Visualizzazione post con etichetta Birdwatching. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Birdwatching. Mostra tutti i post

lunedì 20 aprile 2020

Due ottime guide per orientarsi nel mondo del birdwatching

In queste settimane di quarantena, forse tra le attività più rasserenanti che è possibile fare è proprio l'osservazione degli uccelli che popolano il nostro giardino o che visitano i nostri balconi. Sulla scorta di questo post, mi sono accorta di non avervi mai presentato i miei "alleati" formidabili nell'identificazione degli uccelli che ammiro grazie al birdgardening (ed eventualmente, nei luoghi naturalistici che frequento, grazie al vero e proprio birdwatching). Certo ci sono uccelli così celebri da non aver bisogno di presentazioni: le tortore, le gazze, i pettirossi, i merli e forse le cince... ma se vi appassionerete un pochino al birdwatching, ben presto scoprirete che, ad esempio, le cince non sono tutte uguali, e vorrete saperne di più! Allo stesso modo, vi troverete febbrilmente a sfogliare una guida di riconoscimento degli uccelli quando vi capiterà di osservare un fringuello maschio e femmina: come si distinguono? Per tacere di altre specie meno diffuse o semplicemente più elusive, come le upupe, i picchi, i codirossi...


Il primo libro che vi presento è "Guida agli uccelli d'Europa, Nord Africa e vicino Oriente" di Lars Svensson: è semplicemente un gioiellino, il mio preferito in assoluto, talmente bello, pratico, intuitivo ma al contempo completo, che spesso e volentieri mi sono ritrovata a sfogliarlo come fosse un libro di racconti, prima di addormentarmi. E credetemi, dal momento che si tratta di una guida al riconoscimento degli uccelli, assolutamente non romanzata e anzi estremamente sintetica e schematica, la cosa è alquanto incredibile! La verità è che, una volta capita l'impostazione e decodificate le mappe, le sigle e i simboli (cosa piuttosto facile, a dire il vero), nonostante l'estrema sintesi, ci sono tutte le informazioni più importanti per riconoscere l'uccellino su cui vi state informando... e vi scoprirete entusiasti nel ritrovare, anche in un solo aggettivo, esattamente quella caratteristica peculiare che vi aveva così colpiti all'osservazione diretta del pennuto!

Ecco, ad esempio, la tavola delle cince (una prima parte) della guida Svensson

Il secondo manuale che utilizzo e consulto, sebbene con minore frequenza del primo, è "Birdwatching facile. Guida illustrata agli uccelli d'Europa" di Detlef Singer. Un primo pro di questo manuale è il fornire una scheda identificativa con informazioni precise e ordinate per ogni uccello: tipicità, caratteristiche generali, specie simili (ottimo per fare eventuali confronti), voce, distribuzione, riproduzione e alimentazione. Per cui se, ad esempio, si vuole scoprire cosa mangia il tal pennuto, è più immediato arrivare subito al punto. Ma il più grande pregio di questo volume sono senz'altro le 1400 bellissime fotografie a colori, mentre nella guida Svensson troviamo invece "solo" magnifiche illustrazioni (di Killian Mullarney e Dan Zetterstrom, che sono riusciti a creare vere e proprie "mappe" da esplorare, grazie alle didascalie). Vi dirò che non necessariamente una foto è più esaustiva di un'illustrazione (soprattutto se si vuole cogliere un dettaglio specifico per l'identificazione), ma nel caso di alcuni uccelli ho trovato indispensabile il confronto tra illustrazioni e foto per chiarirmi le idee definitivamente.

Sempre le cince, sulla guida Singer... foto meravigliose!

Entrambi i volumi sono editi da Ricca Editore e li ho scoperti grazie all'iscrizione come socia alla Lipu, ma sono liberamente acquistabili da chiunque. Quindi che dirvi? Secondo me per partire l'ideale è la guida Svensson, ma non sarebbero soldi sprecati neppure quelli per l'acquisto della guida Singer, che in un qualche modo va ad essere "complementare" rispetto alla prima e può darvi la giusta conferma rispetto a un'identificazione.
Si tratta di due ottimi volumi che vi consiglio spassionatamente, sia che siate già bird-watcher appassionati, sia che invece siate alle prime armi... io ho imparato e tuttora sto imparando così! E devo dire che, dopo aver avvistato un pennuto sconosciuto, non c'è soddisfazione più grande che sfogliare il libro fino a trovare un possibile "candidato"... non fatevi ingannare dalle facili ricerche su Google, rintracciare il "proprio" uccellino su una guida, per poi divorare tutte le informazioni che lo riguardano, è un piacere impagabile!

martedì 25 febbraio 2020

Un piccolo "Luì" a sorpresa: considerazioni sul birdgardening

Cari amici, su questo blog ho già dedicato diversi post ai simpatici pennuti che visitano i nostri giardini; durante le stagioni fredde ho spesso pubblicato articoli sulle mangiatoie e qualche reportage fotografico "casalingo" sulla mia gratificante attività di birdwatching-birdgardening, tra cince, pettirossi e fringuelli che venivano a rifocillarsi... ma anno dopo anno, stagione dopo stagione, come per l'allevamento dei bruchi di macaone, anche nel caso del birdgardening non si finisce mai imparare qualcosa di nuovo. Basta variare di poco i propri gesti, che la natura risponderà "a tono", sorprendendoci sempre... ed è un meraviglioso dialogo, che potenzialmente può non esaurirsi mai!
Quest'inverno, ad esempio, mi è bastato arricchire il menù del mio "buffet" con le palle di grasso casalinghe, per osservare una specie che non avevo mai visto prima nel mio giardino e di cui ignoravo l'esistenza: il "Luì piccolo" (Phylloscopus collybita)!
Questo piccolo passeriforme si riconosce dal "gemello" Luì grosso (Phylloscopus trochilus) dalle zampette (scure nel piccolo, più chiare nel grosso) e dal movimento della coda, poichè il Luì piccolo infatti dà frequentissimi colpi di coda all'ingiù, ben riconoscibili.

Ecco il primo luì piccolo che si è avvicinato alla mangiatoia!
"Non sono carinissimo?"

L'approccio è stato curioso, per me che ho avuto modo di osservarlo giorno dopo giorno... dopo un mesetto di esposizione della nuova mangiatoia con le palle di grasso casalinghe, ho visto per la prima volta un nuovo uccellino, di dimensioni ridottissime, contendersi il posto al buffet con le audaci cince. Il tipetto era solo e sparuto, ma ben convinto... il tempo di scattare qualche foto per identificarlo, che era già volato via, ma tornava alla mangiatoia sempre più spesso.
Dopo un paio di giorni, la sorpresa: i "Luì" erano diventati due! Ho pensato ad una coppia, come per i fringuelli, ma sarei stata smentita in breve tempo... perchè ben presto la mangiatoia si è affollata fino a quattro, perfino cinque "Luì" contemporaneamente, che a quel punto insieme a un gruppo altrettanto folto di cinciallegre e cinciarelle, rendevano la postazione una vera e propria voliera a cielo aperto... uno spettacolo per gli occhi e per il cuore! Una dozzina di uccellini tutti insieme, chi sulla mangiatoia appesa, chi sulle palle di grasso nella retina, chi tra i rami ad aspettare il suo turno, chi sul piattino a rubare un "pellet energetico". Quando poi, ai "suoi" orari", arrivava anche il pettirosso (a dire il vero piuttosto indispettito dalla presenza dei Luì), il quadretto idilliaco è stato proprio completo... per non parlare delle visite, sempre ben educate, della ghiandaia.

Tre luì in un colpo solo!!!

Tutto questo mi ha portata a riflettere in generale sull'attività di birdgardening dei mesi autunnali e invernali, e da qui questo post che vorrebbe essere un "sunto" della mia passione sviluppatasi in questi anni, da quando ho iniziato ad esporre in giardino cibo per gli uccelli selvatici. Mi sono resa conto che se si vuole instaurare un contatto con la natura bisogna seguire le sue regole e imparare il suo linguaggio, per cui la prima parola chiave per un birdgardening "di successo" è sicuramente... varietà, che fa rima con biodiversità.
Non pensiate che basti esporre bricioline di pane o semi di girasole per attirare davvero un buon ventaglio di specie: magari arriveranno gazze e passerotti (dove ancora ce ne sono), ma se volete godere di un più ampio panorama ornitologico, dovete tenere in considerazione che ciascuna specie ha i suoi gusti e le sue esigenze. Senza saperlo, grazie alle mie palle di grasso casalinghe, ho ad esempio attirato i Luì piccoli, specie che mai avevo visto (nè della quale avevo sentito parlare) in tanti anni di birdgardening... eppure, ci sono sempre stati, e in grande numero a quanto pare!
Per cui differenziate il più possibile il menù delle vostre mangiatoie e anche la tipologia di esse: quelle che lasciano posarsi gli uccelli, quelle adatte per gli uccelli che si "appigliano" (come le cince), ecc... insomma, varietà, varietà e ancora varietà: questo vi garantirà di poter osservare tante specie diverse, ciascuna con il proprio comportamento.

Fringuello maschio, raramente si posa sulle mangiatoie perchè preferisce "razzolare" per terra

Luì sulla mangiatoia e, a destra, fringuella femmina che studia la situazione

E' chiaro che ciascuno deve poi anche fare i conti con la propria disponibilità di spazi, ma se possibile, non limitatevi ad un solo "menù" generico e una sola mangiatoia. Inoltre vi consiglio spassionatamente di provare a fare con le vostre mani le palle di grasso (in questo post la ricetta, potete omettere le mele per conservare più a lungo il prodotto), perchè ho trovato in generale un maggior gradimento di queste da parte degli uccelli rispetto ai mangimi (comunque sicuri e ben bilanciati) industriali.
Un'altra parola chiave è... continuità e rispetto dei tempi giusti. Una mangiatoia esposta a metà settembre, quando un giorno di pioggia si alterna a dieci giorni di bel tempo e caldo, probabilmente verrà snobbata fino all'arrivo del freddo. E' importante "beccare" il momento giusto per esporre il cibo e le mangiatoie: nè troppo presto, nè troppo tardi. Lo scorso anno, ad esempio, mi è capitato di aver temporeggiato troppo nell'esporre la mangiatoia e ho avuto pochissimi pennuti frequentatori: questo perchè si erano già abituati alla mangiatoia del vicino, presa d'assalto. Chiaramente è tanto più importante rifornire quotidianamente e comunque non far mai esaurire il cibo del vostro "buffet", che deve essere continuo per tutti i mesi di stagione avversa: una volta che gli uccellini l'avranno preso come riferimento, soprattutto d'inverno ne diventeranno dipendenti e sarebbe una vigliaccata lasciarli senza cibo all'improvviso.

Cinciarelle, più piccole e dai toni azzurrini
Cinciallegra, più grande e con il capo nero

Una terza e ultima parola chiave che serve per godere a pieno del birdgardening, ed è forse la più difficile da garantire e garantirsi, è... pazienza e, se possibile, tanto tempo. Mi rendo conto che esporre mangiatoie "curando" la loro gestione (in termini di varietà, continuità ma anche igiene, non dimentichiamolo) per aiutare e al contempo ammirare gli uccelli, è qualcosa che richiede tempo, quotidiano e settimanale. Più per l'osservazione che per il resto, perchè come in ogni "caccia", serve pazienza, tempo e ancora pazienza. Gli uccellini non arriveranno subito e, anche quando si sarà consolidata la loro abitudine a frequentare la nostra mangiatoia, restano animali selvatici poco propensi al contatto umano, in allerta ad ogni minimo movimento: bisognerà avere l'accortezza di posizionarsi discretamente dietro ad una finestra, muovendosi lentamente per non spaventarli. Se poi vorrete "catturare" il pennuto in uno scatto fotografico, allora armatevi davvero di tanta pazienza e tanto tempo: non sarò certo io ad insegnarvi i rudimenti della fotografia naturalistica, ma sappiate che per un solo scatto "appena dignitoso" ce ne saranno almeno venti da buttare.
Che dire poi dei nostri ritmi di vita, che spesso ci costringono ad uscire al mattino presto, tornando a casa quando già è buio in autunno e inverno? Vi potrete domandare il senso di aver posizionato una mangiatoia, se poi durante il giorno non potete godere della vista dei suoi frequentatori. La risposta in questo caso è la seguente: un'abitudine e una frequentazione assidua a una fonte di cibo si formano nei giorni e, se nel weekend potrete ammirare qualche pennuto rifocillarsi nel vostro giardino, sarà solo grazie al fatto che durante tutta la settimana gli avrete dato la possibilità di rifornirsi quotidianamente. Ed infine, dovete avere chiaro l'obiettivo primario per cui esponete una mangiatoia: non le foto, non le vostre osservazioni, bensì l'aiutare a sopravvivere gli uccelli in cerca di cibo durante i mesi invernali. Il poter ammirare i pennuti, liberi, ed eventualmente persino fotografarli, è una gradita conseguenza, ma non può esserne la ragione principale, pena tanta frustrazione inutile.


Varietà, continuità, pazienza e tempo... mi rendo conto che queste sono proprio delle parole chiave, quasi delle "regole d'oro", che vigono in natura in tanti frangenti, ben oltre il mondo degli uccelli selvatici! E voi quale lezione avete imparato dal birdgardening? Se non vi foste ancora approcciati a quest'attività, vi consiglio davvero di farlo... anno dopo anno diventerete sempre più esperti e il piacere di ammirare una "voliera a cielo aperto", nei mesi peraltro considerati cupi come quelli dell'autunno e dell'inverno, sarà davvero una gioia per l'animo.

martedì 24 dicembre 2019

Buon Natale, proprio a tutti!

Cari amici, eccoci giunti ormai al fatidico Natale... prima di lasciarvi i miei auguri, validi per tutte le prossime festività ed estesi a tutti i vostri cari (umani e non), vi racconto com'è andato il mio "Avvento in natura". Vi dirò che mettere in pratica quotidianamente i propositi e le attività che avevo pianificato è stato più complesso del previsto: complici gli impegni (quest'anno in realtà in modica quantità), spesso il meteo non favorevole, talvolta altri pensieri per la testa, non ho sfruttato a pieno il mio "calendario d'avvento". Ad ogni modo le cose che sono riuscita a concretizzare le ho davvero fatte con coinvolgimento e hanno arricchito le mie scorse settimane d'attesa... Il momento più creativo è stato un fugace pomeriggio di sole, nel quale mi sono industriata per realizzare - sotto la fedele supervisione di Paciocca - un piccolo presepe con materiali naturali... ho sfruttato un fondo di muschio già esistente (senza danneggiarlo ovviamente!), sassi, foglie, rametti. Avendo più tempo e idee a disposizione, sono sicura che avrei potuto creare qualcosa di ancora migliore... ma sono molto soddisfatta del risultato, per essere il primo tentativo!


La parte più divertente del mio Avvento è stata sicuramente quella del birdgardening: tanti volatili si sono avvicendati alla mia postazione-mangiatoia, tenendomi compagnia! Certo, fotografarli alle giuste condizioni non è stato uno scherzo... e anche qui, mi sarebbe servito tanto più tempo in più, oppure più giornate di sole a disposizione, per riuscire a "catturare" tutti gli uccelli al loro meglio. Quest'anno la "new entry" è una grossa ma educatissima ghiandaia (niente a che vedere con le insolenti gazze dello scorso anno, che mi distruggevano una palla di grasso al giorno, lasciando gli altri uccelli senza niente), che ha capito come acchiappare la palla di grasso dalla retina e nutrirsene. Vi dirò che a questo punto, continuerò sempre a lasciare almeno una palla nella retina, giusto per lei.




Sì, perchè in realtà per gli altri uccellini ho sperimentato e trovato altre soluzioni molto soddisfacenti! Quest'anno ho esposto una mangiatoia in ferro battuto, un prodotto artigianale comprato la scorsa primavera, nel quale ho iniziato a mettere semini di girasole e soprattutto i prelibati pellet per insettivori (una leccornia per i pettirossi). Il problema fondamentale è che questa mangiatoia, nonostante sia installata su una sottile barra d'acciaio ben piantata in terra, è accessibile anche a ratti e topi (forse dovrei "ungere" la barra, per far sì che i roditori scivolino quando si arrampicano?)... purtroppo i ratti, anche quest'anno, non hanno tardato a farsi vedere. A quel punto ho dovuto trovare un'alternativa che fosse valida sia per le cince (le quali in realtà possono appendersi e appigliarsi ovunque) ma soprattutto per i pettirossi, che non riescono ad aggrapparsi. Così ho acquistato anche un altro tipo di mangiatoia, sospesa e utile per esporre palle di grasso senza retina (c'è chi dice che tra l'altro la rete sia pericolosa per le zampette degli uccelli... io a dire il vero, in tanti anni, non ho mai notato alcun problema... ma tant'è), con un piattino nel quale speravo che si posassero i pettirossi.

Ecco il mio "parco mangiatoie" al completo! Piattino, mangiatoia sospesa e palla di grasso in retina.




Quest'anno ho preparato io stessa le "tortine" per gli uccelli: ho usato la ricetta che avevo già pubblicato anni fa, a partire da 1/4 di dose e omettendo la mela fresca (ne sono venute fuori 8 belle "polpette"). Al dunque, quando ho esposto la nuova mangiatoia con le mie palle casalinghe, ho purtroppo appurato che il piattino sottostante (utilissimo raccogli-briciole) non era abbastanza sporgente per permettere ai pettirossi di posarvisi in comodità. Così ho risolto fissando un rametto solido, con un pò di fil di ferro da recinzione, all'esterno della mangiatoia, abbastanza in basso perchè gli uccellini potessero scegliere se mangiare direttamente le palle o le bricioline nel piattino. A quel punto ho risolto tutti i problemi: anche i pettirossi hanno iniziato a frequentare la nuova mangiatoia, molto utile perchè tra l'altro in caso di pioggia fa sgrondare l'acqua (cosa che non accade alle altre) e il cibo esposto non deve essere rimpinguato quotidianamente.



Anche la cincia approfitta del rametto!

Ho continuato comunque a mettere nell'altra mangiatoia i pellet energetici per insettivori, perchè grazie al tanto cibo esposto ho capito che anche gli uccellini hanno i loro gusti, nonostante si adattino poi a quello che c'è... i pettirossi preferiscono in assoluto i pellet (che continuo ad esporre, ma in quantità molto ridotte affinchè durante la notte i topi non pasteggino con gli avanzi del giorno), le cince invece non fanno troppi complimenti e divorano felici sia le palle di grasso industriali che quelle casalinghe. Il pettirosso sembra apprezzare in particolare l'uvetta della mia palla di grasso artigianale! La ghiandaia, come detto, predilige la palla di grasso industriale. Quest'anno i grandi assenti sono i fringuelli... forse arriveranno quando il freddo sarà maggiore (per ora, solo un paio di giorni è stato davvero freddo), ma più che altro loro si nutrono sul terreno, forse approfittano delle briciole che cadono a terra? Ammetto però di non averne ancora visto uno... ma li aspetto fiduciosa, anche perchè sono i meno scattanti, senza dubbio i più facili da fotografare!




Per il resto ho fatto delle belle passeggiatine in giardino, spesso in compagnia di Paciocca, e ho potuto osservare diversi fenomeni a cui non avrei altrimenti dato importanza... mi sono accorta di piccole cose che mi hanno rivelato qualche segreto in più sulla natura viva che mi circonda. Ad esempio, quando sono andata alla ricerca apposita di bacche per fotografarle, mi sono accorta con dispiacere che nell'enorme giardino (quasi parco) dei miei genitori, pieno di ligustri, biancospini e piracanta, di bacche non c'era rimasto più nulla! Immagino che, considerando l'invasione di ratti a cui i miei sono sopravvissuti in novembre, i responsabili siano ancora una volta questi roditori... o almeno così penso, perchè gli uccellini ci sono sempre stati in quantità nel giardino dei miei (non così i ratti, questo è un fenomeno recente), eppure di solito, per Natale, riuscivo sempre a rintracciare tanti rametti carichi di bacche di piracanta e ligustri, per farne un centro tavola natalizio. Quest'anno: ciccia! Giusto un mio piccolo ligustro ha conservato le sue bacche, ma ho preferito lasciarle attaccate alla pianta!


Allo stesso modo mi sono incantata, in una delle poche giornate di sole, ad osservare i riflessi dello stagno in dicembre... mi aspettavo che il colore dello specchio d'acqua sarebbe stato tendente al grigio acciaio, o al massimo azzurro cielo. Invece... rossastro! Come le foglie che, cadute in acqua, stavano decomponendosi regalando questa strana sfumatura allo stagno. 
Questo dicembre, per un giorno, è perfino nevicato a Ferrara, ma non sufficientemente per uscire il giorno dopo e fotografare paesaggi imbiancati... è stata giusto una spruzzata, che ha reso gli uccellini ancora più industriosi! 
Ho provato pure a fare qualche scatto ad una bella luna piena, attorno alle 17.00 del pomeriggio, sul fare del crepuscolo... ma ancora devo imparare parecchie cose sulla fotografia, per riuscire ad immortalare la luna che sorge! In compenso, me la sono ammirata dal vivo... che è la cosa più importante, oltre le foto che troppo spesso ci sentiamo in dovere di fare, a testimonianza del momento che stiamo vivendo. Un ricordo peraltro resta meglio impresso nella nostra memoria, se riusciamo a dedicare a quell'attimo la nostra piena attenzione... senza smartphone o macchine fotografiche di mezzo, che ci distraggono dalla vita che intanto passa e va.




Vi saluto infine con qualche scatto "selvatico" della mia Paciocca in perlustrazione: come sempre le è piaciuto tanto accompagnarmi, spesso condurmi, nei giretti in giardino... adesso che non abitiamo più insieme e che solo con me può esplorare l'ambiente in compagnia (i miei non si prendono la briga di farlo), è probabilmente la cosa che più le piace fare con me... con buona pace mia e di tutti i gatti più casalingoni e coccoloni che invece preferiscono dormire sulle ginocchia del proprio umano.




Bene, cari amici, che altro dire? Vi saluto con affetto e vi auguro davvero di trascorrere delle festività serene, lo auguro a voi, ai vostri famigliari, ma anche ai vostri animali e perchè no... anche ai miei e vostri uccellini nei giardini e così a tutta la natura selvatica (topi e ratti compresi, suvvia)... perchè è proprio vero che "Non importa cosa trovi sotto l'albero, ma chi trovi intorno" (S. Littleword). E il nostro intorno, come a me ha dimostrato il mio avvento selvatico, si estende certamente anche a tutta la natura circostante! Augurissimi a tutti!

giovedì 25 agosto 2016

Tutti pazzi per le upupe!

In questa lunga e felice estate, tra i vari momenti speciali che ho vissuto, ricorderò sempre un incontro inaspettato e prezioso, uno di quegli avvenimenti che mi entusiasmano e mi emozionano con semplicità... a metà giugno scorso infatti, per una decina di giorni, una coppia di upupe ha fatto visita al nostro giardino. L'upupa è un uccello inconfondibile e meraviglioso, con un volo "a farfalla" e un'elegante cresta che si alza ad ogni atterraggio... nella mia campagna ferrarese sapevo della presenza delle upupe, ma mai ero riuscita a vederle così da vicino e così a lungo: la coppia ha deciso proprio di venire a rifocillarsi nel giardino dei miei genitori e in particolare sotto la finestra della cucina. Vedere questa coppietta al tramonto, volare e planare per più di un'ora tra il campo di grano dorato, l'erba verde del giardino e il cielo sfumato, è stato qualcosa di unico.


L'upupa si nutre a terra, prevalentemente di insetti e larve sotterranee: infila il suo lungo becco nel terreno per sondarlo, finchè non trova un malcapitato "bocconcino". Le due upupe del mio giardino hanno fatto un vero e proprio banchetto con le forme giovanili delle cicale, ancora sottoterra, e ho potuto osservare chiaramente le upupe, dopo essersi rifocillate, alzarsi in volo con l'insetto nel becco per portarlo evidentemente al loro nido. Dopo qualche giorno una delle due upupe non si è più vista, mentre l'altra ha aumentato sensibilmente le sue incursioni nel nostro giardino (dal mattino a sera era sempre da queste parti, alla ricerca di cibo) e non faceva altro che planare, catturare cicale (tenendole nel becco, senza mangiarle) e ripartire in volo verso la stessa direzione. Siti e manuali di ornitologia confermano che, al momento della schiusa delle uova, la madre resta sempre nel nido e sta all'upupa maschio il compito di sfamare tutta la famiglia. Bravo papà!


L'upupa emette il tipico suono "hup-up-up" da cui deriva il suo nome, oppure in caso di pericolo un verso sgradevole e gracchiante, facilmente confondibile con il verso delle cornacchie. Penso proprio di averlo sentito! Dopo una decina di giorni gli avvistamenti delle upupe sono scemati sempre più, fino a scomparire di nuovo nella regolare "invisibilità" che le contraddistingue. Sappiate che, in 25 anni che abito da queste parti, quest'anno è stato il primo in cui mi sia capitato il privilegio di osservare per giorni le upupe, nelle loro abitudini quotidiane... è stato davvero bello e, anche se le foto che sono riuscita a fare non rendono giustizia a questo meraviglioso uccello, è stato un incontro speciale.


Il profilo crestato e il piumaggio tipico dell'upupa l'hanno resa un uccello celebre in tutte le culture, protagonista di miti, racconti e leggende. In Italia, dal 1971, è diventata il simbolo famoso e inconfondibile della LIPU. Ed è proprio la LIPU a consigliare di impiegare l'estate come periodo strategico per il birdwatching, in vacanza come a casa propria, perchè in questa stagione gli uccelli sono impegnati nella loro routine più intensa dell'anno: il periodo riproduttivo e di accudimento del nido. E nel vademecum del birdwatching estivo, si legge proprio che è l'occasione per "osservare specie rare. Gli uccelli migratori come il gruccione o la bellissima upupa (simbolo della Lipu) sono specie che non vivono in Italia tutto l'anno, ma sono qui da noi solo di passaggio o per nidificare".


E mentre quest'estate è ormai giunta alle sue ultime settimane, ricorderò sempre con piacere e gratitudine come è iniziata: con una coppia di upupe affiatate e indaffarate, al tramonto nel mio giardino. L'upupa è monogama solo per una stagione e, terminato il periodo riproduttivo, in autunno migra verso regioni più calde, tornando a cercare un nuovo partner solo nell'anno successivo... chissà se la "mia" coppietta si è già salutata, apprestandosi a migrare, o se stanno ancora svolazzando insieme, da qualche parte oltre gli alberi del mio giardino!
Cogli l'occasione di osservare specie rare. Gli uccelli migratori come il gruccione o la bellissima upupa (simbolo della Lipu) sono specie che non vivono in Italia tutto l'anno, ma sono qui da noi solo di passaggio o per nidificare. - See more at: http://www.lipu.it/articoli-natura/8-oasi-e-centri-di-recupero/428-fare-birdwatching-in-estate#sthash.YHPIj7XE.dpuf
Cogli l'occasione di osservare specie rare. Gli uccelli migratori come il gruccione o la bellissima upupa (simbolo della Lipu) sono specie che non vivono in Italia tutto l'anno, ma sono qui da noi solo di passaggio o per nidificare. - See more at: http://www.lipu.it/articoli-natura/8-oasi-e-centri-di-recupero/428-fare-birdwatching-in-estate#sthash.YHPIj7XE.dpuf
Cogli l'occasione di osservare specie rare. Gli uccelli migratori come il gruccione o la bellissima upupa (simbolo della Lipu) sono specie che non vivono in Italia tutto l'anno, ma sono qui da noi solo di passaggio o per nidificare. - See more at: http://www.lipu.it/articoli-natura/8-oasi-e-centri-di-recupero/428-fare-birdwatching-in-estate#sthash.YHPIj7XE.dpuf
Cogli l'occasione di osservare specie rare. Gli uccelli migratori come il gruccione o la bellissima upupa (simbolo della Lipu) sono specie che non vivono in Italia tutto l'anno, ma sono qui da noi solo di passaggio o per nidificare. - See more at: http://www.lipu.it/articoli-natura/8-oasi-e-centri-di-recupero/428-fare-birdwatching-in-estate#sthash.YHPIj7XE.dpuf