lunedì 30 luglio 2018

"L'evoluzione di Calpurnia" di Jacqueline Kelly

È la caldissima estate del 1899, nel Texas. I sette figli della famiglia Tate, che ha fatto la sua fortuna grazie ai campi di cotone e agli alberi di noci pecan, sopravvivono come possono alle torride temperature e alle giornate insopportabilmente afose, dividendosi tra giochi infantili e incombenze più o meno imposte dai genitori. Siamo nell'epoca in cui Darwin e le sue scoperte venivano ancora considerate teorie azzardate, solo i ragazzi avevano accesso agli studi più "scientifici" (se così si poteva dire), mentre le ragazze, per non dire le bambine, venivano precocemente ed esclusivamente addestrate a diventare delle buone mogli: nastri nei capelli, lezioni di piano, di cucina e di cucito. Calpurnia Virginia Tate, unica figlia undicenne della famiglia, è nell'età di passaggio tra l'infanzia e l'adolescenza, un'età critica come critico è l'anno che si ritrova a vivere, a cavallo tra due secoli e due mondi completamente inconciliabili: il lento e rigido diciannovesimo secolo contro il rivoluzionario ventesimo. Il cambiamento è già nell'aria, ma solo poche persone dotate di una certa sensibilità sembrano accorgersene, come il nonno Tate, il patriarca della famiglia che - dopo una vita di lavoro - si è ritirato dalla vita sociale e preferisce dedicarsi allo studio della natura, tra escursioni sul campo, letture nella propria biblioteca e bizzarri esperimenti nel suo "laboratorio". Per Calpurnia il futuro è già scritto: buone maniere, governo della casa e un debutto in società non appena avrà l'età giusta, per sposarsi e avere una famiglia sua. Ma in quell'estate del 1899 è ancora abbastanza bambina da avere la libertà di seguire le proprie inclinazioni, la propria insaziabile curiosità e un'intelligenza da ricercatrice.



Allora Calpurnia si entusiasma alla caccia notturna delle lucciole, all'osservazione delle cavallette, all'allevamento di bruchi di farfalle, ai bagni clandestini nei fiumi della campagna texana... e si avvicina al nonno, quel vecchio in apparenza tanto burbero e strampalato di cui tutti i nipoti hanno un po' di paura, ma che sarà l'unico a spalancarle gli occhi sulla bellezza del mondo che la circonda. Calpurnia è una ragazzina intraprendente, ironica, dall'intelligenza brillante e dall'animo gentile, che non riesce a rassegnarsi alla vita che è già stata pianificata per lei. Cosa c'è di così sbagliato e innaturale, per una donna, nell'appassionarsi alla scienza? Perchè gli scienziati sono tutti uomini? Perchè tutte le altre ragazzine sembrano essere felici di imparare a lavorare a ferri e all'uncinetto, mentre lei è così imbranata e annoiata? Sta sbagliando lei a desiderare tutt'altro per la sua vita, e perchè i suoi genitori sembrano non accettarla così com'è? Perchè, invece, solo il nonno la capisce e la apprezza le sue intuizioni nelle loro escursioni in natura?
È proprio nel corso di queste escursioni che Calpurnia e il nonno osservano una pianta selvatica dalle caratteristiche apparentemente peculiari e mai classificate prima. Il nonno allora coinvolge Calpurnia nell'entusiasmante tentativo di farla classificare come nuova specie dalla comunità scientifica, una vera e propria impresa per una giovanissima e un più anziano naturalista!
La risposta in merito alla pianta arriva giusto giusto al finire del secolo, lasciando a Calpurnia la soddisfazione e al contempo il tormento per una passione a cui non sa se potrà dedicare la propria vita. Ma il 1 gennaio 1900 si apre con una rarissima nevicata sulla campagna texana: forse tutto è possibile, anche per una donna diventare una scienziata, nonostante la contrarietà della famiglia e tutta una società ancora profondamente maschilista.
"L'evoluzione di Calpurnia" è un romanzo splendido, che si divora con gusto e piacere, pieno di ironia ma anche di temi forti che hanno riguardato la nostra società ed educazione di non molto tempo fa, e forse ci riguardano ancora. Ve lo consiglio spassionatamente, una lettura ricca di amore per la natura ma anche un'ode all'anticonformismo e al realizzare le proprie passioni, perchè solo seguire le nostre inclinazioni ci rende autenticamente noi stessi, nonostante tutto il mondo ci osservi come fossimo bestie rare. E, dopo aver letto questo straordinario romanzo, mi sento un po' meno sola ad appassionarmi ancora e sempre a bruchi, insetti e altre varie amenità entomologiche, sentendomi invece un pesce fuor d'acqua tra aperitivi, social, selfie e smalti semipermanenti. 
Calpurnia, sei tutti noi! O per lo meno, sei proprio come me.

2 commenti:

  1. Un libro che mi piacerebbe leggere. Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Robby, te lo consiglio in maniera spassionata, è un libro veramente bellissimo!

      Elimina