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mercoledì 4 marzo 2020

"Cat people" di Asako Ushio

Di gattofili è pieno il mondo, lo sono io e anche tanti di voi che mi leggete, ma cosa spinge un'amante dei gatti a diventare una vera e propria gattara (o gattaro)? E chi sono davvero queste persone che dedicano il loro tempo libero e tante delle loro energie al recupero, alla sterilizzazione e alla salvaguardia dei gatti liberi sul territorio? Questa è la domanda a cui l'originale film "Cat People" (traducibile in italiano come "gattari") vuole rispondere. 
La pellicola è un vero e proprio documentario sulla vita dei gattari che si prendono cura di gatti domestici e selvatici, tra il Giappone (nella famosa isola Tashirojima) e i quartieri di Los Angeles, dove lavorano i volontari di Luxe Paws. Nel mostrare le attività quotidiane di cattura, cura e sterilizzazione dei gatti randagi, con lo scopo poi di re-immetterli in salute sul territorio frenando al contempo la sovrappopolazione felina, ci si può immaginare che un "gattaro" sia solo questo: una persona un po' bizzarra, con scarsa vita sociale e famigliare, che preferisce il duro lavoro fatto sul campo (spesso nelle ore notturne), rapportandosi meglio ai felini piuttosto che agli umani. Eppure "Cat People" è un eccellente documentario perchè va ben oltre questo, indagando cosa si nasconde nell'animo umano dei gattari e altrettanto cosa possiamo cogliere nell'animo dei felini di cui si occupano. E le riflessioni che nascono dal nostro rapporto con i gatti (che siano domestici o randagi) sono assolutamente esistenziali e profonde.



Ad esempio: un gattaro è necessariamente una persona che ha voluto/dovuto incanalare il suo mancato istinto genitoriale nella cura dei felini? E davvero si può (o invece non si può proprio) paragonare l'amore per i gatti a quello per i propri figli? Mi è piaciuto tantissimo il modo, delicato, aperto e onesto, di rispondere a questa domanda... perchè non esiste un'unica verità: ciascuno ha la propria e ci possono essere mille sfumature e forme di quel sentimento atavico e potente che è l'amore, ciascuna degna di esistere e co-esistere, senza classifiche. 
E ancora: la sterilizzazione, mostrata in "Cat People" senza alcun filtro edulcorante, è davvero un bene assoluto per i gatti? Il fenomeno del randagismo felino, preoccupante e importante in molte zone del mondo, è contrastabile effettivamente solo con campagne di sterilizzazione a tappeto e senza dubbio questo protegge e tutela la salute delle popolazioni feline... eppure, presa singolarmente, una gatta incinta non suscita forse in ciascuno di noi uno spontaneo sentimento di tenerezza e protezione?
E infine, forse il tema più spinoso e complesso su cui getta luce il documentario: stiamo offrendo davvero la giusta vita ai gatti, rispettosa della loro natura più intima? I mici domestici spesso sono confinati in case e appartamenti che li proteggono certo dai pericoli del mondo, ma sottraggono loro la possibilità di manifestare i loro istinti esplorativi e cacciatori. I gatti randagi, al contrario, si vedono spesso negati cibo sicuro, un tetto sopra la testa e la difesa da pericoli tutti umani (incidenti stradali, ma anche torture e maltrattamenti), ma possono esprimere i loro impulsi felini più vitali. 




Il film, per la regia della nippoamericana Asako Ushio, è disponibile sottotitolato in italiano sulla piattaforma UAM.TV, dedicata ai temi della consapevolezza, del benessere, dell'economia sostenibile, dei diritti dell'uomo e della madre terra... oltre a "Cat People" ci sono un sacco di altri film interessanti, vi consiglio davvero di darci un'occhiata!
"Cat People" è un documentario pieno di sostanza, che suggerisco a tutti coloro che vogliano dare uno sguardo non solo alle vicende dei gattari ma anche porsi qualche domanda su come si è evoluto - nell'ultimo secolo - il nostro rapporto con i gatti. Perchè se è indubbio che tutti noi li amiamo, è allora ancora più importante capire in che modi e maniere quest'amore può concretizzarsi nella nostra e nella loro vita.

venerdì 9 agosto 2019

"Micio e i suoi a-mici" di Antonella Tomassini

Le favole, adatte da sempre a grandi e piccoli, hanno un grande valore: grazie alla loro trama e ai loro personaggi possono farsi portatrici di messaggi importanti e universali. Se poi la favola in questione, unitamente alla sua buona morale, riesce anche a concretizzare un progetto di beneficenza per i gatti abbandonati delle colonie feline di Roma, cosa volere di più?
Il libro è intitolato "Micio e i suoi a-mici", nato dalla fantasia di Antonella Tomassini, arricchito dalle illustrazioni di Alice Cumbo e presentato da Enzo Salvi. Lo scopo primario di questa pubblicazione è fondamentale: aiutare concretamente i gatti dell'Associazione onlus D.I.A.N.A., che si occupa di colonie feline a Roma, ma anche divulgare l'importanza della sterilizzazione per tutti i gatti, randagi e non. 
Certamente una cucciolata di gattini è tra le cose più belle del mondo, ma che succede quando i teneri micetti crescono e nessuno vuole adottarli? O ancora peggio, che succede quando chi li adotta, credendo di sapersene occupare, magari poi non li sterilizza e li lascia liberi di girare sul territorio? Succede che si moltiplicano esponenzialmente le cucciolate randagie, gli incidenti stradali e le morti penose per malattie, intemperie e carenze di cure primarie. 
E Micio, il protagonista della nostra storia, lo sa bene: lui stesso, randagino di colonia, è morto in strada e si ritrova a fare da "angelo custode" ai compagni rimasti sulla Terra.



Il racconto è fantasioso e scanzonato, a tratti divertente e a tratti più riflessivo e commovente. Gli spunti per sviluppare argomenti importanti sono disseminati come bricioline di pane, mentre la favola si sviluppa anche attorno a gatti realmente esistiti, come Isidoro l'amante delle scamorze.
Per toni, personaggi e trama è una storia molto adatta ai più giovani lettori, ma come tutte le favole che si rispettino risulta apprezzabile anche dagli adulti, soprattuto in relazione al tema di fondo: l'importanza della sterilizzazione e del non chiudere gli occhi davanti ai bisogni dei gatti randagi, che in alcune città sono un fenomeno endemico e massiccio. Non lasciamo da soli i volontari che si curano delle colonie feline: le spese sono tante, le emergenze ancora di più... e se volessimo regalare una scatoletta, una piccola offerta o ancora meglio qualche ora del nostro tempo per aiutarli noi stessi, sarebbe un gesto d'amore unico.
"Micio e i suoi a-mici" ha anche una pagina facebook dove potete seguire tutti gli aggiornamenti, mentre su Amazon trovate l'ebook subito scaricabile (ma anche il cartaceo) e i cui proventi andranno, come detto, a sostegno dell'operato dell'Associazione D.I.A.N.A. 
Una bella storia di umanità e gatti!

"L’Amore è una carezza sfuggevole,
che rimarrà sempre
nel cuore di chi la riceve
e di chi la dà."
 
Antonella Tomassini

mercoledì 23 gennaio 2019

Microchippa il tuo micio, per la sua sicurezza!

Il vostro felide domestico è dotato di microchip? Ormai già da diversi anni, anche in Italia c’è la possibilità di microchippare il proprio gatto, registrando il micio all’Anagrafe Nazionale Felina (istituzione “gemella” di quella canina).  L’inoculazione sottocutanea del microchip si può fare solo presso i veterinari convenzionati con l’Anagrafe,  ha un costo ridotto e permette di registrare una serie di informazioni nella banca dati nazionale, che permettono di riconoscere e associare il tal felino ad un proprietario umano.
Dalla lettura del microchip è possibile risalire ad una serie di importanti notizie:
  • dati del proprietario/detentore
  • nome, razza, sesso, segni utili di identificazione, età, dell’animale
  • eventuale intervento di sterilizzazione, attuale o pregresso
  • eventuale cambio di proprietà
  • eventuale segnalazione che il gatto risulta smarrito o rubato
  • eventuale decesso dell’animale
Il servizio è attivato su base volontaria e ha la finalità di favorire il controllo della demografia felina, contrastare l’abbandono e agevolare il ricongiungimento del gatto con il suo proprietario in caso di smarrimento in Italia o all’estero, mediante azioni di identificazione e tracciabilità animale.
L’Anagrafe Nazionale Felina si propone inoltre di contrastare l’abbandono, il furto e lo smarrimento del gatto di proprietà o in custodia” .
Si tratta di importanti obiettivi, che però è possibile raggiungere su larga scala solo aderendo – appunto su base volontaria – alla “microchippatura” di tutti i gatti di proprietà.
Purtroppo la sensibilità verso questo tema non è ancora sufficientemente diffusa e approfondita: si tende a sottovalutare l’importanza di un microchip per un gatto, sia per i felini liberi di esplorare il territorio (che di solito hanno buone capacità di orientamento), sia a maggior ragione per quelli che vivono solo in appartamento.

Immagine da Wikipedia, autore Izvora

In realtà gli smarrimenti di felini domestici sono all’ordine del giorno: un gatto, anche se abituato ad esplorare il suo territorio, può ad esempio venire allontanato da esso (erroneamente o meno) e non riuscire più a ritrovare la via di casa. Oppure un gatto incidentato, sotto shock, potrebbe perdere completamente l’orientamento e venire quindi recuperato da persone che non sono in grado di risalire alla sua famiglia. O ancora, un gatto d’appartamento potrebbe fuggire dalla sua abitazione e, completamente privo di riferimenti ambientali, smarrirsi.
Chiunque trovi un micio presumibilmente smarrito o abbandonato, potrà rivolgersi a qualsiasi veterinario per la lettura del microchip, quando presente, riuscendo quindi immediatamente a risalire alla “storia” e alla famiglia dell’animale, fosse anche a km di distanza.
Spesso i gatti smarriti vengono portati nei gattili: pensate all’enorme vantaggio sarebbe poter attribuire, grazie al microchip, ogni gatto trovatello alla sua famiglia! Sarebbe non solo uno snellire i tempi tra il ritrovamento e il ricongiungimento con la famiglia del micio smarrito, ma anche un ottimo deterrente per furti e abbandoni.
Il gattile di Ferrara, su disposizioni di ASL e Comune, da circa un anno sta microchippando tutti i gatti ospiti della struttura. Grazie a questa pratica è stato possibile, in diversi casi, riuscire a ricongiungere gatti smarriti alle loro famiglie nel giro di poche ore: un risultato davvero positivo, soprattutto per evitare al micio smarrito – già di norma piuttosto sconvolto – l’ulteriore stress di una permanenza di qualche giorno in gattile.
Ovviamente sono ancora tantissimi i gatti di proprietà non microchippati che potrebbero smarrirsi, e per questo ci rivolgiamo a voi famiglie! Per dotare il proprio micio di microchip è possibile rivolgersi a veterinari registrati all’Anagrafe, ne trovate una lista completa qui. Se il vostro veterinario di fiducia è già “convenzionato”, non esitate: alla prossima visita con il vostro micio, fatelo anche microchippare! E se il vostro veterinario invece non è ancora convenzionato… non dubitate altrettanto, cercate il nominativo a voi più vicino, e portate il gatto a microchipparsi!
Sarà un’assicurazione in più, in caso di smarrimento, per la sua salute e sicurezza!

lunedì 2 settembre 2013

Il "Tour Smilla" al Gattile di Ferrara!

La scorsa settimana al Gattile di Ferrara, gestito da giugno dalla mia associazione "A Coda Alta", è arrivato il "Tour Smilla", ovvero il sig. Paolo Susana e la sua cagnolina Smilla, coppia vincente che quest'estate ha percorso l'Italia in sidecar, allo scopo di sensibilizzare tutti i cittadini sui temi dell’abbandono, del randagismo ma anche delle adozioni di animali abbandonati. 

Paolo e Smilla
Ecco Smilla su suo sidecar, ribattezzato "Ronzinante"
L’idea del “Tour Smilla” è semplice, ma il progetto è grande e meritevole: il viaggio, partito il 26 luglio scorso da Gorizia e conclusosi il 1 settembre nella stessa città al "Festival Vegetariano", con diverse tappe nei canili e gattili di tutta la penisola, ha avuto lo scopo di dare visibilità ai tanti rifugi che accolgono cani e gatti abbandonati, ma anche per denunciare il fenomeno dell’abbandono. Il pomeriggio del 28 agosto Paolo e Smilla sono arrivati anche nel nostro Gattile (e Canile, gestito dall'associazione A.V.E.D.E.V.)... io purtroppo non ho potuto partecipare all'occasione, ma le mie colleghe di "A Coda Alta" sono rimaste davvero entusiaste dopo aver incontrato Paolo e Smilla!

Un bel pomeriggio al Gattile di Ferrara!

La cagnolina Smilla ha anche cercato, amichevolmente, di assaggiare il pasto della micia Zoe, vera e propria mascotte del Gattile, ma la vicenda è finita poco diplomaticamente: Zoe è una vera golosona e ha difeso la sua pappa con le unghie! Smilla è stata comunque consolata dai volontari! Paolo ci ha poi dedicato un bel post sul suo blog, dove potrete trovare tutte le tappe del tour e anche una ricca rassegna stampa.

Zoe, con il fiocchetto per l'occasione!
Vi invito a visitare sia il blog del Tour Smilla, sia la pagina FB, in modo che la bella iniziativa di Paolo venga sempre più conosciuta e diffusa... e magari, perchè no, così da ripeterla con ancora più successo il prossimo anno! 


Ringrazio per le foto di questo post Silvia G. di "A Coda Alta"!

martedì 23 luglio 2013

A cosa serve un gattile? (L'importanza dei rifugi per animali abbandonati)

Questa domanda a molti sembrerà una provocazione... eppure è una domanda che altrettante persone si pongono, e in buona fede: forse per superficialità e un pizzico di ignoranza, ma proprio non riescono a cogliere la necessità di una struttura come il gattile, che viene vista come inutile attività, spreco di tempo, di risorse umane e soprattutto di soldi. Ebbene, dal momento che una delle prime armi per combattere il pregiudizio è l'informazione, ecco un post che vuole rispondere in modo accurato (e il meno polemico possibile) alla domanda.


Che cos'è un gattile?
Un gattile è una struttura chiusa dotata di più stanze, tra cui un'infermeria e una cucina, solitamente provvista anche di uno o più giardini recintati dove i gatti possono circolare liberamente, ma non uscire e scappare. Il gattile ospita gatti abbandonati e randagi con accertate abitudini domestiche; mici ceduti dai proprietari (per morte, malattia, problemi personali di vario tipo); gatti smarriti in attesa di ritrovare il proprietario; mici incidentati o gravemente malati, dei quali non è possibile risalire al proprietario. Le funzioni principali di un gattile sono la cura e il ricovero temporanei di tutti questi gatti, fino ad una loro adozione, che si auspica sia più la veloce possibile e resta l'obiettivo primario

Il gattile di Ferrara - gestione di "A Coda Alta"
Al Gattile Comunale di Ferrara, ad esempio, in un anno transitano circa 300 gatti: la maggior parte di questi trova famiglia solo grazie alle adozioni promosse dagli operatori del gattile, la cui struttura riesce a ospitarne indicativamente solo 80 (quindi ben più del triplo dei gatti “passati” per il gattile, trova casa!). Un gattile, in sintesi, non è una prigione per gatti, nè un luogo dove vengono portati indiscriminatamente tutti i gatti "liberi": non si pensi che esista un servizio accalappia-gatti che non vede l'ora di catturare ogni gatto libero sul territorio per "imprigionarlo" in gattile! Solo i mici abbandonati, smarriti o randagi vengono ospitati nella struttura e si tratta di un ricovero temporaneo, che spesso salva loro la vita.


Uno dei cortili interni del gattile di Ferrara
Che differenza c’è tra il gattile, la colonia e l’oasi felina?
Il gattile, come già detto, è una struttura che ospita temporaneamente gatti randagi con accertate abitudini domestiche o privi di padrone: questi mici sono tenuti all’interno di stanze, spesso comunicanti con giardini esterni dotati di recinti e reti, dai quali gli animali non possono uscire. La colonia felina invece è composta da un gruppo più o meno consistente di gatti liberi sul territorio, tutti concentrati in un solito posto, dove generalmente una “gattara” porta con regolare frequenza cibo e acqua. La colonia felina di solito si forma in modo spontaneo e viene dotata di casette per riparare gli animali dalla pioggia. Per approfondire, si veda anche la legge regionale n. 27del 2000. L’oasi felina è una struttura come un gattile, dal quale però è possibile per i gatti entrare e uscire liberamente. Le oasi feline sono ambienti ideali se e solo se collocate in una zona lontana dal traffico e dai predatori naturali dei gatti: ecco perché oggi come oggi è difficile trovare le condizioni giuste per un’oasi felina.

Rita, una dei mici fiv+ del gattile di Ferrara

Come faccio a riconoscere un gatto di proprietà libero sul territorio da un gatto randagio bisognoso di aiuto?
Prima di tutto vanno osservate le condizioni del gatto: se sembra complessivamente in buona salute (pelo lucido, assenza di ferite visibili, occhi e orecchie sani senza parassiti o infezioni), anche se magari è magro, non necessariamente si tratta di un gatto randagio. In tale caso si può aspettare qualche giorno, osservando se il micio continua ad aggirarsi da solo, smarrito e affamato (probabile abbandono) oppure se sembra a suo agio (probabile gatto di proprietà “in libera uscita”). Un gatto che invece riporti ferite, evidente stato di denutrizione, eventuali infezioni o zoppie, miagoli in modo insistente e disperato, è probabile che sia un gatto randagio o abbandonato, o eventualmente un gatto di proprietà smarrito che non riesce a ritrovare la strada di casa. In tale caso, piuttosto che lasciarlo in strada, il gatto va soccorso il prima possibile e portato in gattile. Il gattile, tra le altre cose, raccoglie gli annunci di gatti smarriti e li diffonde sui canali web: è buona regola consultare sempre questi avvisi, capita spesso che i proprietari ritrovino il loro micio smarrito tramite questi canali.

Due miciotti un pò diffidenti del gattile di Ferrara
Perché i gatti randagi o smarriti vanno portati in gattile? Non se la cavano da soli?
Il gattile ha un’importanza fondamentale per salvare la vita agli innumerevoli gatti che vengono abbandonati o smarriti sul territorio: diversamente da quanto si può pensare, un gatto non ha sette vite, né è un animale in grado di “cavarsela da solo”. Un gatto abbandonato (che sia ferito o meno) ha scarse possibilità di sopravvivenza senza l’aiuto umano: rischia continuamente di essere investito dai veicoli creando pericolo anche per le persone in transito, ha difficoltà a reperire cibo e acqua, nonché un riparo dalle intemperie, rischia di essere ferito da altri animali, contraendo anche malattie mortali. I gatti randagi che girano per strada, a cui spesso erroneamente si fa poca attenzione, certamente non se la passano bene: spesso sono in stato di denutrizione, non è insolito che abbiano in corso malattie più o meno gravi e rischiano ogni giorno di restare feriti o uccisi. Il gattile, accogliendo e curando questi gatti in difficoltà, non solo li salva, ma dà loro la possibilità di essere adottati e di ricominciare una “vera” vita. Quanti adotterebbero un gatto randagio che gira per strada con aria selvatica, malridotta e sofferente? Magari è lo stesso gatto che, se rimesso in sesto e curato in gattile, verrebbe adottato senza problemi dopo qualche mese.

Graffio, accoccolata nel giardino esterno della sua stanza, al gattile.
 Oltre ad accogliere e salvare i gatti randagi, quali altre funzioni svolge il gattile?
Una delle funzioni più importanti è il tamponare il problema del randagismo, accogliendo un certo numero di gatti abbandonati ma anche operando le necessarie sterilizzazioni su questi e sui gatti di colonia (che vengono poi re-immessi nell’ambiente originario). Si tratta non solo di una questione di igiene ambientale, ma anche di responsabilità e rispetto per gli animali. Esistono leggi e regolamenti che impongono l’obbligo della sterilizzazione dei randagi, unico strumento efficace per contrastare non solo il randagismo, ma anche il deplorevole fenomeno dell’abbandono.
Il gattile naturalmente promuove le adozioni responsabili di tutti i gatti che ospita: questo è, come già detto, lo scopo prioritario della struttura. Le adozioni di questi gatti sono assolutamente gratuite e questo contribuisce a diffondere anche la cultura del rispetto dell’animale come soggetto di cui prendersi cura in modo gratuito, piuttosto che come oggetto avente valore commerciale.

Tiramisù, aspetta adozione al gattile di Ferrara
Naturalmente il maggior beneficio delle adozioni viene tratto dal gatto, che è un animale domestico e per questo non in grado di vivere dignitosamente senza una propria casa e persone che si prendano cura di lui. Il micio adottato in gattile spesso sa ricambiare le cure con un affetto straordinario e una consapevolezza sorprendente di essere stato tratto “in salvo” da una situazione difficile.
Il gattile, infine, offre occasioni alla cittadinanza di svolgere volontariato a contatto con gli animali, attività educativa per eccellenza, capace di trasmettere l’inesauribile meraviglia del rapporto con un animale sensibile, intelligente e comunicativo come il gatto.