Oggi vi parlo di un libro che è soprattutto una storia vera, ricca di emozioni, speranze e insegnamenti come solo la vita vissuta può essere: quella di Gwen Cooper e del suo micio nero Omero, cieco dalla nascita. A solo poche settimane di vita, il piccolo batuffolo rischia di morire a causa di una grave infezione agli occhi: viene salvato in extremis dalla veterinaria che deve però asportargli i bulbi oculari, condannandolo a trascorrere la vita nella più completa oscurità. Quali saranno le possibilità di Omero di essere adottato e di vivere un'esistenza felice? E' proprio a questo punto che Gwen Cooper si imbatte nel micino e capisce di non poter fare a meno di adottarlo. In realtà tutte le circostanze giocavano a sfavore per l'adozione: la ragazza aveva già due gatte e una situazione lavorativa precaria, eppure il micino, anche se totalmente cieco, la accoglie subito con una fiducia così disarmante che Gwen si sente in dovere di non deluderlo. Qui ha inizio la storia di questa giovane donna e di un coraggioso gatto nero senz'occhi, una creatura che, pure senza aver mai visto il mondo o le persone, riesce a vivere e soprattutto ad amare con un'intensità sorprendenti.
E' una storia di responsabilità, amore, devozione, fiducia reciproca, normalità, difficoltà e miracoli quotidiani. Perchè se è vero che un gatto cieco può effettivamente condurre una vita normale, dando prove di straordinarie capacità di adattamento, quello che non si può immaginare è quanto l'esempio di vita di Omero possa cambiare l'esistenza, le prospettive e l'anima stessa di Gwen. La ragazza e i suoi gatti (non solo Omero, ma anche le gatte Vashti e Rossella) passeranno insieme circa 16 anni, durante i quali Gwen dovrà dare prova di essere diventata adulta, cambiando più e più volte lavoro e perfino città (da Miami a New York), riuscendo sempre a reinventarsi una vita, passando per diverse peripezie lavorative ma anche sentimentali, fino a trovare finalmente la stabilità con l'uomo che diventerà suo marito. Si troverà a sopravvivere, sempre insieme ad Omero, Vashti e Rossella, anche ad uno dei più tragici drammi che hanno colpito il mondo occidentale nel nostro secolo: l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. Già una testimonianza di questo tipo colpisce in sè stessa, ma ancora più valore ha questa storia perchè è chiaro come Gwen abbia vissuto ogni giorno e ogni singola scelta in simbiosi con i suoi mici: non semplicemente i suoi "animali domestici", bensì la sua famiglia.
Gwen e Omero, fonte QUI |
A sfondo del racconto di vita di Gwen ed Omero, una storia di uomini e gatti, di difficoltà e tragedie superate, di felicità e miracoli giornalieri, ci sono poi alcune importanti riflessioni sul concetto di "normalità" e "diversità", in particolare per quanto riguarda la disabilità. Senza negare il carico di problemi che la disabilità comporta, Gwen ed Omero ci insegnano che "spingersi un pochino oltre il confine della normalità può arricchire un’intera esistenza". Uscito nel 2010 quando già il micio nero aveva raggiunto la vecchiaia, leggendo in rete ho scoperto che Omero è venuto a mancare nel 2013 all'età di 16 anni. Pure nella consapevolezza che Omero non sarebbe vissuto per sempre, non vi è traccia di tristezza nel libro di Gwen, solo una profonda commozione per una creatura che ha saputo darle un infinito affetto e un'impagabile lezione di vita: “l’amore per un gatto o qualche altro animale domestico, per una
persona, non ha bisogno di occhi, anzi si può trovare anche solo sapendo
leggere il cuore, imparando a scoprire la vita in ogni sua parte,
vivendola senza paura di sbagliare" (Gwen Cooper, Omero gatto nero, Sperling&Kupfer).