Certe giornate estive sembrano fatte apposta per ritornare bambine: così ci siamo sentite io e mia mamma qualche giorno fa, nella nostra "giornata delle more". Si parte alla mattina, dopo una breve perlustrazione nei giorni precedenti, munite del giusto equipaggiamento: pantaloni lunghi e scarpe robuste contro le spine, cappello sulla testa per difendersi dal sole, l'animo rasserenato da quello che ci si appresta a compiere.
Lasciare l'auto ai margini della strada di campagna e proseguire a piedi per stradine inselvatichite, quasi dimenticate, dove più ci si addentra, più si rivelano suoni, luci, profumi tipici del bosco: quasi entrassimo in un luogo lontano dal resto del mondo, forse un'altra epoca.
E inizia la raccolta. Le mani e le dita inizialmente si ritraggono di fronte ai primi graffietti, ai primi inevitabili pizzichi dei tralci spinosissimi, ma troppo preziosi sono i frutti che ci chiamano, quasi fossero pietre preziose che luccicano al sole e si scaldano, tra i raggi della mattina agostana che inizia a farsi sentire.
Mia madre e io non parliamo, ci godiamo la quiete e il momento della raccolta: un uccello sconosciuto canta a qualche metro, animali nascosti, con improvvisi fruscii nella vegetazione, ci tengono compagnia. Intanto si solleva un venticello fresco che accarezza anche lo sterminato campo di mais quasi secco, poco oltre la coltre dei cespugli e degli arbusti. La brezza serpeggia tra i fusti e le foglie del granoturco e, se si evita di guardarlo e ci si concentra solo sulle more, ci si accorge che il suono dell'aria nel campo è identico allo scorrere dell'acqua in un ruscello di montagna, poco più distante.
Le ore si susseguono quasi senza peso e la misura del tempo non viene più data dall'orologio, ma dal riempirsi dei contenitori che ci siamo portate. La frenesia e la tensione a cui ci abituano gli impegni quotidiani, si sono definitivamente dissolte nell'aria e nelle ombre del boschetto, che a un certo punto si apre per un tratto di campagna coltivata, più ordinata e pulita. Qui un enorme airone cenerino plana con eleganza fino al margine di un canale.
Proseguiamo ancora per un pò: finchè abbiamo contenitori da riempire, finchè le more continuano a punteggiare di rosso e nero i fianchi del sentiero. Si avvicina mezzogiorno, ma qui perfino le cicale hanno un certo imbarazzo nel proporre il loro rumoroso canto: la tranquillità di queste stradine selvatiche è fatta di suoni meno prorompenti. Le nostre mani ormai non fanno più caso ai piccoli graffi del rovo, i nostri occhi cercano i frutti globosi senza bisogno di alcuno sforzo mentale. A un certo punto la fame reclama attenzione ed è l'occasione giusta per mangiare a manciate le more appena colte: il loro succo trattiene davvero il sapore del sole. I contenitori sono colmi: la raccolta è compiuta, si torna a casa.
Dopo pranzo, le more sono pesate, lavate e sgocciolate con cura. Unite a qualche mela a pezzetti e allo zucchero, le mettiamo sul fuoco nel paiolo: si mescola per ore, fin dopo cena, finchè la marmellata non si è addensata ed è pronta.
E quest'inverno, quando faremo una crostata con questa delizia della natura e dell'arte umana, la nostra "giornata delle more" tornerà a compiere la sua magia, interrompendo la frenesia quotidiana e regalandoci un altro momento assolutamente perfetto.
Che bel post, quanta poesia nel gesto che è proprio dell'essere umano (che nasce raccoglitore e poi coltivatore)... e come vi invidio! Ho raccolto more solo qualche volta (nella mia zona i cespugli sono ormai rari), ma hanno tutto un altro sapore rispetto a quelle che si trovano nei supermercati (e che costano una follia, perché?!)
RispondiEliminaCarissima Silvia!!!!! Questo post e' una magia!!!!!
RispondiEliminaUna violenta grandinata ha rovinato buona parte del raccolto, mi godo quindi la vista del tuo prezioso bottino!!!!
Credo proprio sia stata una magnifica giornata!!!!
Ti mando un bacio grande grande!!!!!
Ciao Silvia, che meraviglioso post e che splendida giornata avrete passato!!!
RispondiEliminaLa foto del sentiero è stata un tuffo al cuore, uguale alla stradina che porta alla casa di campagna di mia zia in Friuli, e un tuffo nella memoria di tanti anni fà quando le estati le passavo lì e c'era anche la mia nonnina che faceva conoscere e amare la natura a me e a mia sorella. Quante volte anche noi abbiamo raccolto, e anche direttamente mangiato, le more.....che profumi, che sapori e che felicità!!!
Invidio molto la possibilità che hai ancora di poterlo fare, attorno a me non c'è proprio niente, però sono contenta di aver provato questa esperienza perchè fa la differenza!!!
Una bella lavorata fare la marmelata, che bello il paiolo!!!, ma, come dici, ne vale la pena!!!
Baci
Grazie mille ragazze dei vostri complimenti!!
RispondiElimina@ Anna: infatti, le more al supermercato sono solo belle, ma sanno da acqua amarognola e costano una fortuna :-(
@ Lory: Eh sì, è stata davvero una magnifica giornata! Mi dispiace per la grandinata, qui noi invece combattiamo la tremenda siccità! La stagione ormai è davvero pazza!
@ Laura: che bei ricordi i tuoi!! Allora ci capiamo eh?? Il paiolo è di mia nonna :-) A volte le cose migliori restano quelle di una volta, inimitabili e speciali!!
Un grande saluto a tutte voi e buona domenica!!
bel racconto,Silvia e sai che sapore avranno le more anche col pane!
RispondiEliminaBaci
Oh, Silvia! Che bellezza questa giornata delle more...ho letto questa tua esperienza ricordando quando da piccina raccoglievo more anche io con i miei genitori, soprattutto quando andavamo a fare le gite in montagna! grazie mille per questo tuo racconto, un abbraccio forte....buon proseguimento d'estate!
RispondiEliminaPS: scommetto che la marmellata sarà deliziosa!
Che bella giornata avete passato insieme tu e la tua mamma, vi immagino con le mani e la bocca viola intente a gustare queste meravigliose more... e il bottino è davvero consistente!!!
RispondiEliminaAnch'io preparo delizie da gustare quando questi caldi raggi di sole saranno solo un ricordo lontano!
Che spettacolo!!!! Ti posso chiedere se nella marmellata si sentono molto i granellini delle more?
RispondiEliminaCiao Arianna, benvenuta sul mio blog!! Sì, devo dire che si sentono molto i granellini (ci sono varie ricette che infatti prevedono di "passarla"), ma a noi piace perchè non hanno più la consistenza dura come quando la mora è cruda... così cotti hanno una consistenza diversa che - almeno al nostro palato - è assolutamente gradevole come ripieno di una buona crostata! :-)
Eliminaciao, che buone le more! e quanti ricordi d'infanzia..raccoglierle era un vero divertimento! Grazie Silvia per questo bel post, ciao, buon ferragosto!
RispondiEliminaCaspita, ma quante ne avete raccolte?? Bravissime! La marmellata cotta in quel bel paiolone sarà davvero ottima ;)
RispondiEliminaChe coincidenza: qualche giorno fa io stavo raccogliendo fragoline selvatiche nei sentieri dei Pirenei :))
mamma quante!!!
RispondiEliminala marmellata di more mi piace un sacco, fatta in casa sarà pure più buona!!
Quanta serenità e felicità in questo post. Silvia sai scrivere benissimo!! Mi hai portata con te in un momento senza pensieri..
RispondiEliminaMolto belle anche le fotografie, quella con l'airone cenerino mi piace in particolare per l'inquadratura.
E con una tale copiosa raccolta valeva veramente la pena farci la scorta di marmellata per i beati ;-)
Mille grazie Dany!! :-)
EliminaSai che la foto con l'airone mi ha frustrata a lungo, perchè non è ben a fuoco... ero molto distante e ho usato lo zoom, ma non avendo una macchina fotografica particolarmente professionale il risultato non è molto nitido. Però dai, sono contenta che l'inquadratura ti piaccia!
Grazie davvero per i vostri commenti: sono contenta che abbiate apprezzato questo post!! :-)
RispondiElimina@ Robin: mmm, fragoline di bosco! Potremmo pensare ad un baratto ;-)
La marmellata fatta in casa effettivamente è tutta un'altra cosa rispetto a quella di supermercato, mi considero una privilegiata per avere il tempo e i mezzi per farla quasi tutte le estati (di more, di fichi, di prugne, di pere...)
Buona domenica!
Ma che brave che siete state!!!
RispondiEliminaNe avete raccolte un sacco!!
Io e mia mamma abbiamo fatto la stessa cosa il 14 agosto sulla montagna dalle nostre parti, ospiti a casa di parenti, ma siamo tornati molte deluse, non abbiamo riempito una tazza...
Purtroppo sono due mesi che non piove e le more sono praticamente seccate sulle piante.
Peccato. Riproveremo l'anno prossimo..
Le vostre sembrano strepitose...
Ciao carissima, come sono contenta di averti conosciuta!!!!
che buone le more. QUando ero piccola io e i miei amici andavamo a raccogliere le more e poi facevamo il succo....Buona anche la marmellata.
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