mercoledì 18 maggio 2016

"Cowspiracy", come un pugno nello stomaco

Questo film ha la forza di un pugno che arriva dritto nello stomaco. Credi di guardarlo sapendo già tutto, soprattutto se sei una persona informata ed "ecologista": sai già che il cambiamento climatico è un problema globale, urgente e drammatico. Sai anche che, in quest'emergenza mondiale, una grave parte è giocata dall'allevamento industriale, responsabile di esorbitanti emissioni di gas serra in atmosfera, per tacere di inquinamento e consumi idrici legati alle coltivazioni per alimentare gli animali che diventeranno le nostre bistecche. Ma Cowspiracy va oltre questo: oltre a riproporre tali problemi con dati e ricerche, mette in luce come il ridurre la carne dalle nostre diete non basti: bisognerebbe eliminarla del tutto. E afferma quindi, con coraggio e coerenza, che un "ecologista" non può dirsi davvero tale se continua a seguire un'alimentazione onnivora.

 
Il film passa in rassegna più e più temi, tutti connessi: dall'effetto serra che negli ultimi secoli è "decollato" a causa delle attività umane, al grave impatto che ha in questo senso proprio l'industria della carne; dalla necessità di informarsi e cambiare abitudini alimentari, alla difficoltà di capire davvero quali scelte tutelino l'ambiente e quali invece siano semplici atteggiamenti di facciata. Anche se le motivazioni ecologiste non sempre coincidono con quelle animaliste, in Cowspiracy c'è anche una scena shock nella quale viene mostrata esplicitamente l'uccisione di un'anatra. Peraltro un'anatra allevata in campagna, una di quelle che ha relativamente vissuto un'esistenza piacevole e che non è mai stata sottoposta (fino a quel momento) a sofferenze e trattamenti indicibili. Ci viene mostrato ciò che tutti cerchiamo di ignorare, un atto che pochi di noi si sentirebbero di fare di persona: uccidere a sangue freddo quell'anatra, fiduciosa e inerme, con le proprie mani, per fare diventare quell'animale, vivo e cosciente, un semplice pezzo di carne da consumare. Seguono alcuni secondi di silenzio, di fronte all'insopportabilità della scena che abbiamo visto. E la domanda: "Se non sopporto di farlo io stesso, come posso pensare di farlo fare ad altri per me?".

Fonte: Wikipedia
Sia chiaro: il film non è perfetto e alcune perplessità me le ha sollevate. Alcune delle maggiori organizzazioni ambientaliste mondiali (e/o americane) vengono accusate di "omertà" a favore delle lobby dell'allevamento industriale, non divulgandone le gravi conseguenze per l'ecosistema. In realtà io stessa ho appreso e ricavato tanti dati a proposito di questo problema proprio sui siti di alcune di queste organizzazioni! Quindi una prima critica va al tono eccessivamente complottistico che fa di tutta l'erba un fascio per quanto riguarda le associazione ambientaliste, accusate di essere complici del sistema industriale della carne.
Un'altra personale perplessità mi è sorta a proposito del finale, una sbrigativa quanto superficiale critica all'alimentazione "solo vegetariana" a favore di una integralmente vegana, sulla base del fatto che tutti i latticini sarebbero nocivi per l'essere umano, poichè derivanti dal latte che è un "fluido di accrescimento per vitelli". Suvvia, il latte è un composto di acqua, grassi e zuccheri! A mio parere questa "fobia antilatticini" è una posizione infondata, vagamente modaiola; condivido molto di più le intelligenti considerazioni di Bressanini.
Se invece parliamo di abbracciare la dieta "vegan" perchè anche uova e latticini possono comportare sofferenza animale e impatto ambientale, è un altro (e a mio parere ben più valido) discorso, fermo restando che ciascuno deve decidere in base alla propria coscienza, convinzione e sensibilità.


Detto questo, Cowspiracy resta un ottimo documentario che mette in crisi le nostre abitudini alimentari, ma anche la nostra coscienza apparentemente pacificata da quei gesti ecologisti che ci costano meno fatica. Diretto e prodotto da Kip Andersen e Keegan Kuhn, ne consiglio la visione a tutti, poichè trovo sia meglio prendere pugni nello stomaco adesso, vedendo un film che ci mette in guardia sul collasso prossimo del nostro pianeta, piuttosto che domani, quando quello stesso colpo ci sarà inferto dalla catastrofe già avvenuta, ma non potremo più reagire.

10 commenti:

  1. Silvietta tocchi un argomento a me molto caro. Non so però, se avrei il coraggio di guardare un documentario che contiene scene simili.
    Mi rendo conto di esere molto cambiata (personalmente, emotivamente e psicologicamente) da quando ho smesso di mangiare carne (circa 2 anni fa). Ho sviluppato una sensibilità estrema verso tutti i tipi di animali ed anche solo immaginarne la sofferenza mi fa stare male... proprio fisicamente.
    Me ne sono accorta anche adesso, mentre leggevo il tuo pezzo, arrivata al punto sull'anatra. Ho sentito le mani sudarmi e il solito liquido acidulo attraversarmi la gola. Non ho dubbi sull'impatto emotivo di questo documento e sono sicura possa essere di ottimo spunto. Io però credo manterrei una linea simile alla tua. Mangio latticini e derivati degli animali senza alcuna difficoltà e sono sicura che questa sorta di "terrorismo" che fanno in tal senso sia tanto sbagliata quanto quella adottata dai loro diretti oppositori. Come in tutte le cose la virtù sta nel mezzo e gli estremismi si sa non portano mai a nulla di costruttivo.
    Speriamo di sviluppare una coscienza dedita a ciò che è giusto divulgando solo informazioni utili... tu lo fai sempre in modo impeccabile e per quanto posso, ti aiuto a diffonderle!
    Un bacino a te! :*

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  2. personalmente credo che non lo guarderei...

    PS il tuo blog mi piace molto, infatti mi sono aggiunta ai lettori fissi!

    Lifen

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  3. Ciao Silvia, sono Barbara del blog "Un vegano appetito".
    Io ho imbracciato la scelta vegan qualche anno fa per motivi etici, grazie a questo tipo di documentari. Prima sono stata vegetariana, eliminando uova e carne, mangiavo ancora i latticini però.
    Ti posso assicurare in base alla mia esperienza che latte e latticini fanno malissimo, infatti non avevo notato nessun beneficio sulla salute. E' stato solo quando ho eliminato anche quelli che ho iniziato a stare meglio.
    Ma la guarigione completa dai problemi che mi assillavano l'ho avuta l'anno scorso passando ad un'alimentazione vegan tendenzialmente crudista, e ho eliminato farmaci che ero costretta a prendere da un bel po' di anni.
    Quindi io ne sono straconvinta; i latticini fanno male, non sono adatti all'alimentazione umana, ma naturalmente la gente è ancora molto scettica sull'argomento.
    Il mio consiglio è di cercare di informarsi, abbandonando tutti i pregiudizi e provare almeno per qualche mese l'alimentazione vegan, meglio tendenzialmente crudista.
    I benefici sono assicurati.
    Buona serata,
    Barbara

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  4. @ Robi: Come sempre ti ringrazio per le tue parole così dirette, sentite e delicate! In particolare anche su questo tema così importante e sul quale purtroppo si scatenano di solito aspre polemiche ed accesi estremismi. Credo sia essenziale maturare una propria consapevolezza, grazie alla quale scegliere... e passo dopo passo, sono straconvinta che le scelte alimentari incidano tanto (più di altre scelte) su "ciò che siamo". Ti abbraccio forte, Robi!

    @ Luisa: benvenuta Luisa sul mio blog, piacere di conoscerti e grazie per essere passata!

    @ Barbara: ti ringrazio moltissimo per il tuo commento e la tua interessante testimonianza! Guarda, non sei la prima persona che attesta che, con l'eliminazione dalla propria dieta dei latticini, ha risolto alcuni problemi di salute (in particolare, ho un'amica celiaca con frequenti cistiti che ha tratto beneficio dallo "stop-latticini")... personalmente e per fortuna invece non ho alcun problema di salute, nè avverto fastidi legati al consumo di latte e latticini. Credo che, considerando il punto di vista "salutistico", la cosa possa variare molto in base alle risposte dell'organismo di ciascuno di noi, per questo mi infastidiscono un po' le prese di posizioni "pro e contro" generali, senza giustificare in modo preciso perchè una cosa dovrebbe fare male (o bene) per la nostra salute. In ogni caso grazie ancora per aver espresso il tuo parere e la tua esperienza... e complimenti per le tue ricette, sono tutte molto invitanti!

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    1. Ciao Silvia, anch'io non avvertivo nessun sintomo che potesse essere in qualche modo associato all'assunzione di latticini, tipo dolori al ventre o altro. Se una persona non prova sintomi non significa che sta bene, prima o poi i malanni vengono a galla. Senza entrare troppo nel dettaglio , perché non mi va di parlarne in pubblico, ho eliminato un farmaco per il cuore e uno per la pressione. E tutto dipendeva dall'assunzione di carne e latticini. Ora sì che sto veramente bene, grazie al cibo vegetale vivo di cui mi nutro.
      Se ti informi bene vedrai che non sono prese di posizione, viene spiegato tutto molto bene: i latticini non sono cibo per gli umani perché acidificano il corpo, che è alcalino. E questo a lungo andare provoca malattie e tumori. Per questo una persona onnivora apparentemente in salute in realtà non lo è...
      E con questo non voglio fare la saputella, mi fermo qui, fermo restando l'invito ad approfondire l'argomento su siti seri e affidabili.
      Grazie per i graditi complimenti.
      Buona giornata
      Barbara

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  5. Io mangio un po' di tutto, sia carne che latticini. Credo che questa sorta di "terrorismo" non faccia bene, tutti gli alimenti hanno proprietà negative che positive, basta non esagerare! Riguardo il documentario non so se riuscirei a guardarlo, ma è un ottimo punto di discussione! PS: ho scritto una nuova rubrica sui felini ➡ http://gattaracinefila.blogspot.it/

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  6. Silvia, forse l'ho già scritto in passato: la sintonia che abbiamo nel trattare determinati argomenti e, talvolta, persino sulle tempistiche di pubblicazione degli articoli inerenti mi sembra un filo inquietante... :-D

    Molto ben scritto e, come sempre, ben documentato questo tuo pezzo, che mi trova sostanzialmente d'accordo con la tua posizione. Meno con quella dell'autore del video: non amo le scelte di campo estremiste - da qualunque parte queste giungano, in qualunque ambito della vita - men che meno se fanno facile leva sul complottismo per accaparrarsi consensi.

    In ambito di alimentazione, personalmente, ritengo che ciascun individuo debba agire come meglio crede, documentandosi il più possibile, ma sentendosi poi libero di operare le proprie scelte in modo consapevole e non "seguendo la moda" del momento.

    Ridurre, in termini globali, il consumo di carne potrebbe apportare benefici al pianeta, ma con cosa andrebbe sostituita la carne nell'alimentazione umana? Con la soia? La cui coltivazione estensiva è ritenuta dal WWF stesso causa della distruzione della foresta amazzonica (peraltro, se il 6% della produzione è destinata all'alimentazione umana, a cosa è destinato il 19% "scomparso" dall'articolo?)...
    Oppure con i cereali, legumi e verdure? E come la mettiamo poi con OGM, glifosato, erbicidi, antiparassitari? O ci aspettiamo davvero che il mondo intero si converta all'agricoltura biologica? E nel frattempo, di cosa dovremmo campare? D'aria? No, che è inquinata pure quella...

    Che noi esseri umani dobbiamo nutrirci per sopravvivere è un dato di fatto. Ma nutrirci di che cosa è un quesito di non così ovvia soluzione, dal punto di vista etico ed anche pratico, di sostenibilità ambientale. Personalmente ritengo che se tutti imparassimo a nutrirci in modo equilibrato, cominciando ad eliminare gli sprechi (secondo alcuni studi metà del cibo prodotto globalmente finisce nei rifiuti) risolveremmo un sacco di problemi, non ultimi quelli della denutrizione, della malnutrizione, dell'obesità.
    Complimenti ancora per l'articolo e scusami per essermi dilungata tanto nel commento.
    Ciao!

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  7. @ Vanessa: Dal punto di vista della salute certamente ogni "terrorismo" è sbagliato! Dal punto di vista etico e di promozione di una certa sensibilità temo che "scuotere le coscienze" (con la verità, sia chiaro, non con chiacchiere campate in aria! ;-) ) sia inevitabile e doveroso, anche se so che si tratta di argomenti complessi e molto delicati. Grazie per essere passata da me! Appena avrò un attimo in più di tranquillità ricambierò senz'altro la visita! ;-)

    @ Viviana: non solo non ti scuso, ma ti ringrazio di cuore per un commento così ben approfondito, appassionato e articolato!! ;-) Secondo me hai centrato il punto (nel bene e nel male): "nutrirci di che cosa è un quesito di non così ovvia soluzione, dal punto di vista etico ed anche pratico, di sostenibilità ambientale" e chi afferma il contrario o è un folle o è in mala fede. E quindi le tue domande/considerazioni (ribadisco: nel bene e nel male) sono fondatissime e non c'è per il momento una risposta unica e precisa. Il problema dello spreco del cibo (che a me pare venga molto taciuto dagli ambientalisti che spingono per un cambio di abitudini alimentari) è gravissimo e purtroppo inaffrontabile dai singoli: bisognerebbe agire con norme severe o estremamente virtuose nell'ambito della grande distribuzione, ma temo che la nostra società sia lontana anni luce da questo. Persoalmente, io preferirei trovare anche meno offerta al supermercato (o accettare che se arrivo ad una certa ora, alcune cose siano esaurite... o ancora, che una tale settimana alcuni prodotti manchino), eppure oggi dobbiamo essere liberi di comprare pane fresco alle 21.30 di sera, dobbiamo trovare fragole in dicembre e trovare tre tipologie di ricotta al banco dei formaggi, quindi si produce ogni cosa in surplus (e si spreca altrettanto). Se solo penso ai banchi della gastronomia che all'ora di chiusura dei supermercati sono ancora pieni come un banchetto regale... In merito al fatto "cosa mangio se elimino la carne" mi viene in mente che i vegetariani ambientalisti (non solo animalisti) in realtà prima di mangiare soia dovrebbero orientarsi verso latticini, uova e legumi a km 0, un'alimentazione similissima a quella dei nostri nonni (escluso per la carne della domenica, ma appunto all'epoca era un'eccezione) e sicuramente sostenibile. Insomma, in sostanza come dici tu risposte uniche non ce ne sono: ognuno ha il solo dovere di informarsi e il diritto di scegliere secondo la sua sensibilità. Il vero problema è che pochi si informano, ancora meno agiscono, perchè è complesso e complicato. E la nostra dieta finisce per essere il "campo di battaglia" sul quale si scontrano urgenze ecologiche planetarie, mode e insicurezze, problemi etici e banalissime seccature quotidiane, per la serie "ma stasera cosa metto in tavola"? Ho scritto un commento forse più lungo del tuo ma concludo ripetendoti un sentito GRAZIE, i nostri scambi di idee e opinioni sono sempre molto stimolanti! E... sì, è un filo inquietante la sincronia dei nostri post! ;-)

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    1. Silvia, purtroppo hai ragione: troppo spesso "grande distribuzione" va a braccetto con "grandi sprechi". Tuttavia non sono del tutto d'accordo con te: innanzi tutto sono convinta del potere che ciascuno di noi ha come consumatore e, in seconda battuta, ci sono lodevoli iniziative come quella dei Last minute market. Insomma: cambiare si può e, credo, si dovrebbe.
      Pienamente d'accordo con te, poi, per quanto riguarda la "dieta dei nostri nonni", a Km 0 e sostenibile oltre che salutare (se oggi ci sono molti ultracentenari non è soltanto perché sono aumentate le possibilità di cura).
      Anche a me piacciono moltissimo i nostri scambi di opinioni. E credo che ormai sia più che evidente! :-D

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  8. Penso che documentarsi, capire, informarsi non sia mai un male poi naturalmente sta a ciascuno di noi ragionare e fare le proprie scelte.

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