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sabato 30 novembre 2019

Aspettando il Natale... un po' controcorrente!

Ultimo giorno di novembre: da domani, anche i più recalcitranti (come ahimè lo sto diventando io), dovranno rassegnarsi ad entrare a pieno diritto nell'atmosfera natalizia, che ci è stata imposta ormai con diverse settimane d'anticipo. Devo essere sincera... amerei molto il periodo di Natale, adoro decorare la casa fuori e dentro, fare i dolci tipici, così come mi piace organizzare cene e pranzi festivi con amici e parenti. Altrettanto amo pensare ai regali per le persone care, mi immergo volentierissimo in letture natalizie, mi sciolgo in brodo di giuggiole di fronte ai mielosi film di Natale, programmo sempre almeno un giorno in qualche località famosa per mercatini natalizi, meglio se con la neve... eppure, anche per un'entusiasta come me, negli ultimi anni trovo che si stia amaramente esagerando, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche: al supermercato il primo panettone l'ho avvistato (non scherzo) a fine settembre. In ottobre, mentre imperversava il marketing spinto per Halloween, in tv iniziavano già a comparire le pubblicità con jingle natalizi completamente fuori luogo. Con l'arrivo dei primi di novembre, non c'è stato più freno... sembrava che fosse già pieno periodo natalizio: alberi di Natale e decorazioni ovunque nei negozi, eventi in città pompati all'inverosimile (inaugurazione delle bancarelle a metà novembre, con annesse luminarie già tutte completamente accese... spettacolari, lo ammetto, ma ora di Natale non ci avremo già fatto l'abitudine?), perfino qualche coraggioso (?) cittadino ha decorato il giardino e acceso le luci natalizie in contemporanea, aumentando il mio fastidio.

Le vie di Ferrara già illuminate a Festa a metà novembre...

E' come se la nostra società volesse cancellare i periodi "normali", come lo era un tempo novembre: un mese forse un po' lugubre, lo ammetto, molto piovoso... ma era l'anima più cupa dell'autunno, forse proprio quel periodo che poi faceva salutare con ancora più gioia il primo albero di Natale, il primo balcone illuminato dalle lucine, l'idea di iniziare a pensare ai regali, il desiderio di un weekend sulla neve tra i mercatini, l'aspettativa delle festività, la festa in tavola per un dolce dal sapore tipicamente natalizio. 
E' chiaro che il Natale fa vendere molto e di più di un anonimo novembre... ma a questo punto, se guardassimo a come gira il mondo in Occidente, potremmo comodamente cancellare novembre dal calendario o cambiargli nome, rinominandolo ad esempio "Predicembre". L'anima di novembre è stata uccisa, neanche troppo lentamente o timidamente, da una società dove è il marketing a dettare il calendario e come ci dobbiamo sentire: Natale sta arrivando, è già ora di pensarci e fare compere, di sentirci felici! 
E invece, affrettando così le cose, felici probabilmente ci sentiamo sempre meno... e arriviamo al 25 dicembre già nauseati, sicuramente già assuefatti al clima festivo, per cui non resta più nulla da apprezzare davvero: la piazza illuminata a festa è solo un insieme di edifici e di lucette a led, il panettone in tavola ha il sapore usuale come quello di un Buondì (in fondo, lo stiamo mangiando da settimane, no?), le musiche natalizie ci fanno lo stesso effetto di un ripetitivo e martellante tormentone estivo. Che bel guadagno!

Un bel panettone: sicuri di averne ancora voglia a Natale, se iniziamo ad assaggiarlo a novembre? Foto di Nicola Wikipedia.

Ovviamente sta ad ognuno di noi vivere in maniera personale e critica ciò che la società ci propone/impone, decidendo cosa accogliere e cosa rifiutare, eppure è sempre più difficile sfuggire a questa finta euforia natalizia che si scatena fin dai primi di novembre... e parlo io che vivo in campagna, per cui per fortuna non devo ritrovarmi ad ogni uscita da casa le vie di Ferrara illuminate a festa, le vetrine con la neve finta e le palle di Natale! 
Se guardo fuori dalla mia finestra, siamo ancora in un autentico e naturale novembre: le foglie ormai quasi tutte a terra, tanta pioggia, gli uccellini che visitano ormai quotidianamente la mia mangiatoia, nessun segno del Natale che sta arrivando. Per carità, a brevissimo inizierò anche io i preparativi tradizionali, ma mi secca tanto avere sempre meno entusiasmo per un periodo che adoravo... 
Ad ogni buon conto, questo post non vorrebbe essere solo uno sfogo personale e abbastanza fine a sè stesso sul marketing natalizio... anzi, l'idea principale sarebbe un'altra! 
Girellando in internet ho trovato una bella idea per vivere un po' diversamente l'attesa natalizia, per riempire questo periodo che ci separa dal 25 dicembre con attività legate alla natura. Si tratta di un vero e proprio "calendario d'avvento" in versione "wild", inerente solo e unicamente al mondo naturale o, eventualmente, agli animali domestici. L'idea mi è piaciuta tanto e ho pensato di riproporvela!



L'originale arriva dal sito americano "Wilder Child" (per incentivare nei bambini un legame più quotidiano e stretto con la natura, soprattutto grazie all'educazione e al coinvolgimento dei genitori e delle famiglie): se conoscete l'inglese, potete seguire comodamente anche la loro versione (graficamente più bella e curata della mia). Oggi come oggi il "calendario d'avvento" è una pratica destinata ai bambini più o meno grandi, ma se impostata in maniera seria può dare degli spunti di riflessione anche a noi adulti... in particolare una versione come questa, che si propone di darci l'occasione di entrare quotidianamente a contatto con la natura e il mondo non umano. Un bell'antidoto contro il folle marketing "natalizio", non trovate?
E così vi offro la mia versione, ispirata chiaramente a quella di Wilder Child ma tradotta in italiano e riadattata... l'idea sarebbe di ritagliare ogni bigliettino (ciascuno corrisponde ai giorni 1-24 dicembre), piegarli e metterli alla rinfusa in un contenitore a vostra scelta: ogni giorno estrarre a sorte un bigliettino e cercare di mettere in pratica il suggerimento scritto. Ovviamente c'è ampia libertà di adattamento: se alcune attività proposte non si adeguano al meteo o ai vostri impegni di quel giorno, si può liberamente scegliere un altro bigliettino. Così come si può, al contrario, non ritagliare i bigliettini e tenerli semplicemente così, in bella vista, scegliendo giorno per giorno l'attività che ispira di più... o cambiandola, modificandola a proprio piacimento. L'importante è trovare un po' di tempo quotidiano, da qui a Natale, per la natura. Forse arriveremo alle feste un po' meno nauseati, sicuramente molto arricchiti dalle esperienze che avremo maturato a contatto con il mondo selvatico... l'opposto del mondo umano patinato (e spesso finto) che ci circonda in questo periodo. E poi, chissà... forse in questo modo scopriremo che anche dicembre ha un'anima tutta sua speciale e selvatica, indipendente dalle feste di Natale... vi va di provarci insieme?


Clicca sull'immagine per visualizzarla grande e poi salvala sul pc. Altrimenti... contattami via email (rumoredifusa@gmail.com) ti spedirò il PDF!

Io ci proverò senz'altro e vi aggiornerò a iniziativa finita di com'è andato il mio "avvento selvatico"! Vi consiglio davvero di lanciarvi in questa (o in una simile) iniziativa, non perchè sia io a proporla, bensì perchè ho già sperimentato come un piccolo proposito come questo possa davvero dare una qualità diversa alle giornate e alle settimane... e ai più fortunati di voi dico: non chiudetevi dietro al pensiero "beh, tanto io vivo già abbastanza a contatto con la natura, non ho bisogno di un'attività così strutturata", perchè tante volte l'ho pensato anche io per me stessa... per poi ricredermi e scoprire che un piccolo impegno effettivamente progettato e ideato per ogni singolo giorno, vi dà modo di assaporare anche meglio il vostro "vivere selvatico". Un po' come è successo a me per l'estivo "30 days wild", di cui vi parlai anni fa... per cui amici, se l'idea vi piace e come me siete davvero già nauseati dal Natale commerciale, vi aspetto per questa piccola avventura natalizia controcorrente!
Buon inizio dicembre a tutti... e buona autentica attesa del Natale!

giovedì 7 febbraio 2019

L'essenziale è invisibile agli occhi (perduta umanità)

Ci sono cose che sfuggono alla mia comprensione e vanno a colpire pesantemente la mia sensibilità.  Di fronte a questo video che oggi vi ripropongo, ho provato inizialmente una viva curiosità che, secondo dopo secondo, è andata via via sfumando in uno sconcerto sempre più profondo, che poi si è tramutato in vivo e amaro imbarazzo nei confronti della specie umana, la mia specie, la nostra specie.
La scena è semplice: una micia tricolore staziona tranquilla ai tornelli di una qualche stazione. Forse una metropolitana, un aeroporto, una stazione di treni, chi lo sa: viaggio troppo poco per riuscire a capire dove ci troviamo. La gatta sembra abituatissima al andirivieni di persone e non si scompone di fronte a nulla, stranamente a suo agio in mezzo al via vai. Ben tenuta, dal manto pulito e lucido, non mendica attenzioni o cibo: semplicemente sta lì, in un posto affollatissimo e pieno di passanti, osservandoli con sguardo vispo e intelligente. Ora, se voi vi trovaste in una scena simile, dovendo passare a un tornello presidiato da un bel gatto, cosa fareste? Compatibilmente con la necessità di passare senza indugio, certo, perchè dietro di voi c'è coda e probabilmente voi stessi state andando di fretta da qualche parte... ma non degnereste la gatta almeno di uno sguardo divertito e intenerito? Non le dareste un buffetto veloce, una breve carezza discreta, al vostro passaggio? Ma soprattutto, non avreste reso migliore la vostra giornata, nel farlo?




Mi è sinceramente incomprensibile vedere che quasi ogni persona che passa al tornello ignora completamente la gatta. Mi domando: sono davvero esseri umani o sono degli alieni? E non perchè si debba necessariamente socializzare con un gatto, ma almeno una qualche reazione si dovrebbe averla, nel vedere una creatura vivente dotata di intelligenza stazionare in un posto tanto inusuale, con un comportamento altrettanto insolito e compìto. Non so: un sorriso, un moto di allegria o perfino di disapprovazione, un momento di stupore o perplessità. L'espressione di un qualche tipo di empatia, uno spiraglio di apertura verso gli altri, la capacità di impiegare un nano secondo del nostro tempo per dare un significato alla nostra vita, oltre alle corse, agli obblighi, agli impegni, al lavoro e a tutto ciò che ci rende ciechi e indifferenti. Un momento per essere umani, davvero
Invece la maggior delle persone, alle prese unicamente con la loro forsennata vita quotidiana, sono visibilmente seccate da eventuali ritardi nell'apertura delle porte, o dal malfunzionamento del loro pass. La gatta è, ai loro occhi, praticamente invisibile. Ho provato a mettermi nei panni di quelle persone: magari la micia è una habitué della stazione, per cui ci hanno fatto talmente il callo che non sorprende più. Eppure no, il ragionamento non sta in piedi: non stiamo parlando di un cartellone pubblicitario con uno slogan ad effetto, stiamo parlando di una creatura vivente con cui - ipoteticamente - è possibile instaurare una relazione sociale. Il cartellone pubblicitario che non ci soprende più possiamo effettivamente ignorarlo, una creatura vivente che incrocia il nostro sguardo no, non è possibile ignorarla, non se siamo davvero umani. E allora, quando vedo queste cose e penso tutto quel che ne consegue, mi domando se ci sia davvero qualche speranza per la nostra umanità, per salvarla dalla deriva che ha ormai preso. Abbiamo perduto la nostra umanità, o siamo ormai un'umanità perduta? 
So che molti di voi concorderanno con me, e allora voglio immaginare che qualche speranza resti, ma non è abbastanza. Serve empatia, serve sensibilità, serve la capacità di spezzare quest'assurdo ritmo di vita che ci rende ingranaggi indifferenti e inutili di un mondo disumano e sempre più veloce. Nel 1943 Antoine de Saint-Exupéry scriveva "l'essenziale è invisibile agli occhi", illuminante frase che richiamava la nostra attenzione su tutti quei valori e sentimenti immateriali che qualificano davvero un'esistenza degna di essere vissuta. Ma ormai siamo diventati talmente indifferenti e duri di cuore, da non vedere neppure il visibile. E se è diventato invisibile ai nostri occhi, vuol dire che è ancora più essenziale per il nostro cuore. Non sarebbe stata una giornata migliore, una vita migliore, se avessimo ricambiato quello sguardo felino, se ci fossimo concessi un sorriso, una carezza fugace?

giovedì 1 ottobre 2015

Purtroppo i fatti vanno oltre i pensieri

Nelle ultime ore, una persona amica mi ha detto "purtroppo i fatti vanno oltre i pensieri"... ed è esattamente questo che è successo. Negli ultimi giorni i fatti, purtroppo, hanno superato i pensieri, le speranze e la mia volontà di continuare a provarci, a tutti i costi. 
I pensieri erano tutti rivolti a quanto sarebbe stato bello accogliere nella nostra famiglia un gatto così buono, affettuoso e intelligente come Silver, il sogno era che con Paciocca almeno potessero diventarsi reciprocamente indifferenti, le speranze erano tutte che lui potesse davvero restare qui con noi, dove si sentiva già a casa, o che al massimo potessimo trovargli noi una buona famiglia alternativa, dove venisse sia trattato con amore ma anche dove non corresse pericoli ambientali. 
I fatti sono che in queste settimane non sono riuscita a trovare una buona adozione per Silver; che una tollerante convivenza con Paciocca si è rivelata sempre più irraggiungibile; che mentre Silver si stava inserendo sempre più nel nostro ambiente famigliare, Paciocca stava sempre peggio; i fatti sono che lui si è rivelato un gatto tanto amorevole con noi quanto un impenitente mascalzone con lei. 
E così, consapevole del fatto che avrei dovuto comunque rinunciare a lui, piuttosto che continuare a illuderlo (e a illudermi) che qui avesse trovato la sua nuova famiglia, mentre intanto Paciocca manifestava sempre più segni di disagio, ho preso una durissima decisione, quella che avrei voluto non dover prendere mai: ho affidato Silver al gattile.
Dio solo sa quanto ci ho provato, fino all'ultimo, e quanto ci ho sperato, fino alla fine, di riuscire ad accogliere Silver nella nostra famiglia... e forse, proprio il fatto di averlo voluto così tanto, nelle scorse settimane, si tramuta oggi in questa sofferenza, sia per me che per lui. Anche se razionalmente, fin dall'inizio, mi ero resa conto che la convivenza non poteva essere data per scontata... a livello emotivo avevo già investito il 100% dei miei sentimenti e della mia volontà, perchè la cosa andasse a buon fine. E ho accolto Silver senza remore, sempre rispettando il più possibile i tempi e le necessità di Paciocca, ma ho cercato fin da subito di far sentire il nuovo arrivato "a casa". E ora questo mi brucia più di ogni altra cosa, perchè so che lui l'aveva capito fin da subito, sapeva di potersi fidare e sapeva che qui avrebbe potuto essere a casa... e ora si ritrova a maggior ragione spaesato. Un'altra persona amica mi ha detto di non pensare di averlo abbandonato... e so che a livello di principio è così, ma a livello pratico purtroppo ciò che ho fatto vi assomiglia troppo, a un abbandono.
In testa, la ferma sicurezza che al gattile di Ferrara sarà trattato al meglio possibile e che le mie colleghe di "A Coda Alta" gli troveranno un'adozione responsabile e scrupolosa, spero il prima possibile. In testa, purtroppo, anche la dolorosa consapevolezza di quanto Silver ora sia spaventato, e disorientato, e forse soprattutto deluso, che è ciò che mi fa più male, oltre a non averlo più qui. Nel cuore, la speranza che un gatto bello, buono, affettuoso e intelligente come lui possa trovare la sua vera nuova famiglia nel più breve tempo possibile, dove non soffrire più. Nel cuore, anche il dolore di sapere che non siamo riusciti proprio ad essere noi la sua famiglia, la sua casa, nonostante tutto. Purtroppo i fatti vanno oltre i pensieri. Spero che almeno questi fatti, oggi così difficili da digerire, possano però rivelarsi le scelte necessarie e giuste per un lieto fine.

lunedì 29 agosto 2011

In Svizzera si spara ai gatti per limitare la sovrappopolazione

Non ho parole. I volontari delle associazioni animaliste combattono ogni santo giorno per far passare il messaggio che davvero, oggi, la sterilizzazione è l'unica scelta possibile da fare, l'unica scelta che permette quantomeno di limitare il numero di gatti abbandonati. A nessun amante degli animali piace l'idea di sottoporre il proprio gatto a un'operazione chirurgica invasiva, privandolo per sempre della possibilità di avere cuccioli. Ho sofferto nel vedere Paciocca sofferente il giorno dell'operazione e a volte mi chiedo, con un pò di tristezza, che tipo di mamma gatta sarebbe stata, come si sarebbe comportata con i suoi micini, come sarebbero stati i gattini. Ma non ho rimpianti: l'ho sterilizzata per il suo bene e per quello dei già troppi gatti abbandonati. Finchè non passerà il messaggio che sterilizzazione = gesto d'amore indispensabile, noi animalisti siamo destinati a combattere una lotta persa in partenza, dove a farne le spese sono proprio gli animali che cerchiamo di proteggere.


Articolo del Corriere della Sera online: QUI.

sabato 14 maggio 2011

Per quanto ancora?

Dopo la devastazione di un'intera nazione, la tragica morte di centinaia di persone, l'irrimediabile inquinamento radioattivo di una parte del nostro pianeta... il dolore continua, in tutte le sue forme possibili. Per quanto ancora durerà?


Fonte foto: http://www.photos8.com/

Da una notizia del portale Yahoo:
"Il governo giapponese ha chiesto l'abbattimento di migliaia di capi di bestiame che si trovano nel raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima, gravemente danneggiata dal sisma dell'11 marzo scorso. Gli animali sarebbero altrimenti condannati a morire di fame, perché si trovano in zona contaminata e i loro proprietari non possono avvicinarsi se non a rischio della loro stessa salute. Nonostante il pericolo, alcuni allevatori hanno fatto ritorno alle fattorie per assistere il bestiame. Chi ha acconsentito all'abbattimento riceverà un indennizzo dallo Stato. Intanto le città abbandonate intorno a Fukushima sono popolate da cani e animali fuggiti dalle fattorie che ora rischiano di morire di fame".

Per quanto ancora continueranno morte e dolore? Impareremo da questo? Cos'altro deve succedere ancora, prima che l'umanità si decida a cambiare rotta? Certo, non siamo responsabili di un terremoto o di uno tsunami, ma proprio perchè siamo incapaci di contenere queste catastrofi naturali non possiamo più permetterci di aggravarne gli effetti con pericoli creati da noi.

sabato 30 ottobre 2010

Halloween e i gatti neri: quando una colpevole ignoranza diventa insana e perversa

Invito tutti i lettori, dopo aver letto questo post, a leggere anche ulteriori riflessioni sul tema, probabilmente meno allarmistiche e più equilibrate.

Oggi parliamo di gatti neri e Halloween, non sono propriamente buone notizie ma... ne approfitterò per mostrarvi una carrellata di gattoni neri e splendidi di "Casa Stella", il Gattile di Ferrara.

Tom, gattone giocoso un pò irruente, è di una
bellezza mozzafiato, ospite al gattile di Ferrara.
Domani notte sarà Halloween, celebre festa americana di origini celtiche, "importata" (non so quanto legittimamente) anche da noi. Era una festa che originariamente doveva salutare la definitiva fine dell'estate e l'inizio della stagione fredda, un rito durante il quale si faceva rientrare il bestiame nelle stalle, in linea con il ciclo della natura e i ritmi campestri e stagionali... qualcosa di sano, che avvicinava uomo e natura.

I due Valentini, micioni dolcissimi e buoni come il pane,
in gattile ma presto saranno adottati...!!!
Ebbene, pare che domenica notte molti gatti neri rischieranno la vita, poichè vittime di riti satanici (assieme a caprette e galli) in occasione della "festa delle streghe". Ogni anno, passato Halloween e le festività cristiane dei Santi e dei Defunti, in cimiteri, chiese sconsacrate, luoghi isolati e boschi vengono rinvenuti i corpi sgozzati di questi animali... sacrificati all'ignoranza, a un vuoto morale e intellettuale che dilagano ancora oggi nel 2010.

Klaudia è ospite al gattile, aspetta una buona famiglia
che possa darle cure e affetto a volontà!!!
L'AIDAA, associazione italiana per la difesa di animali e ambiente, avvierà - come ogni anno - ronde pro gatto nero, cercando di tutelare questo animale in questo particolare periodo dell'anno.

Kaori-Coca, una micia buonissima e dolce con noi volontari
ma... è il boss della sua stanza in gattile!! Si fa rispettare
da gatti che sono il doppio di lei... è una tosta!! Venitela a conoscere!!!

Riporto le dichiarazioni di Lorenzo Croce, presidente nazionale di  AIDAA: «La questione delle uccisioni di gatti neri è tremendamente seria anche se molti si limitano a definirla solamente suggestiva. In un paese come l’Italia dove ogni giorno un milione e mezzo di persone si rivolgono a maghi e ciarlatani di ogni genere anche per arrivare a risolvere i problemi di salute, non ci meraviglia che ogni anno qualche decina di migliaia di gatti neri vengano uccisi per superstizione o per i riti magici. Da qui nasce anche l’idea del movimento per la riabilitazione sociale del gatto nero che abbiamo avviato insieme agli amici di canoneinverso.eu e che ha portato a oggi a centinaia di iscrizioni di amanti dei gatti neri. Per questo motivo riponiamo con le ronde di Halloween l’attenzione su questo bellissimo felino, pur sapendo che il fenomeno delle uccisioni per fortuna è in forte diminuzione. Non vogliamo abbassare la guardia e saremo qui ogni anno nella notte di Halloween a tutelare il gatto nero fino a quando uno solo di questi mici risulterà sacrificato alla stupidità umana.»

Licia, gattona buona e gentile che vi aspetta in gattile
per fare amicizia, prendere carezze e restituirvi fusa!!!
In Italia le zone considerate più a rischio per i gatti neri sono quelle in cui sopravvivono insane tradizioni "magico-sataniche" e si registra l'attività di gruppi esoterici: Varese, il Lago di Garda, Torino e Valpelice, Viareggio - dove negli ultimi mesi si sono verificate sparizioni di gatti neri - la Valtellina e la Valchiavenna, il basso Novarese. Inoltre si deve una particolare attenzione anche a Roma nella zona del cimitero Verano e del lago di Bracciano.
Purtroppo anche in Emilia non c'è da stare tranquilli secondo questo articolo di Repubblica (Bologna): http://bologna.repubblica.it/dettaglio/A-Halloween-volontari-per-salvare-i-gatti-neri/1763944

I tre corvi, fratellini tutti adottati!!!

Per aderire gratuitamente e simbolicamente al "movimento di riabilitazione sociale del gatto nero" , potete firmare la petizione promossa da Lorenzo Croce su http://www.firmiamo.it/vivaigattineri . Se volete contribuire a sensibilizzare l'opinione pubblica, potete ordinare (e indossare) una maglietta "pro-gatto nero" dal sito del movimento: http://www.canoneinverso.eu/ (il ricavato andrà in beneficenza al Rifugio del Micio a Vigevano)... e naturalmente scoraggiate ogni forma di superstizione!!!
Non ho altre parole per commentare tutto questo... a parte l'orrore per chi come me ama gli animali, ma in generale c'è qualcosa di profondamente malato in ciò... il mondo ha già così tanti problemi, l'umanità si trova di fronte a enormi questioni, anche urgenti da affrontare... eppure ci sono  uomini che decidono di impiegare la loro vita così, andando di notte a torturare e a uccidere gatti neri, galli e capre. Siamo nel Medioevo? No, è peggio: nel Medioevo non c'era istruzione pubblica, non c'era una diffusa alfabetizzazione, nel Medioevo si moriva di fame. Ma oggi non c'è più nessuna scusa.

Come detto all'inizio, invito tutti i lettori a leggere anche ulteriori riflessioni sul tema, probabilmente meno allarmistiche e più equilibrate.