Come ormai saprete, mi piace molto ospitare su "Rumore di fusa" le vostre storie: è sempre l'occasione per conoscere meglio altri gattofili e soprattutto i loro mici, le loro avventure, i ricordi condivisi, talvolta una vita felice trascorsa insieme e ora conclusa. Oggi allora è con piacere che vi faccio conoscere Alessandra, attualmente "mamma" dei mici Mina e Teodoro, che ci racconta la storia di Igor, salvato da un pozzo quando era ancora lattante e con il quale ha vissuto per 9 anni. Alessandra descrive Igor come il tipico "gatazz", espressione ferrarese (in questo caso usata affettuosamente!) per definire un micione dal temperamento deciso, talvolta un pò brusco ma anche affettuoso. Per Alessandra è stato un micio speciale e da oggi potrete conoscerlo anche voi. Buonissima lettura e grazie ancora ad Ale per avermi scritto la vostra bella storia!
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Ecco Igor in una posa tipicamente da "gatazz" |
Parecchi anni fa lavoravo in un vecchio edificio, un
ex-convento, al cui interno c’era un giardino, di
quelli un po’ trasandati, al limite dell’incolto, ma con un certo fascino,
almeno per me. Le finestre della stanza che allora era il nostro laboratorio
(sono biologa) si affacciavano su questo giardino. Una mattina, era il 20
settembre 1998, io e le mie colleghe sentiamo un continuo pigolare, non
smetteva. Abbiamo pensato ai colombi visto che lì ce n’erano tanti, così, prese
dal lavoro non ci abbiamo fatto molto caso. A fine mattinata, però, un po’ per
curiosità, un po’ per l’insistenza del lamento, siamo andate a dare
un’occhiata. All’interno di un vecchio pozzo in disuso, fortunatamente coperto
da una grata, c’erano tre affarini così minuscoli che stavano ciascuno in una
mano. Miagolavano con tutta l’energia a loro possibile, e appena li abbiamo
presi in mano si sono aggrappati al nostro camice con le unghiette e non ci
mollavano più. Che fare?
Naturalmente laboratorio in subbuglio; noi fanciulle
ci siamo attivate subito: scatolone bello alto, di corsa a comperare cibo (al
momento ci sono venuti in mente solo degli omogeneizzati) e una specie di
ciotola per l’acqua ricavata da un bicchiere di plastica. I colleghi maschi ci
prendevano un po’ in giro, ovvio. Si avvicinava l’ora di andare a casa. Ancora
una volta: che fare? Non potevamo mica lasciarli lì! Io e due colleghe abbiamo
iniziato un giro di telefonate ai rispettivi mariti.
Nel mio caso la serie di
telefonate è andata così:
- Non se parla neanche!!!
- Ho detto di no!!
- Non insistere!
- Sei proprio sicura?
- Non possiamo pensarci domani?
- Se proprio vuoi, portalo a casa, ma sappi che io sono
fermamente contrario. Sbam!
La telefonata numero 6 aveva i miagolii in sottofondo, per
aumentarne l’effetto drammatico e ammorbidire l’uomo.
Anche le altre due colleghe hanno avuto successo:
fantastico!
Erano tre tigrotti praticamente identici, non eravamo
neanche in grado di determinarne il sesso, così abbiamo pescato nella scatola e
ognuna si è portata a casa il piccoletto. Io parto con la mia scatola
miagolante posizionata sul sedile posteriore e ben chiusa, stando molto attenta
a non farla cadere. Sulla strada di casa mi fermo ad acquistare l’occorrente
per il gatto neonato, il quale non aveva smesso un attimo di piangere
disperatamente. La scelta del nome è stata automatica, forse anche banale e
scontata: il mio film favorito, come tutti quelli che mi conoscono sanno fin
troppo bene, è Frankenstein Junior, il mio personaggio preferito è Igor, detto
Aigor (quale gobba?), e voilà, è iniziata così la storia del mio Igor.
La prima fase è stata la visita “pediatrica”, il cui
risultato è stato confortante: sanissimo, però aveva si o no 20 giorni, quindi
era comunque a rischio. Ok, vediamo come va. Svezzamento: sembra facile, ma
come ben sapete non lo è affatto. Quando ero al lavoro spedivo mia mamma a casa
mia per la poppata e il massaggio al pancino, di notte sempre vicino al letto,
e così via. Alla fine ce l’abbiamo fatta e il risultato è stato un gattone
bellissimo, ma proprio bello bello: pelo lucido e folto, morbidissimo, occhioni
espressivi, baffoni belli lunghi, coda alta, un tigratone perfetto. Sì, forse
era un po’ tozzo, con le zampone corte e grosse, però aveva un portamento così
altero che sembrava alto e snello! E’ sempre stato terribile, il classico
“gatazz”, si nascondeva dietro le porte e ci faceva gli agguati col coltello
tra i denti. Tutti noi avevamo i polpacci pieni graffi, per non parlare della
mie povere mani: infatti ho alcuni suoi ricordi perenni sui miei arti anteriori.
Alcuni frequentatori di casa nostra, pur non temendo i gatti in generale,
avevano paura di lui, per cui a volte dovevamo chiuderlo in un’altra stanza. Un
vero peperino.
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Igor addormentato è così pacifico e dolce! |
Con noi però era estremamente affettuoso, veniva in braccio,
quando arrivavo a casa mi veniva incontro e si metteva a pancia in su, dava i
bacini, soprattutto a mio marito sulla barba, faceva le fusa più rumorose che
io abbia mai sentito. Grande impastatore, poteva andare avanti un sacco di
tempo a massacrare le nostre povere gambe. Molto socievole: ci teneva ad essere
al centro dell’attenzione. Il suo gioco preferito era rincorrere le palline di
stagnola (devo averne appallottolate a centinaia), oppure si metteva “in
porta”, io lanciavo la pallina e lui, con perfetto gesto atletico, la “parava”.
Era un buon “portiere”, ne prendeva parecchie. Insomma, ci siamo divertiti. E’
andata avanti così per 9 anni (nel frattempo era arrivata anche Frau Blucher,
ma questa è un’altra storia). Purtroppo però nel giro di 15-20 giorni,
nell’agosto 2007, un gattone apparentemente sanissimo, se n’è andato a causa di
un osteosarcoma alla mandibola, ad evoluzione rapidissima, che non ci ha
lasciata altra scelta che accompagnarlo dignitosamente sul ponte
dell’arcobaleno. Ovunque sia, comunque, sono sicura che stia facendo del suo
meglio per terrorizzare i suoi compagni di avventura.
P.S. Igor aveva due sorelle, insieme a lui nel pozzo. Una,
Giulietta, è finita sotto una macchina quando aveva 9 mesi, l’altra, Mea, è
ancora vispa e arzilla, nonostante abbia quasi 15 anni, e ha praticamente lo
stesso carattere che aveva Igor: terribile e peperina!