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mercoledì 28 agosto 2019

Un'estate (difficile) nell'orto

È proprio vero che avere un orto ti insegna tante lezioni… una di queste, è forse la più antica di tutte: per quanta fatica, costanza, tempo ed energie tu possa dedicarvi, la buona riuscita di un orto dipende - alla fine dei conti - in larga parte dalla benevolenza della stagione, di quella parte di natura nel tuo territorio che ti sei industriato a coltivare.
Ovviamente parlo per me, per i miei tentativi di orticoltura estivi e molto poco professionali, qualcosa che sta a metà tra un piacevole hobby e la volontà di simulare di una sorta di autosufficienza (da cui sono ben lontana e così me ne starò). 
Quest'anno, dai primi giorni caldi e soleggiati di fine aprile, avevo dato il via al mio orto, con i più rosei propositi, pregustando una produzione abbondante e quasi eccessiva (come lo scorso anno): 12 piante di pomodori, di diverse varietà (ciliegino, datterino giallo, datterino rosso, cuore di bue, pomodori neri e pomodori bistecca); 4 piante di melanzane bianche e striate; 4 zucchine. Entusiasta, mi sono perfino lanciata a seminare i ravanelli. A corredo di questo potenziale banchetto, la recinzione di "piccoli frutti" (la maggior parte messi a dimora già lo scorso anno): more, ribes, uva spina, mirtilli, fragoline, un lampone nuovo nuovo di zecca. 
E poi è arrivato maggio.


Non so se ricordate - ma certo che lo ricordate - com'è stato lo scorso maggio: un autunno freddo e piovoso, per quattro lunghe e interminabili settimane. Sembrava che il caldo non dovesse arrivare più. Nel mio orto, un disastro: un melanzana morta, le altre tre sopravvissute a fatica; i pomodori indietrissimo; le zucchine apparentemente in salute, benchè ben lontane dal fiorire. Giusto i ravanelli sembravano averne beneficiato: svettavano con le loro foglie ben verdi e folte.
Con l'arrivo di giugno, in effetti, mi sono concessa il lusso di qualche insalata insaporita dai ravanelli (nè troppo piccanti, nè troppo insapori) e mi sono quindi decisa di procedere a ulteriori semine di quest'ortaggio, illusa che nelle settimane successive continuasse così. 
Ma in effetti giugno è stato un mese complessivamente positivo: i "piccoli frutti" non mi hanno delusa e anzi, a esclusione dei mirtilli (dal gusto orrendo, mentre le piante iniziavano a manifestare sintomi tipici di clorosi ferrica), mi hanno regalato tante macedonie meravigliose: un'esplosione di gusto e di colore! Ancora me le sogno di notte.


 

Intanto sorvegliavo l'andamento del resto dell'orto: i pomodori si stavano riprendendo, le zucchine, timidamente, hanno iniziato a produrre qualche piccola zucchina... le melanzane meglio non parlarne: restavano in un limbo tra la vita e la morte, tant'è che mia suocera le ha date per spacciate e mi ha consigliato di non annaffiarle neppure più. Io, per pietà, ho continuato a tenerle in vita... e vi posso dire che giusto adesso, a fine agosto, le piante sembrano avere una parvenza di vitalità. Brutte, piccole, ma finalmente verdi e con la promessa di qualche melanzana settembrina. Forse.


In luglio in sostanza avrei potuto mangiare solo zucchine, ma raramente di ottima qualità: alcune restavano tenacemente piccole e "secche", altre in una sola notte diventavano gigantesche e fin troppo acquose. Giusto alla fine di luglio ho avuto una produzione abbondante e di qualità: le piante alla fine il loro dovere l'hanno fatto alla grande, peccato che tra tutte le verdure... le zucchine siano proprio quelle che preferisco di meno! Le coltivo per farne sughi per la pasta, oppure il pesto di zucchine, ripiene al forno... ma mangiate così, cotte nel tegame, mi stancano subito.
Sul fronte pomodori, la delusione più grande e cocente: ricordo ancora con nostalgia la produzione dello scorso anno, iniziata fin dai primi di luglio, con frutti enormi, sani e gustosi. Quest'anno? 
I primi pomodori li ho raccolti a fine luglio, in pratica il maggio freddo mi ha "mangiato" un mese intero di produzione. E il raccolto? Orribile! Già infestato dalle cimici (cosa che negli scorsi anni avveniva passato Ferragosto), crepato, con una maturazione non omogenea (acerbi dal picciolo, sfatti nella parte terminale)... insomma, un disastro. E volete sapere il colmo? I pomodori più produttivi e sani sono stati quelli neri, che ho scoperto di non apprezzare troppo (li trovo eccessivamente acidi)... mentre i miei amati cuore di bue e i datterini gialli hanno prodotto una miseria. Bocciato anche il pomodoro bistecca, piantato quest'anno sperimentalmente: un gusto molto neutro, una polpa fin troppo dura, un torsolo troppo invadente. Sulle dimensioni (ben più piccole di quanto promesso) non mi esprimo: quest'anno nessuno dei miei pomodori ha avuto le dimensioni usuali.

 

Non è andata meglio sul fronte ravanelli: dopo l'illusorio successo di giugno, le altre due semine sono state semplicemente incontrollabili... una gran vegetazione, ma ravanelli piccoli, duri e talmente piccanti da essere immangiabili. Due semine buttate... certo, mi ero un po' lanciata senza cognizione di causa, forse ho sbagliato le tempistiche? Mah.
Per quanto riguarda gli alberi da frutto - tutti regolarmente in ritardo - ho raccolto molti meno fichi del solito, anche se sono stata tra le privilegiate a poter assaggiare una trentina delle mie ciliegie (relativamente tardive, per questo si sono salvate dal freddo di maggio) e cinque delle mie albicocche (una varietà antica e strepitosa, non vedo l'ora che l'albero cresca per poterne fare scorpacciate). In marzo avevo piantato anche due giovani piante di prugna regina claudia e di kaki mela... ebbene, quest'ultima gode di pessima salute, con il freddo ha patito tantissimo e ora anche l'estate africana ha messo a repentaglio la sua vita. Sarà già tanto se si salverà nei prossimi mesi.


Insomma, un'estate difficile per il mio orto... e se considero anche il mio basilico, il quadro è completo: piante sofferenti, sempre sull'orlo di una crisi, con una produzione che sarebbe da buttare in toto se dovessi mai venderla. Per fortuna l'unico mio scopo è avere qualche verdura e frutto appena colto da mettere in tavola... ma la frustrazione è stata tanta.
Mai come quest'anno mi è stato chiaro come, per quanto le nostre cure possano essere costanti (e ribadisco che le mie non sono certo professionali, nè mi avvalgo di pesticidi e concimi agricoli come quelli dei contadini), spesso il successo di un orto dipende in gran parte dalla clemenza del clima: caldo, freddo, pioggia o sole, deve arrivare tutto al momento giusto, nelle giuste proporzioni. 
Che posso dirvi? Pazienza, incasso la lezione e... ormai sarà per il prossimo anno!

giovedì 30 agosto 2018

Tempo d'estate (2018 - 2)

Ho imparato ad apprezzare l'estate soltanto al termine dell'università, da quando ho iniziato a lavorare, perchè è da allora che coincide con il sospirato e indispensabile tempo delle ferie. Non amavo molto l'estate, prima... e per certi versi, fatico a farmela piacere ancora adesso: troppo caldo e afa irrespirabile, troppa luce, troppo chiasso a tutti i costi, troppi turisti, troppa musica a palla e pubblicità da eterno aperitivo. Per una con il mio animo crepuscolare, era inevitabile innamorarmi dell'autunno e soffrire in estate. Eppure, dopo un anno passato tra impegni lavorativi, corse, tanto stress insano, molte preoccupazioni e tutto il tran tran domestico che lascia ben poco spazio ad altro, la stagione estiva ha iniziato a diventare per me quel desiderato e irrinunciabile tempo disteso e più calmo, una libertà ritrovata, la possibilità di tornare a seguire le mie inclinazioni e i miei ritmi naturali.


 


Sopporto ancora mal volentieri il caldo, l'afa e quella luce accecante da cui bisogna ripararsi, nelle ore peggiori... ma adesso apprezzo come non mai le sere ancora luminose fino a tardi, le cicale che cantano con un fragore tale che sembra che l'estate non debba finire mai, le giornate al mare, i cieli stellati, l'orto che cresce e produce inarrestabile i suoi migliori frutti, il cenare con niente: tre pomodori appena colti e un pezzo di formaggio, e poi una marea di frutta fresca...




Ci sono anche i fiori che sbocciano tra la siccità, le mie annaffiature e le sporadiche piogge, i temporali a lungo attesi e finalmente dirompenti, le farfalle che decorano il giardino come ornamenti viventi, la scoperta di insetti insoliti e mai visti prima, l'incontro fortuito con rospi, ricci e altre creature campestri... la preziosa possibilità di dedicare qualche minuto di ogni giornata per contemplare il mondo circostante, su cui non posso più soffermarmi nelle altre stagioni, schiacciata e triturata dagli ingranaggi della vita lavorativa.





 

L'estate, certo, è anche il tempo delle grandi pulizie domestiche, delle lunghe sessioni di stiro per smaltire il cumulo che è cresciuto nei mesi precedenti, delle conserve di frutta e di pomodoro da mettere via per l'inverno, degli esperimenti culinari, dato che adesso c'è più tempo e più voglia di dedicarsi alla cucina. La stagione estiva è il tempo per una lettura finalmente più rilassata, un lusso eccezionale potersi prendere tre quarti d'ora ininterrotti per leggere un libro dimenticato sullo scaffale da tempo.





Purtroppo ormai anche quest'estate si avvia alla sua naturale conclusione... mi sembra iniziata giusto ieri, tra la notte di San Giovanni e il termine degli impegni scolastici... e invece, quante cose ho fatto in questo tempo d'estate! Ormai, ogni anno di più, mi dispiace salutare l'estate fino all'anno successivo... perchè so che solo allora tornerà questo tempo prezioso fatto di sole, vento, natura, libertà e ristoro per l'animo. Ma il ciclo delle stagioni non si può fermare, così come il procedere della vita... salutiamo dunque questa bella estate 2018, godendoci ancora quelle giornate ancora un po' vacanziere che potrà concederci.  

Paciocca, lei sì che è sempre in vacanza!

Essere in vacanza è non avere niente da fare e avere tutto il giorno per farlo.
(Robert Orben)

domenica 8 luglio 2018

Tempo d'estate (2018 - 1)

Dopo un giugno estremamente clemente, con giornate piacevolmente miti e senza troppi picchi di caldo, siamo già diretti verso la metà di luglio: l'estate si avvicina al suo culmine e speriamo che le temperature restino entro certi limiti, anche nelle prossime settimane. Nel frattempo tutto è un fiore, tra insetti indaffarati, cicale in concerto e frutti in maturazione giorno dopo giorno. Ve ne dò un assaggio con le mie foto dell'ultimo mese...

Albero delle farfalle... con ospite!

Geranio
Libellula


Rosa

Paciocca trascorre tutto il giorno in giardino e, quest'estate che attorno a noi ci sono i campi di mais, una specie di giungla nuova e inesplorata, alla sera bisogna sempre chiamarla a lungo prima che si decida a farsi trovare. Sembra che il suo enorme ma ormai "solito" giardino non le basti più, potendo andare ad esplorare la misteriosa e lussureggiante "foresta amazzonica" dietro casa. Speriamo che fili sempre tutto liscio e non faccia brutti incontri nel mais... 



Nel bene o nel male, lo sappiamo: i gatti conservano l'istinto per la natura selvatica, dalla quale sono sempre attratti... e così, tra un giardino "domestico" e addomesticato, se possono prediligono una natura più incontaminata e apparentemente disordinata, proprio quella che noi cerchiamo invece di evitare e di modellare secondo le nostre regole. E per quanto i nostri giardini siano "studiati ad arte" tanto quanto un campo coltivato, per un gatto la selva del mais è di sicuro un territorio più imprevedibile e interessante di un bel giardino in fiore.

Dalia

Dipladenia

Gerani "parigini"

Ortensia
Ortensia

Passiflora
Quest'anno abbiamo messo in piedi un minimo orto, senza pretese e senza troppe varietà: a parte diversi cespugli di bacche, ho piantato semplicemente dei pomodori. Per cominciare, non è male... e poter raccogliere tutti i giorni lucidissimi pomodori maturi, rossi e gialli, è una vera benedizione! Sembrano gioielli e il loro sapore è favoloso.

"Cuore di bue"

Datterini 

Datterini gialli
E voi come avete trascorso questa prima parte di estate?  Anche a voi piace coltivare qualcosa durante la stagione estiva? Auguro a tutti coloro che passano di qui una buona domenica e, perchè no, anche buone vacanze!

martedì 12 settembre 2017

Tempo d'estate (2017 - 3)

L'estate è agli sgoccioli, anzi possiamo dire che è proprio finita... con le perturbazioni che hanno investito il nostro paese negli ultimi giorni, la stagione del caldo e delle vacanze è già bella e archiviata, insieme ai costumi da bagno e ai teli da spiaggia riposti nell'armadio. Ecco allora, in extremis, alcune foto che hanno caratterizzato la mia estate... purtroppo l'afa terribile e la calura insopportabile me l'hanno resa poco godibile, anche stare in giardino non è stato frequente, cosicchè ho poche foto da mostrarvi... ma suvvia, non lamentiamoci, anche perchè ho perfino nuovi amici da presentarvi!




A inizio giugno mi immaginavo un'estate fatta di letture sotto gli alberi, sbiciclate tra i campi, pisolini sotto il cielo aperto in compagnia di Paciocca... invece ho potuto concretizzare ben poco di questi miei bucolici propositi, a causa della calura infernale che ha azzerato la voglia di fare e soprattutto la possibilità di stare all'aperto durante le ore diurne. Mi sono goduta poco anche il giardino: la cura delle piante si è ridotta ad una tabella di annaffiature più o meno regolari, per consentire loro di non morire per la siccità e l'afa. Ho combattuto (perdendo, lo ammetto) anche infestazioni di mosca bianca, che mi hanno quasi ucciso i miei amatissimi rododendri e l'uva spina. Con l'inizio di agosto, però, ho notato nuovi e ben più graditi ospiti sul finocchietto, pianta che avevo messo a dimora con la speranza di allevare ancora bruchi di macaone. Purtroppo di questa farfalla neppure l'ombra, in questi mesi, ma il finocchietto si è rivelato essere la pianta nutrice anche di altri insetti... tra cui la farfalla Sitochroa palealis. E così ho potuto assistere alla nascita, vita e miracoli di due "generazioni" di bruchi.


Questo bruchetto sembra imprigionato da una ragnatela... invece è la sua tela, per sorreggersi alla pianta!


Si tratta di piccoli bruchetti giallo-verdi, con macchiette nere, che hanno divorato anzitutto tutti i fiori del finocchietto!Contrariamente a quanto pensavo (immaginavo si nutrissero delle foglie), preferivano nettamente i fiori... e quando questi sono finiti, si sono dati alla "rosicchiatura" della parte esterna del fusto. In pratica, mi hanno scorticato il finocchietto! Altro dettaglio curioso è la loro capacità di tessere una specie di tela per ancorarsi meglio al finocchietto, sia nei momenti delle varie mute (e ho osservato che, contrariamente al macaone, questi non sembravano gradire di mangiarsi la vecchia "pelle"), sia semplicemente per papparsi più comodi la pianta. Al momento della crisalide questi simpatici ospiti diventano straordinariamente... rossi!!! La prima volta che ho osservato il fenomeno ho creduto che avessero preso un'insolazione, ma poi ho capito... e anzi, ho potuto seguire un bruco anche nella sua ricerca del "posto giusto" per compiere la metamorfosi: in questo caso, ha percorso diversi metri di prato prima di scavare un tunnel sotto terra, all'ombra di un pruno. Rinascerà come una farfallina forse poco appariscente, bianca e vellutata, dall'aspetto delicato.

Eccolo "arrossito"!

Appena sceso dal finocchietto, alla ricerca di un posto tranquillo...

Ed eccolo quando ha quasi già finito di interrarsi: sotto terra farà la sua crisalide, per rinascere farfalla.
Ecco l'esemplare adulto di Sitochroa palealis, fonte: Svdmolen su Wikipedia

A proposito di farfalle: per tutta quest'estate ho ammirato una pacifica "invasione" di altri lepidotteri che avevo notato ben poco prima di quest'anno. Non so se sia stata io ad aver "aperto gli occhi" solo ora, oppure se effettivamente quest'estate sia stata eccezionalmente proficua per le Polyommatus icarus, o "Argo/Icaro azzurro", piccole farfalline campestri che ho incontrato a frotte nel campo di grano tagliato. Si tratta di un lepidottero che si mimetizza alla perfezione tra piante, steli secchi e appunto il grano, poichè ad ali chiuse assume un color marroncino-beige perfettamente "tono su tono" rispetto al paesaggio. Invece, quando si alza in volo, la magia: rivela ali indaco, tra l'azzurrino e il violetto. Meravigliose! Invano ho cercato di fotografarle in volo... facendo osservazioni "sul campo" (è il caso di dirlo!) e documentandomi, ho scoperto che la versione indaco della farfalla è maschio, mentre la femmina presenta una livrea marroncina da ambo i lati delle ali.

La bellissima sfumatura indaco di quest' "argo" o "icaro" azzurro (Polyommatus icarus)






Concludiamo con qualche foto della mia Paciocca, che ha fatto altrettanto fatica a godersi l'estate a causa della troppa calura... ma qualche bel giretto nel campo di grano, così come qualche bel pisolino in giardino è riuscita a farseli comunque, senza troppi problemi!






E adesso che la stagione è già sensibilmente virata verso il freddo, la mia gatta ha già messo su un bel pellicciotto e la voglia di calduccio casalingo. Ciao estate, al prossimo anno!