venerdì 12 aprile 2019

L'odiato trasportino e qualche consiglio per stressare meno il nostro micio!

Oggi parliamo di un argomento che desterà sentimenti senz'altro spiacevoli: in voi, ma soprattutto (se potessero leggere) nei vostri gatti! Parliamo del "trasportino", una parola quasi simpatica che indica una gabbia da trasporto per il nostro amato felide, il più delle volte con destinazione veterinario. Entrare nel trasportino è quasi sempre un trauma per i nostri mici, per una serie di ragioni.
In generale, i gatti odiano profondamente non avere il controllo della situazione, per cui l'essere rinchiusi in uno spazio limitato, come quello del trasportino, li getta in uno stato di grave inquietudine. Se aggiugiamo che poco dopo vengono prelevati dal loro rassicurante contesto casalingo per essere caricati su un'automobile (un "mostro metallico" ai loro occhi) e portati in territori sconosciuti, la frittata è fatta: credo che agli occhi di un gatto non esista inferno peggiore.
Inoltre, se i vostri non sono abitualmente "gatti viaggiatori", il trasportino verrà utilizzato sempre e solo per la visita dal veterinario. Quando va bene, si tratta di un controllo di routine comunque molto sgradito al nostro micio. Quando va male, cioè quando il gatto è malato ed è quindi assolutamente necessario sottoporlo a una visita, si va ad agire su un animale già in condizioni critiche che vivrà l'evento in maniera ancora più traumatica.

Un'immagine tratta dal video "Box Clever", di Simon's Cat (che vi consiglio di vedere!)

Se tutti i gatti che ho avuto modo di osservare piangono e si lamentano quando sono nel trasportino, per la mia gatta Paciocca si tratta di una vera e propria pena capitale, un momento di profonda crisi e disperazione. Per me è tragico pensare di infilarla nell'odiato contenitore per portarla dal veterinario; mi faccio forza pensando che è l'unico modo sicuro di trasportarla fino a destinazione. Eppure Paciocca diventa intrattabile e disperata: fa vocalizzi e grida quasi umane, non so se per impietosirci o per profonda angoscia. E il punto è che non smette, continua dal momento in cui si rende conto di essere stata rinchiusa, fino a quando non apriamo la maledetta gabbietta dal veterinario: questo significa che anche in sala d'attesa la mia gatta continua a disperarsi, rendendo partecipi noi e tutte le altre creature nel giro di qualche decina di metri, del suo stato angosciato. 
Paradossalmente, quando viene visitata dalla veterinaria sembra essere più calma: certo, è impietrita e diffidente, ma non miagola più. Talvolta si mette ad esplorare perfino lo studio veterinario, con cautela ma piena padronanza di sè. Ma quando ci tocca rimetterla nel trasportino e salutare la veterinaria, ricomincia a miagolare senza darsi pace, fino quasi a perdere la voce... finchè non rientriamo a casa, quando il tormento finalmente termina. 

"Sono una gatta abituata ai grandi spazi, io... non rinchiudetemi nel trasportino!"

Anche la veterinaria ha osservato quanto la reazione di Paciocca sia molto marcata, rispetto ad altri gatti... e io sono arrivata a supporre che possa soffrire di una sorta di "claustrofobia" da trasportino. Purtroppo non so come aiutarla, ho perfino pensato di acquistare un trasportino per cani di grande taglia (tipo pastore tedesco!) in modo che la mia gatta non si sentisse troppo "costretta"... ma non so se effettivamente questo potrebbe aiutarla, o darle lo spazio di agitarsi ancora di più.
Esistono comunque alcune azioni per mitigare, almeno un po', l'ansia da trasportino:
  • Per qualche giorno prima del suo effettivo utilizzo, lasciarlo pulito e aperto (senza porticina) nell’ambiente abitualmente frequentato dal gatto… almeno per le prime volte, il micio potrà avvicinarsi incuriosito all'oggetto, esplorandolo a suo piacimento. Potrà perfino pensare di andarci a dormire. Questo dovrebbe renderne meno traumatico l'utilizzo, perchè a quel punto si tratterà di un "contenitore" con cui il micio ha già familiarizzato. Certo, diverso è farlo alla decima volta, quando il micio ha già mangiato la foglia e a quel punto vedrà la comparsa dell'oggetto solo come un cupo presagio. 
  • Coprire con un panno ben largo e coprente il trasportino con già rinchiuso il gatto, per tutta la durata del viaggio e anche in sala d'attesa dal veterinario. Purtroppo non possiamo evitare al nostro felino di avvertire odori e rumori estranei, ma almeno non potrà vedere tutto quello che lo circonda... e questo potrebbe evitargli il panico dall'osservare effettivamente a pochi metri da lui altri animali, veicoli o ambienti affollati.
  • Un'idea che tanto male non fa (al massimo serve a poco) è spruzzare nel trasportino (ma anche in auto) un po' di feromoni tranquillizzanti. Purtroppo non c'è certezza che facciano miracoli, ci sono gatti sensibili a questi prodotti di sintesi e gatti che invece ne sono completamente indifferenti... diciamo che non c'è nulla da perdere, nel provare anche questo "trucchetto"!
Se avete necessità di abituare il vostro gatto a viaggi più o meno lunghi e frequenti (dunque non stiamo più parlando delle occasionali visite dal veterinario, che diventeranno semplicemente "un male necessario" un paio di volte all'anno) potreste prendere in considerazione anche altre "buone pratiche" (da aggiungere alle precedenti): 
  • Abituarlo a piccoli e brevi viaggi innocui (e privi di vera destinazione): caricare il micio nel trasportino per 5-10 minuti di tragitto in auto, per poi rincasare e liberarlo. Forse sulle prime lo odierà, ma via via che si abituerà a questo tran tran, passando le settimane, lo considererà sempre meno pauroso... e piano piano potrà abituarsi anche a trasferimenti più lunghi, perfino a traslochi e cambi di residenza vacanzieri.
  • Avere cura di collocare il trasportino in auto all'ombra, tenendo all'interno dell'auto una temperatura confortevole (nè troppo caldo, nè aria condizionata "a palla"), sapendo che il gatto potrebbe soffrire di mal d'auto proprio come noi esseri umani. A tal proposito sarebbe importante evitare di rimpinzarlo proprio prima della partenza.
Certo, ogni gatto è un "mondo a parte" e io stessa ho conosciuto gatti abituati fin da piccolissimi ad essere trasportati in auto, perfino senza trasportino... ricordo ad esempio la micia persiana di una mia amica delle scuole elementari. La felide in questione accompagnava a scuola tutte le mattine la mia compagna (e suo padre che guidava l'auto): si accoccolava sulla cappelliera, lisciandosi il pelo per tutta la durata del viaggio, e si godeva la vista dal lunotto posteriore! Certo, al di là della simpatia della scena, va detto comunque che lasciare un gatto libero nell'abitacolo è un grave rischio per la sicurezza in automobile: la nostra e quella dell'animale che stiamo trasportando. Per cui "l'odiato trasportino", ahinoi, deve sempre essere usato, con buona pace del nostro micio!
E voi che esperienze mi raccontate in merito? I vostri gatti tollerano i viaggi nella loro "gabbietta", oppure come la mia ne sono profondamente angosciati? Raccontatemelo nei commenti!

6 commenti:

  1. Il mio micio è stato trasportato due sole volte in vent’anni, la prima quando è stato portato in clinica per la castrazione e la seconda per portarlo in una clinica specializzata per un’ecografia. Tutte e due le volte sono state traumatiche, povero cuccioldoro! Dopodiché ho trovato una bravissima veterinaria che veniva a domicilio, persino gli ultimi giorni di vita li ha vissuti a casa “sua”, con la veterinaria e la sottoscritta sempre accanto. Grazie per gli utili consigli che terrò presente nel caso di un altro gatto. Sereno giorno.
    sinforosa

    RispondiElimina
  2. Silvia cara, ma tu mi leggi nel pensiero! ;)
    Il trasportino per il povero Leo è servito solo a portarlo alle infinite ripetute visite dalla veterinaria.
    Ora da un po' c'è una bella miciona randagia che frequenta casa nostra. E' restia a farsi prendere in braccio. Ha certamente un'otite e vorrei appurare se ha un chip, se qualcuno da mesi ne piange la scomparsa, se è stata sterilizzata, (ha un bel panciotto ma sembra proprio grassa). Non so come reagirà quando tenterò di infilarla lì dentro, sentirà anche l'odore di Leo ma nella speranza di non rimetterci qualche mia falange o essere morsa e graffiata...farò in modo di portarcela!
    Poi ti dirò
    Un caro saluto
    Susanna

    RispondiElimina
  3. Ciao Silvia,

    Come sai, le mie micie sopportano abbastanza bene i viaggi, soprattutto quelli in treno. Dinah preferisce stare nel trasportino, e ogni tanto miagola: si spaventa molto per i rumori e per il passaggio dele persone. Maud invece è una vera viaggiatrice: se il treno non è affollato e se lei lo richiede,le apro la porticina e lei si accuccia nel sedile accanto al mio, o sulle mie ginocchia. Sono molto fiero di lei, e ammetto che gongolo un po' quando leggo l'ammirazione nello sguardo degli altri passeggeri, ma quando mi chiedono "come ho fatto", non mi attribuisco nessun merito, attribuendolo completamente alle capacità di adattamento della mia gatta e alla sua peculiarità, relativamente inabituale nei felini, di gestire un sacco di situazioni nuove e diverse.

    RispondiElimina
  4. ciao ti diro' che anche il mio Ron non ci entra volentieri perchè come tu dici all iniziio associano trasportino = veterinario. pero' dopo l iniziale miao miao per un minutino, poi sta tranquillo, anche perchè lo stesso trasportino serve per quando si va in vacanza....ora cmq è diventato il 'dormitorio' cuccia del nuovo arrivato il cagnolino Lolo per cui mi sa che dovro' comprarne uno nuovo per lui! :-)
    cmq grazie per i tuoi consigli molto validi.

    RispondiElimina
  5. @ Sinforosa: Che bello una veterinaria disposta a fare visite a domicilio! Magari fosse sempre possibile anche per Paciocca… soprattutto quando si tratta di visite “di routine”, ho l’impressione di stressarla a morte per niente. Certo, i gatti mica sono scemi, anche quando il vet arriva a casa, dopo un paio di volte, si rendono conto che è lì per loro… ma viene meno molta dell’esperienza “traumatica”del trasportino e dell’ambiente alieno e sconosciuto quale è lo studio veterinario. Il tuo micio è stato fortunato! Un sereno giorno a te!

    @ Susanna: se hai difficoltà a “catturare” la gatta randagia, potresti farti prestare da un gattile o un’associazione (o un veterinario, se l’avesse) una gabbia “auto catturante”: il micio viene attirato con il cibo e quando entra… zac! La gabbia si chiude. Altrimenti devi cercare di familiarizzare il più possibile con la micia in questione, convincendola con le buone ad entrare nel malefico trasportino. Lavalo accuratamente e lascialo all’aria aperta nelle belle giornate di sole, così da togliere il più possibile l’odore di Leo… e magari, perché no, la micia randagia potrebbe pensare anche di utilizzarla come cuccia all’esterno, se gliela sottoponi per diverso tempo. Ben volentieri leggerò i tuoi aggiornamenti in merito! Un caro saluto a te e buon fine settimana!

    @ Filippo: anche io trovo straordinaria la capacità di adattamento di Maud! Quando ho visto per la prima volta le tue foto sono rimasta a bocca aperta nel vederla così tranquilla in treno, accanto o in braccio a te, fuori dal trasportino! Credo invece che, oltre al suo carattere particolarmente intraprendente, molto dipenda anche dal rapporto tra voi e dal senso di sicurezza che evidentemente riesci a trasmetterle. Poi ovviamente c’è gatto e gatto, e questo non vuol dire che Dinah “si fidi” di meno, semplicemente è più cauta. Ad ogni modo aspettavo proprio il tuo commento, tu che hai due micie viaggiatrici doc! Certamente per loro il trasportino ormai è una consolidata abitudine ;-) Un caro saluto

    @ Fiore: beata te, se Ron miagola solo per un minutino! La mia gatta invece non si rassegna ed è inconsolabile! Miagola così tanto che alla fine torna a casa quasi senza voce, poverina :-( eh eh, il cagnolino si è preso il trasportino? Alla fine ci guadagna comunque il micio, a cui ora spetta un nuovo trasportino! :-) un caro saluto

    RispondiElimina
  6. Anche alla mia Speedy non piace per nulla... Quando dobbiamo fare un viaggio lo metto in camera qualche giorno prima così lei si abitua e alla fine entra anche per dormire...

    RispondiElimina