Visualizzazione post con etichetta Attività con il gatto. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Attività con il gatto. Mostra tutti i post

domenica 14 giugno 2020

Primi incontri tra neonati e gatti!

Cari amici, torno sul tema dello scorso post, ma in maniera molto meno impegnata! Ecco a voi un video davvero tenero ed emozionante che dimostra quanto i nostri amati gatti siano sensibili all'arrivo di un bimbo in famiglia.  Guardate che tenerezza! Io mi sono davvero commossa nel vedere la delicatezza e la premura con cui questi gatti si approcciano ai cuccioli umani!



Ammetto che mi sarebbe piaciuto molto se Paciocca avesse reagito così all'arrivo di Stefano...
Come sempre, però, va tenuto presente che ogni gatto reagisce a modo suo e anche in base alle abitudini consolidate nella sua famiglia: è ben integrato nel nucleo famigliare oppure viene coinvolto solo saltuariamente nella routine di casa? Considerato il fatto che Paciocca non abita più con me da quando mi sono sposata (cosa che non ha mai digerito fino in fondo) e che, quindi, non ha occasione di stare continuamente a contatto con la mia nuova famiglia, la sua reazione è assolutamente comprensibile. Se poi penso al suo carattere discreto e un pochino timido... forse non potevo poi aspettarmi qualcosa di molto diverso!
Colgo l'occasione per ringraziare tutti voi per l'interessamento che le avete riservato, anzi posso dirvi che per fortuna la sua alopecia sembra andare meglio.
Vedremo anche se, con il passare dei mesi, la mia micia avrà modo di interagire di più con il mio bimbo... e viceversa! Tutto sempre nel rispetto delle esigenze e del benessere di entrambi. Vi terrò aggiornati!

venerdì 6 dicembre 2019

Un labirinto natalizio per il tuo gatto!

Dopo un post "impegnato" e riflessivo sul Natale, quest'oggi vi propongo invece qualcosa di più scanzonato ma sempre in tema... sono andata a scovare un curioso video che vi mostra il micio Pusic alle prese con un bellissimo labirinto natalizio! Un'alternativa all'albero di Natale, che magari darà anche modo di giocare o nascondersi in libertà al vostro gatto...


Certo, dovete comunque mettere in conto che il felide giocherà con le palline anche di questo "palazzo di Natale"! Comunque complimenti all'autore di questo maxi-gioco per gatti (è lo stesso del labirinto di bottiglie d'acqua) che si è dato tanto da fare per allietare il periodo natalizio anche per il suo amico peloso!
Io di solito evito di "antropizzare" gli animali rendendoli partecipi di tradizioni prettamente umane (come ad esempio fare regali natalizi ai gatti, oppure "vestirli a festa" con accessori ad hoc, tipo un collarino rosso...) ma in questo caso è bello essere riusciti a coinvolgere il micio in qualcosa di speciale ma al contempo rispettoso della sua natura: la voglia di esplorare, di nascondersi e di entrare nelle scatole!
E voi, preparate qualcosa di particolare per i vostri animali durante le feste?
Fatemi sapere e intanto buon weekend a tutti!

martedì 15 ottobre 2019

La teoria popolare delle bottiglie d'acqua per allontanare i gatti

Popolarmente si dice che i gatti (e pure i cani) sarebbero spaventati o comunque disturbati dalla presenza di bottiglie piene d'acqua esposte lungo i muri, sui davanzali delle finestre o nei giardini e orti: questo semplice rimedio dovrebbe impedire al nostro felino (o canide) di fare i suoi bisogni nelle zone suddette. E così non è infrequente notare, anche nelle città, bottiglie d'acqua in fila esposte fuori dalle saracinesche degli esercizi commerciali, nelle nicchie dei muri, o vicino a vasi e fioriere. Allo stesso modo, in campagna, si possono avvistare le bottiglie negli orti, o vicino ad aiuole fiorite che si vorrebbero proteggere dal gatto di casa, quando alla ricerca di una lettiera all'aperto. 
Le spiegazioni, come in ogni buona credenza popolare, sono le più pittoresche: il gatto sarebbe disturbato dalla luce del sole riflessa nell'acqua, o addirittura dal proprio stesso riflesso che lo farebbe sentire "osservato" e quindi lo farebbe sentire a disagio... quanto ai cani non è dato sapere il tipo di disturbo arrecato, ma di certo una fila di bottiglie impedisce fisicamente di urinare direttamente contro il muro, questo va detto!

Immagine di Ravitave, tratta da Wikipedia.

Vi posso raccontare che un'estate avevamo deciso di impedire alla nostra gatta di saltare su una specifica finestra a piano terra (avevamo appena sostituito la zanzariera e non volevamo "sorprese"), per cui abbiamo avuto la geniale idea di occupare il davanzale esterno (uno dei suoi posti preferiti) con una bella fila di bottiglie. Anche in questo caso devo confessare che l'idea ha avuto successo... certo, ma solo perchè per la mia gatta non c'era più lo spazio fisico dove saltare e appollaiarsi! La felina non ha infatti avuto problemi a posizionarsi sulla parte fissa dello stesso finestrone, proprio accanto alla parte mobile e "zanzarierata" dell'infisso: esattamente accanto alle minacciose bottiglie d'acqua.
Quindi insomma, si tratta in larga parte di una credenza popolare che non ha fondamenti scientifici... ammessa eventualmente anche una vaga diffidenza dell'animale alla prima comparsa delle bottiglie, questa si dissolverà ben presto in una ferma indifferenza in pochi giorni...  e il nostro gatto continuerà a comportarsi esattamente come prima. 
A ulteriore riprova di quanto sia campata in aria questa sorta di "teoria", vi mostro un video che unisce utile e dilettevole: per tutti coloro che avessero voglia o necessità di arricchire la routine del loro micio, ecco un'idea magnifica per stuzzicare il suo bisogno di esplorare l'ambiente... costruire un labirinto con bottiglie piene d'acqua! 


A parte che questo micio bianco e nero è strepitoso, l'ho davvero trovata un'ottima "invenzione" riciclosa che può aiutare il gatto (soprattutto d'appartamento, che non ha la possibilità di uscire e sfogare in natura i suoi istinti) ad annoiarsi meno e tenersi attivo! E... come avete visto, direi che tra gatti e bottiglie d'acqua non c'è poi tutta questa diffidenza! 
Voi che ne pensate? Avete esperienze in merito da raccontarmi? Vi aspetto nei commenti!

lunedì 23 settembre 2019

Il vivere, tra il distaccato e il "promiscuo", con i gatti

Oggi un post forse un po' "scomodo", che sicuramente non mancherà di accendere in voi una ben precisa opinione. Recentemente, per varie ragioni, mi è capitato di riflettere sulle abitudini di vita e di condivisione della casa che si instaurano con il proprio gatto (o i propri animali, più in generale). C'è chi il micio lo fa dormire accanto a sè sotto le lenzuola tutte le notti, chi non fa una piega nel vederlo saltare sul top della cucina, sul tavolo o sui vari pensili, chi invece addirittura gli sbarra stanze della casa "vietate" e gli riserva eventualmente solo le zone "di servizio" (ingressi, magazzini, sgomberi) della propria abitazione. Ora, dove sta la giusta condotta? A mio parere prima di tutto si tratta di capire se il gatto è davvero considerato parte integrante della famiglia, oppure se è un "membro minore" che non può accedere alla sfera (ambientale e affettiva) più intima del nucleo famigliare, ma oltre a questo non basta: servirebbe sempre quella certa dose di buon senso che aiuti a mediare tra necessità igieniche e necessità sentimentali.


Il gatto da cortile "cattura topi"
Questa situazione è oggi sempre meno diffusa, ancora esistente soprattutto nelle campagne e nelle famiglie "di una certa età" con una mentalità antiquata: il felino domestico, adottato con l'intenzione primaria di avere un "cattura topi", viene tenuto solo all'esterno dell'abitazione, nel cortile. Qui gli si può organizzare un giaciglio e un riparo più o meno solido: eventualmente lo si fa entrare in un capanno per gli attrezzi o in un magazzino, oppure gli si prepara una cuccia sotto un portico o una tettoia. Non si tratta necessariamente di una relazione anaffettiva nei confronti del gatto, che pure viene coccolato (in cortile) e nutrito, eppure è la situazione in cui l'animale non fa davvero parte della famiglia - non più di quanto lo farebbero le galline del pollaio, che altrettanto vengono nutrite e messe al riparo durante la notte. 
Si tratta ancora di una visione estremamente "strumentale" dell'animale, al pari di un cane da caccia addestrato unicamente per questo, che spesso trascorre la sua settimana in un box e trova la libertà e la condivisione del tempo con il proprio "padrone" solo nelle infauste battute di caccia del weekend. Che si può dire di questo tipo di rapporto con i propri animali? A mio avviso ci troviamo al limite estremo inferiore per disponibilità affettiva e vero interesse a sviluppare una relazione nei loro confronti. Per fortuna, sono casi sempre meno diffusi, ormai reperti di una mentalità di cent'anni fa.




Il gatto si ferma qui, perchè "sporca"
Siamo ad una piccola evoluzione della situazione precedente: il micio viene adottato con le migliori intenzioni, con l'idea di fornirgli cure, nutrimento e coccole, eppure non viene ammesso a pieno titolo nella vita della famiglia. La questione parte essenzialmente come un problema di "igiene ambientale": si crede - ancora un pregiudizio vecchio di cent'anni - che il gatto sia "sporco" e quindi che non gli si debba concedere pieno accesso a tutta la casa. Gli vengono riservate alcune stanze "di servizio", come ad esempio un ingresso secondario o uno sgombero, il magazzino, una lavanderia... anche in questo caso spesso si tratta di famiglie "vecchio stampo", che risiedono in case di campagna dotate di tante stanze e di tanti ambienti "di lavoro" nella propria abitazione. 
Ma in questo modo la zona più "viva" dell'abitazione, come la cucina e il soggiorno, dove si consumano e avvengono normalmente tutti i momenti più importanti della routine pratica e affettiva famigliare, non viene mai aperta al gatto, che ne resta escluso. L'esilio ambientale comporta di conseguenza anche un esilio sentimentale e relazionale, per cui il micio non può partecipare a quei momenti nella giornata in cui potrebbe dare un proprio apporto fondamentale, andando a costruire con gli umani della famiglia una relazione ben approfondita e sfaccettata. Ad esempio è un gatto che non si accoccolerà mai sul divano per guardare la tv o leggere un libro in compagnia della sua famiglia, nè salirà mai sulla sedia della cucina durante la cena o il pranzo, per seguire - a suo modo - le chiacchiere degli umani. 
La tristezza più grande è data dal fatto che in realtà questa situazione è frutto di un pregiudizio totalmente campato in aria: come se tenere il gatto fuori casa garantisse un'igiene e una salute migliori per i famigliari. Non sono nuovi gli studi che, invece, hanno dimostrato come la presenza di animali nella propria abitazione riesca a stimolare positivamente il sistema immunitario (soprattutto dei bambini), rafforzandolo. Certo, serve buon senso.




Il gatto uno di noi, ma diverso da noi
Questa linea di condotta è quella che fondamentalmente mi appartiene, quella che metto in pratica e, lungi dal dichiarare di avere la verità in tasca, credo sia piuttosto equilibrata tra le necessità igienico-sanitarie e la volontà di instaurare con il proprio animale un rapporto profondo e il più possibile completo, ben integrato nella vita famigliare.
In questo caso, al gatto viene concessa piena libertà di circolare nell'abitazione, nessuna porta gli viene sbarrata nè alcuna stanza vietata, eppure fin dai primi giorni dell'adozione vengono fissati alcuni limiti fondamentali per una convivenza "igienica". Ad esempio, anche se le porte delle camere da letto sono aperte e l'ambiente è sempre accessibile al micio, il letto è off-limits: il gatto non dorme sotto le lenzuola, nè sulle coperte. Allo stesso modo, in cucina il micio può comodamente sedersi e appallottolarsi sulle sedie, ma il tavolo, il top della cucina (peraltro pericolosissimo a causa del piano cottura) e i pensili non devono essere "territorio accessibile" al gatto. 
In questo caso il micio è parte integrante della famiglia, ha l'occasione di partecipare ad ogni momento "conviviale" o meno dei componenti del gruppo e ha la possibilità di accedere interamente a tutta la casa che diventa pienamente anche sua, sapendo però di avere alcuni precisi limiti.
Qual è il trucco? I trucchi sono due:
- Avere l'occasione di adottare un gattino di pochi mesi, per potergli insegnare fin da piccolo queste abitudini di vita (con un gatto adulto, già abituato diversamente, è un'impresa molto più difficile e non sempre producente... e non si può neppure biasimare troppo il micio, qualora continuasse a ripetere atteggiamenti non graditi che però aveva già interiorizzato nella sua "vita precedente");
- MA SOPRATTUTTO: fornirgli sempre le alternative più che adeguate. Non volete che il vostro micio salga sul letto? La soluzione non è sbarrargli la porta della camera da letto (questo equivale per lui ad una sfida ancora più stuzzicante), bensì fornirgli nella stessa stanza un giaciglio altrettanto appetibile (no, di solito non basta un tappeto per terra...), come ad esempio un cesto imbottito, una poltrona "sacrificabile", una nicchia con un pile tutto per lui. Questo vale un po' per tutte le zone della casa: la libertà di andare ovunque, il limite di avere spazi per noi e spazi per lui, condivisi nella stessa stanza. Questo di solito funziona sempre. 

Paciocca sul divano di casa mia
I gatti sono animali estremamente intelligenti e sensibili, in grado di cogliere sottigliezze sorprendenti. Per cui anche i limiti che per me sono fondamentali per una corretta igiene in cucina, su cui non sono disposta a transigere in nome di nessun buon rapporto con il mio gatto, vanno insegnati con buon senso. La mia gatta è abituata al divieto assoluto di salire sui ripiani dei mobili e delle librerie, ma soprattutto sul tavolo e sul top della cucina. Eppure, nel tempo, le è stato invece concesso di salire sulle due scrivanie di mio padre, accovacciandosi volentieri su pile di quotidiani da leggere o documenti vari. Altrettanto le viene sporadicamente concesso di salire sul tavolo del soggiorno (dove talvolta mangiamo) quando c'è forte temporale: è estremamente spavantata e si sente al sicuro solo lì. Lei sa bene che in altre condizioni non le sarebbe concesso, noi sappiamo altrettanto bene che è un'eccezione derivante dalla sua paura. Per cui noi tolleriamo e passato il temporale puliamo il tavolo, e con il bel tempo la nostro micia non si è mai sognata di salirci per capriccio. Come dicevo: buon senso... da parte di uomini e gatti. 
Spendo ancora una parola su questo "regime" vigente in casa mia: mi rendo conto che probabilmente l'equilibrio che siamo riusciti a trovare con la nostra gatta Paciocca deriva anche dalla sua possibilità di uscire in giardino e di sfogare tutta la sua voglia di esplorare, arrampicarsi, farsi le unghie e cacciare nell'ambiente esterno. Un'altra cosa su cui, ad esempio, non sono mai dovuta intervenire, è stato il farsi le unghie sui divani o sui mobili di casa: mai successo, forse perchè è la mia gatta per prima che trova più confortevole grattare la corteccia degli alberi che ha a disposizione. Allo stesso modo, dal momento che Paciocca può arrampicarsi su querce enormi, pioppi e ginkgo biloba, non credo che possa mai trovare una libreria particolarmente accattivante, una volta rientrata in casa. 
Capisco che la cosa possa cambiare nel caso di gatti "unicamente di appartamento", per cui anche in questo caso dovrebbero raddoppiare gli sforzi per fornirgli un arredamento "a sua misura", in modo da rendere ragionevole un eventuale divieto nei confronti di uno specifico tavolo, un tale complemento d'arredo, ecc...

Paciocca si stira soddisfatta sulla scrivania di mio padre

Il vivere "promiscuo" con il proprio gatto
Arriviamo a quello che identifico con l'altro limite estremo: il gatto ha pieno accesso a tutta la casa, condivide con noi tutti i momenti importanti della nostra routine famigliare, ma non incontra neppure un divieto. Per cui il micio dorme sotto le coperte con i propri famigliari, può tranquillamente saltare e accedere ad ogni piano e arredo disponibile, compresa la cucina. Ho assistito di persona a gatti che stavano tranquillamente appollaiati sul top della cucina o sul tavolo da pranzo, mentre il resto della famiglia preparava da mangiare a poche spanne di distanza o apparecchiava senza troppi problemi, oppure persone che prendevano the e biscotti con il micio adagiato sulla tovaglia vicino alla zuccheriera. Generalmente questo atteggiamento si riscontra soprattutto nelle famiglie che adottano un gatto e lo possono tenere solamente in appartamento. In parte diventa una necessità concedergli la totale libertà, soprattutto nel caso di famiglie lavoratrici (come ormai quasi tutte) che trascorrono buona parte della giornata fuori casa e quindi non possono davvero "controllare" le azioni del gatto, che con buona pace diventa il padrone solitario e incontrastato dell'abitazione per tante ore... in parte, secondo me, ci si "nasconde" dietro alla scusa che "tanto il gatto non esce, è pulito". Da "è sporco" a "è pulito": da un estremo all'altro. 
Un gatto non è nè sporco, nè pulito: è un gatto.
Ora, comunque voi la pensiate, anche se è certo che un animale che può cacciare topi, lucertole e uccellini verrà a contatto con tanti più batteri, parassiti e microrganismi, è altrettanto certo che anche i gatti di appartamento defechino e - dato che non hanno altro modo - si puliscano con la stessa lingua con cui si puliscono il resto del mantello e delle zampe. Per cui quando io vedo un gatto d'appartamento traquillamente seduto sul tavolo dove poco dopo si mangerà, o un micio che cammina placidamente sul top della cucina e si "snuma" sul rotolo di carta assorbente, sapendo che prima ha camminato per terra dove io stessa ho camminato con le mie scarpe fatte di mondo, mi dispiace ma non riesco ad approvarlo. 
Per carità: sono convinta che non sia mai morto nessuno, nè probabilmente nessuno morirà mai, facendo dormire il gatto sotto le proprie lenzuola (e credo anche che sia una sensazione molto bella!) o facendo camminare il micio sulla propria cucina... però trovo anche che sia un eccesso di "promiscuità" che non va assolutamente ad aggiungere niente all'intimità e alla solidità relazionale con il proprio gatto.  



E voi come vi comportate? Siete riusciti a instaurare con il vostro gatto una serena convivenza, oppure ancora dovete battagliare per insegnargli determinate abitudini? E ancora: rinuncereste mai a dormire con il vostro micio in nome dell'igiene, oppure credete che non debba esserci limite alla condivisione fisica e affettiva con il vostro animale? Spero che questo post, nel quale mi sono apertamente schierata a favore di una specifica posizione, possa essere occasione di confronto e riflessione. Raccontatemi tutto!

venerdì 12 aprile 2019

L'odiato trasportino e qualche consiglio per stressare meno il nostro micio!

Oggi parliamo di un argomento che desterà sentimenti senz'altro spiacevoli: in voi, ma soprattutto (se potessero leggere) nei vostri gatti! Parliamo del "trasportino", una parola quasi simpatica che indica una gabbia da trasporto per il nostro amato felide, il più delle volte con destinazione veterinario. Entrare nel trasportino è quasi sempre un trauma per i nostri mici, per una serie di ragioni.
In generale, i gatti odiano profondamente non avere il controllo della situazione, per cui l'essere rinchiusi in uno spazio limitato, come quello del trasportino, li getta in uno stato di grave inquietudine. Se aggiugiamo che poco dopo vengono prelevati dal loro rassicurante contesto casalingo per essere caricati su un'automobile (un "mostro metallico" ai loro occhi) e portati in territori sconosciuti, la frittata è fatta: credo che agli occhi di un gatto non esista inferno peggiore.
Inoltre, se i vostri non sono abitualmente "gatti viaggiatori", il trasportino verrà utilizzato sempre e solo per la visita dal veterinario. Quando va bene, si tratta di un controllo di routine comunque molto sgradito al nostro micio. Quando va male, cioè quando il gatto è malato ed è quindi assolutamente necessario sottoporlo a una visita, si va ad agire su un animale già in condizioni critiche che vivrà l'evento in maniera ancora più traumatica.

Un'immagine tratta dal video "Box Clever", di Simon's Cat (che vi consiglio di vedere!)

Se tutti i gatti che ho avuto modo di osservare piangono e si lamentano quando sono nel trasportino, per la mia gatta Paciocca si tratta di una vera e propria pena capitale, un momento di profonda crisi e disperazione. Per me è tragico pensare di infilarla nell'odiato contenitore per portarla dal veterinario; mi faccio forza pensando che è l'unico modo sicuro di trasportarla fino a destinazione. Eppure Paciocca diventa intrattabile e disperata: fa vocalizzi e grida quasi umane, non so se per impietosirci o per profonda angoscia. E il punto è che non smette, continua dal momento in cui si rende conto di essere stata rinchiusa, fino a quando non apriamo la maledetta gabbietta dal veterinario: questo significa che anche in sala d'attesa la mia gatta continua a disperarsi, rendendo partecipi noi e tutte le altre creature nel giro di qualche decina di metri, del suo stato angosciato. 
Paradossalmente, quando viene visitata dalla veterinaria sembra essere più calma: certo, è impietrita e diffidente, ma non miagola più. Talvolta si mette ad esplorare perfino lo studio veterinario, con cautela ma piena padronanza di sè. Ma quando ci tocca rimetterla nel trasportino e salutare la veterinaria, ricomincia a miagolare senza darsi pace, fino quasi a perdere la voce... finchè non rientriamo a casa, quando il tormento finalmente termina. 

"Sono una gatta abituata ai grandi spazi, io... non rinchiudetemi nel trasportino!"

Anche la veterinaria ha osservato quanto la reazione di Paciocca sia molto marcata, rispetto ad altri gatti... e io sono arrivata a supporre che possa soffrire di una sorta di "claustrofobia" da trasportino. Purtroppo non so come aiutarla, ho perfino pensato di acquistare un trasportino per cani di grande taglia (tipo pastore tedesco!) in modo che la mia gatta non si sentisse troppo "costretta"... ma non so se effettivamente questo potrebbe aiutarla, o darle lo spazio di agitarsi ancora di più.
Esistono comunque alcune azioni per mitigare, almeno un po', l'ansia da trasportino:
  • Per qualche giorno prima del suo effettivo utilizzo, lasciarlo pulito e aperto (senza porticina) nell’ambiente abitualmente frequentato dal gatto… almeno per le prime volte, il micio potrà avvicinarsi incuriosito all'oggetto, esplorandolo a suo piacimento. Potrà perfino pensare di andarci a dormire. Questo dovrebbe renderne meno traumatico l'utilizzo, perchè a quel punto si tratterà di un "contenitore" con cui il micio ha già familiarizzato. Certo, diverso è farlo alla decima volta, quando il micio ha già mangiato la foglia e a quel punto vedrà la comparsa dell'oggetto solo come un cupo presagio. 
  • Coprire con un panno ben largo e coprente il trasportino con già rinchiuso il gatto, per tutta la durata del viaggio e anche in sala d'attesa dal veterinario. Purtroppo non possiamo evitare al nostro felino di avvertire odori e rumori estranei, ma almeno non potrà vedere tutto quello che lo circonda... e questo potrebbe evitargli il panico dall'osservare effettivamente a pochi metri da lui altri animali, veicoli o ambienti affollati.
  • Un'idea che tanto male non fa (al massimo serve a poco) è spruzzare nel trasportino (ma anche in auto) un po' di feromoni tranquillizzanti. Purtroppo non c'è certezza che facciano miracoli, ci sono gatti sensibili a questi prodotti di sintesi e gatti che invece ne sono completamente indifferenti... diciamo che non c'è nulla da perdere, nel provare anche questo "trucchetto"!
Se avete necessità di abituare il vostro gatto a viaggi più o meno lunghi e frequenti (dunque non stiamo più parlando delle occasionali visite dal veterinario, che diventeranno semplicemente "un male necessario" un paio di volte all'anno) potreste prendere in considerazione anche altre "buone pratiche" (da aggiungere alle precedenti): 
  • Abituarlo a piccoli e brevi viaggi innocui (e privi di vera destinazione): caricare il micio nel trasportino per 5-10 minuti di tragitto in auto, per poi rincasare e liberarlo. Forse sulle prime lo odierà, ma via via che si abituerà a questo tran tran, passando le settimane, lo considererà sempre meno pauroso... e piano piano potrà abituarsi anche a trasferimenti più lunghi, perfino a traslochi e cambi di residenza vacanzieri.
  • Avere cura di collocare il trasportino in auto all'ombra, tenendo all'interno dell'auto una temperatura confortevole (nè troppo caldo, nè aria condizionata "a palla"), sapendo che il gatto potrebbe soffrire di mal d'auto proprio come noi esseri umani. A tal proposito sarebbe importante evitare di rimpinzarlo proprio prima della partenza.
Certo, ogni gatto è un "mondo a parte" e io stessa ho conosciuto gatti abituati fin da piccolissimi ad essere trasportati in auto, perfino senza trasportino... ricordo ad esempio la micia persiana di una mia amica delle scuole elementari. La felide in questione accompagnava a scuola tutte le mattine la mia compagna (e suo padre che guidava l'auto): si accoccolava sulla cappelliera, lisciandosi il pelo per tutta la durata del viaggio, e si godeva la vista dal lunotto posteriore! Certo, al di là della simpatia della scena, va detto comunque che lasciare un gatto libero nell'abitacolo è un grave rischio per la sicurezza in automobile: la nostra e quella dell'animale che stiamo trasportando. Per cui "l'odiato trasportino", ahinoi, deve sempre essere usato, con buona pace del nostro micio!
E voi che esperienze mi raccontate in merito? I vostri gatti tollerano i viaggi nella loro "gabbietta", oppure come la mia ne sono profondamente angosciati? Raccontatemelo nei commenti!

venerdì 2 febbraio 2018

Costruiamo un "Cat Puzzle", per movimentare la routine del nostro micio!

Vita da gatti di casa: tante coccole, ancor più croccantini, pulizie del mantello certosine e beati sonnellini in ogni dove, più volte al giorno, ripetutamente. Cosa manca a questa perfetta routine quotidiana? Sinceramente: un po' di moto e qualche evento che stuzzichi la felina curiosità! Nello scorso post ho avuto modo di parlare del "rischio noia" per i mici d'appartamento che vivono da soli, ma in generale tutti i gatti domestici - specie se sacrosantemente sterilizzati - rischiano di impigrirsi e di ingrassarsi, se non possono sfogare la loro energia all'aperto e se non si impegnano in attività esplorative/ludiche/venatorie, almeno in qualche momento della giornata. Anche per questo nei negozi specializzati si trovano tutta una serie di ninnoli e costruzioni "di svago" felino: tiragraffi, palestre per gatti, piste per palline scorrevoli, ecc. 
Ma volete mettere la soddisfazione di costruire con le vostre mani un bel gioco per il vostro micio, anche per spezzare la sua monotona routine casalinga? A tal proposito, youtube è pieno di tutorial davvero originali, capaci di conquistare ogni gatto e gattofilo!
Il primo tutorial che vi propongo è questa "scatola-puzzle per gatti interattiva": con pochi materiali, una buona manualità e la voglia di creare qualcosa di intrigante per il vostro felino, ecco realizzata questa bella idea, che sicuramente sarà apprezzata dalla vostra tigre domestica:



Una seconda possibilità è costruire un "Cat puzzle"  dall'altisonante nome "Colosseo per gatti":  fatto interamente da tubi di carta igienica esaurita, va a sollecitare non solo la curiosità felina degli spazi ristretti, ma anche la voglia di guadagnarsi una leccornia con una simpatica "caccia alla crocchetta". Ricordo che questo tipo di attività (il dover escogitare strategie per garantirsi il cibo quotidiano) è importantissima per gli animali in cattività e viene realizzata tramite "arricchimenti" predisposti dall'uomo in quei luoghi dove - per motivi validi o meno - devono restare animali selvatici o in via di re-inselvatichimento. Non è male calare questo approccio anche nel contesto casalingo dei nostri gatti d'appartamento, soprattutto se non hanno la possibilità di cacciare (topi, mosche o foglie che siano) su un terrazzo o in un giardino. Va considerato che i nostri felini domestici non sono abituati a dover cacciare per sopravvivere, quindi predisporgli percorsi o situazioni di "caccia alla crocchetta"  va fatto solo per una piccola porzione del suo cibo quotidiano: la quota più importante deve restare disponibile a richiesta, senza che il gatto debba sforzarsi per ottenerlo!


Che ne pensate, vi solleticano queste due possibilità per movimentare la routine del vostro amato felide domestico? Raccontatemi le vostre impressioni o esperienze, intanto vi aspetto anche su Truefelinegoodblog, con altre sette belle idee da costruire con i tubi di cartone, sempre per il vostro micio! Buon weekend a tutti, magari da sfruttare per preparare al vostro gatto una giocosa sorpresa con cui divertirsi!

martedì 9 gennaio 2018

Ogni gatto ne va matto: l'aspirapolvere, odio o amore?

Come si comportano i vostri felidi in presenza dell'aspirapolvere in funzione? Per quanto mi riguarda, di tutti i gatti che ho avuto, nessuno ha mai manifestato nè confidenza, nè il più minimo apprezzamento per questo molesto e rumoroso apparecchio domestico... al limite, raggiungevano una rassegnata abitudine al fastidio e arrivavano a comportarsi in maniera dignitosa ma decisa: "o me, o l'aggeggio". Infatti Paciocca, non appena ci vede armeggiare con l'aspirapolvere nelle sue vicinanze (il che significa: sullo stesso piano della casa), se ne va altrove, costernata. Non bastasse il trambusto, va detto che spesso il malefico strumento va a colpire proprio laddove il gatto dorme: poltrone, divani, cuscini, tappeti... quindi per forza, i gatti non lo amano. 

Ecco Paciocca che se ne va, vagamente stizzita, all'arrivo dell'aspirapolvere
Eppure... eppure internet ha il potere di svelare clamorose eccezioni alla regola, così che Youtube è pieno di video esilaranti e sorprendenti di gatti domestici non solo abituatissimi all'aspirapolvere, ma perfino amanti dell'elettrodomestico! Che dire ad esempio di questo micio tigrato che, ben lungi dall'avere problemi di tolleranza verso spazzole e cardatori, si fa addirittura aspirare il mantello? Il rimedio definitivo e assoluto al pericolo "palle di pelo", dopo un simile trattamento! Per quanto mi riguarda, è un filmato quasi fantascientifico...



Ma non è tutto, perchè i gatti apprezzano la tecnologia, lo sappiamo. E così, dopo un primo, inevitabile e comprensibile sconcerto di fronte alle aspirapolveri di nuova generazione (quelli rotanti e automatici), hanno subito capito quanto avrebbero potuto beneficiare da questi piccoli "robot" domestici. Volete mettere lo spasso di farsi trasportare per casa da queste specie di "astronavi" striscianti, supervisionando al contempo le pulizie? Ai gatti non pare vero...



E i vostri mici come si comportano di fronte all'aspirapolvere, di vecchia o di nuova generazione? Aspetto i vostri commenti in proposito, intanto buona settimana a tutti voi!

domenica 1 maggio 2016

"Io e Billy" di Louise Booth

I gatti, lo sappiamo, con speciale sensibilità, sguardo penetrante e passo felpato sembrano avere accesso a più dimensioni della nostra realtà: si muovono senza difficoltà tra natura selvatica e mondo antropizzato, sono creature diurne e notturne, comprendono i nostri stati d'animo e in parte li influenzano, riescono a cogliere quelle misteriose increspature nel reale che a noi umani sfuggono. E quando siamo noi uomini, a chiuderci in una dimensione impenetrabile, da chi possiamo essere raggiunti se non da un gatto?
La storia (vera) di "Io e Billy" è proprio questa: un gatto che raggiunge e salva, in un certo senso, un essere umano che sarebbe altrimenti perduto nel suo proprio mondo, incomprensibile e invalicabile per gli altri uomini. Perchè Fraser, un bambino di tre anni, purtroppo vive proprio questo: è autistico e passa le sue giornate tra crisi d'ansia e scatti di rabbia, difficoltà relazionali anche con i suoi genitori, routine rigidamente fissate nel tentativo di rassicurarlo e di dare stabilità alla sua particolarissima visione del mondo. Louise e Chris, i genitori, cercano il più possibile di comprendere il suo autismo e le sue esigenze, senza riuscirci mai del tutto: Fraser, per quanto sia amato e protetto dai genitori, ad un certo punto resta sempre solo nel suo orizzonte. Finchè non arriva Billy, un micio trovatello bianco e grigio, che si rivela essere l'unica creatura in grado di comunicare davvero con Fraser, dandogli fiducia, affetto e istintiva comprensione. Fraser non è più solo.


"Io e Billy" è soprattutto la storia vera di una famiglia alle prese con un figlio autistico: le difficoltà, le speranze spesso infrante ma mai abbandonate, le piccole e inaspettate conquiste, la grande stanchezza ma anche la continua volontà di crescere il bambino nel migliore dei modi. E quando arriva Billy, il gatto si inserisce in quest'ordinaria lotta quotidiana, con l'eleganza e la spontaneità tipicamente feline: per il micio diventa naturale stare accanto a Fraser, poichè percepisce che il bambino ne ha bisogno. Tra Fraser e Billy nasce quindi un rapporto di amicizia e complicità in grado di dare al bimbo la sicurezza che gli manca, facendogli superare piccole (ma fondamentali) barriere che i genitori  erano mai riusciti a fargli scavalcare: Fraser inizia a fare le scale, accetta di essere lavato, comunica meglio, migliora la sua elasticità mentale rispetto alle novità. Un libro sull'autismo più che sui gatti, ma anche una storia che dimostra come gli animali possano realmente curare l'animo umano. Soprattutto quando questo è intrappolato in una dimensione inaccessibile al resto del mondo degli uomini. "Billy non ha fatto miracoli, ma ha aiutato nostro figlio a compiere piccoli passi: gli ha insegnato a mantenere la calma, lo ha incoraggiato a camminare, ad andare in bagno, a leggere. Piccoli passi che, sommati per me rappresentavano comunque un miracolo. Ai miei occhi Billy era il trovatello che aveva salvato il mio bambino ed ero assolutamente sicura che, senza di lui, non saremmo arrivati fin lì" (L. Booth, Io e Billy, p. 249).

venerdì 5 febbraio 2016

7 segnali per capire se il nostro gatto ci ama

Enigmatico e misterioso, ma anche dolce e coccolone: chi ama i gatti sa che ci sono alcuni comportamenti "speciali" che il nostro felino domestico riserva solo alle persone a cui vuole bene. E se di fronte agli estranei magari si dimostra sfuggente e disinteressato, con i membri della sua famiglia si lascia andare ad atteggiamenti molto particolari che significano semplicemente "ti voglio bene, mi fido di te e sono felice che tu sia qui!".
Arcaplanet ha realizzato una bellissima infografica che riassume i sette segnali "d'affetto" più comuni che il gatto ci lancia: dalle fusa ai leccotti, dal mostrare la pancia allo "strusciarsi" tra le nostre gambe. Vediamo insieme questi sette comportamenti che sono delle vere e proprie manifestazioni d'amore del nostro micio!


1. Fa le fusa e ci mordicchia: le fusa sono forse il modo più conosciuto con cui i gatti manifestano il loro affetto. E’ il loro modo per farci sapere che si sentono tranquilli e sicuri con noi. Stessa cosa vale se il vostro gatto vi mordicchia. Se notate, infatti, i gatti tra loro spesso si mordicchiano. E’ il loro modo di giocare e di essere socievoli. Badate bene, però, che il morso non sia troppo forte. In quel caso, infatti, è da intendere come un attacco, quindi forse qualcosa di male gli avete fatto!
2. Si struscia contro di noi: se il nostro micio ci viene continuamente in mezzo ai piedi non è perché vuole farci cadere come nelle migliori parodie sui social, ma è perché ci vuole stare vicino. In realtà è anche un modo per farci sapere che siamo di suo possesso. Infatti, lasciando il suo odore su di noi, gli altri gatti sanno che devono starci alla larga perché siamo di sua proprietà;
3. Ci sta vicino quando siamo malati: quando siamo a letto con la febbre è bello avere il nostro micio vicino che ci tiene compagnia e ci “conforta”. Bisogna ammettere, però, che il suo non è un comportamento totalmente disinteressato! Infatti, a lui piace dormire al calduccio e magari addormentarsi grazie alle nostre coccole, quindi quale occasione migliore per venire vicino a noi per qualche grattino, visto che siamo costretti a starcene a letto tutto il giorno?
 
4. Mostra la pancia: starsene con il ventre all’aria non è una cosa che un gatto fa a tutti. Vuol dire mostrare una parte vulnerabile del proprio corpo, quindi, quando questo accade, significa che si sente sufficientemente al sicuro da potersi lasciare andare;
5. Muove la punta della coda: come per gli altri animali, la coda è uno strumento per manifestare le proprie emozioni. Se il nostro micio tiene la tiene in alto e ne muove la punta vuol dire che ci trova particolarmente simpatici. Forse non è amore, ma affetto sì!
6. Ci viene a dormire in braccio e “fa la pasta”: Se siamo comodamente sdraiati sul divano e lui ci viene in braccio, è perché lo avverte come un posto sicuro e comodo dove rilassarsi. Se, poi, inizia a muovere le zampette come se stesse impastando la pizza, è perché sta mettendo in atto un comportamento che teneva da piccolo, quando con lo stesso movimento cercava di far uscire il latte dalle mammelle della mamma. Muovere le zampette in questo modo durante l’età adulta lo aiuta a rilassarsi, e questo è un bene se lo fa in nostra compagnia;
7. Ci fa il bagno: mamma gatto è solita leccare i suoi piccoli quando sono appena nati. Se il nostro micio fa lo stesso, è perché vuole prendersi cura di noi, così come la sua mamma faceva con lui.

Paciocca mi riserva quasi tutte queste attenzioni speciali, salvo il "farmi il bagno" e il dormire in braccio, due atteggiamenti che evidentemente non le piacciono. E voi, quanti di questi comportamenti osservate nel vostro gatto? Raccontatemi tutto!

giovedì 21 gennaio 2016

Gatti e cetrioli, quando la stupidità non fa ridere...

Recentemente Google mi ha proposto come "voce di ricerca" particolarmente cliccata e meritevole di interesse, il "perchè i gatti hanno paura dei cetrioli". Nella mia beata ingenuità, inizialmente credevo che fosse una paura-disgusto: pensavo di vedere gatti schifati che si allontanavano dall'ortaggio (come capita con gli agrumi), perchè magari per loro hanno un odore sgradevole. Grande è stata la mia sorpresa nel vedere decine e decine di video su youtube (in tutte le lingue...) dedicati all'edificante attività di porre cetrioli e zucchine dietro i gatti, mentre questi stanno mangiando tranquilli nelle loro ciotole, per poi riprendere i balzi spaventati e improvvisi che fanno i felini quando si accorgono dell'ortaggio. Risate e sghignazzi a non finire da parte delle persone che hanno architettato lo "scherzo": tutto molto divertente, no? 
Se non fosse che per il gatto non è affatto uno scherzo, soprattutto perchè messo in pratica in uno dei momenti e dei luoghi che per il nostro micio sono più "sacri" e identificati come zona rassicurante della casa: il posto delle ciotole, dove nutrirsi senza doversi preoccupare dei predatori. Il cetriolo, che ci fa tanto ridere, viene percepito dal gatto come una minaccia  per due motivi: 
1. La sua forma, il suo colore e la sua lucidità ricordano un serpente o comunque una creatura sconosciuta, che per il gatto potrebbe essere un predatore; 
2. Appare in modo completamente improvviso e senza fare rumore, in prossimità delle ciotole del cibo, mentre il gatto sta mangiando ed è "vulnerabile" e impreparato ad affrontare eventuali pericoli.
Pure se con le nostre risate di sottofondo, per il gatto l'apparizione del cetriolo corrisponde a un vero e proprio shock e non è per nulla divertente, nè salutare. Si sta stressando il proprio gatto in maniera completamente inutile e soprattutto dannosa, perchè gli si sta facendo sperimentare una minaccia in prossimità (e durante il momento) del pasto. Veramente una scelta infelice. Immaginate di essere sulla soglia del dormiveglia a letto, oppure felicemente a tavola mentre state gustandovi un bel piatto di maccheroni fumanti: se si palesasse all'improvviso un fenomeno imprevisto e non immediatamente riconoscibile, che effetto vi farebbe? 
Come ho già avuto modo di ripetere, il gatto è un animale abitudinario e territoriale, che fa della conoscenza del suo territorio uno dei punti cruciali del suo benessere psicofisico. Vorrei quindi sperare che, per tutte le geniali persone che hanno voluto fare questo "scherzo del cetriolo" al proprio gatto, almeno l'abbiano fatto una sola volta e non di più. Il gatto è una creatura estremamente sensibile, nel bene e nel male, e alla lunga restare shockati proprio nei momenti e nei luoghi dove si dovrebbe essere più rilassati e al sicuro, può generare nell'animale una situazione di insicurezza e stress psicologico. 

Fonte immagine: QUI
Anche gli esperti di etologia hanno decisamente condannato quest'ondata di "scherzi del cetriolo": "Questi video sono un vile incitamento a spaventare il proprio gatto, per poi permettere ad altre persone di ridicolizzarlo" (John Bradshaw, in quest'articolo di National Geographic).
Ma permettetemi anche una polemica più generale. Ciò che trovo ancora più grave del gesto in sè, è la sfrenata emulazione generata da questa nostra stupida società di internet-connessi: non appena appare un video "divertente" (o presunto tale), ecco un gran gregge di pecoroni che non vede l'ora di replicare l'impresa per poter mettere il proprio video on-line. Seriamente, al di là del malessere dei poveri gatti che vengono impiegati come "cavie" per video-esperimenti, questo tipo di conformismo umano è ancora peggio.
Volendo concludere, non è sbagliato giocare con il proprio gatto ed eventualmente fargli anche qualche scherzo, ma deve essere chiaro a entrambi che si sta giocando, insieme e in quel preciso momento: solo in questo modo il gatto dà un senso a ciò che sta accadendo, è padrone della situazione e sa di non star correndo alcun pericolo. Avete mai provato ad esempio a giocare "a nascondino" con il vostro micio? Funziona più o meno come tra bambini: ciascuno dei due si rincorre per le varie stanze della casa, alternando gli inseguimenti a momenti di stasi dove ci si nasconde dietro le porte (sia il gatto, sia noi), per poi saltare fuori in prossimità dell'altro con l'intento di coglierlo di sorpresa. Durante questi momenti di gioco, il gatto balza e salta in modo giocoso, stando all'erta per individuare i nostri movimenti, schivandoci e fuggendo via in modo chiaramente divertito. Questo è un modo corretto di divertirsi con il proprio gatto... e non a spese di esso.

martedì 5 maggio 2015

La frase del giorno: Stephen Baker

Per un gatto, di tutti i giochi nessuno è fatto meglio del proprio umano. E' un giocattolo che può essere usato in molti modi e le parti che lo compongono possono essere orientate in ogni direzione. Viene consegnato completamente assemblato e quando gli si salta addosso emette dei suoni.
Stephen Baker 


Un video spassosissimo che mostra come ai gatti piaccia tantissimo giocare con noi umani! E notate la deliziosa delicatezza delle zampine di questo micio, nel tentativo di acchiappare le dita del suo umano! Un'idea carina per realizzare, praticamente a costo zero, un gioco casalingo per intrattenere il vostro gatto in sicurezza. Ricordate che è sempre bene non incoraggiare troppo la lotta aperta tra i vostri arti e il micio, è un'attività poco "educativa" che potrebbe abituare il felino a prendersi troppe "libertà" a vostre spese, nella foga del gioco. Il gatto infatti, specie se incoraggiato a giocare direttamente con le vostre mani o i vostri piedi, potrebbe lasciarsi andare a graffi e morsi, dovuti all'eccitazione della lotta, ma a quel punto sgridarlo sarebbe ingiusto e fuorviante. Molto meglio giocare con lui usando nastri o cordicelle, palline, bastoncini, altri tipi di giochi... oppure come in questo caso, "mediare" la componente umana tramite altri oggetti, come può essere questo scatolone, oppure ancora guanti da cucina o simili... questo per evitare di far passare l'implicito messaggio, difficile poi da rimuovere nelle abitudini del vostro gatto, che i vostri arti siano giochi a sua disposizione. Anche se è proprio vero: per un gatto, nessun gioco è fatto meglio del proprio umano!

martedì 10 giugno 2014

Prendere in braccio il gatto: un gesto d'affetto su cui riflettere!

I gatti sono morbidi, pelosi, caldi e irresistibili:  non appena vediamo il nostro gatto, magari dopo una giornata trascorsa fuori casa, il nostro primo istinto è quello accarezzarlo e subito dopo di sollevarlo, per stringerlo a noi in un affettuoso abbraccio. Quanti di noi si ritrovano in questa abitudine? Certamente la maggior parte, io stessa amo moltissimo avere tra le braccia la mia soffice gatta! Ma avete mai pensato che questa dinamica - che per noi umani è un chiaro gesto per trasmettere il nostro affetto e la nostra contentezza di vederlo - possa avere un significato diverso per il nostro amato micio?


A illuminarmi a tal proposito è stata sempre la dott.ssa Sonia Campa, esperta consulente comportamentale specializzata in etologia felina. Abbracciare il gatto è un gesto spontaneo e molto comune per noi uomini, che naturalmente il nostro micio ha imparato a interpretare correttamente come un modo per manifestargli amicizia: non a caso, tanti gatti fanno fusa a volontà quando abbracciati dai propri umani. Tuttavia, se ben ci pensate, è molto comune che il vostro micio cambi reazione se provate ad abbracciarlo davanti ad estranei o in una situazione nella quale non si sente a suo agio: cercherà di divincolarsi il prima possibile e fuggirà lontano da voi. Questo perchè "l'abbraccio" è un nostro bisogno etologico per trasmettere affetto, mentre per il gatto è prima di ogni altra cosa una forma di "trattenimento" fisico! Ci avete mai pensato?

Fonte foto: QUI
I gatti - come la maggior parte dei quadrupedi - trovano la loro posizione ottimale quando hanno le quattro zampe ben piantate a terra: ogni situazione che li costringa ad avere meno equilibrio, li rende anche più vulnerabili. A maggior ragione figuriamoci quando si ritrovano a zampe all'aria, tra le braccia di un essere umano! Ecco perchè spesso i gatti più diffidenti, che hanno subìto maltrattamenti o hanno un passato particolarmente "selvatico", anche se potranno abituarsi alla vita casalinga, difficilmente riusciranno ad accettare l'abbraccio: continuerà sempre ad essere percepito come una situazione nella quale l'animale non ha più il controllo della situazione, cosa invece fondamentale per il suo bisogno di sentirsi al sicuro.

Lo scrittore Burroughs con il suo amato micio, fonte: QUI
Va detto che il gatto è un animale intelligente e dotato di una grande capacità di adattamento: i nostri mici di casa, soprattutto se non hanno mai avuto brutte esperienze a contatto con gli esseri umani, capiscono ben presto che il nostro abbracciarli non significa "trattenimento" nè minaccia, ma è semplicemente una bizzarra manifestazione di affetto da parte nostra! Il micio, dal canto suo, esprime il suo affetto in modo ben diverso dall'abbraccio: di solito il miglior modo per dichiararsi un "ti voglio bene" consiste nella reciproca pulizia corporea. Osservare due gatti che si leccano il pelo a vicenda equivale ad assistere alla miglior dichiarazione d'amicizia che potrebbero farsi! Vedere due gatti dormire abbracciati (come talvolta capita) è certo segno di reciproca fiducia, ma ha più a che fare con una comodità fisica temporanea che con una dimostrazione affetto... ad esempio, d'estate - con il caldo torrido - sarà molto difficile trovare due gatti abbracciati, mentre continueranno certamente a pulirsi a vicenda!

Fonte della foto: QUI
Infine, pensiamo ad una cosa affascinante che ci fa capire quanti comportamenti umani derivino soprattutto dalla nostra istintualità animale, prima ancora che dalle "buone maniere". Provate a pensare alla classica scena di una mamma che abbraccia il proprio bambino: in questo gesto si racchiude tutta la cura, l'affetto, la protezione, la necessità pratica di tenere il proprio piccolo vicino. Mamma gatta non abbraccia mai i suoi micini, li trasporta per la collottola, dà loro zampatine e li lecca: ecco il suo modo di curarli, proteggerli e manifestare loro il suo amore materno... ma invece, sapete chi altri si comporta esattamente come noi umani con la propria prole e i propri simili?

Fonti delle foto: Mamma e figlio; Scimpanzè
Questo ci fa capire che ogni specie esprime il proprio affetto in modo specie-specifico... e noi non siamo certo gli unici animali che impiegano l'abbraccio come gesto fondamentale per esprimere amore e attaccamento! E come disse Giorgio Celli: "Gli animali […] non solo ci riguardano e costituiscono i nostri compagni di strada sul pianeta, ma sono in noi e noi in loro".

giovedì 29 maggio 2014

La "piramide della felicità" del gatto

Recentemente ho avuto l'occasione di assistere ad un seminario dedicato al rapporto tra uomini e gatti, tenuto dalla bravissima dott.ssa Sonia Campa, consulente comportamentale specializzata in gatti (se volete visitare il suo sito internet: Pet Ethology). Tra le tante cose interessanti di cui la dott.ssa Campa ha parlato, alcune in particolare mi hanno colpita molto ed oggi ve ne parlo. Vi siete mai domandati, ad esempio, quando possiamo affermare che il nostro gatto è felice? Ebbene, possiamo valutare la felicità del nostro gatto non solo da esperienze quotidiane come le fusa o il suo stato di benessere momentaneo, ma anche considerando il quadro generale del suo modo di vita. In particolare, la dott.ssa Campa suggerisce di valutare la felicità del nostro gatto tenendo presente la "piramide dei bisogni" che vanno soddisfatti per sentirsi appagati dalla propria vita.


Alla base di tutta la piramide si trovano i bisogni primari, che sono quelli che possono accomunare un pò tutti gli animali (uomini compresi) e si tratta delle necessità fisiologiche: alimentazione, sonno, riproduzione, omeostasi (situazione di equilibrio del proprio organismo). Soddisfatti questi, è importante soddisfare i bisogni etologici: si tratta di esigenze innate, che sono però specifiche di una certa specie. Nel caso del gatto troviamo diversi bisogni etologici:
1. la caccia: nei millenni di evoluzione, il gatto si è specializzato come predatore e soddisfare questo istinto è per lui sempre fondamentale. Quei gatti che non hanno modo di cacciare, sfogano questo istinto nel gioco, che è un modo di "accontentarsi" esprimendo comunque la predazione.
2. la sicurezza: il gatto ha una profonda necessità di sentirsi al sicuro, sia a livello di incolumità fisica, che in termini di sicurezza emotiva. Per questo spesso i gatti odiano le porte chiuse e reclamano a gran voce che vengano aperte: non lo fanno per spirito di contraddizione, lo fanno perchè avere una via di accesso sbarrata non li fa sentire padroni della situazione! 

Immagine da web, fonte: QUI
3. avere un proprio territorio: il nostro micio conosce perfettamente la propria casa e (se è fortunato) il proprio giardino, è consapevole dei rischi e dei vantaggi che si trovano nell'ambiente ed instaura un legame fortissimo con il suo territorio. Avere uno spazio conosciuto nel quale muoversi si lega alla necessità di sicurezza del gatto, che fissa precisi riferimenti nel suo ambiente, per sapere dove rifugiarsi in caso di pericolo e quali zone evitare; ma il territorio - e la possibilità di esplorarlo - è importante per il gatto anche per permettergli di arricchirsi a livello cognitivo ed emotivo. Un pò come per noi uomini!
4. esplorazione: si lega al bisogno etologico precedente, nonchè alla possibilità di cacciare. Il gatto è un predatore occasionale: non parte da casa con la precisa intenzione di andare a caccia, ma mentre esplora il territorio si cimenta nella predazione qualora si imbatta in qualche tipo di preda interessante. Ecco perchè sarebbe fondamentale permettere al gatto di soddisfare anche questo di bisogno di esplorazione, eventualmente arricchendo spesso il suo ambiente (pure se si tratta di un appartamento chiuso) in modo da dargli l'occasione di "scoprire" oggetti ed esperienze nuove.

Pauline, micia del gattile di Ferrara in cerca di adozione
In quanto ai bisogni soggettivi, si tratta del "modo" di esprimere e di soddisfare le proprie necessità tipico di ogni micio a seconda del proprio temperamento, e sappiamo quanto questo possa essere personale! Ci sono ad esempio quei gatti che, per soddisfare la loro esigenza di predazione tramite il gioco, amano rincorrere palline di carta stagnola... mentre altri vorranno tassativamente solo topini di peluche. Pensate che i mici si specializzano anche nella caccia, a seconda delle loro inclinazioni soggettive: esistono i gatti specializzati nella caccia ai topi, ma anche quelli specializzati nella caccia agli uccellini. L'avreste mai detto?
Tra i bisogni soggettivi troviamo insomma le necessità più intime e personali del nostro gatto: quelli che spesso sappiamo riconoscere solo noi, i "suoi umani". Così ad esempio sappiamo riconoscere quando il nostro micio ha voglia di coccole e quando di essere lasciato in pace, quando ci sta chiedendo croccantini piuttosto che cibo umido, quando ha bisogno di essere rassicurato e quando gli stiamo francamente dando a noia.

Rossana, micia in attesa di adozione per "A Coda Alta"
Ora che avete letto questo post, cosa mi rispondereste sulla felicità del vostro gatto? Spesso tanti problemi di convivenza tra uomini e gatti derivano da piccole frustrazioni dei bisogni del micio, che talvolta possono essere fraintesi o proprio non compresi da noi umani. E, riguardando la piramide della felicità... è interessante notare che questo schema può ben valere anche per noi uomini, anche se naturalmente rispetto al gatto variano i nostri bisogni etologici e soggettivi!

venerdì 13 settembre 2013

Giochi per il gatto: cerchiamoli in natura!

Dopo i giochi amati dai gatti che si possono creare home-made oppure comprare in negozio (come sapete, la mia scelta ricade assolutamente sui primi!), è arrivato il momento di dare un'occhiata nel nostro giardino o nei parchi pubblici, perchè anche in questi luoghi possono rintracciarsi oggetti e materiali utili per il sollazzo del nostro quadrupede miagolante. 
IMPORTANTE PRECISAZIONE: se il vostro micio è d'appartamento e non ha mai messo zampa fuori di casa, ha una salute cagionevole o non è vaccinato, non conviene portargli "reperti naturali" provenienti da giardini, campagna o parchi, perchè possono essere fonte di parassiti o malattie. Il discorso è diverso per i gatti che abitualmente circolano liberi in natura, dato che non aggiungerete nuovi rischi per la sua salute rispetto a quelli a cui già si espone uscendo in giardino.



In giardino possiamo trovare istantaneamente diversi giochi molto apprezzati dal micio... come varie infiorescenze delle graminacee o le spighe di grano, che diventano irresistibili "prede" da catturare, correndo all'impazzata! Di solito questo tipo di "gioco" è del tutto inoffensivo per il micio, che gradisce molto essere stuzzicato in tal modo, tuttavia alcuni tipi di spiga tendono ad impigliarsi nel mantello del gatto molto pervicacemente. Fate quindi attenzione a scegliere un tipo di spiga "poco brigoso" da questo punto di vista; evitate anche quei tipi di spiga particolarmente duri e puntuti: il micio potrebbe morderla e non sarebbe piacevole! Ecco la mia Paciocca che gioca con me, grazie a una spiga:



Le penne sono un altro reperto naturale per il quale ogni gatto letteralmente impazzisce: sarà l'odore di animale selvatico, sarà la consistenza "pennuta" appunto, sarà che si muovono con un niente nel vento... insomma il gatto ne va matto! Se abitate in campagna e siete fortunati, può capitarvi di incappare in qualche bellissima penna di fagiano: lunga, robusta e resistente, è il gioco ideale per il micio. Più comuni e piccole sono le penne di gazza, di corvo o di piccione: anche queste sono un buon gioco per il vostro felino domestico, magari riunite a gruppi e fissate su un bastoncino. Io trovo spesso piccole penne di ghiandaia, belle e azzurrine: tuttavia sono davvero molto piccole e non è saggio impiegarle come gioco per il gatto, che potrebbe mangiarle (senza alcun beneficio, anzi magari potrebbe rimettere). Il punto a sfavore delle penne sta nel fatto che, tra i vari "giochi" naturali, sono queste quelle che più probabilmente possono trasmettere parassiti al gatto.


In giardino - o in un bosco - possiamo raccogliere anche piccole pigne. Non intendo naturalmente le pigne di pino marittimo, ma pignette più piccole e leggere. Anche queste si prestano a diventare interessanti giochi per il micio, specie se stimolato da noi. Non saranno mobili come una pallina, ma la geometria "a pigna" può ben incuriosire il gatto. Come per le penne, anche in questo caso bisogna avere cura di scegliere la misura giusta di pigna: sufficientemente piccola e leggera perchè il gatto tragga soddisfazione nel gioco, abbastanza grande da non essere ingerita dal micio, nella foga del momento.

Questo micio gioca con le pigne, come ci racconta la sua proprietaria QUI (dove ho tratto la foto)

Infine, in natura potete trovare un reperto che il gatto apprezzerà come pochi altri: un bel tronco di legno. In questo caso non si tratta di un gioco, ma di una necessità per la buona affilatura delle sue unghie. Se vivete in  in appartamento e il vostro gatto ignora il tiragraffi, questa potrebbe essere la giusta soluzione! Cercate un tronco bello secco, dalla corteccia il più rugosa possibile (evitate quindi i tronchi lisci, come i pioppi o le betulle)... non è indispensabile che sia molto grosso, bastano anche una decina di cm di diametro: la cosa importante è che venga posizionato in modo molto stabile, così che il gatto possa farsi le unghie senza problemi. Già da qualche anno ho messo in terrazza (dove Paciocca sta nelle sere d'estate) un tronco secco di albero delle farfalle (Buddleja Davidii): la mia micia lo adora e questo contribuisce a renderle anche più confortevole (e simile al giardino, off-limits per lei durante le ore notturne) la casa!

venerdì 30 agosto 2013

Il gatto offeso al vostro rientro dalle vacanze

Siete stati in vacanza qualche giorno, quest'estate? Se sì, e se avete gatti che avete lasciato a casa, effettuate questo semplice test:

 

Se avete risposto "SI" a entrambi i quesiti... beh, sappiate che voi e il vostro gatto rientrate nella maggioranza dei casi! 

Oliver

Eppure talvolta non è possibile, nè è sempre auspicabile, portare con sè il gatto in vacanza: quando si tratta di pochi giorni (diciamo entro una settimana), la soluzione migliore per il micio è restare a casa, nell'ambiente che conosce e al quale è perfettamente adattato, venendo seguito da persone di fiducia o da una cat-sitter affidabile. Il gatto è un animale molto territoriale e abitudinario: ogni tipo di trasloco è per lui una fonte di grande stress, per questo se voi dovete (o volete) assentarvi per brevi periodi, è consigliabile che a lui non tocchi la stessa sorte. Certo, proprio perchè è un tipo abitudinario, bisogna dire che noterà sicuramente la vostra assenza e, al vostro ritorno, non mancherà di farvelo pesare!

Valentino, micio di Silvia G. di "A Coda Alta"

Spesso infatti capita che, al nostro ritorno dopo un periodo più o meno lungo di assenza, il gatto si dimostri freddino e imbronciato, ostentando un'indifferenza che tradisce sia il sollievo per averci "ritrovati", ma soprattutto l'offesa per essere stato lasciato solo, improvvisamente e senza una giustificazione. Di solito, la tenuta del muso lungo da parte del gatto è direttamente proporzionale alla lunghezza delle vostre vacanze: più il micio ha dovuto "sopportare" una routine diversa e ai suoi occhi inspiegabile, senza di voi, più ci metterà del tempo a "perdonarvi". In realtà il gatto non vuole punirvi sul serio, non è così vendicativo! E' che il suo carattere indipendente ed orgoglioso fatica ad ammettere che è davvero felice di vedervi, dopo che ha passato le ultime ore (o giorni, dipende da quanto siete stati via) a chiedersi dove foste finiti.

Paciocca, ovviamente!
Quest'estate sono andata in vacanza quattro giorni e, al mio ritorno, mentre io "uggiolavo" di felicità verso Paciocca, lei faceva la preziosa: presa in braccio, evitava di guardarmi in faccia e, appena posata per terra, mi voltava le spalle con fare indifferente. Naturalmente lei era rimasta nella nostra casa, seguita dai miei genitori: quindi l'unico cambiamento è stata la mia assenza. Dopo un paio di ore ci siamo "riconciliate" e, il giorno seguente, ogni volta che mi incrociava per casa o in giardino era anche più entusiasta del solito, segno che era proprio felice che fossi tornata! Del resto bisogna anche dire che non è caratteristico del gatto "il fare le feste" in modo esplicito al nostro ritorno: non per nulla, l'animale per antonomasia che "fa le feste" all'uomo è il cane, il quale ha un modo molto più diretto per dimostrare i propri sentimenti al suo compagno umano.

Zoe, la mitica mascotte del Gattile di Ferrara!
Tutta questa chiacchierata per sottolineare, ancora una volta, come il gatto sia un animale estremamente sensibile, intelligente e legato alla sua famiglia: quanto è infondato dire che il micio "si affeziona solo alla casa"! Bisogna piuttosto imparare a riconoscere il linguaggio e l'espressività tutta particolare del nostro felino domestico: possiede un proprio sofisticato modo per dirci che ci vuole bene, che è stato in ansia per noi e che gli siamo mancati! La leggenda del gatto "affezionato alla casa" ha un unico fondo di verità: come già detto, il micio è fortemente radicato sul suo territorio e non è abituato a spostarsi per il mondo come invece può capitare al cane, che adora seguire il proprio umano dovunque.

Immagine da Web, QUI

Perciò, quando dovete partire per le vacanze valutate soprattutto cosa è meglio per il micio: se resta nella sua casa per qualche giorno o anche una settimana senza voi, seguito da persone di fiducia che si cureranno di dargli cibo e coccole, non avrà alcun problema, anche se noterà inevitabilmente che qualcosa è cambiato. L'unica cosa che osserverete sarà appunto il suo muso lungo al vostro ritorno: un bello smacco per lui essere sottoposto a un cambiamento senza preavviso! Quanto a voi, se siete in ansia o lievemente in colpa per la vostra partenza... sopportate, pensate che tra i due probabilmente siete voi quelli a cui la separazione fa stare peggio!

giovedì 23 maggio 2013

Giochi per il gatto in casa: attrezzature e oggetti appositi

Qualche settimana fa vi ho proposto divertenti passatempi per il micio con oggetti d'uso comune nelle nostre case, sottolineando l'importanza del gioco nella vita del nostro amato felino domestico: serve per mantenere pronti i riflessi e allenato il sistema muscolo-scheletrico, contrastare la ciccia, evitargli stress e tedio se chiuso in casa da solo. Sempre tenendo presente tutto ciò, oggi vi parlo di altri tipi di giochi, quelli appositamente studiati dall'uomo per il gatto... con una punta di ironia: per la mia esperienza, il micio che può scegliere tra oggetti "comuni" e oggetti "studiati" per lui, sceglie sempre i primi. E' famosa infatti la frustrazione dei "padroni" benintenzionati, davanti al disinteresse del loro micio di fronte a questi giochi "appositi". Ad ogni modo, ecco una piccola rassegna dei più comuni giochi per gatti.

Topi per gatti. Immagine da web

Tra gli oggetti più diffusi, che si trovano a pochi centesimi nei negozi per animali, ci sono gli onnipresenti topi: ricoperti di pelo, imbottiti di erba gatta, duri per farsi le unghie, con sonaglini o senza, le combinazioni sono infinite. Come reagiscono i vostri mici? La mia gatta Paciocca ci gioca con moderato interesse, anche se difficilmente si metterebbe a giocarci senza un mio stimolo. Invece Sissi, la mia precedente gatta, odiava ogni tipo di topo "artificiale", essendosi follemente innamorata di un topo che le avevo cucito io stessa quando era cucciola: un vecchio calzino imbottito di stoffa, con un pezzetto di cuoio per coda. Basta poco per far felice un gatto... e quanto potremmo imparare noi uomini dallo spirito indipendente e anticonformista del gatto!



Altri giochi molto diffusi sono le varie palline: in gommapiuma, rimbalzine, con sonagli, morbide, piumate... con le piume si trovano anche tutta una serie di bacchette o pendagli che attirano il gatto. Anche in questo caso, io posso testimoniare solo un successo limitato di questi oggetti con i miei mici... ma del resto la cosa non dovrebbe meravigliarci: come i bambini, anche gli animali sono più stimolati a giocare se in compagnia di noi umani o altri loro simili. Quindi non dipende tanto dagli oggetti stessi, dipende piuttosto dalla situazione che riusciamo a creare!

Palline per gatti. Immagini da web

Stesso discorso vale per le meravigliose "palestre" o tiragraffi per gatti, vere e proprie costruzioni architettoniche con amache, pendagli, nascondigli, scivoli, scalette e ogni altro ben di Dio... il tiragraffi viene sfruttato molto dalle cucciolate di gattini o da coppie di mici giocosi. Un gatto adulto, solo, piazzato davanti a un tiragraffi, sarà più propenso a usarlo come cuccia piuttosto che come luogo di folli giochi. Ci tengo comunque a sottolineare l'importanza di questi oggetti per i gatti d'appartamento che non hanno la possibilità di sfogare la loro esuberanza all'esterno: il tiragraffi, specie se di buona qualità, diventa un oggetto indispensabile per permettergli di farsi le unghie senza che ne risentano divani o mobili.

Un grande e articolato "tiragraffi". Immagine da web

Insomma, per concludere: tiragraffi, topi, palline e altri tipi di gioco sono fondamentali (e consigliati) soprattutto per stimolare il movimento fisico di quei gatti che non hanno la possibilità di arrampicarsi sugli alberi, rincorrere farfalle o balzare su poveri animaletti malcapitati. Se il vostro gatto invece ha a disposizione questi passatempi "naturali", è probabile che questi oggetti artificiali non riscuotano un immediato successo.
Per finire, vi lascio appunto un video di Paciocca e un topo finto, interessante perchè vi fa anche vedere i tipici movimenti felini che si attuano anche nella vera e propria caccia. Per fortuna, in questo caso la preda non ne ha risentito!


Concludo con una riflessione. Esistono in commercio giochi anche molto sofisticati, interattivi e parecchio costosi, dedicati ai gatti. Personalmente sono contraria a questo tipo di articoli, perchè ritengo non siano necessari per il benessere psicofisico del gatto... è giusto preoccuparsi della sua salute e felicità, ma tenendo sempre presente che non si tratta di un bambino da viziare (cosa da evitare comunque e, per fortuna, il gatto stesso non vi chiederà mai di comprargli l'ultimo modello di topo). Perciò cerchiamo sempre di essere ragionevoli,  ricordandoci che per rendere felice il nostro gatto bisogna dargli soprattutto affetto e attenzioni quotidiane, non l'ultimo gingillo sul mercato!