Ieri sera a "Che tempo che fa", Fabio Fazio e Luca Mercalli hanno riflettuto sulla situazione critica del nostro pianeta: già dagli anni '70 sappiamo che la Terra non è in grado di soddisfare le pretese del nostro sviluppo, così com'è concepito oggi.
Ma come mai allora dagli anni '70 a oggi continuiamo imperterriti su questa strada? La questione è enormemente complessa, ci sono in gioco interessi in primis politici, economici e sociali di portata globale. Eppure non dobbiamo scoraggiarci... e per questo ecco la "ricetta" per il futuro proposta da Mercalli, in sintesi:
Ma come mai allora dagli anni '70 a oggi continuiamo imperterriti su questa strada? La questione è enormemente complessa, ci sono in gioco interessi in primis politici, economici e sociali di portata globale. Eppure non dobbiamo scoraggiarci... e per questo ecco la "ricetta" per il futuro proposta da Mercalli, in sintesi:
1) La consapevolezza dei limiti ambientali: la Terra ha dimensioni finite, la nostra pressione su di essa va ridimensionata;
2) Sostituire il criterio della competitività con un principio di cooperazione, nell'ambito di un più generale ripensamento delle nostre priorità e dei nostri modelli di sviluppo;
3) Perseguire una politica di "resilienza": la proprietà di un sistema di non collassare, se sottoposto a uno stress.
Un video interessante, che vi propongo:
Ciao Silvia, molto interessante, grazie!!
RispondiEliminaBuona serata
Carmen
Gli interessi politici sovrastano tutto!!
RispondiEliminaQuel poco che posso lo faccio e cerco di insegnarlo a mia figlia!! Poco e' vero, ma se tutti ci provassimo, forse andrebbe meglio!!
Un bacione Silvia!! Felicissima settimana!!!
E' così Silvia, lo sappiamo da tempo, il pianeta non ce la fa a sopportare i nostri ritmi di crescita e di sfruttamento delle sue risorse naturali. Ma io non vedo una soluzione, noi paesi sviluppati non rallenteremo la nostra crescita e quelli in via di sviluppo, che da secoli muoiono di fame, non vedono l'ora di sedersi al tavolo a banchettare insieme con i paesi ricchi. Chi glielo dice che devono continuare a consumare poco? Guarda la Cina, in pochi decenni cosa è diventata e quanti danni all'ambiente provoca col suo sviluppo forsennato. Poi c'è l'India, un altro miliardo di persone...e l'africa? E' dormiente, ma anche loro sognano di avere tutti l'automobile, la tv eccetera.
RispondiEliminaMah, io sono pessimista, il nostro pianeta non può sopportare lo sviluppo globale. Noi viviamo bene, circondati da ogni comfort solo perchè una parte del mondo è ancora ferma all'età della pietra o quasi.
Mercalli è bravo, dice cose sensate ma temo rimarra inascoltato. La trasmissione di Fazio è sempre interessante..una delle poche! ciao
Grazie Carmen e Lory per i vostri commenti!!
RispondiEliminaLory sono d'accordo che se tutti ci provassimo sicuramente qualcosa cambierebbe, non dobbiamo sottovalutare la forza della collettività. Il problema è che ancora questa "collettività" non è molto interessata al problema.
@ Erne: purtroppo il tuo discorso pessimista non fa una piega. Per buonissima parte di quello che hai scritto la penso ESATTAMENTE come te... mi rendo conto che le forze in gioco sono talmente enormi che l'azione del singolo sembra dissolversi prima ancora di concretizzarsi. Tuttavia dentro di me credo ancora che qualcosa si possa fare, fosse anche "solo" educare le nuove generazioni verso il desiderio di qualcosa di diverso rispetto al nostro attuale presente "consumistico". Proprio noi che abbiamo tutto (benessere, ricchezza, cultura) abbiamo anche la possibilità di scegliere con più lucidità... forse la mia visione è ancora ingenua, ma vorrei sperare che l'occidente non sia davvero tutto da buttare e che anch'esso possa gettare qualche seme, che porti buoni frutti nel futuro.
La penso come te su Fazio e Mercalli!
Buona settimana a tutte voi!!
Le misure a cui si ricorre sono quasi sempre parziali e poco significative! Speriamo bene!
RispondiEliminaUn bacio Silvia!
Qui si potrebbe aprire un discorso di pagine e pagine e pagine...potrei dire cose che certamente sai e, se ho ben capito, condividi...il problema che siamo sempre una ristretta cerchia di persone che parlano e cercano di agire con coerenza ma...io ci sono dentro anche per lavoro e ti posso assicurare che spesso le istituzioni non fanno azioni ma burocrazia...comunque non sono fra quelle persone che mollano con la scusa che tanto il mondo non si può cambiare...
RispondiElimina@ Elena: Non sai quanto concordo con le tue parole. Purtroppo vedo che tra noi "cerchia ristretta" circola un bel pò di pessimismo, forse più che giustificato dalle circostanze... ma ricordiamoci che il "mondo che non si può cambiare" siamo anche noi. Non vuole essere una frase fatta, perchè come dici tu si potrebbero scrivere fiumi di parole e pagine, so bene che la questione è troppo spinosa e complicata per affrontarla a suon di frasi fatte... ma davvero non sottovalutiamo l'importanza delle nostre scelte... forse inutili a lato pratico, ma fondamentali come "buon esempio". Io, almeno a questo, ci credo ancora!
RispondiEliminaAh la competitività: quante volte mi sono sentito dire che bisogna essere più competitivi, fare di più e in meno tempo, passare davanti, scavalcare, battere gli altri (che sono avversari). Prima di tutto bisogna trovare il modo di sradicare questo modo di pensare e vivere: mica facile.
RispondiEliminaSperiamo ..... in tutto .....
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