sabato 17 novembre 2018

La frase del giorno: Théophile Gautier

A occhi inesperti, tre gatti neri sono tre gatti neri; ma gli osservatori più acuti non commettono un simile errore. La fisionomia felina è altrettanto varia di quella umana.
Théophile Gautier

Touka, panterina di "A Coda Alta" che presto sarà adottata!

Ho avuto, nel corso della mia adolescenza, ben quattro gatti neri, tutti con il loro specifico temperamento, il loro modo di porsi, le loro abitudini inconfondibili. Qualche volta sì, mi sono chiesta se, vedendoli tutti insieme (in realtà solo due di loro hanno convissuto), sarei riuscita a distinguerli... ma la risposta è ovvia: certo che sì! Ciascuno di loro aveva un modo particolare di guardarmi, una luce speciale nello sguardo verso il mondo, un modo peculiare di acciambellarsi o di camminare, un miagolio dal timbro così personale che mai avrei potuto confonderli. Erano due fratellini, Mina e Pride, e poi la micetta Buffy e Nico, il fratello di Paciocca. Oggi li ricordo tutti, con un misto di affetto e nostalgia, e condivido con voi questa bella citazione adatta per festeggiare tutti i mici neri, di cui ogni 17 novembre ricorre la "giornata ufficiale"!

4 commenti:

  1. I gatti neri sono bellissimi, con quel manto vellutato. Anch'io, da piccola, ne ho avuto uno, poi mi sono capitati gatti di vari colori ma mai più neri. Non capisco proprio chi dice che portino sfortuna. Saluti.

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  2. Cara Silvia, anche io ho avuto e per fortuna tuttora uno è qui, tre gatti neri. Tutti diversi tra loro, per carattere e pellicciotta.
    Un abbraccio Susanna

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  3. Oh che bella citazione per la giornata dei gatti neri! Riconoscerei la mia Dinah fra 1000! Nel mio palazzo qui a Parigi vivono ben 6 gatti neri, più innumerevoli gatti di altri colori, e parlo unicamente di quelli che gli umani lasciano uscire in giardino, perché sicuramente negli appartamenti ne vivono altri che non conosco.
    Come è ovvio che sia, tutti i mici che abitano qui, neri o non neri, sono diversissimi fra loro, per aspetto fisico e carattere. Quando i gatti arrivano nel palazzo non escono subito da soli : durante le prime esplorazioni sono sorvegliati dai loro umani, che li seguono nelle loro esplorazioni e non esitano a infilarsi nei cespugli e a salire sugli alberi quando i loro beniamini paiono in difficoltà. Sorrido vedendo queste scene perché anche io quando traslocai in questo palazzo con Maud facevo la stessa cosa, benché all’epoca Maud fosse già adulta e dimostrò ben presto di essere perfettamente in grado di sapere cavarsela senza il mio aiuto e di saper rientrare da sola quando ne aveva abbastanza del giardino. Quando presi Dinah ripetei quelle che ormai chiamavo “le gite educative”, solo che stavolta eravamo in tre: per prima avanzava Dinah, che all’epoca aveva appena tre mesi e come tutti i gattini era di una curiosità indescrivibile, poi venivo io, che la sorvegliavo discretamente cercando di farle fare le sue esperienze in maniera autonoma, ma pronto a intervenire in caso di necessità o pericoli, e per ultima Maud, che osservava perplessa quella macchiolina nera venuta a rubarle il suo status privilegiato di “gatta unica”. Adesso sono passati cinque anni e le cose sono cambiate: Maud compirà ben presto quindici anni e dorme moltissimo su letto e divano, benché non disdegni qualche passeggiata giornaliera tra vasi di fiori e fili d’erba e anche qualche visita di cortesia negli appartamenti dei vicini con cui ha un feeling particolare. Dinah crescendo è diventata molto timida con gli estranei e in città questo non le consente una vita sociale intensa come quella di Maud, perciò riserva la sua gattesca curiosità e il suo bisogno di esplorazione ai nostri soggiorni in campagna, dove a volte torna dalle sue perlustrazioni con il musetto coperto di ragnatele o portando in regalo un topolino. Se un temporale la sorprende durante le sue battute di caccia, ricompare in giardino quando ritorna il bel tempo, saltando giù dal muro e attraversando il prato piena di sussiego e perfettamente asciutta, fermandosi un attimo prima di rientrare in casa per leccarsi le zampine con aria compita e distaccata. Una volta, un’amica mi disse scherzando che Dinah sembrava avere coscienza di essere un bel gatto, mentre Maud si considerava senza dubbio molto intelligente. Benché fosse solo una battuta, la frase mi è rimasta impressa, mi fa sempre sorridere e contiene senz’altro una parte di verità!

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  4. @ Mirtillo: il "gatto nero porta sfortuna" è una frase fatta ormai, credo siano davvero pochi a credere seriamente a una superstizione medievale. O, se anche fosse, vuol dire che allora c'è ancora un'ignoranza medievale in giro!

    @ Susanna: una coccola speciale allora al tuo micio nero!

    @ Filippo: ah, che bel "quadretto" che ci dipingi, ogni volta che ci racconti le tue avventure e vicissitudini parigine e campestri in Borgogna! Mi ha colpito molto la frase su Maud e Dinah... diamo per scontato che solo gli uomini facciano certi pensieri, ma invece anche i gatti dimostrano senz'altro una certa autocoscienza e percezione di loro stessi! Un abbraccio e coccole alle tue micie, nera e bianca e nera!

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