giovedì 31 ottobre 2013

Halloween: una festa più antica e italiana di quanto si pensi

Sono curiosa come un gatto, sia per quanto riguarda le cose che mi attirano, sia verso quelle che mi infastidiscono istintivamente: cerco comunque di saperne di più. Halloween è una di quelle ricorrenze che mi hanno sempre lasciata un pò perplessa, a volte infastidita sottilmente; mi dicevo: è una festa che con l'Italia non ci azzecca nulla, l'ennesima moda consumista fatta apposta per spennarci come polli, i bambini ne sono entusiasti perchè assuefatti dai messaggi della tv. Eppure, eppure... quando ho scoperto che uno dei miei scrittori italiani preferiti, Eraldo Baldini, aveva dedicato a questa ricorrenza un intero libro insieme a Giuseppe Bellosi, ho drizzato le orecchie e ho voluto approfondire la questione. E così ho letto appunto "Halloween. Nei giorni che i morti ritornano", un saggio serio e documentato, dedicato a questa festa che in realtà è molto più italiana di quanto si potrebbe pensare... ho scoperto un sacco di cose interessanti che, se non mi hanno comunque reso simpatico il lato più consumista dell'attuale Halloween, mi hanno però svelato l'intrigante substrato di tradizioni su cui poggia questa ricorrenza.


Cosa abbastanza nota a tutti è che la parola "Halloween" è la contrazione di "All Hallows Eve", ovvero "La Vigilia di Ognissanti". Un'altra cosa ugualmente risaputa è che l'origine di questa festa viene di solito  ricondotta all'antico capodanno celtico - chiamato Samhain, "fine dell'estate" - momento fondamentale del calendario, quando si celebravano riti stagionali agricoli, nell'ambito di una visione ciclica di vita-morte-rinascita nella Natura. In quei tempi si usava riportare nelle stalle gli animali, per proteggerli dall'incipiente gelo invernale, e si compivano riti propiziatori.
Così come la conosciamo oggi, Halloween è una festa certamente americana,  ma di origini europee: ora ci è solo "tornata al mittente" con le sue zucche intagliate,  i suoi "dolcetti o scherzetti" e i party a tema, che stanno spopolando anche in Italia. Tuttavia, e qui iniziano le cose che non sapevo, il saggio di Baldini e Bellosi ci informa che in tutta Europa vi è da sempre una ricchissima tradizione legata ai giorni che vanno dal 31 ottobre all'11 novembre (San Martino, mica per caso "l'estate dei morti", come dice Pascoli). Si tratta di un periodo nel quale si credeva che le anime dei defunti potessero avere libero accesso al mondo dei vivi, influendo benevolmente (o malevolmente, a seconda) negli affari umani, in particolare rispetto alla semina delle nuove coltivazioni, che avveniva proprio entro quei giorni.

Fonte della foto: QUI
In Italia, infatti, il periodo idoneo alla semina è proprio tra fine ottobre e metà di novembre. Interessante però è stato scoprire che, da Nord a Sud della nostra penisola, tanti detti popolari fanno corrispondere il momento della semina esattamente alle festività dedicate ai Santi e ai morti, stabilendo una sorta di legame tra i defunti e il seme che, interrato, sembra morire per poi dare vita alle nuove piante in primavera.
Si attestano particolari usanze in tutte le nostre regioni italiane, riferite a questo "periodo di contatto" tra mondo dei morti e mondo dei vivi, strettamente connesse alle pratiche agricole ma anche alla quotidiana convivialità. Diffusi dappertutto erano ad esempio i riti di accoglienza per i defunti (come lasciare loro sul tavolo della cucina - o sotto - un pò di cibo o acqua, o rifare i letti appositamente per loro), ma anche simboli legati alle anime vaganti: le zucche intagliate e illuminate, ben prima che arrivassero dall'America, erano presenti anche qui nell'Italia contadina. Lo sapevate? Molto comuni erano pure le questue rituali, effettuate fin da allora (prima dell'attuale "dolcetto o scherzetto") dai bambini, poichè considerati in grado di comunicare con il mondo dell'Aldilà.

Fonte della foto: QUI

Zucche intagliate, fotografate ad una sagra della zucca ad Ostellato (FE)

Alla base della ritualità diffusa in tutta Italia tra il 31 ottobre e l'11 novembre stava insomma il forte legame tra morte e vita, pregnante e suggestivo già di suo, che trovava nei cicli naturali e agricoli la sua manifestazione più potente e continua. E' davvero affascinante leggere le varie "declinazioni" regionali di questa idea di fondo. Dal punto di vista del folklore, il libro di Baldini e Bellosi è infatti ricchissimo di notizie e dettagli sulle diverse tradizioni, gli usi, i costumi, i detti popolari ma anche i cibi preparati tra fine ottobre e San Martino. Molto prima dell'Halloween americana, qui in Italia avevamo una solida tradizione tra riti, atmosfere tipiche e sapori, sempre legati ai prodotti della terra (zucca, castagne, vino) ma anche dolci che richiamavano il mondo dell'Aldilà, come le "fave dei morti", da prepararsi vicino alla Commemorazione dei defunti. La stessa tradizione era diffusa in Europa: ad esempio ho potuto assaggiare, da un'amica spagnola, i dolcetti "huesos de santo" (ossa del Santo), preparati in occasione del 1 novembre.

Le fave dei morti di Perugia. Fonte foto: Wikipedia
Oggi come oggi molte di queste tradizioni stanno venendo dimenticate e soppiantate da quelle dell'Halloween più "standardizzata": un carnevale a tinte cimiteriali, i cui contenuti più suggestivi e significativi di solito restano relegati a un "limbo" di generale inconsapevolezza.
Naturalmente su Halloween sono stati scritti fiumi e fiumi di inchiostro e ancora ne scriveranno, dal momento che questa ricorrenza si presta alle più svariate interpretazioni: dai ritrovi satanici alle allegre ed innocue mascherate. Per quel che mi riguarda, l'unica cosa che trovo sinceramente insopportabile è il proliferare di tanta paccottiglia di plastica, venduta a caro prezzo per un paio di settimane: ce n'è davvero bisogno? Il saggio di Baldini e Bellosi insegna proprio che non sono mai mancati i riti - italianissimi - legati al "ritorno dei morti", con atmosfere decisamente affascinanti che nulla avevano a che vedere con teschi di plastica fosforescenti e zucche a led. Riflettiamoci!
In ogni caso, al di là di come la si pensi su questa ricorrenza, trovo intelligente la posizione di Baldini e Bellosi che, di fronte al dilagare dell'Halloween-fenomeno consumista, hanno cercato di fare chiarezza sull'Halloween-tradizione, dandoci gli strumenti per leggere la nostra realtà in maniera più consapevole.

13 commenti:

  1. Interessante... Io adoro un sacco di cose di Halloween: le zucche intagliate, la magia... E' chiaro che poi gli americani esagerano sempre in tutto (ma hai visto che razza di decorazioni che mettono nei giardinetti davanti a casa?) e gli italiani hanno la cattiva abitudine di importare dall'America solo le cose più brutte. Non mi piace per niente quest'aspetto carnevalesco che ha preso anche qui da noi questa festa. Comunque io sono sempre stata un'appassionata di musica irlandese e di "Irlanda e Scozia" in generale e lì ci sono delle storie bellissime. Non voglio fare un commento chilometrico, per cui se ti va puoi fare un giro nel mio blog nel tardo pomeriggio (devo aspettare il buio per fotografare le mie zucche!) e leggere la bella storia di Tam Lin, personaggio delle leggende scozzesi.

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  2. Davvero interessante questo libro, piacerebbe anche a me leggerlo! Rifare i letti per i defunti...è quasi commovente! In genere detesto Halloween, la festa delle caramelle e stasera devo pure lavorare! Però con 3 gatti neri a casa, mi sento un po' più nello spirito!

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  3. Ciao Silvia, che bel post...interessantissimo!! Quand'ero bambina alcune tradizioni erano ancora in auge, specialmente in campagna..io ho conservato quella delle fave dei morti, che faccio ogni anno proprio in questo periodo..
    ma quello che non mi piace di questa "festa" è appunto l'aspetto consumistico e volgare, che non ha proprio niente a che vedere con il suo vero significato!

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  4. Cra Silvia , mi è piaciuto molto come hai esposto l'argomento . Io amo questa ricorrenza , non dal lato consumistico ma da quello spirituale . Mi piace il lato spirituale ,la mia nonna ci diceva sempre che in questa notte il velo che separa il mondo dei vivi da quello dei morti si assottiglia e coloro che amiamo e ci hanno lasciati possono farci visita . Per questo bisogna lasciare una lucina alla finestra affinchè illumini loro la strada. Mi piace dedicarmi nel preparare i biscotti a forma di gatto , fantasma zucca e i cupcakas con la glassa colorata da condividere con le persone che amo . Un bacione grande .

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  5. La tua curiosità 'gattesca' ti ha premiata: hai fatto un post veramente molto interessante! Anch'io mi sento poco legato alla festa di Alloween, quella del dolcetto o scherzetto. Ma mi ricordo da bambino che la festa dei morti era molto sentita. Specialmente in campagna, di cui però non ho esperienze dirette essendo sempre vissuto in città. L' 11 novembre (SanMartino) cominciava il nuovo anno agrario e nelle campagne di tutt'Italia si festeggiava in mille modi!

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  6. Quanti bei commenti, lunghi lunghi come piacciono a me!!! Grazie ragazzi!! :-))

    @ Lidia: pensa che io fino a qualche tempo fa non riuscivo a farmi piacere neppure le zucche (cioè, esteticamente sì, ma idealmente ne vedevo solo il lato modaiolo)… solo negli ultimi anni e in particolare dopo aver letto questo libro ho capito che la questione è molto più sfaccettata di quanto si colga! E anche molto affascinante.

    @ Anna: ti piacerebbe un sacco questo libro, Anna!! Sapessi quanto anche a me piace poco “la festa delle caramelle”… ma sai qual è il problema? Se contestualizzata, se insegnassimo ai nostri bambini e ragazzi il senso profondo di un festeggiare i defunti, gli spiriti e il mondo dell’aldilà (di solito negato, rimosso ed edulcorato durante il resto dell’anno), tornerebbe ad essere una festa profonda dalla quale imparare qualcosa! Ormai nella nostra epoca non facciamo altro che rimuovere la morte ed ogni significato a lei legato, mentre il vero halloween (e tutti i riti dei giorni seguenti) potrebbe dare il giusto spunto per ricordarci di questa realtà che ci accomuna tutti e che dovrebbe dare senso al nostro tempo di vita (modalità filosofo on). Coccole alle pantere!

    @ Carmen: ti aspettavo proprio per ringrazarti a proposito delle fave dei morti!! Infatti quando le ho viste sul tuo blog ho approfondito anche il mio post sull’aspetto dei cibi tradizionali, è merito tuo! Concordo, naturalmente, con ogni cosa che hai detto… e fai bene a conservare la tradizione delle fave, quest’anno io non ho fatto dolci (strano ma vero) ma mi piacerebbe farla diventare anche una mia tradizione. Prenderò spunto dalla tua ricetta, magari l’anno prossimo!

    @ Mirtilla: grazie Mirtilla per il tuo meraviglioso commento, le parole di tua nonna condensano quello che il saggio di Baldini-Bellosi e il mio post hanno cercato di dire! Il periodo tra il 31 ottobre e l’11 novembre è un “tempo magico” dove, con il ricordo e una serie di attenzioni particolari, possiamo sentirci più in contatto con i nostri cari. Altrochè streghe e fantasmi paurosi, si tratta piuttosto di chi amiamo! Fai bene a festeggiare così Halloween!

    @ Valeria: molte grazie anche a te per questo bel commento!! Arricchisce il mio post con testimonianze vive di tradizioni passate e ancora presenti! Nel nostro passato c’erano tutti gli elementi dell’Halloween odierna: le serate buie passate attorno a un fuoco a raccontarsi storie, dolci tipici, zucche intagliate e passaggi di casa in casa. Oggi sono cambiate tante cose ma se conservassimo un po’ dello “spirito originario” di questa festa, “dolcetto o scherzetto” avrebbe più senso!

    @ Andrea: ma grazie mille!! Io vivo in campagna ma temo di essere troppo giovane per ricordarmi dei riti contadini… comunque è vero che è tutto un fiorire di festeggiamenti da oggi all’11 novembre! Secondo me è inevitabile, in parte, l’uniformarsi dei riti: Halloween è un prodotto perfettamente in linea con la globalizzazione (per lo meno in occidente). Sta a noi “riempirla” di senso con le nostre tradizioni più locali!

    Detto questo… buon Halloween, Ognissanti e 2 novembre a tutti!

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  7. Interessante questo post. Buon Halloween.

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  8. E soprattutto che dei morti non bisogna avere paura!! Magari stasera la lascio anch'io una lucetta alla finestra come dice Mirtilla, non sia mai che mi faccio una chiacchierata con il nonno!:-)
    Silvia, ma il libro l'hai preso in biblioteca? Su ibs e feltrinelli è esaurito!

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  9. @ Robby: grazie, buon halloween anche a te!

    @ Anna: eh si, purtroppo c'è solo in biblioteca, l'ho preso a Tresigallo. Spero lo ristampino! :-)

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  10. Silvia, adoro questo tuo post! Grazie mille per avermelo fatto notare. Che bello, quante piccole cose ho conosciuto...bel libro!
    Auguro un buon Venerdì a te e ai tuoi cari.
    Un abbraccio

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  11. Cos'è adesso non mi arrivano più gli aggiornamenti? Ero rimasta al "Bassotto e la Regina" :(
    Comunque bellissimo ed interessantissimo post, è vero, è una festa più italiana che di più non si può, e noi che storciamo il naso dicendo che l'abbiamo importata dall'America! Forse solo la tradizione di dare dolci ai bambini per non spaventarli troppo con il pensiero della morte abbiamo introdotto anche da noi, prima loro erano esclusi.
    Libro ovviamente in wishlist!
    Ah io per Halloween non ho letto quello che avevo in mente ma un altro sempre a tema scritto nientepopodimeno che da Ray Bradbury! Si intitola L'albero di Halloween, favola per ragazzi ma adatta anche a noi adulti in cui vengono spiegate le origini della festa. Molto carino.
    Buon Halloween (in ritardo) :)

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    1. Lumi, succede anche a me a volte di perdere gli aggiornamenti dei blog... capricci di blogger! ;-) Comunque Ray Bradbury è uno dei miei "autori del cuore" (forse forse il primo addirittura!) e ho letto lo scorso anno l'albero di Halloween... è piaciuto tantissimo anche a me, l'atmosfera che si respira in quelle pagine è meravigliosa. Buona settimana a te! :-)

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  12. Ricordo che da bambina fuori dal cimitero in questo periodo (e ho visto che in molti posti è ancora così) c'erano le bancherelle che vendevano dolci ed era davvero una festa! Anch'io detesto la paccottiglia che puntualmente viene riproposta ogni anno, riscoprire queste tradizioni è davvero interessante e mi ripropongo appena possibile di leggere questo libro, a presto!

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