venerdì 21 dicembre 2018

"Il pastore d'Islanda" di Gunnar Gunnarsson

Un racconto semplice, essenziale, dal sapore di storia autentica o quanto meno molto credibile: Il pastore d'Islanda è una lettura tipicamente invernale e natalizia, dello scrittore islandese Gunnar Gunnarsson, di cui tanto avevo sentito parlare e che quest'anno finalmente sono riuscita a leggere. 
Atmosfere rigidamente invernali, come la stagione che proprio oggi comincia, montagne ghiacciate e aspre tormente di neve sono lo scenario in cui si svolge la particolare missione di cui si fa carico il pastore Benedikt: rintracciare sui monti islandesi le pecore disperse, sfuggite ai raduni autunnali, prima che l'inverno nordico le uccida. Come ogni anno allora, Benedikt si mette in cammino nella prima domenica d'Avvento, convinto di farcela a riportarle a casa, sane e salve, entro Natale. 
L'unica compagnia del pastore è data dal fedele cane Leò e dal montone Roccia: insieme i tre si avviano nella neve, nelle lande solitarie, gelide e inospitali, alla ricerca di pecore da riportare a casa, creature considerate sacrificabili anche dai loro stessi pastori, che non sarebbero mai tornati a cercarle. Ma per Benedikt è invece una missione: non meritavano forse anche loro l'opportunità di salvarsi? Forse valevano meno delle loro compagne che erano state regolarmente radunate in autunno? E inizia il cammino, lo stesso che Benedikt ripete ogni anno da 27 anni... anche se quell'anno, lo sente, sarà particolarmente difficile: lui è vecchio, la stagione avversa, gli imprevisti dietro l'angolo. Eppure ha bisogno di quella solitudine umana e insieme di quella compagnia e solidarietà animale, con Leò e Roccia, così come ha bisogno di dare un senso, con quella missione di recupero, alle settimane che preparano al Natale.


Come va a finire la storia non ve lo rivelo, vi invito piuttosto a tuffarvi in queste pagine piene d'inverno, di solitudine ma anche di fede incrollabile nel fare del proprio meglio, con i propri mezzi. Ormai famoso racconto natalizio, spesso interpretato in chiave prettamente religiosa, devo dire che in realtà a me è parsa una lettura più che altro invernale e di grande bellezza descrittiva, così come è meravigliosa l'empatia uomo-animale che emerge dal rapporto tra Benedikt, Leò e Roccia: "Da anni i tre erano inseparabili quando c'era da fare quella gita, e ormai si conoscevano a fondo, con quella dimestichezza che forse è possibile solo tra specie animali molto diverse, e che nessuna ombra del proprio io o del proprio sangue, nessun desiderio o passione personale può confondere o oscurare".
Vi consiglio davvero di leggere questo breve racconto, apprezzabile durante le prossime festività ma indipendentemente dal vostro credo, perchè pur essendoci riferimenti cristiani, più che una storia religiosa mi sembra convincente l'interpretazione del poeta Matthìas Johannessen: è la narrazione di come gli uomini possono porsi di fronte alla vita, "essere responsabili, cercare la verità e il nocciolo dell'esistenza, tentare di capire il posto che ci spetta".
E con questo, che mi sembra un buon proposito sia per Natale che per ogni giorno e ogni stagione della vita, auguro a voi miei lettori di trascorrere serene festività natalizie! Auguri di vero cuore a tutti voi e ai vostri cari, compresi naturalmente i vostri animali!

4 commenti:

  1. Lo leggerò di sicuro, grazie per il suggerimento!
    Un caro saluto

    RispondiElimina
  2. Metterò questo racconto nella lista dei libri da leggere! Buon Natale!! Alessandra

    RispondiElimina
  3. Cara Silvia,
    Buon Natale e grazie per il consiglio letterario, che seguirò non appena possibile. Leggendo quel che scrivi, mi sono venute in mente le parole di una mia professoressa all’università : « è proprio questo il bello dell’arte: non c’è un'interpretazione “giusta” e una “sbagliata”, ma ognuno interpreta un libro, un film, un quadro in maniera differente secondo la propria sensibilità, le proprie esperienze e conoscenze e anche secondo i propri desideri e le proprie aspettative».
    In questo momento sto leggendo Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey (da cui è stato tratto anche un film), che parla di amicizia, di condivisione e del piacere di leggere e scrivere : «"Questo è quello che mi piace della lettura. Un infimo dettaglio cattura la tua attenzione e ti porta verso un altro libro, in cui troverai un piccolo passaggio che ti spinge a un terzo libro. Funziona geometricamente, all'infinito, ed è puro piacere. »
    Quest’anno per Natale sono restato in Francia e la mia famiglia è qui. In questi giorni di vacanza, mi sto godendo la campagna con i miei cari, i miei amici, i vicini e le mie micie. Il tempo è bellissimo e freddo, il cielo è limpido e i prati e i boschi coperti di brina. Così tra passeggiate nei boschi accompagnati dai cani dei vicini, serate di fronte alla stufa a legna con le mie gattine acciambellate sulle ginocchia dei presenti, preparazioni di dolci natalizi e letture pomeridiane sul divano, i giorni scorrono veloci e sereni.
    Un caro saluto a te alla tua famiglia e naturalmente anche a Paciocca!

    RispondiElimina
  4. @ Carmen e Alessandra: cari saluti a voi, sono certa che vi piacerà questa lettura! Fatemi sapere, un domani che l’avrete letta!

    @ Filippo: caro Filippo, che bel commento – come sempre, ormai sono ripetitiva! – e grazie per averci descritto il tuo Natale in Francia… non sai che bello immaginarmi la Borgogna invernale, con un cielo limpido e la campagna coperta dalla brina, la natura invernale nella sua forma migliore… ne ho una nostalgia immensa, dal momento che invece, qui nella pianura ferrarese, stiamo avendo giornate ininterrotte di sola e monotona nebbia. Grigio ovunque, non aiuta neppure il mio umore… la tua descrizione di feste natalizie, da trascorrere in famiglia con serenità, mi rallegra e, con l’immaginazione, ne prendo parte un po’ anche io. Ti mando un abbraccio e una coccola speciale per Maud e Dinah!

    RispondiElimina