La premiazione di "Scatti con i baffi 2012" si è svolta nella bella ed elegante "sala della musica" del complesso di San Paolo a Ferrara, dove sono state esposte tutte le foto del concorso in mostra fotografica. La partecipazione è stata molto numerosa e al termine della consegna di targhette e premi è stato il momento del rinfresco, nel quale c'era anche questa fantastica torta decorata in pasta di zucchero da Andrea (sì, sempre lei, la nostra balia felina-fotografa... nonchè vincitrice!).
La torta!
Il pubblico
Maurizia (Presidente) e Federica di "A Coda Alta" proclamano i vincitori!
Il pubblico osserva le foto!
Scusate per le foto un pò approssimative, ma sono stati giorni molto concitati e lo stesso pomeriggio della premiazione abbiamo tutti corso assai affinchè tutto venisse bene!
Le targhette dei vincitori (mio zampino)
Il tavolo dei premi (notate la tovaglia): targhette, buoni spesa e fermaporta gattosi
Al tavolo anche il libro "La gattina del viaggiante", presentato nel pomeriggio con l'autrice
Banchetto di beneficenza
Inoltre, per chi di voi vuole cimentarsi, Andrea ci ha lasciato la ricetta della sua torta.
INGREDIENTI (le quantità di ingredienti non sono specificate perchè molto dipende dalla grandezza e dalla quantità del pan di spagna). Se volete maggiori info scrivete ad Andrea tramite la pagina fb!!!
- Pan di spagna in tre dischi;
- Crema pasticcera alla vaniglia;
- Crema al burro al cacao;
- Crema al burro alla nocciola;
- Pasta di zucchero per decorare.
Gattini in pasta di zucchero...
... che vengono fotografati!!
PROCEDIMENTO
Spalmare il primo disco di pan di spagna di crema pasticcera, coprire con un altro disco di pan di spagna e spalmarlo di crema al burro al cacao, coprire ancora con l’ultimo disco di pan di spagna e ricoprire di crema al burro alle nocciole. Una volta che è pronta e consolidata, stendete la pasta di zucchero, ricoprire la torta con questa e decoratela a piacimento con altra pasta di zucchero.
BUON APPETITO!!!
Direi che ha fatto successo, no?
Non dimenticatevi di votare la vostra foto preferita lasciando un commento sul sito di "A Coda Alta"!!! Nel frattempo vi saluto e vi auguro di passare delle belle giornate di primavera (qui sembra maggio)!!
Signori e signore, ci siamo: sto per presentarvi i nove vincitori di "Scatti con i baffi 2012". Devo dire che, davvero, la giuria per scegliere ha avuto il suo bel daffare perchè le foto in concorso erano tantissime (ben 176!!!) e tutte erano pose uniche di mici amatissimi. Come componente del direttivo di "A Coda Alta" ringrazio davvero di cuore tutti coloro che hanno deciso di partecipare, non solo perchè avete reso un successo anche la seconda edizione di "Scatti con i baffi", ma soprattutto perchè le vostre foto trasmettono tutto l'affetto che volete ai vostri gatti.
La giuria:
Giorgio Orsucci, fotografo professionista
Luca Chiarion, fotografo professionista
Monica Cardinali, fotografa amatoriale
Maurizia Zappaterra, presidente di "A Coda Alta"
Paola Bucci, Vice presidente di "A Coda Alta"
Primo premio categoria buffa, ecco a voi il micio Mao in "Spirito di adattamento". Complimenti a lui e al suo amico umano Fabio!
"Spirito d'adattamento", foto di Fabio O.
Secondo premio categoria buffa, ecco a voi una coppia di mici, Oscar e Ginger in "Relax sul balcone", che tra l'altro sono due felidi di Andrea, la balia felina che vi ho fatto conoscere in uno degli scorsi post!
"Relax sul balcone", foto di Andrea D.L.
Terzo premio categoria buffa, un micio appassionato di pavesini... Leo in "Leo goloso", direi che la sua amica umana Alessia l'ha colto in una posa fantastica!
"Leo goloso", foto di Alessia Z.
Primo premio categoria originale, una posa davvero inusuale per Birba di Sandro, in "L'urlo"!
"L'urlo", foto di Sandro P.
Secondo premio categoria originale, quando si dice che una tira l'altra... ne sa qualcosa Pallino di Monica, che ce lo dimostra in "Presa!".
"Presa!", foto di Monica M.
Terzo premio categoria originale, uno scatto raffinato ed elegante di Paco, che si concede un pisolino... immortalato magistralmente da Francesca in "Dopo la pappa".
"Dopo la pappa", foto di Francesca B.
Primo premio categoria tenera: cosa c'è di più bello di una mamma con i suoi micini? Duchessa e i suoi piccoli di Cristina vincono con "W la mamma!".
"W la mamma!" foto di Cristina Z.
Secondo premio categoria tenera: uno sguardo dolce e profondo per la micia Liuba, nello scatto intitolato "Giada" di Diego.
"Giada", foto di Diego S.
Terzo premio categoria tenera: con tanta neve venuta quest'anno, Tommy di Patrizia pare trovarsi bene ne "La mia prima neve".
"La mia prima neve", foto di Patrizia B.
Vi ricordo che potete però ammirare tutte le foto partecipanti al concorso sul sito di "A Coda Alta" e vi consiglio davvero di farlo: ci sono molte foto bellissime, musetti tenerissimi e scatti che strappano tanti sorrisi. Inoltre potete votare il vostro preferito lasciando un commento sul sito di "A Coda Alta", fino al 7 aprile 2012. Che dire? Anche quest'anno "Scatti con i baffi" è finito...
Oggi diamo il benvenuto alla primavera con una lettura che, per gli amanti del giardinaggio e del verde, sarà sicuramente e inevitabilmente molto, molto piacevole: Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini di Serena Dandini. Io l'ho letto tra la primavera e l'estate dello scorso anno (me l'ero regalato per il mio compleanno) e mi ha fatto trascorrere davvero dei momenti di relax e di ispirazione giardiniera.
Scritto con uno stile brillante, questo libro non risulta pesante e anzi è sempre molto godibile, senza essere troppo "superficiale". La Dandini intreccia "esperienze verdi" personali con aneddoti curiosi, letture colte e storie importanti, come quella del cachi di Nagasaki. Il tutto è farcito da un'autentica passione giardiniera: chi ce l'ha, non farà fatica a riconoscersi nelle affermazioni, nelle speranze, nei tentativi falliti o riusciti della Dandini. Tra i tanti passi in cui io mi sono rivista, voglio citarne uno sulle zinnie! La Dandini racconta che le aveva piantate nel giardino su suggerimento/imposizione di un amico, inizialmente poco convinta di volere nel proprio cortile una macchia di colori così sgargianti, temendo che risultassero troppo grezzi.
Ebbene, ecco cosa dice la Dandini sulle zinnie, secondo me è una descrizione fantastica: "Non so se avete presente la zinnia: trattasi di margheritona molto popolare, alta e secca, che fiorisce quando tutti stentano. La riconosci perchè svetta allegra in pieno agosto sotto il sole cocente e ti sorride soddisfatta (...). E quando dico multicolor intendo una gamma infinita di colori (...): si parte dal giallone intenso e si arriva al fucsia Barbie, passando per il rosso cadmio e l'arancione segnaletico. (...) Appariva in pieno sole la mia aiuola bastarda, sparando il suo colore sfacciato come un fuoco d'artificio. (...) Ma proprio in quel momento, guardando l'insieme eclatante ho pensato che era bellissimo. Un trionfo della natura, un manifesto di irriverenza pop, uno scoppio di allegria e di naturalezza che faceva invidia a tutte le pallidone circostanti" (S. Dandini, Dai diamanti non nasce niente, pp.133-134). Non è una descrizione perfetta delle zinnie?
Eccole ancora, le mie zinnie "manifesto di irriverenza pop"
Sono particolarmente soddisfatta di aver acquistato "a scatola chiusa" questo bel librone, inframezzato da belle illustrazioni e intelligenti suggerimenti di lettura per ampliare il proprio orizzonte "da pollice verde". Completa il tutto un comodo "indice delle piante" e una "guida ai luoghi" da visitare. E' stata veramente una lettura piacevole e ricca di spunti di riflessione, che ho centellinato scrupolosamente per godermelo al meglio. Ovvio dire che lo consiglio a tutti gli appassionati di giardinaggio!
Per evitare che questo mio post di oggi sembri un vero e proprio spot pubblicitario, vi lascio il link per vedere il video della presentazione del libro fatta da Serena Dandini a Che tempo che fa... Buona visione e soprattutto buon giardinaggio di primavera!
Anche quest'anno ho intervistato una delle bravissime balie feline di "A Coda Alta", che con l'arrivo della primavera avrà sicuramente il suo daffare per svezzare nuovi micini, purtroppo rimasti orfani. Ecco a voi quindi la testimonianza della balia Andrea, che tra l'altro è anche la nostra bravissima fotografa del calendario 2012; anche tutte le foto del mio post le ha scattate lei e sono micini di cui si è presa cura negli anni scorsi.
1. Essere “balia felina” dev’essere una bellissima
esperienza! Da quanto tempo ti occupi di svezzare micini piccoli e in che modo hai deciso di iniziare?
E' un'esperienza molto bella, e anche molto utile, si
possono imparare molte cose ad accudire dei gattini neonati. La mia prima
esperienza come balia è stata a luglio 2010, erano tre gattini bianchi e neri
denutriti, nonostante i tentativi di salvarli non ce l'hanno fatta. Ho preso in affido questa cucciolata perché un'amica mi ha
contattata dicendo che volevano farli sopprimere, essendo a casa ho deciso di
provare a dar loro una possibilità. Da allora ho dato la mia disponibilità a
svolgere questa attività di volontariato e da settembre 2010 ho iniziato a fare
da balia in maniera continua.
Il piccolo Vito
2. Finora di quanti gattini ti sei occupata? Quanti di loro
hanno trovato adozione?
Fino ad oggi ho avuto in affido 22 cuccioli e una splendida
mamma. Quelli che sono sopravvissuti hanno trovato tutti adozione, tranne 2 che
sono rimasti a casa con me, non perché non avrebbero trovato una famiglia, ma perché
con alcuni di loro si crea un legame speciale.
3. E’ stato difficile farli adottare, trovare per loro le persone giuste? E come hai vissuto la “separazione” dai micini che hai cresciuto?
No, non è stato difficile farli adottare, nel periodo estivo
quando la gente è in ferie si fa un po' più fatica ma non ho mai aspettato più
di due settimane prima di ricevere la prima telefonata.
La separazione è una cosa da considerare ancor prima di
decidere di prendere dei cuccioli in affido, non ci si può affezionare troppo,
bisogna sempre mantenere il giusto distacco senza però togliere loro le
attenzioni e le cure necessarie. E' essenziale avere la razionalità di capire
le situazioni e darli in adozione anche se si ha voglia di tenerli tutti.
Diabolik e Julia in un momento di gioco!
4. Quali sono le maggiori difficoltà per una balia felina
che si trovi ad accudire dei mici da svezzare?
Le difficoltà pratiche non sono molte, una volta che si fa
un po' di pratica non c'è nulla di difficile da fare. La cosa che più può
spaventare sono le punture, ma quando ti trovi a dover fare un'iniezione per
tentare di salvare un gattino che altrimenti non sopravvivrebbe si trova la
forza e si fa, ma per fortuna non è una cosa che si fa sempre.
Per quanto riguarda la fatica psicologica è un po' più dura,
è un lavoro a tempo pieno che non permette pause, se c'è da dare il biberon in
determinati orari non si può rimandare, e quando non si accudiscono
direttamente i gattini si stanno preparando delle cose per loro. Più piccoli
sono i cuccioli e più sono impegnativi, sono un po' come i bambini. Quando si
decide di diventare balia bisogna anche considerare la possibilità che non
tutti i cuccioli sopravvivano, ma il dispiacere di queste perdite viene poi
attenuato dalla soddisfazione di averne salvati tanti altri.
Bombolo a 12 giorni. Oggi è diventato lo splendido gatto che vedrete alla fine del post!
5. Qual è la soddisfazione più bella da “mamma gatta
adottiva”?
La soddisfazione più grande è vederli crescere attraverso le
foto che ti mandano gli adottanti, sapere che stanno bene e sono amati.
6. Raccontaci un episodio buffo legato ai micini che hai svezzato.
Ce ne sono tanti in realtà, il più bello riguarda
l'accoglienza delle cucciolate da parte di uno dei miei gatti. E' un gattone
che si chiama Oscar, ha due anni anche se lui crede di avere ancora pochi mesi,
è un giocherellone e quando è arrivata la prima cucciolata aspettava sempre
fuori dalla porta di poter entrare a giocare con loro. Ci siamo stupiti del
modo con cui si è sempre rapportato con i cuccioli, li lavava, ci giocava e
stava spessissimo con loro. Nonostante fosse l'unico gatto maschio di casa è
stato quello che ha dimostrato più istinto materno e da allora è diventato
"mamma Oscar". Spesso si pensa che prendere una cucciolata in casa
crei scompiglio se vi sono già altri gatti adulti, ma dalla mia esperienza
(avendo 5 gatti miei) ho notato che tutti i cuccioli sono stati accettati senza
particolari problemi.
"Mamma" Oscar e la piccola Daisy
7. Ti è capitato di perdere qualcuno dei micini? Quali sono
i rischi maggiori per i gattini che vengono svezzati artificialmente?
Sì nel 2010 ne ho persi 5. Una cucciolata di tre a luglio e
i due fratellini della micia che poi ho adottato io. I rischi principali sono le malattie virali tipo la
gastroenterite che nei gatti non vaccinati ha un tasso di mortalità molto alto,
si può star tranquilli solo dopo aver effettuato il vaccino intorno ai due
mesi/due mesi e mezzo circa. Inoltre vi sono diverse malattie e parassiti che i
cuccioli possono contrarre più facilmente rispetto a un gatto adulto, in quanto
hanno difese immunitarie più basse e hanno meno anticorpi.
8. Cosa diresti a chi, avendo la possibilità di fare “la balia felina”, è ancora indeciso sul da farsi dopo aver letto questa intervista?
Se una persona ha tempo dovrebbe provare almeno una volta a
farlo, è un'attività impegnativa ma che dà una soddisfazione enorme. Si deve considerare che i gattini crescono in fretta e, in
base all'età che hanno quando vengono trovati, li si tiene in affido per uno o
due mesi circa. Ogni giorno che passa si vedono i miglioramenti e i piccoli
diventano sempre più indipendenti. E' un'esperienza che consiglio di fare, ma tenendo presente
che il ruolo della balia è quello di salvare e crescere i gattini, preparandoli
alla vita in una nuova famiglia.
Ecco Bombolo oggi... un gatto meraviglioso!!
Al termine di quest'intervista, andate vedere la pagina facebook gestita dalle volontarie Andrea e Annalisa, con tutte le foto di come sono diventati i nostri micini svezzati e adottati. Non c'è soddisfazione migliore per una balia felina vedere i propri adorati cuccioli che sono cresciuti e hanno una famiglia che li ama! Se siete di Ferrara e siete interessati a diventare balie feline, contattate info@associazioneacodaalta.it ... e se siete di un'altra città ma quest'esperienza vi attira, informatevi dalle associazioni di volontariato locali.
Intendo spendere davvero poche parole per introdurvi il post di oggi, perchè so che vi colpirà al cuore e voglio che a farlo siano direttamente le meravigliose parole di Dina. Voglio solo aggiungere questo: anche io credo profondamente che l'amore che ci lega a qualcuno, sia uomo o animale, non termini con la morte, ma anzi continui a riecheggiare, con forza, nelle vite di chi vive e lo ricorda.
"Accade alle volte che nella nostra vita il destino ci metta
davanti a persone o animali e che questi entrino a far parte di noi, con i
quali ci ritroviamo a dividere un passaggio della nostra esistenza terrena, la
storia che mi accingo a scrivere ha dell’incredibile, forse molti di voi
lettori non crederanno che i fatti che sto per narrarvi siano potuti
accadere davvero, ma è la pura verità l’incontro tra me e il mio THOR e quanto
poi nè segui………
Ecco Thor, enorme e buonissimo cagnone
Ricordo ancora il giorno in cui Thor entrò nella mia casa
era una bellissima giornata di fine estate, io ero in giardino e guardavo
ansiosa l’orologio, avevo preferito aspettare a casa l’arrivo di questo piccolo
esserino peloso, mio marito Valter e mio figlio Luca erano partiti di buon
mattino armati di cuccetta, copertine e tantissimo amore da dare a quello che
doveva essere per Luca il compagno di
molti anni della sua vita.
Quando Thor varcò il cancello tra le braccia di Luca era
ancora addormentato, vidi in quel momento una luce, una speranza negli occhi di
Luca che non avevo mai visto, erano anni che la sua malattia non gli dava un
momento di serenità e quel cucciolo tra le sue braccia aveva fatto quasi un
miracolo.
Passarono le prime settimane
tra giochi e carezze, era una gioia per tutti stare con Thor e poi
vedere Luca così felice era un sogno al quale non credevo più. L’autunno era
già arrivato da un po’, oramai le giornate erano diventate più fredde e non
rimanevamo più molto tempo in giardino, una sera mentre mi accingevo a
preparare la cena squillò il telefono, era la chiamata che tutti aspettavamo da
tanto tempo, all’altro capo del ricevitore il medico del centro trapianti mi
annunciava che la ricerca del donatore per il trapianto di Luca aveva
finalmente dato esito positivo,un ragazzo poco più grande del mio Luca dalla
Germania era compatibile al 100%:
I giorni che seguirono furono un misto di felicità e paura,
Thor sembrava percepire questi stati d’animo. Era così raggiante anche lui la
mattina che partimmo per Pavia, l’auto correva via e lasciava dietro di se i km
e le nostre vite che non sarebbero mai più state le stesse.
Arrivammo la sera nella nostra nuova casa era buio e la
nebbia avvolgeva tutto il paesaggio, sembrava quasi un’atmosfera irreale, era
come se lì tempo si fosse fermato.
La mattina di buon ora iniziammo a prepararci per il giorno
dopo, saremmo dovuti entrare in ospedale molto presto, per le ultime analisi di
routine e poi ancora una settimana a casa prima del grande momento.
Thor, bellissimo dogue de bordeaux
Il giorno seguente uscimmo con Thor, Luca aveva deciso di portarlo
con se, sapere che c’era lui ad aspettarlo fuori lo avrebbe aiutato a superare
quei momenti difficili.
Purtroppo il destino volle che quel giorno fù l’ultimo in
cui i loro sguardi si incrociarono Luca era scappato via perché era molto
tardi,si era voltato un solo istante per dirgli “ cucciolo mio torno subito
aspettami qui………" lo rivedo ancora allontanarsi mentre io e Valter rimanevamo
con Thor, le ore passavano ed io avevo come un triste presagio ma cercai di
allontanare dalla mia mente quei cupi pensieri.
La voce del medico alle miei spalle fù come una pugnalata
nel cuore, mi metteva al corrente che purtroppo c’erano stati dei problemi,
Luca non poteva tornare a casa.
I giorni successivi furono per noi un inferno, ma Luca cercava
sempre di non farci capire quanto stesse soffrendo, chiedeva sempre del suo
caro Thor, parlava a tutti di lui e di quanto fosse bello, voleva poterlo
rivedere anche per un solo istante ma i medici non lo permisero, ricordo ancora
le sue ultime parole………..furono per il suo grande papà e per il suo amato THOR.
La notte in cui Luca andò via mi hanno raccontato che Thor non trovava pace, era come se percepisse
quello che stava accadendo, erano riusciti a
calmarlo solo al mattino quando il suo piccolo padroncino era volato in
cielo. Da allora sono passati molti anni e non abbiamo mai più visto Thor
comportarsi come quella notte.
Un ricordo indelebile che rimarrà per sempre nella mia mente
impresso come un marchio a fuoco sono gli occhi di Thor che guardano quella
cassettina di legno che raccoglieva chi lui aveva amato e amerà per sempre,
lungo tutto il triste viaggio di ritorno non si è mai staccato un solo istante,
anche dopo molte ore non riuscivamo a portarlo via, il suo sguardo perso,
disperato non lo dimenticherò mai, mi guardava e i suoi occhi sembravano
chiedermi perché……………………….?
Nelle mie lunghe giornate vuote penso spesso ai momenti
passati insieme, a quanto il destino sia stato crudele, ma allo stesso tempo
credo abbia avuto pietà di noi dandoci qualcuno a cui voler bene, qualcosa di
Luca che continua a vivere.
Thor e Valter, anime gemelle
Thor mi ha insegnato molte cose e mi ha dato la forza di
andare avanti, grazie a lui ho capito che si può continuare ad amare anche
quando chi abbiamo amato più della
nostra stessa vita non c’è più, ho percepito il suo dolore ma allo stesso tempo
la sua forza di voler continuare per me e per Valter, non potevo gettare via
tutto quello che Luca mi aveva lasciato, mi aveva insegnato il vero senso della
vita…………no, non potevo continuare a lasciarmi andare.
Oggi convivo con un grande dolore nel cuore ma riesco anche
a pensare al futuro. Chi non ha mai avuto un cane non può comprendere, forse
per molti di voi sono una povera pazza a cui la perdita di un figlio ha tolto
il lume della ragione, ma chi come me divide i suoi momenti belli e brutti con
queste anime pure mi potrà capire, il rispetto, la fedeltà, il loro amore sono
incondizionati non si comprano con qualche crocchetta, sanno amarci a
differenza degli uomini fino alla morte e senza secondi fini.
Insieme a Thor sto cercando di portare avanti i sogni di
Luca e il suo messaggio d’amore, ci sono tanti modi per aiutare il prossimo,
mio figlio voleva diventare un buon medico andare in Africa, mi diceva
sempre “mamma è lì che ci sono i veri
dottori, dove non ti puoi aspettare nulla in cambio per ciò che fai, dove il
compenso è un sorriso di un bambino che ti riempie il cuore.”
Spero di poter riuscire a fare ciò che Luca voleva di
più……..aiutare il prossimo e mi auguro di poter un giorno insieme a lui e a
Thor tornare a correre insieme nei campi ELISI."
Dina da Roma
"DEDICATO A THOR" di Dina
A TE GIGANTE
BUONO
CHE FOSTI IL SUO
PIU' GRANDE
E ULTIMO
DESIDERIO.
A TE CHE GLI
DONASTI INCONSAPEVOLE
TANTA FELICITA'.
A TE DARO' TUTTO
L'AMORE MIO.
IN QUEST'ORA DI
DOLORE
GUARDO GL'OCCHI
TUOI E RIVEDO
I SUOI.
SCORRE LA VITA
ANCORA OLTRE
QUELLE ALTURE,
E CI VEDE
SPETTATORI ASSENTI
IN ATTESA DI CHI
NON TORNERA'
MAI PIU'.
Profondamente commossa e colpita dalla storia di Luca e Thor, io non posso fare altro che ringraziare di cuore Dina per avermi permesso di raccontarla sul mio blog: ogni persona che la leggerà la riceverà come un dono prezioso e come tale la conserverà dentro di sè, per meditare l'importanza e l'enorme forza dell'affetto autentico che unisce tutti, uomini e animali... e che continuerà ad esistere per sempre.
Oggi inauguro una nuova rubrica: Ogni gatto ne va matto, nella quale tratterò le preferenze più curiose del nostro micio domestico.
Un'attività che in genere ai gatti piace molto è l'arrampicata sugli alberi. Avete mai conosciuto gatti che non adorassero salire sugli alberi o, in generale, arrivare su posti sopraelevati? Io mai, anzi tutti i miei gatti hanno sempre fatto carte false pur di raggiungere vette inesplorate, ivi compreso il tetto della casa... (poi venivano prontamente recuperati da mio padre, che saliva lui stesso sul tetto).
I mici spesso sono bravi arrampicatori, grazie alla loro agilità e al loro perfetto senso dell'equilibrio, per merito della loro coda in grado di bilanciare il peso del corpo. Questa tendenza dei gatti "all'altitudine" si deve a diversi motivi: indomabile curiosità felina che li porta ad arrivare dovunque, nonchè l'antico istinto di animale selvatico che suggeriva di guadagnare un punto d'osservazione in alto, per essere padroni del territorio, così da localizzare eventuali prede, ma anche per raggiungere un posto sicuro dai predatori. In natura, ad esempio, il leopardo passa molto del suo tempo sugli alberi e non è insolito che vi porti i resti della preda, per consumarla con calma appollaiato tra i rami, evitando così che altri predatori possano sottrargli il pasto.
Paciocca su un albero: è una maestra di arrampicata
e fin da piccola è sempre stata bravissima a scendere
In realtà non tutti i gatti sono da subito esperti arrampicatori: spesso raggiunta la vetta, se non trovano un pò di calma interiore, diventa per loro difficile scendere perchè si fanno prendere dal panico. Il problema fondamentale è che il gatto, per conformazione di zampe e unghie, trova davvero molto facile e divertente l'arrampicata, ma molto ostica la discesa. Il gatto quindi deve trovare il modo di scendere piano, artigliandosi al tronco, cosa fattibile solo se si mette con il muso rivolto verso la chioma e non verso il terreno, mettendo poi una zampa dietro l'altra, all'indietro. E' una discesa un pò alla cieca, che a qualche gatto sembra controintuitiva, quindi non tutti i mici ci riescono immediatamente. Di solito, specie se l'albero è ricco di rami e di appigli, prima o poi il gatto si fa coraggio e decide di tentare la discesa.
Chiamare i pompieri per cercare di aiutare il gatto a scendere dovrebbe essere l' "ultima spiaggia": sappiate che l'intervento dei vigili del fuoco può spaventare molto il gatto, che potrebbe perfino lanciarsi nel vuoto, prima di venire raggiunto dalla gru. Quindi bisogna sempre valutare bene la situazione, perchè non è detto che il nostro intervento sia sempre la cosa migliore; bisognerebbe intervenire solo quando è chiaro che il micio non ha alcun mezzo grazie al quale scendere autonomamente.
"Chissà mai che non riesca a prendere qualche uccellino..."
In linea di massima, comunque, i gatti imparano velocemente i propri limiti e un micio che sia poco adatto all'arrampicata sugli alberi, dopo una prima esperienza negativa, tenderà ad evitare di farlo. I gatti invece che, come Paciocca, sanno salire e scendere alla perfezione, non perderanno occasione per farlo e per sottolineare il fatto (anche a voi!) che loro possono. La mia gatta ama talmente le altezze che non solo si arrampica sugli alberi, gasatissima, il più in alto possibile, ma ogni notte sale anche un'intera scala a pioli per raggiungere il soppalco del nostro garage, che è diventato la sua "zona notte". Ogni mattina scende placidamente dalla scala, salutandoci allegramente. Evito di sottolineare il fatto che io soffro di vertigini e sul soppalco non sono mai riuscita ad andarci...
"Vuoi venire anche tu quissù?"
Vi lascio appunto un video della mia gatta in una sua performance (neppure delle migliori) su un arbustro del giardino: "Paciocca Free Climbing"... o farei meglio a dire "Tree Climbing"? Notate la nonchalance con cui mordicchia il legno e gioca tra i rami, incurante della postazione poco stabile: la classe non è acqua...
P.s. Se pure troverete questo video insignificante, nel frattempo potrete ascoltare "La Primavera" di Vivaldi. Già questo è un buon motivo per guardarlo!
Un paio di pomeriggi fa, mentre un vento pazzo e frizzante
imperversava tra gli alberi in giardino, sento provenire dal cielo un famigliare “mauuu!!”.
Era, ovviamente, la mia gatta, saldamente appigliata alla cima di uno dei tre pini, ad un’altezza
di circa 6 metri. No, Paciocca (a dispetto del suo nome poco coraggioso) non
aveva paura di cadere: è una scalatrice provetta. Il suo era un “mauuu!!” di
frustrazione, per non riuscire a raggiungere un’ambita preda: un rapace si
nascondeva tra le fronde!
Non sono riuscita a identificarlo, perché è volato da un
pino all’altro con grande velocità e maestosità: grande, di un colore piuttosto
chiaro, grigino. Un gufo? Una civetta? Una poiana? Non saprei dirlo (non mi intendo molto di rapaci), ma di
sicuro non aveva paura della mia gatta, che alla fine si è dovuta arrendere all’evidenza
ed è scesa dal pino.
I tre pini del mio giardino
Nel frattempo io ho cercato indizi maggiori della presenza
del rapace, per sapere se era lì di passaggio oppure se sta pensando di farsi
il nido proprio nel mio giardino… e ho trovato proprio quel che cercavo: le
borre!!! Ne ho trovate tante, alla base in particolare di uno dei pini, a
diversi “gradi di invecchiamento”… eccola qui:
Un borra "fresca"
Per chi non sapesse cosa sono le borre, sappiate che sono
rigurgiti di pelo, piume, ossa e parti non digerite di animaletti (come i topi)
di cui si nutrono i rapaci. Sono proprio caratteristiche e non si può
sbagliare: se vedete un grumo secco di ossicini e pelo, un rapace è passato di
lì!
Ho trovato in internet (qui) interessanti informazioni sulle
borre: "Le borre si appallottolano nell’intestino e vengono espulse dalla bocca con
un rigurgito ogni 12 ore circa.
Una borra "secca"
In questo modo, il
volatile non solo elimina le scorie del pasto, ma si ripulisce pure il primo
tratto dell’apparato digerente. L’analisi delle borre consente di conoscere la
biologia dell’animale attraverso le sue abitudini alimentari. In genere le
borre dei rapaci notturni sono più ricche in ossa rispetto a quelle dei rapaci
diurni per via di una differente forza corrosiva dei loro succhi gastrici".
Questo tronco condurrà al nido del rapace?
Considerato il fatto che le borre nel mio giardino sono
piuttosto numerose e ricche di ossicini, posso ben sperare che una civetta o un
gufetto abbia deciso di eleggere a proprio domicilio uno dei miei tre pini! Se
così fosse, con buona pace di Paciocca, benvenuto al nuovo inquilino del mio
giardino!
Si tratta di un bel regalo di Natale di una mia cara amica (strano che spesso mi regalino oggetti con gatti, eh?) e l'ho subito adorato!!! In questo caso il connubio "gatto + pioggia" è molto felice, mentre
nella realtà i mici preferiscono decisamente stare all'asciutto mentre
piove, ammazzando il tempo con un bel pisolino.
La marca di questo bell'ombrello è "Perletti"
Un detto popolare diffuso in tutta Italia, derivante da un proverbio cinese, recita che il gatto che si passa l'orecchio con la zampina segnala l'arrivo di pioggia. Per quanto ho potuto vedere, in realtà non c'è da fare molto affidamento su questo detto, anche perchè il gatto, sempre molto scrupoloso sulla propria igiene personale, tende a lavarsi con metodo e rigore in qualsiasi stagione.
Il musetto sull'ombrello: lo trovo molto elegante!
Un altro detto popolare, questa volta inglese, dice "It's raining cats and dogs", per intendere il nostro "piove a catinelle". Non sono mai riuscita a capire perchè!
Comunque sia, i gatti come i cani sono meteoropatici (alcuni più di altri) e in generale non amano temporali e piogge molto violente. Paciocca odia i temporali con tutta se stessa e, quando ne infuria uno con tuoni e fulmini, mi sta sempre vicina-vicina finchè non passa, con occhioni grandi e spaventati e facendo deboli miagolii come a dire "Siamo davvero al sicuro qui?". Devo dire però che molto dipende dalla sensibilità di ciascun animale e che a volte resto sorpresa di come Paciocca sia perfettamente tranquilla in mancanza di tuoni e fulmini, anche se fuori c'è un vento eccezionale e il diluvio universale.
L'immancabile controllo-qualità: Paciocca non si fa sfuggire nulla!
Paciocca è soddisfatta e si "snuma" sugli angoli dell'ombrello
E i vostri animali come si comportano con il temporale e la pioggia? Dormono tranquilli in attesa che passi la perturbazione o osservano preoccupati l'infuriare del cattivo tempo?
Io comunque, in caso di pioggia, con un ombrello così sono in una botte di ferro!!
Dio ha creato il gatto per permettere all'uomo di poter
accarezzare una tigre. Richelieu - Fernand Méry
E' un gatto o una piccola tigre?
Non so se le intenzioni di Dio nel creare il gatto fossero proprio quelle di soddisfare l'uomo ma... questa celeberrima frase è perfetta per presentarvi cinque tigri di cui si sta prendendo cura "A Coda Alta"!
Sono cinque cuccioli salvati dalla strada, vivevano al freddo e sotto un cespuglio,
senza conoscere nè l’affetto dell’uomo, nè il calore di una casa… Sono timidi, un pò spaventati, ma non irrecuperabili: si
stanno abituando alla vita domestica.
La loro età viaggia dai 3 ai 5 mesi: insomma sono giovanissimi e si meritano di scoprire che la vita non è solo fuga, fame e freddo, ma è (o dovrebbe essere) affetto, cibo, coccole e una famiglia che si prenda cura di loro. Per informazioni:
ASSOCIAZIONE A CODA ALTA DI FERRARA Paola 3490749369 (dalle 17). Ma ora ve li presento più nel dettaglio, sono tutti molto belli e la loro diffidenza è solo temporanea:
Tommaso, ha cinque mesi.
Tullio, tre mesi.
Adottare un gatto spaventato e non socievole è un altro di quei gesti di grande cuore: tra i vari trovatelli, tanti hanno alle spalle esperienze dure, che li hanno educati a reagire al mondo e all'uomo con diffidenza, paura. Avere la pazienza, la volontà e l'affetto per farsi carico delle loro "ferite" (interiori), per curarle fino a far scoprire loro una vita piena di fiducia e amore è una scelta che non ha prezzo.
Mara, tre mesi.
Questi mici sono adottabili a Ferrara e in comuni limitrofi
(Emilia Romagna e Veneto): non fateli aspettare se cercate un amico per la
vita, a loro davvero regalerete una seconda chance... sono troppo giovani per essere condannati ad essere senza una famiglia!
Amedeo, ha cinque mesi.
Giulia, ha tre mesi.
Ne approfitto per augurarvi un buon weekend e mi scuso se in
questi giorni non sono stata molto presente nei vostri blog (né lo sarò nei prossimi, purtroppo), è un
periodo molto impegnato...!