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domenica 14 giugno 2020

Primi incontri tra neonati e gatti!

Cari amici, torno sul tema dello scorso post, ma in maniera molto meno impegnata! Ecco a voi un video davvero tenero ed emozionante che dimostra quanto i nostri amati gatti siano sensibili all'arrivo di un bimbo in famiglia.  Guardate che tenerezza! Io mi sono davvero commossa nel vedere la delicatezza e la premura con cui questi gatti si approcciano ai cuccioli umani!



Ammetto che mi sarebbe piaciuto molto se Paciocca avesse reagito così all'arrivo di Stefano...
Come sempre, però, va tenuto presente che ogni gatto reagisce a modo suo e anche in base alle abitudini consolidate nella sua famiglia: è ben integrato nel nucleo famigliare oppure viene coinvolto solo saltuariamente nella routine di casa? Considerato il fatto che Paciocca non abita più con me da quando mi sono sposata (cosa che non ha mai digerito fino in fondo) e che, quindi, non ha occasione di stare continuamente a contatto con la mia nuova famiglia, la sua reazione è assolutamente comprensibile. Se poi penso al suo carattere discreto e un pochino timido... forse non potevo poi aspettarmi qualcosa di molto diverso!
Colgo l'occasione per ringraziare tutti voi per l'interessamento che le avete riservato, anzi posso dirvi che per fortuna la sua alopecia sembra andare meglio.
Vedremo anche se, con il passare dei mesi, la mia micia avrà modo di interagire di più con il mio bimbo... e viceversa! Tutto sempre nel rispetto delle esigenze e del benessere di entrambi. Vi terrò aggiornati!

venerdì 6 dicembre 2019

Un labirinto natalizio per il tuo gatto!

Dopo un post "impegnato" e riflessivo sul Natale, quest'oggi vi propongo invece qualcosa di più scanzonato ma sempre in tema... sono andata a scovare un curioso video che vi mostra il micio Pusic alle prese con un bellissimo labirinto natalizio! Un'alternativa all'albero di Natale, che magari darà anche modo di giocare o nascondersi in libertà al vostro gatto...


Certo, dovete comunque mettere in conto che il felide giocherà con le palline anche di questo "palazzo di Natale"! Comunque complimenti all'autore di questo maxi-gioco per gatti (è lo stesso del labirinto di bottiglie d'acqua) che si è dato tanto da fare per allietare il periodo natalizio anche per il suo amico peloso!
Io di solito evito di "antropizzare" gli animali rendendoli partecipi di tradizioni prettamente umane (come ad esempio fare regali natalizi ai gatti, oppure "vestirli a festa" con accessori ad hoc, tipo un collarino rosso...) ma in questo caso è bello essere riusciti a coinvolgere il micio in qualcosa di speciale ma al contempo rispettoso della sua natura: la voglia di esplorare, di nascondersi e di entrare nelle scatole!
E voi, preparate qualcosa di particolare per i vostri animali durante le feste?
Fatemi sapere e intanto buon weekend a tutti!

martedì 15 ottobre 2019

La teoria popolare delle bottiglie d'acqua per allontanare i gatti

Popolarmente si dice che i gatti (e pure i cani) sarebbero spaventati o comunque disturbati dalla presenza di bottiglie piene d'acqua esposte lungo i muri, sui davanzali delle finestre o nei giardini e orti: questo semplice rimedio dovrebbe impedire al nostro felino (o canide) di fare i suoi bisogni nelle zone suddette. E così non è infrequente notare, anche nelle città, bottiglie d'acqua in fila esposte fuori dalle saracinesche degli esercizi commerciali, nelle nicchie dei muri, o vicino a vasi e fioriere. Allo stesso modo, in campagna, si possono avvistare le bottiglie negli orti, o vicino ad aiuole fiorite che si vorrebbero proteggere dal gatto di casa, quando alla ricerca di una lettiera all'aperto. 
Le spiegazioni, come in ogni buona credenza popolare, sono le più pittoresche: il gatto sarebbe disturbato dalla luce del sole riflessa nell'acqua, o addirittura dal proprio stesso riflesso che lo farebbe sentire "osservato" e quindi lo farebbe sentire a disagio... quanto ai cani non è dato sapere il tipo di disturbo arrecato, ma di certo una fila di bottiglie impedisce fisicamente di urinare direttamente contro il muro, questo va detto!

Immagine di Ravitave, tratta da Wikipedia.

Vi posso raccontare che un'estate avevamo deciso di impedire alla nostra gatta di saltare su una specifica finestra a piano terra (avevamo appena sostituito la zanzariera e non volevamo "sorprese"), per cui abbiamo avuto la geniale idea di occupare il davanzale esterno (uno dei suoi posti preferiti) con una bella fila di bottiglie. Anche in questo caso devo confessare che l'idea ha avuto successo... certo, ma solo perchè per la mia gatta non c'era più lo spazio fisico dove saltare e appollaiarsi! La felina non ha infatti avuto problemi a posizionarsi sulla parte fissa dello stesso finestrone, proprio accanto alla parte mobile e "zanzarierata" dell'infisso: esattamente accanto alle minacciose bottiglie d'acqua.
Quindi insomma, si tratta in larga parte di una credenza popolare che non ha fondamenti scientifici... ammessa eventualmente anche una vaga diffidenza dell'animale alla prima comparsa delle bottiglie, questa si dissolverà ben presto in una ferma indifferenza in pochi giorni...  e il nostro gatto continuerà a comportarsi esattamente come prima. 
A ulteriore riprova di quanto sia campata in aria questa sorta di "teoria", vi mostro un video che unisce utile e dilettevole: per tutti coloro che avessero voglia o necessità di arricchire la routine del loro micio, ecco un'idea magnifica per stuzzicare il suo bisogno di esplorare l'ambiente... costruire un labirinto con bottiglie piene d'acqua! 


A parte che questo micio bianco e nero è strepitoso, l'ho davvero trovata un'ottima "invenzione" riciclosa che può aiutare il gatto (soprattutto d'appartamento, che non ha la possibilità di uscire e sfogare in natura i suoi istinti) ad annoiarsi meno e tenersi attivo! E... come avete visto, direi che tra gatti e bottiglie d'acqua non c'è poi tutta questa diffidenza! 
Voi che ne pensate? Avete esperienze in merito da raccontarmi? Vi aspetto nei commenti!

lunedì 8 luglio 2019

Perchè vedere (e amare) Dragon Trainer

Cari amici, oggi vi propongo un argomento apparentemente "off topic" per il mio blog... non sono solita fare recensioni cinematografiche, l'ho fatto raramente solo per film che avessero come protagonisti animali o felini, o eventualmente per quelle pellicole che mi avessero proprio colpita al cuore. Ebbene, quest'oggi si tratta certamente di questo secondo caso... ma, alla fine di questo post, scommettiamo che scoprirete come Dragon Trainer rientri a pieno titolo tra i "temi forti" di Rumore di Fusa?
 
La scena chiave del primo film, fonte Wikipedia.

La trilogia della Dreamworks è diventata ormai celeberrima, ma quello che potreste non immaginare è che si tratta di un racconto capace di parlare a tutti: ai bambini in quanto film fantasy d'animazione, ma forse ancora di più agli adulti, che potranno vederla come metafora del mondo reale, apprezzandone ogni non scontata sfumatura.
La storia è presto detta: nel villaggio di Berk vive una comunità di vichinghi, dediti alla caccia e l'uccisione dei draghi, bestie indomabili e sanguinarie che di tanto in tanto fanno razzie di pecore nel villaggio. Ogni abitante di Berk che si rispetti ha ucciso almeno qualche drago e tutti sanno difendersi al meglio dai pericolosi mostri alati - chi sputa fuoco, chi scaglia aculei velenosi, chi soffia gas tossico - per vincere la battaglia mortale. Tutti... tranne Hiccup, il nostro protagonista, che per sua disgrazia è gracile, goffo e insicuro, cosa che cerca di compensare grazie alla sua mente brillante e ironica, soprattutto per non sfigurare agli occhi di suo padre Stoik, che è anche il valoroso capo di Berk.

"Incubo orrendo" uno dei feroci draghi a Berk. Foto da web, a questa pagina.

Nel corso di una battaglia contro i mostri alati, Hiccup riesce incredibilmente a colpire - grazie a un marchingegno di sua invenzione - uno dei draghi, forse il più temibile, certamente il più misterioso e sfuggente: una "furia buia". L'animale, ferito, precipita nel fitto della foresta e Hiccup lo insegue per dargli il colpo di grazia: non potrebbe fare cosa migliore, per guadagnare la fiducia di suo padre e migliorare la sua reputazione in tutto il villaggio.
Rintracciato il drago nero, che a causa del colpo infertogli è immobilizzato in una rete, Hiccup - benchè spaventatissimo - estrae il coltello e si prepara a ucciderlo. Ci prova in tutti i modi a sferrare il colpo mortale, si sforza finchè può, pensando a suo padre, al fatto di essere un vichingo cacciatore di draghi e alla storica guerra in corso tra il suo popolo e quei rettili alati. Ci prova, ci prova... ma proprio non ci riesce, uccidere una bestia immobilizzata non fa per lui. Così, affranto e amareggiato per la propria inettitudine (ma anche profondamente convinto di non poter fare scelte che non gli appartengono davvero), con il coltello recide la rete e libera il drago, il quale fugge nella foresta.

Hiccup libera il drago. Foto da web, da questa pagina.

Ma il rettile è rimasto ferito nello scontro: una parte della sua coda è irrimediabilmente danneggiata e non ha più modo di volare. Sarà per questo che Hiccup, un po' per senso di colpa, un po' per la sua estrema curiosità, inizierà a sorvegliare da lontano l'animale... per rendersi conto che forse non si tratta di quel mostro sanguinario e terribile che suo padre e i suoi avi gli avevano descritto. Così, con discrezione, osserva i suoi comportamenti, le sue peculiarità... e si sente responsabile della sorte di quel drago che ormai non riesce più a volare a causa sua.
Ed ecco una delle scene più belle dell'intera trilogia, probabilmente quella che mi ha fatta innamorare di questi film, quella in cui umano e drago vincono la reciproca diffidenza e, nel rispetto delle loro differenze, stringono un'amicizia per la vita.



Il resto della storia non ve lo racconto, sappiate solo che a Hiccup e al drago Sdentato starà l'arduo compito di smentire trecento anni di storia vichinga, per far comprendere a tutto il popolo di Berk come i draghi non siano una minaccia, bensì creature intelligenti, dotate di una loro sensibilità e in grado di arricchire straordinariamente la vita umana. E, una volta riusciti a far questo, avranno l'ancora più arduo compito di difendere e rispettare quei draghi che il resto dell'umanità vuole invece uccidere o sfruttare per i più biechi giochi di potere e di guerra. Una storia appassionante e piena di colpi di scena, animazioni spettacolari e una musica (di Andrew Powell) che a mio parere è un capolavoro.
Ma veniamo ai motivi per cui, da lettori di Rumore di Fusa, Dragon Trainer dovrebbe conquistarvi: anzitutto, Sdentato assume atteggiamenti, pose e modi di fare tipicamente da... gatto! Nessun animale esistente vi ricorderà più del gatto questo meraviglioso drago nero! Ne resterete folgorati.

Sdentato in posa. Foto da web, da questa pagina.

Inoltre, buona parte di tutti i tre film è costruito su temi e sensibilità animalista: come ci cambia la vita rapportarci con gli animali, quale rispetto dobbiamo riconoscere loro e quale libertà dobbiamo concedere, nell'ambito di un legame d'amicizia speciale come è quello tra specie diverse.
In realtà, in Dragon Trainer c'è molto più di questo... trovano spazio questioni universali come l'amore e l'amicizia, la morte e l'abbandono, le responsabilità e la crescita, ma anche l'accettazione di sè stessi, con tutti i propri limiti, le proprie peculiarità e le proprie insicurezze. E se si è spesso voce fuori dal coro.... forse è bene restare tali, perchè è nei differenti punti di vista che sta la ricchezza e la possibilità di cambiare il mondo.
Certo, si narra di draghi e di vichinghi in luoghi fantastici, eppure si parla anche di tutti noi e degli animali con cui viviamo, con cui impariamo ad interagire e con cui stringiamo relazioni d'affetto, autentiche e durature.
Insomma, se questa trilogia ha avuto così successo, trascinando in sala non solo bambini e ragazzi (con le rispettive famiglie), ma anche giovani adulti tra cui la sottoscritta... i motivi ci sono tutti.
La parola ora passa a voi miei lettori: quanti di voi hanno avuo l'occasione di vedere Dragon Trainer? E se non l'aveste ancora visto... sappiate che invidio: avete la possibilità di scoprire per la prima volta un mondo fantastico e una storia commovente, che ha così tanto da dire anche sulla nostra realtà. Non fatevelo sfuggire!

martedì 15 gennaio 2019

"I figli del bosco" di Giuseppe Festa

Come sapete, amo molto Giuseppe Festa e non mi perdo nessuno dei suoi libri. Il suo ultimo "I figli del bosco. L'avventura di due lupi alla scoperta della libertà" non è esattamente un romanzo, si colloca piuttosto a metà tra un saggio divulgativo e un diario di bordo, per documentare tutte le vicende e il percorso di liberazione di due lupetti orfani, svezzati e seguiti in tutto e per tutto dal Centro di tutela e ricerca fauna selvatica Monte Adone (Sasso Marconi). Il fatto che le vicende non siano romanzate non toglie un briciolo di emozione alla narrazione, anzi: la realtà non ha bisogno di fantasia per essere avvicente, commovente e stupefacente!


Achille e Ulisse sono i due lupi orfani, recuperati a poche settimane di vita, attorno ai quali ruotano tutte le vicende. Il loro salvataggio è effettuato da un team di esperti capeggiati da Elisa, instancabile e formidabile conoscitrice di lupi. Fin dall'inizio si comprendono la volontà e la speranza di poter restituire alla natura i due animali, una volta cresciuti. Si tratta di una scommessa tutta da giocare: non è infatti scontato che due lupetti svezzati da mano umana, potranno poi abituarsi alla vita selvaggia senza tornare sui loro passi, mettendo a rischio sè stessi e la convivenza con il mondo degli uomini. La questione, anche se Festa ce la racconta con il talento e la spontaneità del cantastorie, in realtà ha un peso scientifico non indifferente: la reintroduzione di Achille e Ulisse in natura è un vero e proprio "esperimento" scientifico, un caso che - se risolto positivamente - potrà fare da apripista per liberare altri lupi, recuperati e cresciuti dall'uomo.
Accanto a Ulisse e Achille facciamo la conoscenza anche di Wolfy, Ares e Lara, questi ultimi due lupi "ibridi" che per questo non potranno mai tornare liberi: per preservare il patrimonio genetico puro del Canis lupus infatti, ogni esemplare che derivi da un incrocio lupo-cane non deve più essere reimmesso in natura. 
Vi lascio un video di presentazione del libro, dove potrete vedere anche meravigliose riprese dei lupi protagonisti... da giocosi lupetti fino a maestosi esemplari adulti.



Il libro è anche una miniera di informazioni sui lupi e sull'encomiabile lavoro svolto dalle persone che operano nei CRAS; scopriamo inoltre quanto delicati siano gli equilibri tra uomo, animali selvatici e natura, qui nella nostra bella Italia. Il lupo, quell'animale che ci ricorda paure ancestrali e terrori notturni, è invece una creatura a suo modo fragile, bisognosa di protezione, rispetto e conoscenza. Ulisse e Achille riusciranno a riabbracciare la loro dimensione più selvaggia, tornando a vivere nella natura, sempre ad un passo dall'uomo?
Sta a Giuseppe Festa raccontare questa storia, un'avventura affascinante quanto imprevedibile, che lupi e umani dovranno affrontare per raggiungere la meta più ambita, non scontata: ritrovare e conservare la propria anima più selvaggia, il proprio posto nella natura, la propria libertà. E, a sorpresa, pagina dopo pagina, capiamo che è l'impresa più importante non solo per Ulisse, Achille e tutti i lupi ancora in cattività nei CRAS, ma anche per ciascuno di noi.

domenica 2 dicembre 2018

Una casetta di pan di zenzero... per gatti!

Cari amici, con dicembre è iniziato ufficialmente il mese di preparativi al Natale! Quest'oggi, invece di parlarvi di alberi e presepi perennemente minacciati dagli agguati felini, voglio proporvi un video con un'idea davvero originale per addobbare la nostra casa e al contempo creare un ambiente speciale per i nostri gatti... con materiali di recupero, un po' di fantasia e una buona manualità, è possibile allestire una vera e propria "gingerbread house" a misura di micio! L'idea si deve alla famiglia umana di Cole e Marmalade, due gatti già star di Youtube che ho avuto modo di farvi conoscere anche in altre occasioni natalizie... guardate che meraviglia!



Palestra, tana, cuccia, luogo segreto per nascondigli e appostamenti di caccia: ha tutte queste funzioni una casetta di pan di zenzero del genere! E farà felici i vostri mici, oltre a creare un bell'angolo natalizio e spettacolare nel vostro salotto. 
Se avessi più tempo, non nego che mi piacerebbe tantissimo farla... al pari del classico albero addobbato e del tradizionale presepe natalizio. E sono certa che Paciocca ne andrebbe pazza! Che mi dite, qualcuno di voi vorrebbe provare a costruirla per il proprio felino? Intanto buon dicembre e buon atmosfera festosa a tutti!

sabato 15 settembre 2018

Un micioscoiattolo irresistibile!

Buon sabato a tutti! Oggi un post velocissimo su un video che, in pochi secondi, vi conquisterà: esiste un gatto più sorprendente, tenero e puccioso di questo? Si tratta di un micio, di uno scoiattolo o di un volpino? Non è dato sapere... la cosa importante è che è fenomenale!




Non mi pronuncio sulle caratteristiche così "vaporose" della sua coda, quanto alla posizione di essa, ben eretta e dritta, insieme a tutto il resto della postura, esprime un chiaro interesse... forse per l'arrivo imminente delle proprie crocchette preferite? Anche questo non possiamo dirlo con certezza, ma noi ci accontentiamo di questi pochi secondi per goderci la sua bellezza e simpatia, e vivere il nostro weekend con un sorriso in più!

giovedì 15 marzo 2018

L'affascinante e complesso linguaggio dei gatti

Siamo abituati ad attribuire "un verso standard" agli animali: il cane abbaia, il gatto miagola, il cervo bramisce, il lupo ulula... eppure non è esattamente così, se fossimo migliori osservatori/ascoltatori del mondo animale che ci circonda, scopriremmo che ciascuna creatura possiede tutto un repertorio linguistico ricco, vario e adeguato alle situazioni. Il gatto non fa eccezione ed anzi sono sicura che se ciascuno di voi pensasse ai vari modi di "interloquire" del vostro micio, potrebbe quanto meno individuare tre o quattro "voci" del gatto, ben distinte e circostanziate. Ho scovato in internet un paio di video molto interessanti a tal proposito, nei quali emerge quanto affascinante e variegato sia il modo di comunicare del gatto... ancora una volta mi meraviglio di quanto unico, speciale e complesso sia il nostro amato felino domestico!
Avvertenza: se state per avviare questo video a volume elevato e c'è il vostro gatto nei paraggi, attenzione che potrebbe inquietarsi... abbassate il volume o allontanate il micio!


 Ed ecco il mio commento al video, seguo i numeri proposti per comodità:
10. Le fusa di solito sono una manifestazione di felicità e di profonda soddisfazione, ma possono corrispondere anche al bisogno di conforto quando il gatto sta vivendo un fortissimo shock psicofisico, dopo un incidente stradale, un'operazione o in un momento critico.
9. Miagolio durante il pasto: non so darvene una precisa interpretazione, ma in questo caso credo sia un segnale di fastidio del gatto in un momento in cui vorrebbe "privacy". 
8. Grida di "confronto" tra maschi in lotta per il territorio: sembrano quasi urla umane, entrambi i gatti sembrano voler avere "l'ultima parola" e restare in silenzio mentre l'altro miagola, verrebbe interpretato come un segno di debolezza. 
7. Miagolio "richiesta di attenzione", o più probabilmente "richiesta di entrare" da un ambiente a un altro della casa. 
6. Miagolio acuto del micino neonato che vuole chiamare a sè la mamma micia. Che tenerezza! Una vera e propria richiesta del tipo: "Non lasciarmi solo! Dove sei?"
5. Come lo chiamo io, lo "schiocco" da caccia! Il verso tipico del gatto che ha individuato una preda e la sta puntando con decisione. 
4. Il miagolio affamato, probabilmente quello più "classico" e che comunemente sentiamo pronunciare dal nostro gatto prima dei pasti!
3. Il richiamo di mamma gatta ai suoi gattini. Questo tipo di miagolio non a caso assomiglia parecchio ai suoni brevi e partecipati che ci rivolge il nostro gatto nel salutarci o nel rispondere a una nostra frase chiaramente rivolta a lui. In pratica è la "conversazione" felina per eccellenza, e il gatto adulto la riserva solo a noi, eventualmente ai suoi piccoli quando li sta svezzando. 
2. Il richiamo della gatta in calore, un verso che dovrebbe comunicare al mondo intero (e ai gatti maschi nei paraggi) che lei è pronta ad accoppiarsi. Ci tengo a far notare la nota "dolente" nel miagolio della gatta: il calore per gli animali non è esattamente questa favola d'amore, anzi si tratta di un periodo di profonda irrequietezza e di disagio psicofisico, che spesso li conduce a esporsi a pericoli anche mortali. 
1. Il soffio e il ringhio dei gatti maschi durante il combattimento: arrivare ad azzuffarsi per i felini, pure se randagi, è sempre "l'ultima spiaggia", quando nessuno dei due contendenti ha accettato di tirarsi indietro. Questo accade soprattutto tra maschi interi (non sterilizzati) e ancora più di frequente durante il periodo degli amori. I gatti sono animali estremamente territoriali, ma non amano le lotte sanguinose e, prima di arrivare davvero a picchiarsi c'è tutto un lungo momento di "trattative" (vedi al punto 8). Sterilizzare il proprio gatto riduce i vagabondaggi, le lotte nel periodo degli amori e rende il temperamento dell'animale meno aggressivo e "rampante", sebbene resti la vocazione al controllo del proprio territorio. Ricordo che molto spesso le lotte tra gatti interi, conducendo a morsi e ferite profonde, sono la principale occasione di trasmissione di malattie quali la FIV e la FELV, patologie ad oggi ancora incurabili.

Concludo il post con una nota più simpatica, nonchè immancabile: un video dedicato alle inconfondibili "chiacchierate" con cui i nostri mici ci deliziano quotidianamente, dandoci la prova di comprendere il senso delle nostre frasi, dei nostri saluti, dei nostri commenti a loro indirizzati!



Ciascuno di noi conosce bene tutte le varianti dei "purr", dei "meow", dei "brum", degli "miao!" con cui il nostro micio dialoga con noi a seconda delle situazioni, e in realtà basta questo per farci capire che.. eh no, il gatto non "miagola" semplicemente, ha tutto un suo particolare, ricco e inconfondibile linguaggio che usa con grandi competenze comunicative, empatia e intelligenza! E voi cosa mi raccontate del modo di comunicare del vostro micio?

mercoledì 17 gennaio 2018

"Senzaparole" di Roger Olmos

Per presentarvi quest'albo illustrato per adulti (o per ragazzi, certo non per bambini), bisognerebbe evitare di scrivere: andrebbe direttamente sfogliato con le proprie mani, per capirne davvero l'impatto e il valore, la novità e la forza. "Senzaparole" colpisce subito allo stomaco e al cuore, con tavole illustrate sorprendenti, crude, violente, talvolta apertamente disgustose, disturbanti, avvilenti. Ed è giusto così, è apposta così: perchè abbiamo già capito che le parole non servono, ci riempiamo la testa di parole e di finta consapevolezza, ma intanto le nostre azioni continuano ad essere le stesse. Siamo troppo abituati alla "banalità del male", pure se scritta nero su bianco; infatti ben sappiamo, a parole, che il nostro mondo è storto e che siamo i carnefici di milioni, miliardi di altre creature viventi. Lo sappiamo? Certamente. Fa differenza? Quasi mai. 





E allora arriva l'artista catalano Roger Olmos e il suo "Senzaparole", un'opera d'arte che svela con immagini forti, durissime, sintetiche e universali, la sofferenza di un mondo animale completamente piegato e piagato dal nostro volere, dal nostro capriccio, dalla nostra abitudine. Alimenti, cosmetici, abbigliamento e anche intrattenimento: la maggior parte dei nostri gesti quotidiani, come il consumare distrattamente in pausa pranzo un panino al prosciutto, ha arrecato e sta arrecando una sofferenza indicibile ad altre creature viventi. Ma basta parole, meglio guardare con i propri occhi, aprendoli finalmente sulla realtà che ci circonda, ben nascosta sotto le nostre consuetudini...




"SENZAPAROLE vi invita ad ampliare la prospettiva, a guardare oltre, a pensare fuori dai limiti che ci hanno imposto, dal mondo in cui ci sentiamo comodi e a nostro agio. Vi invitiamo a fare un passo indietro e allontanare l'obiettivo per adottare una visione più globale di ciò che ci circonda, delle cose che usiamo, di quello che ci diverte e di cui ci alimentiamo. (...) Le illustrazioni del libro vogliono portarci a riflettere su questi animali e su come li trattiamo, e a domandarci: cosa direbbero se avessero voce, se potessero esprimersi a parole? Ma il libro si propone anche di aprire una porta alla speranza. Convivere nel rispetto degli altri esseri viventi con cui condividiamo il Pianeta è possibile, e insieme possiamo farcela" (J. Berengueras - FAADA.org in "Senzaparole").
Ed infatti meravigliosa e colma di speranza è l'ultima tavola dell'albo, a tutti gli effetti un capolavoro, che merita di essere sfogliato e vissuto da tutti coloro che si sentano disposti ad intraprendere questa presa di consapevolezza, senza il bisogno di altre parole.

lunedì 25 dicembre 2017

Il Natale in famiglia del gatto Kozal!

Cari amici, buon Natale a tutti voi! Per concludere al meglio l'anno su Rumore di Fusa, ma anche per condividere con voi il senso di una festa che mette al primo posto l'amore e l'accoglienza in famiglia, eccovi una storia speciale... una storia veramente accaduta, un piccolo miracolo che in realtà può avvenire in ogni parte del mondo, tutti i giorni dell'anno, trasformando (in meglio) tutte le vite dei protagonisti. Si tratta dell'adozione di un gatto abbandonato, scelto dopo mesi di permanenza forzata in un rifugio, ignorato dai più... mesi che rischiavano di trasformarsi in una condanna a vita, perchè il gatto protagonista della storia ha ben 16 anni, un'età che ha reso la sua adozione una scommessa difficile vincere. Eppure, per fortuna, su questa Terra c'è anche chi comprende e si fa conquistare dallo sguardo afflitto di un gatto anziano in un rifugio, un micio che per sette mesi si è visto "sorpassato" da tanti altri gatti senza comprendere perchè... una creatura che, dopo una vita lunga, mai potrebbe capire la ragione del terminare i suoi giorni in un rifugio, solo con sé stesso. Ma il lietissimo fine c'è stato, per Kozal, ed eccolo a voi:



Il gatto Kozal è stato affidato, in cerca di adozione, al National Adoption Centre dell'associazione inglese Cats Protection, nel Sussex. Probabilmente a causa dei suoi 16 anni, per sette lunghi mesi è rimasto ad attendere qualcuno che volesse adottarlo, nonostante fosse un bel gatto pieno di vita... guardatelo nel video del suo appello:



Una vitalità mica male per un gatto anziano, no? Kozal stava però perdendo le speranze di rientrare in una famiglia, finchè i suoi attuali adottanti, Jill Cash e il marito, hanno scelto proprio lui all'inizio di dicembre! Sul sito dell'associazione Cats Protection si leggono alcune parole della coppia: "Abbiamo adottato Kozal perchè aveva quell'aria desolata sul suo musetto e volevamo solo dargli un posto caldo e sicuro dove trascorrere i suoi anni da pensionato". Un bellissimo gesto, un reciproco dono di Natale per questa famiglia e per il gatto Kozal, che passerà al caldo e ben coccolato non solo queste festività, ma tutto il resto della sua vita! Davvero un Buon Natale.

venerdì 8 dicembre 2017

Tutti pronti a fare l'albero di... Gattale?!

Cari amici, tutti pronti a fare l'albero di Natale? Immagino di sì! Anche i mici star del web Cole e Marmalade sono prontissimi per partecipare ai preparativi e agli addobbi... tra scatole e scatoloni, festoni e nastri, carta da pacchi luccicante e luci intermittenti, per loro si può proprio dire che il Natale sia arrivato prima! Chissà che feste da qui all'Epifania...!


Noi faremo l'albero proprio oggi, ma senza la compagnia di felini pericolosi: Paciocca infatti vive a casa dei miei e non entra in casa mia, se non per veloci e furtive capatine. Per la mia gatta ci saranno quindi poche occasioni di incontrare il mio grande albero natalizio, ma sapete che vi dico? Ammetto che sarei disposta a sacrificare qualche pallina per avere la mia gatta acciambellata sul divano durante le feste natalizie, anche se in realtà tutte le ragioni che mi hanno fatto decidere di lasciarla vivere nella casa dei miei genitori (ad un passo dalla mia si intende) restano tutte valide. Eppure, il Natale senza gatto in casa è meno Natale, la casa è meno casa... e, beh sì, si salva proprio solo lui: l'albero di Natale è un po' più al sicuro, senza gatti nei dintorni! Buon weekend dell'Immacolata a tutti!

martedì 21 novembre 2017

Gli alberi della nostra vita

Se vi chiedessi qual è l'albero più importante della vostra vita, cosa mi rispondereste? Forse qualcuno di voi potrebbe ricordarsi di quell'albero vicino al quale giocava da piccolo al parco, oppure ad uno dei vostri alberi in giardino sotto al quale magari organizzate cene estive o pomeriggi di giardinaggio, oppure invece mi guardereste spaesati dicendomi "Che razza di domanda è?". Oggi si celebra la "Giornata nazionale dell'albero", per ricordare che "gli alberi rappresentano (...) da sempre un valore inestimabile per l’umanità, sono custodi della nostra memoria e fonte di risorse preziose. Essi sono elementi fondamentali dell’ecosistema e, in modo particolare nella città, contribuiscono significativamente a contrastare l’inquinamento ambientale e a migliorare la qualità della nostra vita, sono simbolo di un millenario rapporto tra l’uomo e la natura, fatto di rispetto e armonia" (fonte Ministero Ambiente).
È triste pensare che per ricordarci di questo serva "una giornata" a tema, ma soprattutto è ancor più amaro presumere che la maggioranza delle persone, di fronte alla mia domanda d'apertura, risponderebbe in modo confuso e perplesso, forse dando anche poco senso al mio quesito. Il punto è che, nelle nostre vite contemporanee e ultra-artificiali, la natura stenta a sopravvivere e ad avere un significato... e tra le varie e infinite manifestazioni di essa, le vite degli alberi sono forse quelle che meno ci interessano, che meno notiamo, perchè così silenziose, discrete, apparentemente quasi delle "non vite", qualcosa che ci è piuttosto indifferente.

La quercia secolare di Quartesana (FE)

Rispondo allora io per prima. Di alberi importanti nella mia vita ce ne sono molti, perchè sono fortunatissima e abito in campagna, circondata da tante e diverse piante. Così d'inverno ammiro la fioritura dei calicanthus; in primavera accarezzo i fiori "di lana" del noce di mio nonno; in estate mi siedo sotto l'ombra delle querce e sorveglio la maturazione dei fichi, rubandone sempre qualcuno non appena è maturo; in autunno aspetto trepidante le sfumature rosso fuoco dei liquidambar e i ventagli color canarino dei ginkgo biloba. Eppure ci sono (e ci sono stati) anche altri alberi, nella mia vita, che mi hanno accompagnata per tante stagioni, anche lontano da casa. Ci sono stati i lecci e l'enorme catalpa del conservatorio di Ferrara, ai quali guardavo nei momenti di tensione, cercando di rasserenarmi (e funzionava sempre). È sotto la meravigliosa quercia secolare che cresce a Quartesana - un paesino quasi da nulla, proprio al centro di un parcheggio altrettanto da nulla - che abbiamo scelto di fare le foto del nostro matrimonio, e sono stati gli scatti più belli dell'intera giornata. E poi c'è il "mio" albero dell'adolescenza, anch'essa una quercia, alla quale ho confidato tormenti e speranze, decisioni e paure; è piantata (e resiste, quasi per miracolo) nella campagna circostante alla mia casa, abbastanza vicina perchè sia per me sempre un riferimento, abbastanza lontana per darmi la bella sensazione di "andarla a trovare" quando voglio raggiungerla. Ecco, forse è lei l'albero più importante della mia vita.

La catalpa del conservatorio di Ferrara

Dirò allora una cosa che è quasi paradossale: serve a poco ricordare, raccontare e insegnare che gli alberi sono necessari alla nostra sopravvivenza perchè indispensabili all'equilibrio ecologico, alla produzione di ossigeno, alla produzione di carta, matite e mobili... serve a poco perchè ce lo dimenticheremo sempre e puntualmente, se prima non riusciremo a sentire gli alberi come compagni della nostra vita, della nostra storia personale, testimoni silenziosi e saggi che superano con noi stagioni diverse, tempeste e momenti lieti. Finchè non avremo imparato a riconoscere gli alberi della nostra vita come creature viventi con cui avere un rapporto di particolare attenzione, di impalpabile confidenza, di cura e riconoscenza, tutto il resto sarà inutile.
Vi lascio dunque con un meraviglioso video degli altrettanto meravigliosi The Piano Guys, nel quale, grazie al contributo fondamentale della loro splendida musica, illustrano meglio delle mie parole cosa significhi "l'albero della propria vita".


Qual è, allora, l'albero della vostra vita? Raccontatemelo nei commenti, festeggiamo questa "Giornata dell'albero" condividendo insieme i ricordi più belli legati agli alberi che ci circondano, in città o in campagna, a casa o al lavoro, ovunque la nostra vita si svolga.

venerdì 17 novembre 2017

I dieci comandamenti... parola di gatto nero!

Oggi festeggiamo i gatti neri, è la loro giornata speciale! In quest'occasione vi propongo un video simpatico e divertente nel quale due panterini (i mici Thorin e Blacky del giovane, bravo e gattofilo videomaker Federico Santaiti) ci spiega quali sono i dieci comandamenti per vivere serenamente con un felino domestico... che ne dite, vi riconoscete in queste "tavole della legge"?


Vi aspetto anche su Truefelinegoodblog per una vignetta divertente a tema "gatto nero"! E che altro dire? Auguri a tutti i gatti, ma oggi in particolare a quelli dal manto nero... una vera meraviglia, altrochè portatori di sfortuna!

domenica 24 settembre 2017

La vita con un gatto... o senza?

Tra tanti luoghi comuni sui gatti, ce ne sono senza dubbio alcuni veri: ad esempio, che si prendono i posti migliori e più comodi della casa, che adorano le scatole, che non resistono a partecipare con curiosità alle attività casalinghe che svolgono i loro umani preferiti. Così come ci sono alcuni luoghi comuni, di solito veri, sulle persone che amano i mici: hanno sempre peli di gatto sui vestiti, sfoggiano sempre qualche graffio sulle mani o sulle braccia, nonchè spesso è possibile trovare nelle loro borse (se sono donne) una scatoletta al tonno per felini. Una ragazza ha montato un video simpaticissimo su com'è la vita con un gatto e come sarebbe senza... guardatelo, in quanti di questi punti vi riconoscete?



Io senza dubbio ho vissuto in prima persona il vago imbarazzo per maglioni pieni di peli (coccolo gatti più frequentemente di quanto io passi il rotolo adesivo sui vestiti, lo ammetto), ma anche le sessioni di studio impossibili a causa della mia micia regolarmente distesa sui libri (esattamente quelli che stavo studiando, mica altri...)... e che dire dei graffi e della perenne tentazione di giocare con un gatto, anche a scapito della mia pelle?
Certo, il video mostra anche grandi verità: talvolta la presenza di un micio in casa implica qualche dovere in più, certamente la pulizia dei suoi ambienti (la lettiera, le ciotole...) e la dovuta considerazione a lui, mentre magari abbiamo fretta o vorremmo semplicemente concludere l'impegno domestico che stiamo facendo. Però non c'è dubbio... ogni singolo minuto passato in compagnia del nostro gatto ha un gran valore in più, in termini di simpatia, compagnia, complicità!

sabato 1 aprile 2017

Manuale di istruzioni per il tuo gatto!

Buon primo aprile! Oggi, per rispettare lo spirito goliardico che tradizionalmente dovrebbe animare questa giornata, ho pensato di proporvi un video tutto scherzoso dedicato al nostro simpatico felino domestico. "Manuale di istruzioni per il tuo gatto" infatti è un piccolo condensato di battute ma anche grandi verità su com'è la vita con un micio...  tra gioie, contraddizioni e qualche inevitabile difficoltà!


Che ne dite, possiamo considerarlo un inoffensivo "pesce d'aprile" per i noi e i nostri gatti? In ogni caso, buon inizio di aprile a tutti e buon fine settimana!

giovedì 9 febbraio 2017

Gatti e scale, c'è chi scende e c'è chi sale...

Quanti modi conoscono i gatti di fare la scala? Ho sempre osservato con curiosità i miei gatti alle prese con questa struttura, ma devo dire che per la maggior parte delle volte si è trattato di comportamenti ordinari... insomma, i gatti fanno i gradini, zampa dopo zampa, un po' come noi (ma con più eleganza). Sanno anche correre su e giù per la scala, all'impazzata e di solito per giocare: ma questo lo sappiamo fare anche noi (con meno grazia e di solito rischiando di romperci l'osso del collo). Le cose prendono un'altra piega quando i nostri felidi decidono di fare la scala a partire dal terzo, quarto gradino: il balzo per raggiungerlo è meritevole di una prestazione sportiva d'alto livello. Qualche gatto, a metà scala, può giocosamente decidere di appiattirsi sui gradini, schiacciandosi come una frittella (abbassando anche le orecchie), credendo probabilmente di scomparire mimetizzato. Qualche altro micio sa inseguire le palline su e giù dai gradini, qualche altro deciderà invece che la scala è un buon posto di vedetta per tenere sotto controllo quanto accade in casa. E poi ci sono quei gatti che rendono il fare le scale un vero, inimitabile spettacolo!


Questo secondo video vi mostra un irresistibile gatto ragdoll che tiene alto l'onore della sua razza, notoriamente famosa per avere il carattere e perfino la "consistenza" fisica di un peluche o di una bambola di pezza ("ragdoll" infatti significa proprio questo!). Una cosa meravigliosa!


E se la scala è a pioli? Ve ne do io stessa una dimostrazione, dal momento che Paciocca è abituata a fare tutte le notti la "scalata" di un vecchio scalone da contadini per raggiungere il soppalco, dove dorme. L'abitudine l'ha scelta da sola: fin da quando è stata sufficientemente grande per fare la scala, ha deciso di andare a dormire sul soppalco e da allora non ha passato una sola notte a terra. Antico portato dei suoi avi selvatici, le sarà rimasto l'istinto di rifugiarsi in alto per "scappare dai predatori". Ed eccola in azione, ogni mattina sa perfettamente dove poggiare le zampe per tornare a terra!


Sinceramente, prima di osservare Paciocca, non avevo idea che i gatti potessero fare anche le scale a pioli... ma inizio a credere che quasi nulla sia impossibile per i nostri amati felini domestici! E voi cosa mi raccontate dei vostri mici nel loro rapporto con i gradini? Come si comportano con le scale di casa? E a quanti tipi di scale si sono approcciati?
Raccontatemi tutto!

lunedì 16 gennaio 2017

L'inverno, il lago gelato e l'incanto dei gatti sul ghiaccio

Ghiaccio, vento, neve e gelo! Oggi soffia da nord un vento rabbioso che rende l'aria fredda ancor più gelida e penetrante. L'acqua nei fossi e nei canali è gelata da giorni, la brina ci sveglia ad ogni mattino per sciogliersi solo verso mezzogiorno... peccato che io non abbia tempo per godermi come vorrei questo spettacolo naturale! Ma, a proposito di spettacoli naturali... ho appena scovato un video imperdibile, per tutti gli amanti dell'inverno, dei gatti e della buona musica! 
Cosa fanno i gatti alle prese con il ghiaccio invernale? Perchè, la neve sì, in fondo è una soffice coltre bianca nella quale tuffarsi... ma di fronte ad un laghetto ghiacciato, i nostri felidi come reagiscono? Eccovene un esempio, che vi conquisterà: il micio sullo specchio d'acqua cristallizzato non perde l'occasione per un'eccitante caccia alternativa, seguendo le sagome dei pesci che nuotano sotto lo strato di ghiaccio. E vogliamo parlare della possibilità di pattinare sul ghiaccio? Guardate, guardate, resterete incantati...


E i vostri gatti hanno mai potuto vivere un'esperienza come questa? Come vi ho già mostrato tempo fa, Paciocca si è divertita in più occasioni a giocare con la neve, mentre invece Romeo (il gatto di mio marito, ora rimasto dai suoceri) ha avuto una lezione di vita sul canale ghiacciato di casa sua, quando ha ceduto improvvisamente sotto il suo peso! Poverino, per fortuna l'acqua era poca e più che il pericolo Romeo ha vissuto un brutto spavento e l'umiliazione di una pelliccia fradicia! In effetti, il ghiaccio è infido e bisogna assicurarsi che i nostri mici possano approcciarsi ad esso in sicurezza.
Ma fatemi sognare ancora un po', mi riguardo ancora una volta questo video e queste scene dove felinità fa rima con eleganza, arte e vero divertimento sul ghiaccio... e vi auguro a questo punto una buona, gelida e ventosa nottata!

lunedì 5 dicembre 2016

La tentazione degli addobbi natalizi, per tutti i gatti del mondo!

Buona settimana a tutti! Avete già fatto l'albero di Natale? C'è chi lo prepara a fine novembre, chi invece aspetta religiosamente la "scadenza ufficiale" dell'8 dicembre per addobbare a festa la propria casa, con tanto di abete decorato, palline e ghirlande... e chi più di noi aspetta con ansia questo momento? Probabilmente i nostri amati gatti, per i quali il Natale è un periodo di grazia, dove tutto sembra fatto apposta per il loro sollazzo: festoni, palline, nastri, lucine e fiocchetti... non c'è che dire, un vero parco giochi straordinario! E su questa idea è stato realizzato lo spot natalizio di Temptations: un villaggio natalizio dei sogni che viene completamente distrutto da una folla di giocosi gatti!



Ma davvero i nostri mici sono così CATastrofici, nel periodo delle feste, per addobbi, alberi decorati, tavole imbandite e quant'altro? No, non ci credo! In fondo, basta dedicare loro la giusta attenzione, "tenerli occupati" (come dice lo spot)... e sì, magari può essere una buona idea tenere chiusa a chiave la stanza dell'albero. Ma tant'è: è Natale anche per loro!

mercoledì 17 agosto 2016

La divertente eccentricità dei nostri mici!

Ritorno, con passo felpato, a scrivere sul mio blog, dopo una meravigliosa luna di miele trascorsa sulle paradisiache spiagge di Minorca... e ritorno quindi con un post leggero e divertente, irresistibile e buffo... come può esserlo solo se ha per protagonisti i nostri mici, fiere tigri in miniatura ma anche domesticissimi amici pelosi che condividono con noi i momenti più quotidiani della giornata! Sbocconcellando con appetito una banana o restando immobili in pose incredibili sul nostro divano...! Vedere per credere, i mici più eccentrici del web!



Sono sicura che questi micioni vi avranno messo di buon umore, o quanto meno strappato un sorriso! Vi auguro un buon proseguimento di settimana e di agosto, godiamoci l'ultimo scampolo di estate!

martedì 12 luglio 2016

"Il passaggio dell'orso" di Giuseppe Festa

Le storie di Giuseppe Festa entrano nel cuore e lì restano: racconti di animali e di uomini, di natura e di una società umana che da un lato difende e protegge, dall'altro specula, profana e distrugge, ma anche racconti di vita e di speranza, di bellezza e di libertà, di storture e di crudeltà, di coraggio e di responsabilità. "Il passaggio dell'orso" non è il primo romanzo che leggo di quest'autore, ma è quello da cui voglio iniziare per presentarvi le sue opere, che sono sì storie immaginarie, ma costruite sulla base di esperienze di vita vissuta dall'autore nei parchi naturali italiani, a contatto con gli animali che lì vivono (o sopravvivono). E così ci troviamo a leggere una storia talmente verosimile da sembrare cronaca, mentre le emozioni del lettore si fanno sempre più forti, grazie all'ottimo talento narrativo di Festa. Il Parco Nazionale d'Abruzzo è la cornice meravigliosa, al contempo accogliente e selvaggia, dove si svolgono le vicende del guardiaparco Sandro e dei volontari Viola e Kevin, due diversissimi adolescenti che vengono mandati a trascorrere la loro estate al Parco, dove impareranno ad apprezzare la forza e la fragilità della natura, in questo caso magistralmente rappresentata delle vicissitudini degli orsi bruni marsicani.


E infatti tra i protagonisti del libro troviamo Orso, orso confidente che si avvicina troppo alle case degli uomini, e tutti gli ultimi orsi marsicani, che vivono proprio nel Parco d'Abruzzo: poco più di una quarantina di animali, la cui sopravvivenza purtroppo dipende in massima parte dalle decisioni umane, nel bene e nel male. Ne "Il passaggio dell'orso" Festa intreccia abilmente la narrazione delle vicende degli orsi con temi di tutela ambientale e fatti d'ordinario squallore umano, quando politica, denaro e profitto valgono più della vita. Ma abbiamo anche motivi di speranza: la volontà e la passione dei guardiaparco, la meraviglia e la curiosità delle persone che si avvicinano al volontariato nel Parco e così scoprono una natura da conoscere, amare e custodire. Ecco un documentario in compagnia dello stesso Giuseppe Festa, che oltre a scrivere libri si occupa anche di divulgazione naturalistica e ambientalista, sul Parco Nazionale d'Abruzzo, gli orsi e i guardiaparco che hanno ispirato la storia del romanzo:



Leggendo "Il passaggio dell'orso" scoprirete moltissime cose sugli orsi (in particolare i marsicani), ma anche su uno dei nostri più suggestivi parchi nazionali, mentre la storia vi commuoverà e vi emozionerà, talvolta restando ammutoliti di fronte alla bellezza della natura, talvolta rimpiangendo di non poter fare di più, in prima persona, per proteggerla con le vostre stesse mani. I libri di Giuseppe Festa, di cui "Il passaggio dell'orso" è quello d'esordio, sono così: storie di vita umana e non umana, ma anche inni al valore impagabile della nostra natura italiana. E quando leggerete, nelle pagine finali del romanzo, del passaggio dell'orso... vi sembrerà di essere davvero lì, ad ammirare con gli occhi lucidi il passo maestoso di quell'animale pacifico e potente, meraviglioso ma così in pericolo, che chiede solo di essere rispettato. Una lettura preziosa.