venerdì 3 luglio 2020

Dai domestici ai selvatici: una visione d'insieme

"La diversità, per capirla fino in fondo, bisogna esperirla sulla pelle e farsela entrare nelle ossa. Gli amanti degli animali 'd'affezione' rischiano l'eccessiva focalizzazione sulle dimensioni dell'affettività e dell'affiliazione (...). Occuparsi di selvatici che, invece, richiedono distanza, discrezione e spesso rinuncia, non solo consente di fare un bagno d'umiltà che costringe a spostarsi da qualunque ottica autocentrata; l'esperienza con animali da maneggiare poco, da stressare poco, da non rendere dipendenti perchè per loro si deve prospettare una liberazione in natura, insegna il valore profondo della libertà per gli esseri viventi, il loro struggente attaccamento al contesto ambientale, il valore del loro ruolo nel sistema della vita e la relatività della nostra posizione nel pianeta".

(Sonia Campa, L'insostenibile tenerezza del gatto, p. 313)




Quando ho letto questa frase ho avuto un colpo al cuore, perchè finalmente stavo leggendo nero su bianco e comprendendo l'importanza di alcune esperienze della mia vita che mi avevano aperto le porte su tutto un altro mondo nel quale ero immersa, come una dimensione parallela, sempre sotto i nostri occhi ma perennemente "nascosta" dal nostro sguardo, disabituato a coglierla. 
Piccoli ricci orfani e svariati ricci adulti, decine di bruchi e farfalle, dozzine di uccelli (upupe, cince, fringuelli, luì, piccioni, gufi...), centinaia di lucciole, qualche rospo e rana toro, insetti di tutti i generi... quanti incontri ho fatto, in questi anni, con la natura selvatica, solo uscendo dalla porta di casa mia e facendo due passi in giardino. Si è trattato di occasioni uniche, esperienze che tassello dopo tassello hanno arricchito straordinariamente la mia percezione del mondo e completato, in maniera commovente, il ventaglio delle forme d'amore che ero abituata a conoscere, esperire, ricercare.
Siamo abituati a stringere legami con i nostri simili e, i più sensibili ed empatici di noi, anche con gli animali domestici. Ho sempre amato i gatti e, per mia fortuna, per buona parte della mia vita fino a qui ho avuto il grande privilegio di condividere con loro la mia quotidianità. Mi hanno insegnato tanto e, al contempo, sono stati da subito un "ponte" per il resto della natura, quella più selvaggia. Non ci avevo mai appositamente riflettuto prima ma, quando sono venuta a contatto con gli animali selvatici, prendendomene cura se serviva o semplicemente osservandoli da lontano con il dovuto rispetto, ho provato tutta un'altra emozione, qualcosa di ancora più universale dell'amore per i miei gatti. Qualcosa che mi ha davvero insegnato il valore profondo della libertà per gli esseri viventi e la relatività del mio punto di vista ma anche il ruolo della mia esistenza nell'ecosistema del mondo. 


Coccolando ed amando i miei gatti non avvertivo certo alcuna "mancanza", intendiamoci: il rapporto con un animale domestico è meraviglioso e arricchente, sicuramente più diretto e facilmente esperibile. Non può essere considerato "manchevole" di nulla, se ben vissuto: si impara a comunicare con un linguaggio che non è nè umano nè non-umano, bensì una splendida sintesi di entrambi; si viene rassicurati dall'amore privo di filtri, giudizi e intenzioni che gli animali sanno riservarci; si diventa responsabili per la qualità di vita di quell'essere vivente che sta vivendo proprio accanto a noi; si scende a reciproci compromessi nella diversità di specie. Insomma, è qualcosa di davvero meraviglioso!
Eppure, dopo aver letto quel pensiero di Sonia Campa, ho capito cosa mi ha emozionato tanto quando ho potuto fare un passo oltre i miei gatti, quando sono venuta a contatto - inizialmente per caso e poi, sempre più, per mio specifico interesse - con gli animali selvatici. 
E ho compreso che si tratta di un mondo necessariamente complementare a quello degli animali domestici, nel quale entrare in punta di piedi, con grande rispetto ma anche con grande determinazione, perchè in grado di "regalarci" un senso di comunione con il nostro pianeta che - duole dirlo - tramite gli animali domestici si perde. Anzi, talvolta ho avuto spesso l'impressione che - per alcune persone, sia chiaro, non per tutti - il rapporto esclusivo con il proprio animale domestico possa addirittura tramutarsi in una barricata rispetto al resto del mondo, umano e non umano. 



E così eccomi qui a scrivere queste mie riflessioni per rilanciarle a voi, cari lettori, per incitarvi a uscire da casa vostra e, se ancora non l'aveste fatto, inseguire, ricercare, perseguire ogni possibile opportunità di venire in contatto con l'autentica natura selvatica, passo dopo passo, con rispetto e gradualità... perchè vi cambierà, vi arricchirà, completerà la vostra comprensione di voi stessi, del mondo che vi circonda ma anche i vostri sentimenti in proposito. Se potete, se avete un cane o un gatto, fatevi inizialmente guidare da loro nell'esplorazione del territorio e dell'ambiente. Cercate di togliere i vostri "occhiali antropocentrici" per indossare, anche solo temporaneamente, lo sguardo felino o canino del vostro compagno a quattro zampe... già questo vi condurrà sulla strada giusta. E se non avete invece animali domestici, magari dovrete fare uno sforzo in più, ma non negatevelo: iniziate a fare attenzione a un'ape o una mosca in giardino, agli uccelli che migrano, alle formiche che dominano in giardino. Nutritevi anche di natura selvatica, non limitatevi al rapporto - appagantissimo, lo ribadisco - con i vostri animali domestici, perchè si tratta di due facce di una stessa medaglia che vale davvero la pena di "conquistare". 
Cosa ne pensate? Quali esperienze uniche avete già fatto a contatto con gli animali selvatici? Aspetto i vostri racconti nei commenti e... se vi rendete conto che non ve ne viene in mente neppure uno, allora cogliete l'opportunità per iniziare oggi stesso a ricercare occasioni a contatto i selvatici, ad esempio visitando il CRAS della vostra città o partecipando a eventi e iniziative di valorizzazione della fauna selvatica. Basta poco per partire in questo viaggio che, potenzialmente, potrà durare poi per l'intera vostra vita.

6 commenti:

  1. Io non ho esperienze dirette con animali selvatici, cioè ho provato a curare uno o due uccellini feriti, ho riportato nelle campagne due ricci che mi erano entrati in cantina ma niente di più. Mi capita , nei parchi di vedere gli scoiattoli, a casa mia ci sono le lucertole ma tutto qui. In montagna ammiro le mucche, i cavalli, i pony, le pecore... se posso, faccio loro una carezza... Li rispetto e li guardo da lontano. I veri rapporti con gli animali , li ho sempre avuti con i gatti , che sono i miei animali preferiti e che amo da sempre. Saluti.

    RispondiElimina

  2. Quando ero piccolo, le mie esperienze con i selvatici erano invariabilmente fallimentari. Gli animaletti che trovavo morivano tutti tra le mie mani, sia per la mia mancanza di esperienza che per il loro stato già comunque troppo compromesso: in effetti, quando un animale selvatico, sopratutto già adulto, non ha le forze per reagire e sottrarsi alla vista e alle cure degli umani, spesso la sua salute è così fragile che le cure di mani inesperte possono solo peggiorare la situazione. E trent’anni fa non c’era internet dove trovare informazioni!
    Le esperienze unicamente « di osservazione » invece sono state tantissime, e sempre fonte di meraviglia : mi ricordo la famiglia di ricci che veniva a mangiare la notte dalle ciotole dei gatti, insieme con loro, nel cortile del mio appartamento da studente, e i ghiri che vivevano tra le travi del soffitto di camera di una casa affittata con alcuni amici per l’estate, in Toscana. Ce ne era anche uno che scendeva dal camino di cucina e si aggirava indisturbato tra le pentole, rimaste ad asciugare sul piano di lavoro. Chissà se sarebbe possibile al giorno d’oggi, affittare una casa « con ghiri annessi »?
    E per molto tempo un merlo temerario venne sul balcone a casa di mia mamma per bere dalla ciotola della gatta, incurante della presenza di questa, che anzi sembrava piuttosto intimidita da tanta sfrontatezza e appena lo vedeva arrivare rientrava in casa per spiarlo da dietro le tende.
    Forse uno dei ricordi più belli che ho di quando avevo vent’anni è quello di un barbagianni, appollaiato sul tetto di una casa abbandonata e in rovina tra i boschi in cui arrivai al tramonto durante un escursione sui monti in Toscana. Un’immagine che mi porto ancora dietro, quella di lui che spicca il volo silenzioso, planando su prati e boschi sotto il cielo infuocato. Tutto partecipava alla magia : il luogo misterioso e mistico, il tramonto estivo, l’uccello maestoso e elegante...
    In tempi più recenti, nei boschi che circondano casa mia in campagna qui in Francia gli incontri ravvicinati con caprioli, cervi, daini, lepri, conigli e volpi sono frequentissimi, e bisogna anche stare piuttosto attenti in macchina, per non rischiare incidenti.
    E durante il mio viaggio in Australia, fermai la macchina che stavo guidando per lasciar passare un branco di canguri. Un’emozione grandissima, mi parve il realizzarsi di un sogno. In quel viaggio vidi ovviamente tantissimi animali straordinari, ma un altro momento che mi è rimasto impresso fu quando, sempre al tramonto, mi trovavo su una barca e una tartaruga cominciò a nuotare accanto a noi, in silenzio perfetto, prima di immergersi nuovamente e sparire nelle profondità marine.

    RispondiElimina
  3. Gli animali sono i nostri compagni di viaggio su questa astronave chiamata terra, e siccome non abbiamo un astronave di riserva, credo sia indispensabile prendersi cura di tutti loro. Ciao !

    RispondiElimina
  4. Questo post e le tue parole sono stupende.Io ho sempre amato osservare ogni piccola creatura e quando mi capita magari di fare scampagnate in campagna/montagna dico sempre a mio marito "avvertimi se vedi bestiole di qualunque tipo".E spero sempre di fare begli incontri.Dove vivevo prima vedevo sempre una famiglia di caprioli e dalla finestra di casa e già quella mi sembrava una cosa meravigliosa(ed è l'unica cosa che mi manca del vivere li).Un incontro che ritengo davvero speciale l'ho avuto due anni fa in Perù quando un adorabile e microscopico colibrì è rimasto un bel pò fermo a volare davanti a me,mio marito è riuscito persino a fotografarlo.Mi sono sentita la persona più fortunata del mondo in quel momento.
    E comunque è vero la maggior parte della gente non si ferma a guardare queste cose.Sempre in Perù è capitato di vedere una specie di scoiattolo nelle montagne di Machu pichu,era bello grande e abbastanza vicino a un gruppo molto numeroso di persone.Bhè l'ho notato solo io.

    RispondiElimina
  5. Cara Silvia, le tue riflessioni sono davvero molto preziose per me.
    Anche io ho la fortuna di mettere piede fuori casa e di avere molteplici incontri con animali "non domestici!" Insetti di ogni tipo, piccoli scorpioni, api, lucertole, bisce... Scoiattoli, ricci, tassi...e poi cerbiatti, volpi, i meno amati cinghiali ed ora anche i lupi girano nei paraggi!
    Quello che hai scritto è molto importante per me.
    Un grande abbraccio e buona domenica
    Susanna

    RispondiElimina
  6. Cari amici, se potete perdonate il ritardo con cui vi rispondo... da quando è nato Stefano, il tempo da dedicare al blog purtroppo si è tanto ridotto.

    @ Mirtillo: in realtà da quanto mi racconti le tue esperienze con gli animali selvatici le hai avute! Sarebbe bello incrementare queste esperienze, magari frequentando un cras nella tua zona... con me sfondi una porta aperta sull'amore per i gatti, ma credimi che è estremamente arricchente poter rapportarsi anche ai selvatici. Un caro saluto!

    @ Filippo: mamma mia, caro Filippo, come sempre un commento meraviglioso! I tuoi racconti sono così vividi che sembra di rivivere con te quelle esperienze uniche di cui ci hai resi partecipi. E ti dirò... anche se vedere canguri e tartarughe oceaniche è un privilegio di pochi, è bello cogliere nelle tue parole la stessa considerazione per animali più "usuali" come ricci e merli. Che bellezza anche i ghiri! Davvero, esperienze straordinarie! Un abbraccio forte!

    @Stefanover: proprio così, sante parole! E prendendoci cura di loro, al contempo ci prendiamo cura di noi. Un caro saluto!


    @ Francesca: splendidi ed emozionanti anche i tuoi racconti! Ci credo che il colibrì ti sarà sembrato un vero e proprio regalo... sono le esperienze preziose che ci arricchiscono la mente e ci aprono il cuore. Condivido anche la tua amara riflessione sul fatto che tante persone sono così distratte da cose prettamente umane, dal perdersi questo "spettacolo", anche se a un palmo dal loro naso purtroppo. Un abbraccione!


    @ Susanna: anche tu abiti in un posto favoloso e ricco di possibilità per quanto riguarda l'incontro o l'osservazione dei selvatici, una grande fortuna! Ti ringrazio molto delle tue parole, sono sicura che il mio post ha fatto breccia in te perché già "predisposta" ad accogliere il mio messaggio. Un grande abbraccio a te!

    RispondiElimina