venerdì 29 settembre 2017

Ferire la natura

La scorsa domenica ero in giardino, con il proposito di piantare una cinquantina di bulbi di crocus. La giornata prometteva pioggia, il terreno era già umido per il maltempo delle settimane passate, Paciocca fedelmente seduta a pochi passi da me, che sorvegliava tutte le operazioni. Ho iniziato quindi con la vanga a smuovere la terra, diserbando da radici e piante moleste, per preparare la dimora dei bulbi. Tutto sembrava andare per il meglio, quando malauguratamente, all'ennesimo affondo della vanga, ho sentito un gemito, chiaramente di dolore, provenire dal terreno. Mi si è stretto il cuore, gelato il sangue, so bene che il terriccio non geme, così come so bene quanto universale sia un lamento di dolore. Scavando con delicatezza usando le dita, ho trovato un povero rospo, che evidentemente si era già interrato per il letargo: con la vanga l'ho ferito al muso. Per fortuna non ho colpito parti vitali, nè arti o occhi, ma ero addolorata e mortificata, nel vedere il taglio sanguinante sul suo musetto. Quello che ho fatto successivamente temo sia stata altrettanto un gesto sbagliato, purtroppo non me ne intendo abbastanza di rospi, e ho cercato di agire seguendo il buon senso. Ho deposto il povero anfibio, spaventatissimo e disorientato (se era già addormentato per il letargo, che risveglio orribile...), in una buca di terra smossa, mezza coperta da una pianta verde; ho pensato che avrebbe così potuto scegliere cosa fare. Ho cercato di lasciarlo tranquillo ma osservandolo, mentre piantavo i miei crocus con il cuore pesante. 

Crocus fioriti. Foto da Wikipedia, autore BenHur.

Dopo una decina di minuti il rospo è uscito dalla buca di terra e ha iniziato, con circospezione, ad allontanarsi nell'erba, probabilmente per fuggire da me che ero ancora nei paraggi, con i miei bulbi da piantare. Osservandolo da vicino, ho visto che la ferita non sanguinava più e per questo ho deciso di non trattenere il rospo, nella speranza che il taglio possa rimarginarsi senza problemi e confidando che, essendo appena all'inizio dell'autunno, poi l'animale potrà riprendere il suo letargo. Ho fatto la scelta giusta? Documentandomi in seguito, purtroppo ho capito che sarebbe stato più saggio trattenere comunque l'animale, per portarlo quando possibile a un Centro di Recupero per le dovute cure, scongiurando infezioni. Purtroppo si impara solo sbagliando, sarò più preparata nella prossima eventualità di trovare un rospo ferito. In ogni caso, ero così addolorata e costernata per l'accaduto che ho voluto fare una piccola donazione a favore di un'associazione che si occupa del recupero di animali selvatici feriti (purtroppo non ho trovato raccolte fondi specifiche per i rospi). E' una cosa che ho sempre fatto nei (per fortuna rari) casi in cui ho provocato un danno, anche se ovviamente involontario, alla natura. Il fatto che si sia trattato di un incidente non lo rende meno doloroso o più giustificabile, anche se nella mentalità umana può essere così: "Non l'hai mica fatto apposta, non potevi prevederlo, pace e amen". Un ragionamento che applichiamo in realtà soltanto agli animali, perchè se arrechiamo danno involontario a un nostro simile, giustamente dobbiamo anche pagarne le conseguenze. Come se la nostra responsabilità valesse solo verso gli esseri umani, ma non verso il resto del mondo vivente. E insomma, la mia donazione a favore di chi lavora per salvare animali feriti non ripara il mio danno, non aiuta quel rospo, nè può essere un modo per sentirmi la coscienza a posto: la mia sensibilità non me lo permette. Ma è l'unico modo che conosco per bilanciare, almeno un po', il male che quel giorno ho provocato e di cui sono responsabile. L'unico modo che mi viene in mente per far sì che da questo incidente derivi, almeno, anche un po' di bene. Unitamente alla consapevolezza di stare più attenta nei miei lavori di giardinaggio, soprattutto in determinate stagioni, ma anche di essere più pronta ad agire meglio, di fronte a un povero rospo ferito.

12 commenti:

  1. Cara Silvia, vista la tua sensibilità immagino il dolore e la costernazione che ti abbia creato questo incidente. Povero rospo nel suo sfortunato incontro non poteva comunque trovare persona migliore. Vedrai che si sarà salvato, visto le belle temperature e il sole di questi giorni e avrà trovato un luogo più tranquillo dove passare il letargo. Sono sicura che ora starai ancor più attenta durante i lavori in giardino e comunque il contributo versato dimostra una volta di più quanto il tuo impegno e amore per la natura e il mondo animale sia profondo e sentito.
    Bellissimi i crocus....
    Un forte abbraccio e coccole alla bella Paciocca

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  2. Ieri notte tornando dal lavoro ho preso un cinghialotto. E' la seconda volta che mi capita , con l'auto , sempre di notte, sbucano all'improvviso nel buio e non riesco a evitarli anche se vado piano. Dopo faccio gli stessi pensieri che hai fatto te. Uguali. Mi dispiace tanto e vorrei rimediare in qualche modo, ma penso anche che gente come te e me, senza tante sdolcinature, viene presa per matta.

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  3. Silvia, amica mia, io credo che tu avessi bisogno di questo post. Io credo che la condivisione pubblica di tale accadimento fosse necessaria per fare ammenda. Perché sono certa che una somma in denaro non abbia aiutato (almeno, a me non aiuta mai, quando sento di essere impotente, perché penso che potrei fare sempre di più). E così, la scelta della "confessione" ha fatto un po' da sfogo catartico, aiutando la rimarginazione di una fertita dell'animo così tanto profonda.
    Vero è che questa è esperienza e mai più ricapiterà una situazione simile, ma sono certa che nei tuoi pensieri porterai sempre un musetto ferito. Questo però non deve diventare motivo di costernazione, perché il dolore che provi è il prezzo alto che stai pagando.
    Mi auguro che possa passare il senso di colpa, sostituito dalla speranza che quel piccolo rospetto si sia ripreso a meraviglia: confidare nella Natura vuol dire anche questo.
    Ce ne fossero di persone come te! Il mondo sarebbe un posto migliore senza ombra di dubbio.
    Un abbraccio grande.

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  4. Immagino come ti senti in questo momento,ma stai tranquilla vedrai che il rospetto avrà già trovato una nuova tana dove stare.Per quanto riguarda le foto dei 5 miciomodelli te le invierò prestissimo, non vedo l'ora di vederle pubblicate sul blog True Feline good Blog. Comprendereai che come ogni mamma che si rispetti sono molto orgogliosa dei miei "pargoletti".
    A presto, un abbraccio a te tanti grattini a Paciocca

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  5. Povero rospo,chissà se se la caverà.Capisco il tuo gesto per sentirti un pò più a posto con la coscenza.Mio marito ha fatto una cosa simile,ora ama tutti gli animali (sennò neppure sarebbe mio marito) ma da ragazzino,circa 13 anni,ogni tanto con gli amichetti andava a vischiare gli uccellini nei boschi.Ora si sente talmente in colpa che periodicamente fa delle offerte alla Lipu.

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  6. @ Laura: Grazie mille Laura per le tue belle parole… non ho modo purtroppo di sapere se il povero rospo si sia salvato, ci spero naturalmente! Di sicuro, quando vedrò spuntare e fiorire i crocus, non potrò non ricordarmi di questo triste incidente, sperando sempre nel meglio… ma ricordandomi anche di quanto avrei potuto/dovuto fare di diverso e che farò sicuramente in futuro. Grazie mille Laura cara!!

    @ Vitamina: Non so se verremo prese per matte, so certamente che la nostra sensibilità non è molto diffusa tra gli esseri umani e la cultura prevalente nel mondo non aiuta le persone a formarsi un punto di vista più empatico verso natura e creature non umane… ad ogni modo sono anche convinta che ci sia almeno una parte di umanità capace di capirci bene e che, al nostro posto, si sentirebbe tale quale a noi (tutti i commenti a questo post, in fondo, ne sono una prova). Spero, ma non mi illudo, che questo tipo di sensibilità possa diventare sempre più comune e diffusa. Mi dispiace molto per il tuo cinghialotto e anche per te, per il senso di colpa che certamente provi e che comprendo bene. Un abbraccio!

    @ Robi: hai capito perfettamente il senso del mio post, cara Robi. Anzitutto è stato uno sfogo necessario a me, non per pacificare la mia coscienza (per quello non basta né la donazione, né un post… devo semplicemente accettare il mio sbaglio e considerarlo una lezione di vita, da non ripetere), ma forse per dare un senso ancora maggiore all’accaduto. Certamente è un post di scuse, un post di pentimento e di rammarico, esattamente una confessione. In parte, sono anche convinta che esporre me stessa e i miei sbagli, e condividere quel che sento e che faccio a seguito dei miei errori, possa essere una strada per tutti coloro che si trovano o si troveranno nella stessa situazione. Non dico che possa servire per tutti fare una donazione o rifletterci su, come ho fatto io, ma magari può essere uno spunto per smetterla di considerare certe azioni “de-responsabilizzate”, come se non importasse e l’eventuale senso di colpa fosse solo “da pazzi”. Sbagliare è umano, sentirsi in colpa dovrebbe essere ancora più profondamente umano, e invece tante volte dopo l’errore c’è solo una scrollata di spalle. Ti ringrazio di cuore per le tue parole e soprattutto per la tua comprensione, devo confessare anche di essermi emozionata alla frase “confidare nella Natura vuol dire anche questo”, è un pensiero che mi regala quanto di più simile al perdono possa esserci. GRAZIE!

    @ Cristina: purtroppo i miei timori non riguardano la possibilità per il rospo di trovare un’altra tana (il giardino è grande) bensì l’eventualità che il taglio si infetti e il povero non sopravviva. Se l’avessi trattenuto e portato appena possibile ad un CRAS, avrei avuto invece la certezza di averlo sì ferito, ma probabilmente anche salvato. Così, no… è un triste caso di “sbagliando si impara”, spero davvero che il rospetto possa essersela cavata comunque. Grazie Cristina, aspetto le foto!

    @ Kilara: povero sì, speriamo Kilara, continuo a rivedermi il momento in cui l’ho lasciato andare al suo destino, nel giardino, valutando che sembrava complessivamente a posto… speriamo bene, al momento non posso fare altro. Capisco bene tuo marito e mi fa piacere vedere che ci sono diverse persone che hanno maturato una sensibilità particolare verso gli animali, ma anche verso le proprie responsabilità nei confronti della natura. In particolare, fa onore a tuo marito il fare offerte per “rimediare” a gesti passati, compiuti certamente anche in un’età in cui sensibilità, responsabilità e azioni si stanno ancora “combattendo” per trovare un equilibrio adulto. Kilara ti abbraccio!

    Grazie a tutte voi per i vostri preziosissimi commenti!

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  7. Ciao Silvia,io ricordo di aver investito un piccione, era sicuramente malato e incapace di spostarsi all'arrivo di un auto... ancora provo rimorso e dolore , la natura sa spesso rimarginare le ferite di poco conto, ma ti comprendo benissimo
    un abbraccio

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  8. ... capisco come ti possa essere sentita ...
    ... quando taglio l'erba col decespugliatore a volte mi capita di ferire i piccoli orbettini che si rifugiano nell'erba alta...
    ... e mi si stringe lo stomaco per ore ...
    Ps. per il rospo, le fiabe insegnano, che un bacio è la cura migliore...

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  9. Sicuramente il piccolo rospo sarà guarito ed avrà proseguito il suo periglioso viaggio della vita !

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  10. @ Graziella: mille grazie anche a te, per il tuo commento e la tua condivisione! Vedere che siamo in tanti a capirci fa sembrare la mia pena meno amara, non perchè diminuisca il dispiacere ma perchè almeno sono compresa!

    @ Semola: oh, poveri orbettini! Anche io quando taglio l'erba faccio attenzione più che posso, anche a farfalle e api... ma del resto è quasi impossibile accorgersi sempre in tempo di ogni presenza viva nei nostri giardini, pure facendo tanta attenzione. Quanto al mio rospo, non mi aspettavo assolutamente di trovarlo già addormentato sotto terra... che disdetta :-(

    @ Costantino: Speriamo! Hai proprio ragione nel dire "periglioso viaggio della vita", in particolare in un mondo pieno di insidie oltre che naturali, anche antropiche... gli animali non hanno davvero vita facile sul nostro pianeta.

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  11. Cara Silvia, immagino il tuo dispiacere!
    I rospi poi sono creature preziose: intanto mangiano un sacco di zanzare, e in generale sono un'indice di salute dell'orto o del giardino, almeno così dice mio padre ;). Vedrai che starà bene, gli animali selvatici sono molto forti!
    Hai usato una frase perfetta e che sento molto mia, giusta per tutte quelle volte che non mi sento capita o vengo anche un po' presa in giro per gesti che agli occhi altrui sono "inutili". "La mia sensibilità non me lo permette".
    Ultimamente sto prendendo consapevolezza di molti aspetti della mia quotidianità che vorrei dirottare, uno è il consumo di plastica, e mi sforzo e battaglio per ridurre bottiglie, imballaggi e contenitori nei nostri acquisti...poi vado in ospedale e vedo che per una singola visita usiamo quattro paia di guanti più una decina di involucri del materiale sterile, più garze, fiale ecc ecc...l'ospedale è assolutamente antiecologico...e sento che la mia bottiglia di plastica in meno è una goccia nel mare, e mi sento un po' sciocca e un po' inutile...ma come dici, la mia sensibilità non mi permette di fare altrimenti, e continuo la mia piccola battaglia di riciclo almeno a casa.
    Fra i rospi e la raccolta differenziata non c'è molta attinenza ma come sempre ti ringrazio per aver fatto nascere riflessioni e il tanto prezioso scambio che mi piace ritrovare quando, sempre più di rado, vengo a fare visita ai miei blog preferiti. un abbraccio

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