giovedì 15 marzo 2018

L'affascinante e complesso linguaggio dei gatti

Siamo abituati ad attribuire "un verso standard" agli animali: il cane abbaia, il gatto miagola, il cervo bramisce, il lupo ulula... eppure non è esattamente così, se fossimo migliori osservatori/ascoltatori del mondo animale che ci circonda, scopriremmo che ciascuna creatura possiede tutto un repertorio linguistico ricco, vario e adeguato alle situazioni. Il gatto non fa eccezione ed anzi sono sicura che se ciascuno di voi pensasse ai vari modi di "interloquire" del vostro micio, potrebbe quanto meno individuare tre o quattro "voci" del gatto, ben distinte e circostanziate. Ho scovato in internet un paio di video molto interessanti a tal proposito, nei quali emerge quanto affascinante e variegato sia il modo di comunicare del gatto... ancora una volta mi meraviglio di quanto unico, speciale e complesso sia il nostro amato felino domestico!
Avvertenza: se state per avviare questo video a volume elevato e c'è il vostro gatto nei paraggi, attenzione che potrebbe inquietarsi... abbassate il volume o allontanate il micio!


 Ed ecco il mio commento al video, seguo i numeri proposti per comodità:
10. Le fusa di solito sono una manifestazione di felicità e di profonda soddisfazione, ma possono corrispondere anche al bisogno di conforto quando il gatto sta vivendo un fortissimo shock psicofisico, dopo un incidente stradale, un'operazione o in un momento critico.
9. Miagolio durante il pasto: non so darvene una precisa interpretazione, ma in questo caso credo sia un segnale di fastidio del gatto in un momento in cui vorrebbe "privacy". 
8. Grida di "confronto" tra maschi in lotta per il territorio: sembrano quasi urla umane, entrambi i gatti sembrano voler avere "l'ultima parola" e restare in silenzio mentre l'altro miagola, verrebbe interpretato come un segno di debolezza. 
7. Miagolio "richiesta di attenzione", o più probabilmente "richiesta di entrare" da un ambiente a un altro della casa. 
6. Miagolio acuto del micino neonato che vuole chiamare a sè la mamma micia. Che tenerezza! Una vera e propria richiesta del tipo: "Non lasciarmi solo! Dove sei?"
5. Come lo chiamo io, lo "schiocco" da caccia! Il verso tipico del gatto che ha individuato una preda e la sta puntando con decisione. 
4. Il miagolio affamato, probabilmente quello più "classico" e che comunemente sentiamo pronunciare dal nostro gatto prima dei pasti!
3. Il richiamo di mamma gatta ai suoi gattini. Questo tipo di miagolio non a caso assomiglia parecchio ai suoni brevi e partecipati che ci rivolge il nostro gatto nel salutarci o nel rispondere a una nostra frase chiaramente rivolta a lui. In pratica è la "conversazione" felina per eccellenza, e il gatto adulto la riserva solo a noi, eventualmente ai suoi piccoli quando li sta svezzando. 
2. Il richiamo della gatta in calore, un verso che dovrebbe comunicare al mondo intero (e ai gatti maschi nei paraggi) che lei è pronta ad accoppiarsi. Ci tengo a far notare la nota "dolente" nel miagolio della gatta: il calore per gli animali non è esattamente questa favola d'amore, anzi si tratta di un periodo di profonda irrequietezza e di disagio psicofisico, che spesso li conduce a esporsi a pericoli anche mortali. 
1. Il soffio e il ringhio dei gatti maschi durante il combattimento: arrivare ad azzuffarsi per i felini, pure se randagi, è sempre "l'ultima spiaggia", quando nessuno dei due contendenti ha accettato di tirarsi indietro. Questo accade soprattutto tra maschi interi (non sterilizzati) e ancora più di frequente durante il periodo degli amori. I gatti sono animali estremamente territoriali, ma non amano le lotte sanguinose e, prima di arrivare davvero a picchiarsi c'è tutto un lungo momento di "trattative" (vedi al punto 8). Sterilizzare il proprio gatto riduce i vagabondaggi, le lotte nel periodo degli amori e rende il temperamento dell'animale meno aggressivo e "rampante", sebbene resti la vocazione al controllo del proprio territorio. Ricordo che molto spesso le lotte tra gatti interi, conducendo a morsi e ferite profonde, sono la principale occasione di trasmissione di malattie quali la FIV e la FELV, patologie ad oggi ancora incurabili.

Concludo il post con una nota più simpatica, nonchè immancabile: un video dedicato alle inconfondibili "chiacchierate" con cui i nostri mici ci deliziano quotidianamente, dandoci la prova di comprendere il senso delle nostre frasi, dei nostri saluti, dei nostri commenti a loro indirizzati!



Ciascuno di noi conosce bene tutte le varianti dei "purr", dei "meow", dei "brum", degli "miao!" con cui il nostro micio dialoga con noi a seconda delle situazioni, e in realtà basta questo per farci capire che.. eh no, il gatto non "miagola" semplicemente, ha tutto un suo particolare, ricco e inconfondibile linguaggio che usa con grandi competenze comunicative, empatia e intelligenza! E voi cosa mi raccontate del modo di comunicare del vostro micio?

4 commenti:

  1. La mia Lola è campionessa in questo,fa tantissimi suoni diversi ma posso dire che quando l'ho presa (dal gattile) non miagolava affatto.trillava e parlava in altri modi ma per un bel pò di tempo solo quello.Poi ,secondo me anche copiando l'altra gatta,ha imparato a dire miao per il cibo e ora parla tantissimo anche con i miao!

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  2. Anche il nostro Mimì era un gatto veramente chiacchierone... il miao di quando voleva il cibo, di quando cercava in casa le ragazze, di quando rispondeva alle nostre chiamate, di quando proprio non gli andava giù qualcosa... sì, i gatti hanno un loro linguaggio, ricco di sfumature, non è solo un semplice miagolare!

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  3. Eh già, gli animali parlano, e se solo fossimo più attenti il loro linguaggio ci sarebbe più chiaro...

    Avete mai letto La tela di Carlotta? E' un bellissimo libro per bambini, in cui si parla proprio della comunicazione fra specia diverse. A me colpi tanto da bambino, al punto che ancor oggi lo rileggo, lo regalo e lo cito. Ve ne riporto qui un brano bellissimo. «Si tratta di mia figlia Fern -spiegò la signora Arable. Passa veramente troppo tempo nel fienile degli Zuckerman; non mi pare normale. Se ne sta seduta su uno sgabellino, in un angolo accanto al porcile, e guarda gli animali per ore e ore. Sta seduta e ascolta».
    Il dottor Dorian si appoggiò allo schienale della poltrona, socchiudendo gli occhi.
    « Incantevole, -esclamò. Ci deve essere una gran pace laggiù. Homer possiede delle pecore, vero?
    «Sì, annuì la signora Arable, ma tutto è cominciato con quel maiale che Fern ha allevato col poppatoio. Lo chiama Wilbur. Da quando mio fratello Homer l'ha comprato, Fern continua ad andare da suo zio per stargli vicina».
    «Ne ho sentito parlare, di questo maiale, disse il dottor Dorian, aprendo gli occhi. E ho sentito parlare delle misteriose scritte sulla ragnatela».
    «Già, le scritte. Lei lo capisce? Come può essere possibile? Che una scritta appaia su una ragnatela?».
    «Oh no, disse il dottor Dorian, non lo capisco. Ma quanto a questo, la prima cosa che non capisco è come un ragno abbia imparato a filare una tela. Quando le parole sono apparse, tutti hanno gridato al miracolo, ma nessuno ha pensato che la tela è di per se stessa un miracolo».
    «Cosa ci sia di miracoloso in una ragnatela, replicò la signora Arable, io non lo capisco proprio!».
    «Mai provato a filarne una?» Chiese il dottore.
    La signora Arable si agitò imbarazzata.
    «Fern dice che gli animali discutono tra loro».
    «Io non ne ho mai sentito uno, rispose il dottore, ma questo non prova nulla. Se Fern assicura che gli animali del fienile parlano, io sono dispostissimo a crederle. Forse se la gente chiacchierasse meno, gli animali parlerebbero di più».
    «Ma crede che mia figlia non incomincerà mai a pensare a qualcosa che non siano maiali, pecore, oche e ragni?»
    «Beh, disse il dottore, penso che continuerà sempre ad amare gli animali. Ma quanto a passare la sua intera esistenza nel fienile degli Zuckerman, ho i miei dubbi».

    E.B. White, La tela di Carlotta.


    Scusa Silvia -scusatemi tutti- per questa digressione fuori dal mondo felino, ma spero di trasmettere a tutti il mio amore per la letteratura e per la natura.

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  4. @ Kilara: probabilmente anche lei ha avuto bisogno di "adattarsi" ai vari contesti e ha imparato a modificare il suo linguaggio arrivata in famiglia ;-)

    @ Lolle: hai ragione, le tante sfumature del linguaggio felino sono peculiari di ciascun gatto... e i gatti chiacchieroni come il vostro Mimì sono dei veri comunicatori!

    @ Filippo: non scusarti per nulla della tua interessantissima (come sempre!) digressione, anzi mi hai fatto venire in mente che era diverso tempo che volevo leggere "La tela di Carlotta"... così mi sono incuriosita ancora di più! Grazie mille!

    Un caro saluto e a tutti voi e scusate il mio ritardo nel rispondervi e la mia assenza dalle pagine di questo blog!

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