venerdì 26 aprile 2013

"Il gatto in noi" di William S. Burroughs

Scritto dalla penna di William Burroughs, scrittore statunitense passato alla storia per le sue saghe visionarie e la sua vicinanza alla beat generation, Il gatto in noi è un piccolo librino che colpisce da tanti punti di vista: sono pagine autobiografiche alternate a immagini oniriche, aneddoti realmente accaduti che si intrecciano a incubi, sogni e allucinazioni, episodi crudi e amore profondo per i propri gatti. Questo libro è come una corsa sulle montagne russe, ripercorrendo ricordi dell'autore, emozioni, visioni, paure, rimpianti, sensi di colpa e affetto per Ruski, Fletch, il "Gatto Bianco" e gatti di ogni colore, tipo, temperamento. Per inquadrare meglio l'autore e il suo sfaccettato amore per i gatti, vi invito anche a leggere questo interessante articolo "Il gatto del miracolo" di Yoni Leyser.



Devo essere onesta: non credo che questo sia un libro "per tutti", perchè non sarà necessariamente apprezzato, anzi in taluni creerà sicuramente un pò di fastidio. Burroughs scrive infatti frasi sferzanti a proposito dei cani (che io stessa non condivido), oppure narra di episodi cruenti dovuti alla cattiveria umana a discapito di animali selvatici (tassi, volpi)... tuttavia, dopo averlo finito, non ho potuto non riconoscere a queste pagine un'intrinseca e indubitabile bellezza. Perchè trasudano di un sentimento per me evidentissimo: l'amore profondo, la complicità, il legame solido e ricambiato tra uomo e gatto. In molti punti si legge della paura angosciante - che tormenta anche il sonno dell'autore - di perdere il proprio amico a quattro zampe, per una generica disgrazia o a causa della propria negligenza. Burroughs narra ad esempio di quando andò a recuperare l'amato Ruski in un ricovero per animali, dopo che era stato catturato erroneamente: toccante è la sua disperazione umana prima di ritrovare il proprio gatto, spaventatissimo; pienamente condivisibili sono le riflessioni che Burroughs fa in seguito, sui tanti gatti nei rifugi, condannati a non trovare più la loro famiglia.
Inoltre Il gatto in noi mette in luce qualcosa che nel "senso comune" si tende a negare: la forte dipendenza affettiva del micio verso il suo compagno umano. Legarsi a un gatto significa essere responsabili del suo benessere e della sua felicità: lui ripone in noi non solo il suo affetto, ma tutta la sua fiducia. Scrive infatti l'autore parole intense, che credo possano colpire al cuore tutti noi: "Voi che amate i gatti, rammentate che i milioni di gatti che miagolano nelle stanze di questo mondo ripongono ogni loro speranza e fiducia in voi, così come mamma gattina alla Casa di Pietra appoggiò la testa sulla mia mano, e Calico Jane mise i gattini nella mia valigia, e Fletch saltò in braccio a James, e Ruski corse verso di me gorgogliando gridolini di gioia" (W.S. Burroughs, Il gatto in noi, Adelphi, p. 105).

10 commenti:

  1. "siamo responsabili del loro benessere". Ecco, mi sento un po' angosciata per questo :'( spero tanto di essere all'altezza dell'arduo compito che ho di far sentire meglio il mio gattino ansioso.

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  2. grazie Silvia per questo interessante post!
    buon fine settimana
    Lena

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  3. Mi sa che lo leggerò nonostante mi preoccupino un po' i passaggi relativi alla crudeltà umana nei confronti degli animali, perchè so già che mi faranno arrabbiare e soffrire.
    Grazie come sempre per i tuoi suggerimanti! Ale

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  4. grazie per l'info,ma non credo che riuscirei a leggerlo.Baci

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  5. Grazie per essere passata da me e per il tuo commento e grazie per il consiglio :).
    Debora

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  6. Credo lo leggerò... quando racconto della mia infanzia alle mie figlie, inevitabilmente mi capita di associare questo o quel ricordo ad uno dei tanti gatti che fin da quando sono nata, hanno accompagnato la mia vita e di cui ricordo tutti i nomi, le abitudini e le manie. Mi capita di pensare che, se esiste davvero un paradiso, quando passerò oltre ci saranno anche loro ad aspettarmi!

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  7. Ciao Silvia, sempre interessanti i tuoi suggerimenti di lettura. Cercherò il libro!!
    Un abbraccio stretto e buona settimana!!!!

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  8. Grazie a tutte voi per i vostri commenti!!

    @ Zion: sicuramente l'affetto e la preoccupazione che provi per Bella sono già ottimi "sintomi" del fatto che sei in grado di prendertene cura... anche quando non è facile! Coraggio.

    @ Lolle: io ne sono sicura... paradiso è dove re-incontreremo i nostri amati, non importa se umani o non umani!

    Un grande saluto a tutte voi!

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  9. Burroughs era lui stesso un animale,per questo li amava,anche se non tutti,ad es. i cani.Boh.Lasciate perdere questo scrittore.

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  10. questo libro è allegoria e metafora... non è l'odio in sè verso cani o altre razze come i conigli... quanto le scelte che si fanno ad essere oggetto di condanna oppure no.... scegliere di essere se stessi e di non venire " addomesticati" nonostante tutto e tutti... oppure conformisticamente adeguarsi ad essere cagnolini servili e scodinzolanti... o correre come lepri o conigli inseguendo miraggi mass mediatici o spacciato da questa società consumistica massiva e alienante

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