sabato 14 aprile 2012

"Liberazione animale" di Peter Singer

Questo è un post che ho meditato, pensato, fortemente voluto fin dall'apertura di questo blog. Per questo mi auguro di riuscire a suscitare in voi qualcosa: curiosità, inquietudine, voglia di sapere che vi spingano a leggere il libro di cui vi sto per parlare.
Soprattutto se, come me, non siete vegetariani.
Il libro in questione viene considerato uno dei più lucidi manifesti del pensiero animalista e della scelta vegetariana: "Liberazione animale" del filosofo australiano Peter Singer. Dico subito che, invece, io penso che questo sia un testo fondamentale non tanto per i vegetariani e gli animalisti: oggi, a loro dirà davvero poco di nuovo. Men che meno si rivolge ai filosofi colleghi di Singer. Questo, piuttosto, è un libro che si rivolge a tutti gli altri: alla gente che, fosse anche solo per pigrizia, non riflette e non si pone domande sulla realtà in cui vive. E, quindi, non è neppure davvero libera di scegliere. Singer dice il vero, quando sostiene che "liberazione animale è anche liberazione umana".


"Liberazione animale" è un testo facilissimo da leggere e molto più difficile da digerire. Facilissimo da leggere perchè il suo stile e la sua impostazione non hanno nulla di accademico, ostico, noioso, anzi le pagine scorrono veloci, quasi piacevoli. Eppure è un libro duro, difficilissimo da digerire perchè mette a nudo agghiaccianti realtà. La realtà "nuda e cruda" nel senso letterale: quella che si trova nei laboratori di ricerca e nei macelli industriali, e da lì arriva direttamente nelle nostre case e cucine. Conigli su cui vengono testati prodotti ustionanti, topi esposti a scariche elettriche, scimmie sottoposte a vessazioni psicologiche: gli animali in laboratorio vengono considerati come fossero materiali da laboratorio, alla stregua di ampolle, vetrini, microscopi. Tutti ugualmente “strumenti di ricerca” e il peggio è che “tra le decine di milioni di esperimenti eseguiti, pochi soltanto possono forse venir considerati in grado di contribuire ad importanti ricerche di carattere medico” (P. Singer, Liberazione Animale, p. 53).

Foto da web

La situazione non migliora nella "fattoria industriale" dove i polli, (prendiamoli ad esempio ma teniamo presente che simili o peggiori sofferenze sono inferte anche agli altri animali destinati al consumo alimentare), sono rinchiusi in gabbie sovraffollate fin da pulcini, vivono in un ambiente malsano che provoca loro piaghe, malformazioni e propensione al cannibalismo. Lo stesso momento dell’uccisione non brilla per metodi che minimizzino il dolore e “gran parte della sofferenza inflitta nei mattatoi è una conseguenza del ritmo frenetico a cui deve lavorare la catena di uccisione. La concorrenza economica fa sì che i mattatoi si sforzino di uccidere più animali all’ora dei loro concorrenti” (P. Singer, Liberazione Animale, p. 163).

Riusciremmo a pensare a tante sofferenze su un pulcino? Foto da web

Per combattere quest'orrore, Singer propone la conversione (graduale e maturata in modo personale) del regime alimentare da onnivoro a vegetariano, nonché il cambiamento di determinate abitudini di consumo (acquistare solo prodotti cruelty-free, evitare pellicce, evitare articoli in pelle o cuoio, ecc.). Il vegetarianismo singeriano è boicottaggio economico e culturale di un sistema, votato alla legge del puro profitto, che è cieco e sordo alla sofferenza animale, e considera gli esseri viventi non umani come semplici mezzi per i nostri fini. “La domanda che dobbiamo porci non è: E’ giusto mangiare carne?, ma: E’ giusto mangiare questa carne?” (P. Singer, Liberazione Animale, p. 171). A monte della scelta vegetariana sta anche un’accurata indagine scientifica, economica e sociale, che oltrepassa il discorso prettamente animalista. Singer considera quanto le abitudini alimentari delle società industrializzate incidano sulle condizioni dei popoli del Terzo mondo; considera anche i cambiamenti climatici e l’inquinamento dovuti alle attività umane, compresa l’industria alimentare.

Un altro libro di Singer sul tema
Nel 1975 Singer scrive, esponendo un’argomentazione divenuta oggi estremamente diffusa: "Supponiamo di avere un acro di terreno fertile. Possiamo usare questo terreno per coltivare (…) piselli o fagioli. Così facendo, ne ricaveremo dai 135 ai 225 chili di proteine. Oppure possiamo usare il nostro acro per produrre un raccolto con cui alimentare gli animali, e quindi uccidere e mangiare gli animali. In questo caso avremo alla fine tratto dallo stesso acro dai 18 ai 25 chili di proteine. (…) Le implicazioni di tutto ciò per la situazione alimentare del mondo sono impressionanti. Nel 1974 Lester Brown dell’Overseas Development Council calcolò che, se gli americani riducessero il loro consumo di carne del solo 10% per un anno, si disimpegnerebbero almeno 12 milioni di tonnellate di cereali per il consumo umano – vale a dire una quantità bastante ad alimentare 60 milioni di persone" (P. Singer, Liberazione Animale, pp. 176-177).

Mappa della fame nel mondo. Immagine da web. Cliccate sopra per ingrandire

Ma Singer parla anche dell'Italia: "Gli italiani non sprecano i combustibili fossili quanto gli americani, eppure un bambino nato in Italia contribuisce al consumo delle risorse e all’inquinamento del pianeta più di 15-24 bambini dei paesi meno sviluppati. Anche una dieta basata sul consumo di quantità elevate, per altro inutili e malsane, di prodotti animali ottenuti con metodi intensivi aumenta considerevolmente lo sfruttamento delle risorse e l’inquinamento, e altera il clima della terra. È, dunque, tempo di modificarla: per il bene degli animali, ma anche dei nostri simili" (P. Singer, Liberazione Animale, pp. 7-8).

Singer nel 2011, ospite dell'Unicef: "Filantropia e povertà globale"

Ci sono libri che, in modo erroneo, vengono catalogati come letture che possono interessare solo una fascia ristretta di persone: quella fascia già interessata a trarre la lezione più alta dal messaggio contenuto nel testo. Sembrerebbe un libro per eletti. Si fa una cattiva pubblicità a presentare il libro di Singer come “il manifesto del movimento animalista”, perché l’intento dell’autore è tutto fuorché quello di essere un manifesto per un solo gruppo di persone. Il libro di Singer è per tutti, davvero per tutti, perché siano informati e arrivino a scegliere in modo consapevole, dando ciascuno una propria risposta, maturata in modo personale. C'è bisogno di sapere, c'è bisogno di scegliere sapendo. 
Non sono vegetariana, ma a maggior ragione questo libro è servito a me, che di carne mi nutro ancora (sebbene con misura e non di tutta la carne): mi è servito per dar maggior peso e consapevolezza alle mie scelte, per ponderare meglio la frequenza del consumo di carne che faccio, per non dare mai più per scontato che il cibo che mangio non abbia importanza, per afferrare bene fin dove ricade la mia responsabilità. Questo non è davvero un libro "per vegetariani". Questo è un libro per tutti gli altri, me compresa.

18 commenti:

  1. Cara Silvia, grazie per questo post e specialmente per la sua chiusura: "Non sono vegetariana, ma a maggior ragione questo libro è servito a me, che di carne mi nutro ancora (sebbene con misura e non di tutta la carne): mi è servito per dar maggior peso e consapevolezza alle mie scelte, per ponderare meglio la frequenza del consumo di carne che faccio, per non dare mai più per scontato che il cibo che mangio non abbia importanza, per afferrare bene fin dove ricade la mia responsabilità."

    Da vegetariana (e ormai quasi vegana) trovo che tante, troppe volte non sia la sensibilità a mancare, quanto invece l'informazione e la riflessione. Consumare carne e altri prodotti di origine animale è una scelta personale, e va bene purché sia compiuta in modo maturo, ponderato e consapevole.

    Grazie infinite per le tue parole, quindi, grazie davvero. :)

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    1. Grazie a te per questo commento, grazie di cuore!
      Spero che questo post possa aiutare, anche se dal piccolo del mio blog, a diffondere una maggiore consapevolezza tra noi onnivori(e magari diffondere, conseguentemente, quanto meno una maggiore moderazione nel consumo di carne)... ne avremmo così bisogno tutti: umani, non umani e pianeta Terra.
      Questo argomento mi sta tremendamente a cuore, quindi ti ringrazio davvero per questo scambio di opinioni!

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    2. Mangiare carne può essere vista come una scelta personale solo se si pensa che la vita di colui che finisce nel piatto non abbia valore. Altrimenti, bisognerà anche dargliene conto, o no?
      Il diretto referente - ossia il pollo, maiale, coniglio ecc. - non viene minimamente preso in considerazione? Non lo si ascolta? Non gli si domanda cosa preferirebbe, ossia se vivere o venire ucciso per finire nel piatto?
      Spero che questo piccolo spostamento di prospettiva possa farvi capire che quando in ballo c'è la vita di un altro essere vivente non si può trattare unicamente di scelte personali, ma di riflessioni etiche. Poi se uno riesce a far convivere la propria coscienza con il fatto che per le proprie esigenze e scelte accetta che altri esseri senzienti muoiano per lui, allora è un altro discorso.
      Un saluto a tutti.

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  2. Ho appena scoperto il tuo blog, mi piace, ti seguo! D'altra parte tra gattare ci si capisce... :)
    Per quel che riguarda il discorso di questo post, io capisco che per molta gente la scelta sia di diventare vegetariani. Io fisicamente non posso e comunque non vorrei, mi troverei in difficoltà persino sul lavoro (lavoro in un agriturismo famoso per le grigliate... che faccio alla sera, salto il pasto? comunque la carne mi piace, non tutta, ma certa sì).
    So che per quel che riguarda l'America il discorso è giustissimo, purtroppo qui in Italia più che la produzione di carne, sulla scarsità di terreni coltivabili incide la costruzione selvaggia, basti pensare all'ultimo Ikea che vogliono costruire in provincia di Treviso, ce n'è proprio bisogno? E lì sono migliaia di metri quadrati di campi coltivabili che se ne vanno alla malora, altro che...
    Comunque a parte questo, bisogna essere coerenti nelle scelte, e fare la propria parte nel proprio piccolo secondo me. Io per esempio non mangio più uova del supermarket: questo perché ho le mie galline, però se non le avessi comunque non comprerei uova di polli di batteria, andrei in campagna, ci sono un sacco di contadini che vendono le uova anche a meno di quelle industriali. E sono tutte galline ruspanti. La carne stessa cosa, vado dal contadino, ma è una spesa ragionata, non che prendo tot carne e se poi non la consumo tutta la butto! Si prende quello che si sa che si mangerà, anche per i gatti.
    Quello che non condivido assolutamente è la scelta di alcune persone di essere vegane strette, rompere le scatole a chi vegano non è, e poi ammettere serenamente di comprare trucchi l'Oreal. Che come si sa ormai da anni, fa sperimentazione animale. A questo punto possono anche farsi una bella fiorentina al sangue direi, tanto... La coerenza ci dev'essere a 360° secondo me. Scusa il papiro!

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  3. Al mondo servirebbero più onnivori informati!
    Purtroppo tra vegetariani sta diventando come tra studiosi in un determinato campo: si scrivono libri e si producono discussioni solo per una ristretta cerchia. Nel caso dei non-vegetariani c'è anche una scarsa volontà ad informarsi perché i vegetariani "scrivono cose estremiste", ma secondo me la colpa non è tutta degli "attori in scena" se certi messaggi non passano!

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  4. Davvero interessante,sicuramente lo leggerò e lo consiglierò anche ai miei amici non veg!
    Poi ovviamente ognuno sceglie cosa mangiare...l'importante è essere consapevoli! Secondo me parecchia gente ignora completamente tutto quello che c'è dietro a ciò che porta tutti i giorni in tavola...
    La mia scelta di diventare vegetariana è nata anche dopo aver acquisito tante informazioni sull'argomento, grazie anche a libri come questo.
    Grazie del consiglio Silvia!
    Cmq passavo soprattutto per salutarti e augurarti un buon week end!!!! ^.^ Baci

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  5. Davvero interessante questo libro.Neppure io sono vegetariano,ma ammiro chi roesce a fare questa scelta e ci stò provando anche io (per ora ho eliminato la carne ma mangio ancora il pesce).Come dici tu quello che conta è essere informati e consapevoli,solo che secondo me alla maggior parte della gente non gliene frega niente.Purtroppo viviamo in un paese di persone ignoranti e menefreghiste.Non voglio offendere nessuno ma la mia esperienza mi ha portato a questa conclusione!

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  6. Hai sicuramente attirato la mia attenzione. Di sicuro lo leggerò in quanto quasi-vegetariana. Leggere per esempio quello che succede a dei poveri pulcini mi ha fatto accapponare la pelle, per esempio.
    P.S. Se vuoi passa dal mio blog, sono nuova e mi farebbe piacere avere qualcuno che mi legge.

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  7. Grazie per questo post davvero interessante...
    Con il tempo ho capito che è fondamentale essere coscienti delle nostre scelte anche alimentari, perché queste non condizionano soltanto noi stessi...
    Nemmeno io sono vegetariana, ma come te, da tempo ho ridotto di molto il consumo di carne.
    Colgo il tuo suggerimento e mi riprometto di cercare il libro in questione, sicuramente sarà uno stimolo per fare qualcosa in più.
    A presto

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  8. Mi sembra un libro interessante, e ne hai parlato nei termini corretti, anche per me, che come te, mi nutro in parte ancora di carne ... ma credo un cambio sia necessario, per me, per te, per tutti.

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  9. Benvenuti ai nuovi lettori e grazie a tutti per i vostri commenti, è davvero interessante sentire la vostra opinione e mi fa molto piacere che il mio post vi abbia fatto scrivere come la pensate!

    @ Fiona: grazie per il "papiro", ti dirò che in linea generale la penso proprio come te, ma su un punto mi trovi discorde: sarà che ho la fortuna di conoscere molte persone vegetariana "sensate", quindi so che in realtà gli "estremisti" sono pochi e purtroppo fanno più male che bene alla loro causa. Alla luce di questo non tengo neppure molto in considerazione "le ramanzine" dei veg-estremisti, perchè le trovo fuori luogo anche per la loro stessa causa.
    In ogni caso non riesco a pretendere da nessuno (neppure dai vegetariani o vegani) una coerenza al 360°, perchè io stessa non sono coerente al 360° (mi professo animalista, ma mangio carne: è una grossa incoerenza)... insomma, ciascuno fa quello che riesce, l'importante secondo me è essere informati, capire bene la situazione e da lì sforzarsi per migliorare nel proprio piccolo. Poi ciascuno ha i suoi limiti e le proprie incoerenze, sia tra i carnivori che tra i vegetariani. Anche io ho risposto con un papiro ;-)

    @ Kilara: penso proprio tu abbia una buona parte di ragione! Credo che se da una parte ci sono i "veg-estremisti" a cui faceva riferimento Fiona, dall'altro ci sono le persone ottuse e menefreghiste che non si preoccupano altro che di quanto accade a un palmo da loro, e intendono consapevolmente continuare su questa strada. Perciò se anche leggessero un post come questo, probabilmente direbbero "Ah, la solita propaganda animalista. Che palle!" e non si fermerebbero neppure un secondo a riflettere sul messaggio che ho cercato di trasmettere. I due lati sbagliatissimi della medaglia!

    @ George: grazie per il commento, ho davvero sperato di riuscire a parlarne in termini corretti!

    Buona settimana a tutti e... davvero sarò contenta se vi capiterà di leggere questo libro! :-)

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  10. ..mi segui da tempo, quindi ti sarai certamente accorta che di carne da me, se ne trova ben poca.
    Non sono vegetariana, mi piacerebbe diventarlo però!!
    Noi mangiamo pochissima carne e quasi esclusivamente bianca (anche qui ho selezionato al massimo). Ecco, bianca, rossa "gialla o verde", sempre carne è, me ne rendo conto. Nel mio piccolo però alcune scelte le ho già fatte.
    Cercherò il libro, credo di averne bisogno!!
    Ti ringrazio per il post, come sempre interessante!!!!
    Un bacio grande e felice settimana!!!

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  11. Che bel post Silvia. Sono d'accordissimo con te sul fatto che spesso questioni che interessano tutti, come le conseguenze della nostra alimentazione, finiscono con l'essere troppo settorializzate. Il consumo critico è cosa giustissima, e non è che diventa esclusivamente "roba da vegetariani" se riguarda la carne. Che mangiare determinate cose faccia male alla nostra salute, all'ambiente, e per varie ragioni anche ad altri esseri umani (e ad altri esseri senzienti in caso si tratti di animali) è un qualcosa che dovrebbe essere di dominio pubblico. Si tratta di informazioni fondamentali, che dovrebbero girare nelle scuole.
    Solo che ci sono sempre preconcetti di mezzo: se l'alimento in questione è un certo ortaggio, prodotto in un certo modo da certe aziende, e qualcuno legge un reportage con tanto di prove che spiega perché bisognerebbe evitare quei prodotti, tende a pensare: "Eh, ora non li compro più, li evito". Se l'alimento in questione è un pezzo di pollo, invece, diventa "roba da vegetariani", e si finisce con il non informarsi.
    Purtroppo c'è sempre confusione al riguardo; di sicuro resta il fatto che saperne di più su ciò che si mangia non può che portare dei benefici a tutti.
    La gente diventa vegetariana per tanti motivi, gli animalisti perché ritengono sbagliato in sé uccidere animali per fini alimentari, considerandolo non necessario, gli ambientalisti per salvaguare l'ambiente, i salutisti per motivi di salute (i più per un miscuglio, credo, di questi e altri motivi).
    Informarsi sul perché questa gamma variegata di persone compia certe scelte male non può fare, e questo al di là del fatto che poi qualcuno decida di diventare vegetariano o meno, e del perché più nello specifico decida o meno di farlo...

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  12. Ciao,
    Trovo le tue riflessioni molto giuste, per scegliere bisogna conoscere.
    Il libro di Singer è certamente un ottimo modo per conoscere e informarsi.
    Io ho "quasi " smesso di mangiare carne dopo aver letto in un libro di Tolstoi una frase che mi colpì come una pugnalata..diceva che noi, mangiatori di carne, abbiamo lo stomaco pieno di cadaveri, mi fece riflettere molto e da allora quando posso la evito!

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  13. ciao Silvia
    bel post, molto interessante e che condivido.
    Non sono vegetariana anche se il mio consumo di carne non è eccessivo perchè sono altri i miei cibi preferiti.
    Da quando ho letto il libro di Foer, "Se nulla importa perchè mangiamo gli animali", anche quel poco consumo è diventato comunque più consapevole e nel mio piccolo cerco di rispettare di più il mondo animale nelle mie scelte.
    Non ho letto il libro di Singer ma lo farò perchè il rispetto della natura in genere e del mondo animale deve essere il valore del futuro
    Ciao

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  14. Un post molto bello, non ho capito se oltre ad aver letto Singer sei già passata per Safran-Foer; in ideale controcanto ho riportato la mia esperienza sul blog perché farlo qui sarebbe stato parecchio ingombrante…
    Baci, buon lavoro

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  15. Grazie a voi per i vostri commenti!

    @ Pietro: dici cose sacrosante, il consumo critico dovrebbe essere de-ideologicizzato (si dice?) e diffuso come materia fondamentale nelle scuole!

    @ Ernestina: effettivamente la frase fa molto effetto. Me la disse anche una mia amica vegetariana.

    @ Mirtilla e Stefania: non ho ancora letto il libro di Foer, lo sto "aggirando" da un pò in quanto so che presto o tardi mi ritroverò a leggerlo, ma ora come ora mi sto concentrando su letture più prettamente ecologiste. In ogni caso so che è quasi "destino" che io lo legga e ne ho tutta l'intenzione!
    Stefania, ho letto il tuo post: MERAVIGLIOSO!

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  16. Da quanto posso capire dal tuo post, appoggio in toto quanto scritto da Singer: non è più tempo, secondo me di continuare a mangiare come si è fatto finora, dando molto spazo alla carne. Penso che leggere il libro sia utile a tutti. Un caro saluto

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