mercoledì 22 luglio 2020

Cosa odiano i gatti e come manifestano il loro disagio

Buongiorno amici! Torno a pubblicare dopo qualche tempo, proponendovi un breve ma interessante video sulle "10 cose che i gatti odiano": è veramente ben fatto e credo che non abbiano dimenticato niente. Con le dovute eccezioni (esistono sempre gatti che si comportano in maniera eccentrica e contradditoria, rispetto al resto della loro specie... come succede tra noi uomini), va detto che praticamente tutti i gatti sono messi a dura prova da determinate situazioni.
Si va dal semplice disagio di fronte a sguardi penetranti sgraditi (soprattutto di persone o animali che non rientrano nella cerchia delle sue abituali relazioni), al fastidio fisico nei confronti della sporcizia, degli odori sgradevoli e dell'acqua sul mantello, passando per lo stress prolungato se esposto a costrizioni dei suoi naturali istinti (e quindi insoddisfacimento dei suoi desideri), a cambiamenti importanti dell'ambiente famigliare, a convivenze forzate con altri animali o persone sgradite, fino ad arrivare all'intensa paura data da rumori forti, improvvisi e per il gatto inspiegabili, "sorprese" che sono percepite dal micio come dei tranelli spaventosi. Avevo già avuto modo anche io di parlarvi dei "cetrioli", ma anche dell'aspirapolvere. Vediamo insieme il video, prima di approfondirne alcuni aspetti!





Mentre la paura è transitoria e legata ad eventi temporanei e sporadici, invece disagio e stress prolungati possono procurare al nostro micio stati di malessere psicofisico non indifferenti.
Due dei motivi di stress per eccellenza, nel gatto, sono il trasloco (il più grande cambiamento di routine che potrà mai essere imposto a un micio, che va a perdere ogni riferimento sul suo territorio) e l'arrivo in famiglia di un nuovo membro... umano (e io ne so qualcosa!) o animale.
Un gatto esposto continuativamente a situazioni di stress, può manifestare il suo malessere in due modi:
  • Sintomi fisici, come ad esempio una cistite, un'alopecia, nei casi più gravi inappetenza e sonnolenza innaturali.
  • Sintomi comportamentali: aggressività improvvisa, marcare il territorio ossessivamente, provocare appositamente alcuni "dispetti" che disturbano la quiete famigliare.
Spesso i sintomi fisici si intrecciano con quelli comportamentali, cosicchè una cistite da stress diventa una bella "occasione" per il gatto di andare a fare pipì sul letto, sul divano, sui tappeti... ovunque, meno che nella sua lettiera.
Come dobbiamo interpretare questi sintomi? Per quello che sono: una richiesta di aiuto.
Di fronte a un gatto che è sempre stato amichevole, mansueto, calmo ed "educato" in casa, se dovesse iniziare a diventare aggressivo senza apparente ragione, o a fare i suoi bisogni dove ha sempre saputo che era inopportuno... beh, bisogna chiedersi se per caso non stia passando un momento di stress e difficoltà. Così come la perdita di appetito o di "vivacità", escluse ragioni patologiche peggiori, possono essere segnale di un gatto che è messo alla prova duramente dalle circostanze e non sta riuscendo a reagire positivamente.



Cosa fare, dunque? Il primo passo è senz'altro identificare il motivo del disagio: il video ci aiuta a identificare le principali fonti di stress per un micio. Capire cosa generi il malessere nel gatto è essenziale per andare poi a intervenire correttamente. 
A seconda dei casi, infatti, potremo correggere quei nostri comportamenti che lo infastidiscono, oppure proporgli situazioni più consone al soddisfacimento dei suoi istinti naturali. Nel caso di un trasloco, la parola chiave è soprattutto gradualità nel far scoprire il nuovo "territorio" al vostro felino, insieme a tanta pazienza e delicatezza nel capire il suo smarrimento, aiutandolo predisponendo nella nuova casa oggetti e giacigli a lui già famigliari.
L'arrivo in famiglia di un nuovo membro, sia esso umano o animale, è un'altra grossa prova, il cui esito positivo purtroppo non può essere dato necessariamente per scontato.  Anche in questo caso serve tanta delicatezza e tanta attenzione nel gestire le dinamiche famigliari, sapendo che nel caso di adozione di un altro gatto si potrà aprire anche un dissidio per competizione territoriale. Ci vorrebbe un post dedicato solo a questo!
In sostanza, comunque, bisogna stare attenti a ciò che il gatto, con la sua spiccata sensibilità, percepisce come "odioso"...perché passino pure un paio di episodi sgradevoli, ma tutta una vita a contatto con situazioni, cose, persone o animali fastidiosi sarebbe davvero una brutta tortura per il vostro amato gatto. Talvolta basta poco per rimediare, altre volte ahimè saremo costretti a prendere decisioni davvero sofferte e difficili, pur di far tornare il sereno nella vita del nostro micio.
A tal proposito, vi consiglio sempre di consultare sia un veterinario che un comportamentista, per essere certi di aver interpretato bene i segnali di disagio del gatto e per ricevere consigli ancora più mirati sulle strategie disponibili per aiutarlo.
Cosa mi raccontate? Il vostro gatto cosa non sopporta? E come avete risolto eventuali momenti critici nella sua vita? Raccontatemi tutto!

2 commenti:

  1. Cara Silvia,
    Con Maud le cose erano facili: non aveva paura di cani, gatti, bambini, aspirapolvere, viaggi, luoghi e persone sconosciuti... Con Dinah è ben diverso, ma l’arrivo del cucciolo Archibald, è stata la conferma di quanto gli animali possano stupirci.
    Tra lei e Archie non sono rose e fiori, ma le cose procedono: benché intimorita, Dinah riesce a fare la sua vita: va e viene, è affettuosa con noi. Con Archie mantiene le distanze, e soffia se lui le si avvicina, ma gioca sul divano mentre lui è a terra, riposano a poca distanza (ma la notte Archie dorme in cucina, Dinah ai piedi del letto), mangiano nella stessa stanza (lei ha le sue ciotole in alto).
    Questa pace armata che scivola verso l'indifferenza reciproca dipende secondo me da diversi fattori:
    -Archie è distratto: quando lui la vede drizza le orecchie e scodinzola ma è facilmente distratto da mille cose: una foglia che cade, una porta che cigola, il cibo, una pallina... in un attimo si dimentica di Dinah;
    -Archie è pacato: ha i suoi momenti di follia, ma dorme molto, gioca spesso da solo nel suo paniere, preferisce le coccole a corse e inseguimenti. Questa pacatezza da modo a Dinah di osservarlo tranquillamente, convincendosi che in lui non c'è nulla di pericoloso, è solo un botolo maldestro che mangia sguaiatamente, russa e inciampa;
    -Archie non è un gatto: credo che Dinah non lo percepisca tanto come una minaccia o un rivale, quanto come una sorta di oggetto semovente, sgradevole, rumoroso e ingombrante, ma di cui possono essere previsti i comportamenti, che sono peraltro molto limitati: non salta, non entra in camera, non arriva al suo cibo, è troppo grosso per accedere alla lettiera, non la segue nelle sue esplorazioni;
    -Archie è giovane: gli animali, e quindi i gatti, di fronte a un 'animale di un'altra specie riescono senz'altro a percepire se si trovano davanti un adulto o un "neonato", ma credo anche che questa comprensione sia possibile solo se il gatto è sufficientemente rilassato da poter analizzare su odori, comportamenti e fisionomia di chi si trova davanti. Se Dinah ha capito (o sta capendo) che Archie "è piccolo" e quindi innocuo, l'ha capito perché ha potuto osservarlo tranquillamente, mentre lui si dedicava ad altro o dormiva. Se Archie avesse passato le giornate a inseguirla, abbaiarle contro, mangiare il suo cibo o mettersi tra noi e lei, Dinah non avrebbe avuto modo di capire con chi ha a che fare: sarebbe stata semplicemente terrorizzata. Più che l'età credo che conti quindi il comportamento di Archie e il suo modo di guardare il mondo e di relazionarsi ad esso.
    Insomma, tante soddisfazioni (anzi per adesso piuttosto piccoli successi) ma anche tantissimo lavoro, dubbi, incertezze e vigilanza, a riprova del fatto che le adozioni non vanno fatte cuor leggero, soprattutto se c'è già un altro animale in casa, e che non basta l'amore, non basta dire "tanto lo capiscono, sono migliori di noi".
    Ora siamo in campagna e presentare Archie al tartarugo Platone è stata un'altra tappa significativa: mattinate in giardino a dire "No! Piano! È un amico! No! Bravo, ecco, così..."

    Un abbraccio a te e alla tua famiglia, ti mando qualche foto per documentare il tutto.

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