La felicità nel matrimonio non è qualcosa che
semplicemente accade, un buon matrimonio deve essere creato. In un matrimonio le piccole cose sono le più
grandi… e non si è mai troppo vecchi per tenersi mano nella mano. È ricordarsi di dire “ti amo” almeno una volta al
giorno. Non è mai andare a dormire arrabbiati. È mai darsi per scontati l’un l’altra; perché le
attenzioni non finiscano con la luna di miele, ma continuino giorno dopo giorno, negli anni. È avere in comune valori e obiettivi. È stare in piedi insieme di fronte al mondo. È formare un cerchio d’amore che accoglie in tutta
la famiglia. È fare le cose l’uno per l’altro, non per dovere o
sacrificio, ma con spirito di gioia autentica. È apprezzare con le parole, dire grazie con modi
premurosi. Non è alla ricerca della perfezione nell’altro.
È coltivare la flessibilità, la pazienza, la
comprensione e l’ironia. È avere la capacità di perdonare e dimenticare e
creare un ambiente in cui ciascuno può crescere. È trovare spazio per le cose dello spirito e della
ricerca comune del bene e del bello. È stabilire un rapporto dove l’indipendenza, la
dipendenza e l’obbligo sono alla pari.
Non è solo sposare la persona giusta, è essere la
persona giusta.
È scoprire ciò che il matrimonio può essere, nel
meglio.
"L'arte del matrimonio" di Wilferd A. Peterson
Ebbene sì, oggi è stato il nostro giorno speciale, pieno di tante emozioni e grande gioia!
Esiste qualcosa di più bello dei covoni e dei girasoli d'estate? A mio parere, niente... e mi entusiasmo ancora come una bambina, non appena li avvisto per le strade che costeggiano i campi nei dintorni di casa mia. Così ecco a voi qualche scatto di covoni e girasoli, in giornate piene di luce e di aria, mentre il canto delle cicale risuona ovunque...
L'afa che ci ha presi di mira per diverse giornate nelle scorse settimane, in questo momento ha allentato la presa e questo metà luglio sta regalandoci alcuni giorni di sole e aria fresca, piacevolissimi davvero... il momento giusto per concludere il trasloco e iniziare ad abitare nella nuova casa, finalmente pronta!
Andare in bici per queste strade è una vera fortuna, passano poche auto e si possono fare scoperte interessanti, come alcuni "incontri sonori"... ad esempio in questo canale il concerto delle cicale ha duettato con un assolo forte e potente, quasi un muggito appunto, di una rana toro. Ho provato ad avvicinarmi per individuarla tra le canne, ma non ci sono riuscita... mi resta il ricordo del sole sulla pelle, la limpidezza della giornata e questo suono così inconfondibile del grosso anfibio. Voi l'avete mai udito?
In mezzo a queste canne si nasconde una rana toro...
Ma l'estate è anche tempo di frutti... ecco le nostre more, che finalmente hanno attecchito nel giardino di mia mamma, mentre stanno maturando al sole! Vere e proprie gemme dal gusto pieno, dolce e aspro allo stesso tempo, sono un dono prezioso... negli ultimi anni purtroppo i rovi spontanei che costeggiavano una vecchia strada di campagna sono stati potati a dismisura, forse perchè troppo invasivi e disturbavano il passaggio dei motori agricoli. E così non sapevamo più dove trovare le more per la nostra marmellata! Ci siamo organizzate per averle ugualmente, anche se la soddisfazione di raccoglierle in quella stradina mi mancherà...
Da così...
... a così!
L'estate, stagione di caldo e di calma, di frutti e di riposo, dovrebbe essere il tempo ideale per assaporare un po' di lentezza e di contatto con la natura... anche per riflettere sulle cose importanti della vita e per rassicurarci di fronte alle tante notizie di attualità che stanno sconvolgendo il nostro mondo.
Le storie di Giuseppe Festa entrano nel cuore e lì restano: racconti di animali e di uomini, di natura e di una società umana che da un lato difende e protegge, dall'altro specula, profana e distrugge, ma anche racconti di vita e di speranza, di bellezza e di libertà, di storture e di crudeltà, di coraggio e di responsabilità. "Il passaggio dell'orso" non è il primo romanzo che leggo di quest'autore, ma è quello da cui voglio iniziare per presentarvi le sue opere, che sono sì storie immaginarie, ma costruite sulla base di esperienze di vita vissuta dall'autore nei parchi naturali italiani, a contatto con gli animali che lì vivono (o sopravvivono). E così ci troviamo a leggere una storia talmente verosimile da sembrare cronaca, mentre le emozioni del lettore si fanno sempre più forti, grazie all'ottimo talento narrativo di Festa. Il Parco Nazionale d'Abruzzo è la cornice meravigliosa, al contempo accogliente e selvaggia, dove si svolgono le vicende del guardiaparco Sandro e dei volontari Viola e Kevin, due diversissimi adolescenti che vengono mandati a trascorrere la loro estate al Parco, dove impareranno ad apprezzare la forza e la fragilità della natura, in questo caso magistralmente rappresentata delle vicissitudini degli orsi bruni marsicani.
E infatti tra i protagonisti del libro troviamo Orso, orso confidente che si avvicina troppo alle case degli uomini, e tutti gli ultimi orsi marsicani, che vivono proprio nel Parco d'Abruzzo: poco più di una quarantina di animali, la cui sopravvivenza purtroppo dipende in massima parte dalle decisioni umane, nel bene e nel male. Ne "Il passaggio dell'orso" Festa intreccia abilmente la narrazione delle vicende degli orsi con temi di tutela ambientale e fatti d'ordinario squallore umano, quando politica, denaro e profitto valgono più della vita. Ma abbiamo anche motivi di speranza: la volontà e la passione dei guardiaparco, la meraviglia e la curiosità delle persone che si avvicinano al volontariato nel Parco e così scoprono una natura da conoscere, amare e custodire. Ecco un documentario in compagnia dello stesso Giuseppe Festa, che oltre a scrivere libri si occupa anche di divulgazione naturalistica e ambientalista, sul Parco Nazionale d'Abruzzo, gli orsi e i guardiaparco che hanno ispirato la storia del romanzo:
Leggendo "Il passaggio dell'orso" scoprirete moltissime cose sugli orsi (in particolare i marsicani), ma anche su uno dei nostri più suggestivi parchi nazionali, mentre la storia vi commuoverà e vi emozionerà, talvolta restando ammutoliti di fronte alla bellezza della natura, talvolta rimpiangendo di non poter fare di più, in prima persona, per proteggerla con le vostre stesse mani. I libri di Giuseppe Festa, di cui "Il passaggio dell'orso" è quello d'esordio, sono così: storie di vita umana e non umana, ma anche inni al valore impagabile della nostra natura italiana. E quando leggerete, nelle pagine finali del romanzo, del passaggio dell'orso... vi sembrerà di essere davvero lì, ad ammirare con gli occhi lucidi il passo maestoso di quell'animale pacifico e potente, meraviglioso ma così in pericolo, che chiede solo di essere rispettato. Una lettura preziosa.
"All’epoca delle scuole elementari (così si chiamavano, vent’anni fa), amavo moltissimo passare i miei pomeriggi liberi nel mio giardino, nella campagna ferrarese. Piccola naturalista in erba, osservavo con curiosità e passione le piante, gli insetti sfuggenti e multicolori, gli uccelli cinguettanti e le mutevoli nuvole, senza rendermi conto del valore di ciò che mi circondava e senza minimamente sospettare che, un giorno non troppo lontano, le cose sarebbero potute cambiare (stavano già cambiando). Oggi, rispetto ad allora, nel mio giardino sono calati drasticamente gli avvistamenti di rondini, farfalle, api, pipistrelli e piante spontanee che un tempo costituivano i miei quotidiani interessi infantili. Chiaramente, a quell’epoca non sapevo neppure che piante, insetti, mammiferi e uccelli, insieme a tutte le altre forme viventi che popolano il nostro pianeta, danno luogo a un meraviglioso quadro naturale che gli scienziati hanno chiamato “biodiversità”.
Incontrai il termine pochi anni più tardi, sul finire delle scuole medie, quando una grossa rana del deserto (Notaden nichollsi) campeggiava sulla copertina del National Geographic, il cui titolo era appunto: “Biodiversità. La vita in gioco” (National Geographic Italia, 1999). Lessi gli articoli con attenzione ma, lo ricordo bene, allora non compresi del tutto né cosa ci fosse di tanto speciale in quella parola che descriveva l’insieme di tutte le specie viventi sul pianeta, né il motivo per cui la loro sopravvivenza fosse così a rischio. E soprattutto, non riuscii ad afferrare perché la cosa dovesse essere importante per me, essere umano tredicenne del pianeta Terra.
Se oggi mi chiedessero di spiegare cos’ha di speciale la biodiversità e perché è fondamentale per la nostra vita, sarei molto più preparata: in questa tesi ho, anzitutto, cercato di condensare le mie conoscenze in proposito. Oggi sono anche molto più preoccupata, perché quella minaccia alla sopravvivenza delle specie viventi, che allora non avevo compreso leggendo il National Geographic, adesso mi è tragicamente chiara: siamo noi, umanità del Terzo Millennio, che con questo nostro vivere, consumistico e sconsiderato, stiamo condannando all’estinzione una vasta porzione di biodiversità. E siamo altrettanto noi i responsabili della situazione di grave crisi ecologica globale, che oggi si palesa in rapporti scientifici sempre più allarmistici e drammatici, mentre i dati e le esperienze ci mostrano un clima impazzito, un inquinamento sempre più pervasivo e incontrollabile, un ambiente sempre meno ospitale per le diverse forme di vita, un ecosistema planetario talmente alterato i cui effetti si ripercuotono anche sul nostro benessere e la nostra sopravvivenza.
Eppure, per quanto la situazione sia critica, complessa ed estesa, in quanto responsabili siamo anche gli unici che possono agire in senso contrario, nel tentativo di apportare i sufficienti e significativi cambiamenti al nostro stile di vita, affinché la crisi ambientale (di cui la perdita di biodiversità è solo una parte) quantomeno rallenti, nella doverosa speranza che possa anche affievolirsi, fino alla restituzione alle nuove generazioni di un pianeta Terra ospitale, fertile, ricco di specie viventi e di possibilità anche per la vita umana".
Questo è l'incipit della mia tesi "Insegnare la biodiversità. Un'educazione interdisciplinare per l'emergenza ecologica", con cui ho preso la seconda laurea (in Scienze della Formazione Primaria), sulla biodiversità e l'importanza di una corretta educazione ambientale nella scuola primaria. Scrivere questa tesi è stato per me uno dei piaceri dell'ultimo anno, ci ho messo interesse e passione, ma anche scrupolo e rigore scientifico: sono stata davvero contenta che sia stata così apprezzata anche dalla commissione! E da settembre prossimo, sperando di lavorare già come supplente nelle scuole, mi impegnerò a fondo perchè la crisi ecologica, l'importanza della tutela ambientale ma soprattutto il senso di appartenenza e di meraviglia verso l'intera biosfera, possano diventare temi d'interesse e passioni anche dei bambini che conoscerò e con cui andrò a lavorare. Il primo passo è fatto, cari amici... e intanto prosegue quest'estate di grandi traguardi!