari, lasciando invece il posto a una costante nebbiolina e persistente umidità, non fa altro che confermare il cambiamento climatico che appiattisce la stagione fredda ad un lungo autunno costante. Le foto di nevicate che qui vi propongo, sono tutte "eccezioni"... solo per poche giornate, tavolta solo per poche ore all'anno (e non tutti gli anni), la neve imbianca ancora la pianura ferrarese, svelandone aspetti suggestivi e nascosti. Ormai è molto più comune vivere giornate nebbiose, o nuvolose, senza eccessivi freddi nè eclatanti manifestazioni climatiche pienamente "invernali". Forse un'altra tendenza che rende l'inverno sempre meno suggestivo e degno di essere apprezzato nella sua singolarità.



L'inverno non implica comunque solo riposo e morte apparente, perchè anzi in natura troviamo delicate ed eleganti fioriture invernali: il chimonantus (o falso calicanto), le roselline e i bulbi, le cui foglie fanno capolino dalla terra e ben presto fioriscono... per non parlare delle gemme pronte a sbocciare già dalle ultime settimane di febbraio. Non per niente, il vero spirito dell'inverno risiede nella gemmazione.


Guardando queste foto e pensando ai momenti in cui ho potuto scattarle, mi rendo conto che se si apprezza così poco l'inverno, oltre che per il suo animo antitetico ai ritmi di perenne produttività che ci imponiamo noi esseri umani, è anche perchè abbiamo (o troviamo) poche occasioni per viverlo nella sua essenza autentica. Io stessa ho fatto un certo sforzo, soprattutto in quelle giornate fredde, nebbiose ed umide, a trovare la voglia e la motivazione per uscire dal confortevole calore casalingo ed immergermi in paesaggi monotoni, bigi e d'un freddo umido che ti entra nelle ossa. Diverso è il caso delle bellissime giornate di sole o di neve, nelle quali l'aria gelida e limpida non fa che aumentare lo splendore della natura, illuminata dai raggi solari o dal riverbero del manto nevoso. In ambo i casi, se ci aggiungiamo poi i ritmi frenetici di vita che non mutano certo per allinearsi al respiro lento della stagione invernale, il quadro è completo: tanti di noi escono di casa al mattino e rientrano alla sera, sempre con il buio. Quando mai pensare a godersi la natura invernale?


Chissà i nostri nonni cos'avrebbero potuto raccontare dell'inverno? Probabilmente più freddi e incisivi nel loro manifestarsi, certamente meno confortevoli rispetto a quelli che ormai siamo abituati a vivere noi (nel bene e nel male), ma forse in un qualche modo per questo più meritevoli di attenzione e rispetto. L'inverno, con i suoi colori spesso intonati tra bianchi, grigi e neri, ci regala però anche tocchi di inaspettata vivacità: basta una bella giornata di sole, un grappolo di bacche su un cespuglio, un cielo azzurro limpidissimo, un tramonto che infuoca il buio all'orizzonte. E l'aria fredda e limpida di questa stagione ci invita al rallentare, al meditare, al prepararci alla ripresa solo dopo aver tirato davvero il fiato. L'inverno, con il suo messaggio controcorrente, è forse tanto più necessario quanto più sta "scomparendo"... sotto i nostri ritmi frenetici, sotto il cambiamento climatico. Chissà tra qualche decennio se queste foto saranno ancora attuali, o se saranno già un antico ricordo di una stagione "in via d'estinzione". Per ora, teniamocelo ben stretto!

giovedì 9 gennaio 2020

Il "Crazy Cat Cafè" a Milano, una bella esperienza!

Durante le feste natalizie ho fatto una "toccata e fuga" a Milano, città bellissima ma affollatissima, che si fa senz'altro ricordare non solo per le sue più celebri attrazioni turistiche, ma anche per le sue mille opportunità in più, rispetto a tante altre città italiane. Oggi infatti vi voglio raccontare del "Crazy Cat Cafè", il primo "bar dei gatti" della Lombardia! L'idea arriva dal Giappone, dove i locali che abbinano consumazioni al bar alla compagnia dei gatti sono già diffusi da tanti anni... però c'è modo e modo di importare e sviluppare lo stesso concetto, e devo dire che i gestori del "Crazy Cat Cafè" a mio parere hanno fatto centro al 100%!

Mina, la micia-diva sempre in vena di farsi fotografare, sulla sua poltrona!

Come vi dicevo, l'idea è nota: un bar (dove è possibile gustare dolci, caffè, cioccolata calda, ma anche pranzi veloci, brunch e aperitivi, negli orari giusti), nel quale la sosta ristoratrice viene allietata dalla presenza felpata ed elegante di ben nove gatti.
Primo punto azzeccato: i nove felini del "Crazy Cat Cafè" sono tutti rigorosamente trovatelli, adottati da alcune associazioni di volontariato che si occupano di gatti abbandonati e in cerca di famiglia. Tant'è che abbiamo ad esempio Joey, panterino tripode (ha perso la zampa in una tagliola), oppure Freddie, che ha perso un occhio per un'infezione.
Ma la cosa più bella è vederli in azione nel locale: sono tutti nove micioni che scoppiano di salute, dal manto folto e lucente, in grande forma e con un temperamento perfetto per essere le star incontrastate del bar... socievoli e disponibili al contatto umano quel tanto che basta per sentirsi pienamente a loro agio in un locale che si riempie ogni giorno di sconosciuti, ma senza risultare ovviamente troppo invadenti (quale gatto lo sarebbe?). 

Ecco Joey, panterino (o panterone!) tripode
E lui è Jimmy, sembra un certosino in realtà è un europeo trovatello come tutti gli altri!

Nessuno di loro mendica apertamente cibo dai clienti, nè coccole... eppure passeggiano tranquilli tra le sedie e gli avventori, non disdegnano una grattatina sulla schiena, si acciambellano nei posti a loro dedicati, scorrazzano e giocano tra loro (o con i gestori del bar, con cui hanno evidente affiatamento), esplorano il locale grazie a un arredamento estremamente curato e "cat-friendly": cucce, graffiatoi, poltroncine, ceste, ma anche scalette ovunque e mensole appositamente fissate perchè i felini possano usare l'intero locale come fosse una "giungla". E ovviamente, non c'è miglior gioco di questo! E siamo a due punti azzeccati!


Freddie ci osserva dall'alto della sua mensola...
...e non perde occasione per giocare con l'arredamento!

Arrivo subito al terzo punto pienamente conquistato: anche se i gatti hanno pieno accesso al locale dal pavimento al soffitto (ma non alla cucina, dove vengono preparati gli ordini), l'igiene è costante e garantita. Il bar è davvero pulitissimo, merito anche della continua attenzione dei gestori e dei camerieri, e i gatti - avendo tantissime zone a loro consentite - non sentono certo l'esigenza di saltare sui tavoli mentre i clienti bevono la loro cioccolata calda. Al limite, si siedono sulla sedia accanto a voi, come perfetti gentil-gatti!

Ecco Elton che si siede composto ad uno dei tavoli!
 

Infine, ultimo punto completamente a favore del "Crazy Cat Cafè" è il loro "regolamento", che viene lasciato sul tavolo insieme al menù: si tratta di regole di buon senso che ogni vero amante dei gatti conosce bene. Il tutto per assicurare completa sicurezza e benessere ai gatti, che sono sì i padroni incontrastati di questo bellissimo locale, ma vanno anche tutelati da rumori molesti, folle eccessive (infatti nel locale si entra "di numero", o si aspetta che si liberino posti), approcci troppo insistenti che non rispettino la natura del gatto, predatore crepuscolare e grande dormitore per il resto del giorno. Noi ci siamo fermati in questo bar verso le 18.00 di sera e abbiamo trovato i mici tutti piuttosto svegli e vispi, mentre sorseggiavamo la nostra cioccolata calda (in una tazza a forma di gatto!) e un succo di frutta. Probabilmente anche l'orario era propizio per vedere i gatti in attività!

Freddie e Jimmy
Bowie ben acciambellato, osserva sognante le luci di Natale
Credo comunque che nessun vero amante (e conoscitore) dei gatti possa trovare una sola pecca nell'impostazione, nella gestione e nel servizio offerto da questo locale. In internet si leggono alcune recensioni negative o deluse dall'esperienza, ma onestamente mi fanno sorridere quando le aspettative sono di avere gatti a disposizione a tutte le ore del giorno, sempre coccoloni, attivi e disponibili al gioco. Nessun gatto adulto lo è! Del resto è pure legittimo che un locale "innovativo" come questo attiri clienti gattofili così come semplici simpatizzanti, curiosi di vedere com'è un bar dei gatti, ma non necessariamente in grado di apprezzare la vera natura felina.
In conclusione faccio sinceri e profusi complimenti ai gestori del Crazy Cat Cafè, perchè non solo ci hanno fatto trascorrere tre quarti d'ora di vero relax e ristoro, ma anche perchè sono la dimostrazione di come mettere passione, competenza e vero amore nel proprio lavoro faccia la differenza! Se passate a Milano, non perdete occasione di fare un salto in questo locale!

mercoledì 1 gennaio 2020

La frase del giorno: Neil Gaiman

Spero che in questo nuovo anno voi facciate errori. Perché se state facendo errori, allora state facendo cose nuove, provando cose nuove, imparando, vivendo, spingendo voi stessi, cambiando voi stessi, cambiando il mondo. State facendo cose che non avete mai fatto prima e, ancora più importante, state facendo qualcosa. Questo è il mio augurio per voi e per tutti noi e il mio augurio per me stesso. Fate nuovi errori. Fate gloriosi, stupefacenti errori. Fate errori che nessuno ha fatto prima. Non congelatevi, non fermatevi, non preoccupatevi che non sia “abbastanza buono” o che non sia perfetto, qualunque cosa sia: arte o amore o lavoro o famiglia o vita. 
Qualunque cosa abbiate paura di fare, fatela. 
Fate i vostri errori, il prossimo anno e per sempre. 

Neil Gaiman

BUON 2020, A TUTTI VOI!