lunedì 7 gennaio 2019

Pensieri alla rinfusa su topi e animalismo

Nelle scorse settimane, complice un novembre molto mite e il freddo arrivato tutto in una volta poco prima di Natale, si è verificata una questione problematica da risolvere: sia nel mio magazzino, che in quello dei miei genitori (soprattutto), abbiamo avuto una sorta di invasione/infestazione di topi. E con "topi" intendo non solo i topolini di campagna, per i quali in realtà nutro un'aperta simpatia, ma anche i meno gradevoli ratti. Intendiamoci: viviamo in campagna, abbiamo campi coltivati dietro, davanti e a lato delle nostre case, in tanti anni è capitato più di una volta che un piccolo topolino potesse fare incursione in magazzino, perfino in casa. Quando possibile l'abbiamo scacciato, quando invece non c'era altra soluzione, abbiamo dovuto ricorrere ai tipici rimedi di lotta ai topi: trappolini e veleno. Ma mai in dosi troppo massicce, mai avviando una "disinfestazione" in piena regola. E una volta risolto "il problema", la questione finiva lì. 
Quest'anno no: nelle scorse settimane i topi hanno fatto letteralmente il disastro. Escrementi ovunque e in quantità avvilenti, rosicchiature di carta, cartone, sacchetti e tessuti, barattoli rovesciati, perfino l'allarme si è messo a suonare nel pieno della notte, per la baraonda provocata da un grosso ratto. Insomma, una situazione completamente fuori controllo e purtroppo non tollerabile in nessun modo. Non è solo una questione igienica, ma anche pratica ed economica: i danni agli ambienti e agli oggetti (per non parlare del cibo in dispensa, per fortuna salvato in extremis non appena abbiamo avuto il sospetto che ci fossero "ospiti" lì vicini) non sono da sottovalutare.

Topo comune, foto da Wikipedia di 3268zauber

E quindi ci siamo rassegnati ad avviare una "campagna anti-topo": prima con un dissuasore ad ultrasuoni (che mi auguro funzioni d'ora in poi almeno a livello preventivo, scoraggiando i topi ad entrare...) che però non è riuscito a scacciare gli sgraditi ospiti già installati nei magazzini, quindi siamo poi passati a trappole per ratti, trappole per topi e veleno. Per giorni. Finchè il veleno, nottetempo divorato, non ha iniziato a restare intatto. Nel mio magazzino abbiamo preso un ratto gigantesco, con la trappola apposita. Oltrepassando l'impressione di vedere un animale di quella taglia, mi sono anche chiesta quali siano stati i suoi ultimi pensieri, le sue ultime emozioni, prima di morire. Ho trovato un topolino morto, nascosto in uno stivale incoscientemente lasciato incustodito. Ho provato un moto di pietà inevitabile, nel vedere quella piccola palla di pelo senza vita ma ancora apparentemente perfetta, sentendomi in colpa per la sofferenza che avrà passato a causa nostra. Insomma, pur capendo che era inevitabile risolvere il problema dei topi in magazzino, ogni giorno mi domandavo: "Come si concilia tutto questo con il mio sentirmi tendenzialmente animalista?".
Non è certo l'unica incoerenza che vivo, da viscerale amante degli animali: come già scrivevo lo scorso mese, non sono vegetariana (anche se di carne ne mangio poca)... e mi rendo conto che, qualora anche lo diventassi, non ci sarebbe modo di sfuggire a tante altre azioni che vanno a danno degli animali. 

Ratto, foto da Wikipedia di Reg Mckenna

Mi sono poi documentata su topi e ratti, per cercare di capirli meglio, e la cosa non ha fatto altro che mettermi ulteriori pensieri. Il ratto infatti è il secondo mammifero di maggior successo sul pianeta (il primo, ovviamente, è l'uomo) e può contare su una spiccata intelligenza e ottima memoria. Studi di psicologia animale hanno dimostrato che i ratti possiedono coscienza di sè stessi... significa quindi che riescono a percepire loro stessi come soggetti agenti nel mondo, che può sembrare una stupidaggine (noi la diamo per scontata), mentre invece è una caratteristica che possiedono solo pochi altri animali particolarmente evoluti. Non per niente, dal ratto selvatico sono state selezionate alcune varietà domestiche, che vengono considerate "da compagnia" alla stregua dei criceti: con la differenza che manifestano intelletto ed empatia verso l'uomo di molto superiori rispetto ad altri roditori. Non bastasse questo, le tane che costruiscono possiedono diverse camere, ciascuna con una funzione diversa: c'è la camera per immagazzinare cibo, quella per gli escrementi e quella per il riposo. Vi ricorda qualcosa?
Insomma, ammetto di essermi sentita sollevata non appena ho visto che la trappola nel mio magazzino era scattata, mettendo fine al problema "più grosso" in circolazione. Ma il secondo pensiero è stato di dispiacere per quell'essere vivente che ha avuto la malaugurata idea di venire ad installarsi proprio lì.  Razionalmente, so di non aver avuto scelta. Umanamente, mi dispiace tanto.
E mi domando: un animalista "duro e puro", magari un vegano che segue rigidamente in ogni campo della sua vita pratiche cruelty-free, come avrebbe affrontato quella questione? C'è un limite al cercare di non nuocere ad alcuna forma vivente? Il fatto stesso che la vita e le azioni di un'altra creatura vadano a mio danno, mi giustifica nell'ucciderla? 
Domande a cui credo che ognuno possa trovare una sua propria e personale risposta, ma a maggior ragione mi piacerebbe proprio sapere la vostra opinione ed eventualmente le vostre esperienze in merito.

16 commenti:

  1. A mali estremi estremi rimedi, non è simpatico avere un topino piccolino in casa figuriamoci se come nel tuo caso ti danneggia beni....io avevo messo delle 'caramelline avvelenate' quando lavevo in garage e in casa (la casa dove abitavo fino a 3 anni fa), del resto anche per altri animaletti è inevitabile ucciderli (intendo insetti) e poi quelli proprio vegani usano scarpe in pelle o cosa? anche io come tu ben sai amo e rispetto gli animali e non sono vegetariana /vegana ....quindi non so che altro dirti...un caro saluto

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    1. Ehehe In realtà io non uccido gli insetti che entrano in casa... prendo una scopa e li metto fuori. I ragni invece, li lascio dove sono, perché trovo la loro presenza rassicurante: sono spazzini eccezionali e non disturbano. Inoltre trovo le ragnatele magnifiche opere d'arte. Percio', mi limito a togliere di mezzo le vecchie ragnatele non più utilizzate e lascio le altre al loro posto.

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    2. Eh eh, anche io faccio parte della schiera di persone che - finchè si può - "cattura" gli insetti in casa per liberarli incolumi in giardino. Ho dovuto venir meno al mio principio solo lo scorso autunno, quando un autentico assedio di cimici, durato più di un mese, mi rendeva perfino impossibile stendere i panni in giardino e aprire le finestre. A quel punto per far fronte all'emergenza ho dovuto cambiare atteggiamento...
      Fioredicollina, i vegani usano certamente scarpe non in pelle, così come cercano in ogni campo della loro vita di fare scelte cruelty-free (abbigliamento, cosmetici, farmaci, ecc.)... ed è ammirevole ed estremamente impegnativo. Io per il momento non sono davvero in grado di seguire questo tipo di stile di vita... senza contare che poi, appunto, accade comunque di agire uccidendo insetti o altre piccole creature. Penso solo a quando d'estate taglio l'erba del mio prato... muoiono a centinaia, solo per il mio passaggio. Dovrei forse smettere di tagliare l'erba nel mio prato di più di 1000 metri? Non mi convince l'idea, non credo sia questo il punto. Certo tutti dovremmo mangiare meno (o per niente) carne, fare acquisti consapevoli, consumare meno, essere più attenti ad ambiente ed animali... ma credo che dobbiamo anche rassegnarci che, finchè viviamo, inevitabilmente abbiamo un impatto sulle altre forme di vita. Comunque sono discorsi impegnativi, non è sempre facile capire come agire!

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  2. Cara Silvia,
    Mi "getto" subito sul tuo appassionante post, espimendoti tutta la mia solidarietà. A parte i "regalini" portati da Dinah, i topi si sono sempre tenuti lontani da casa mia : prima dell'arrivo della mia piccola pantera, era Maud, all'epoca più giovane e atletica, che si incaricava di tenere lontani i roditori, e anzi la sua presenza nella mia vita è dovuta proprio all'avvistamento di un topolino che si aggirava nel mio appartamento da studente, come ho già raccontato in un commento ad un tuo vecchio post. Da allora, nessun topo è mai ricomparso oltre la soglia di qualunque posto abbia abitato fino a... quest'estate. Non ho mai messo veleno e spero di non trovarmi mai di fronte a questa scelta, ma l'estate scorsa Maud e Dinah hanno passato tre mesi lontane dal mio appartamento, in cui anche io soggiornavo solo due sere a settimana, ma tanto è bastato perché degli escrementi sospetti apparissero nel mobiletto sotto il lavello di cucina in cui tengo la pattumiera, dove i tubi dell'acqua entrano nel muro attraverso un buco un po' più largo del necessario. Cosi', dopo aver pulito tutto, ho preso un po' di sabbia dalla lettiera delle gatte e l'ho messa in una vaschetta di plastica accanto "all'entrata" del topo. Non ho più avuto visite, tant'è che ho deciso di continuare a mettere regolarmente in questo punto quel che si è rivelato un perfetto deterrente naturale. Un paio di anni fa ebbi l'occasione di leggere "Dans les murs. Les rats, de la Grande Peste à Ratatouille" (Nei muri. I ratti, dalla Grande Peste a Ratatouille): la giornalista autrice del libro, prende spunto dalle sue esperienze personali (le frequenti insonnie avute in gravidanza, che le hanno fornito l'occasione di osservare le scorribande notturne i ratti nella piazza sottostante il suo appartamento -sventrata da imponenti lavori di ristrutturazione-) per una bellissma storia plurisecolare della convivenza parigina tra umani e roditori. Inevitabilmente, il libro diventa anche occasione per raccontare la storia dell'architettura, dell'evoluzione delle norme d'igiene, della poverta e della topografia di ogni quartiere. Visto che siamo nei consigli letterari... immagino che tu conosca e abbia letto Il pifferaio di Hamelin, bellissima, misteriosa e antica fiaba che parla anche di topi. E che cosa rappresentino questi topi per gli abitanti di Hamelin -la morte, la malattia, il cinismo- solo il lettore potrà dirlo.

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  3. Oh come ti capisco! Io catturo le cimici e le getto fuori dalla porta. I topolini di campagna mi fanno tenerezza e ne vedo, abitando nel verde. Se il gatto ne acciuffa uno e ci gioca fino a sfinirlo, cerco di distrarlo e tifo per il topolino. Ma quelle orribili pantegane che si sono amabilmente insediate nel motore del nostro trattore, sotto la tettoia e si sono sgranocchiate tutti i fili elettrici e il circuito intero...No. Per quelle non abbiamo avuto pietà, anche se il mio gattone non ci si sarebbe neanche avvicinato, tanto erano grosse.
    E mi sono venuti in mente i grossissimi topacci romani che uscivano nottetempo dalle fogne e passeggiavano senza alcun timore nei pressi dei secchioni di rifiuti :(

    Un saluto cara Silvia e ancora buon anno nuovo
    Susanna

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  4. Ciao Silvia, bel dilemma, io cerco di rispettare ogni essere vivente ma con i topi non ce la faccio anche se non potrei mai fare loro del male.L'estate scorsa Micia mi ha portato un topolino e l'ha messo sul letto...pensavo di morire dal terrore, ho dovuto chiamare un mio vicino che mi ha aiutato a farlo uscire. Non so quale sia la soluzione migliore , ma in alcuni casi dobbiamo difenderci..purtroppo non ci sono modalità indolori.
    Sono vegana da qualche anno esclusivamente per la ragione che possiamo vivere benissimo anche senza nutrirsi di esseri viventi.
    Un saluto
    Graziella

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  5. Bel post,molto interessante la tua riflessione,mi piace perchè mi sono fatta spesso anche io queste domande,senza darmi risposte certe però.
    Rispettare ogni creatuta vivente senza farle del male mi sembra impossibile.Anche a me piacciono un sacco i piccoli topolini ma non vorrei averne una famiglia intera dentro casa e in mezzo al cibo.Nel tuo caso era inevitabile e avete fatto bene,mica potevate lasciarvi distruggere la casa.

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  6. Ciao una grande bella riflessione e difficile dare una risposta. Io ho avuto a che fare con un topo, due anni fa, mi si è accesa una spia dell'auto e portata l'auto dal meccanico scoperto che c'era un topo nel motore……..ha fatto tutto il meccanico…..mi aveva rovinato i cavi elettrici dell'auto.

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  7. Giustissima riflessione... anch'io me la sono posta spesso. Credo che inevitabilmente per quanto si sia animalisti il nostro essere umani ci porterà sempre in qualche modo in spirito di contraddizione. Io sono stata vegetariana per tanti tanti anni e allora ho praticamente formulato i tuoi pensieri tutti i giorni. Mi ricordo anche che tempo fa, avevo un acquario e un pesce piccolissimo finì incastrato in una roccia... impiegai ore per cercare di salvarlo e quando qualche giorno dopo morì ci restai malissimo, però poi qualche giorno dopo mi ritrovai a cenare con un branzino. ......Non è proprio per niente semplice essere coerenti in questo caso

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  8. @ Filippo: Pensa che anche Paciocca ha agito come deterrente, per anni… ma non questa volta. Mi secca dire che i topi e soprattutto i ratti si sono spinti talmente tanto in là, dall’andare a defecare in quantità perfino nella lettiera di Paciocca… quasi proprio per marcare il territorio decretando la loro completa vittoria, a scherno della mia gatta. La quale, anche per evitarle incontri sgraditi con veleno e trappole a scatto, è stata tenuta più in casa del solito e quindi ha effettivamente avuto meno possibilità di “farsi valere”. Che dirti, Filippo? Non dubitavo che sia topi che ratti siano meritevoli di studio e di considerazione, ma del resto continuo a domandarmi cos’altro avrei mai potuto fare di diverso… e inizio a capire che la legge della natura “il leone per sopravvivere deve sbranare la gazzella”, che tanto spesso i filo-vegetariani (io stessa) catalogano come principio naturale superabile dall’uomo in quanto dotato di cultura e quindi non obbligato a mangiare a sua volta gli animali, vale fino ad un certo punto. Forse anzi vale solo a livello alimentare, dove la scelta vegetariana o vegana resta assolutamente coerente in sé stessa, ma non mette al riparo dall’inevitabile scontro di interessi e di esigenze da soddisfare in altri campi della vita, che vanno a scontrarsi con gli interessi e le esigenze vitali delle altre creature. È amaro constatarlo, ma questa vicenda me l’ha mostrato in maniera purtroppo molto chiara… un caro saluto Filippo, grazie mille per i tuoi commenti sempre interessanti e ispiratori!

    @ Susanna: vedo che siamo in tante ad apprezzare i topolini di campagna (anche io faccio il tifo per loro, quando vengono catturati da Paciocca e cerco di “distrarla” in maniera delicata…) e ad avere invece un moto di disgusto verso i ratti… d’altra parte, pensiamo invece che sono entrambi “portatori” di una vita di ugual valore, nell’ottica animalista, tanto il “brutto” ratto quanto il “tenero” topolino. Principi morali o meno, questa volta però mi sono dovuta rassegnare al fatto che non era proprio tollerabile la situazione… stava diventando “casa dei topi”, più che casa nostra. Questo non mi ha reso più gradito ucciderli, una parte di me continua a sentirsi “assassina” di creature tutto sommato indifese, certamente prive dei mezzi umani… ma l’altra parte di me, quella che ha difeso gli interessi umani e la vivibilità della mia casa, ha ben compreso che questa volta non c’era altro modo. Il detto “mors tua, vita mea” purtroppo è sempre attuale e credo che finchè esisterà questo mondo, dove tutti per sopravvivere abbiamo bisogno di risorse, spazio ed energia da sottrarre inevitabilmente agli altri, lo sarà per sempre. Un caro saluto a te Susanna, grazie per essere passata!

    @ Graziella: Complimenti Graziella per la tua scelta alimentare, che ammiro molto e che ancora non sono riuscita ad abbracciare. Come dicevo nel commento a Filippo, probabilmente il campo dell’alimentazione è quello nel quale possiamo fare le scelte più coerenti e “chiare”… in tutti gli altri campi, penso anche solo alle cure mediche, alle modalità di spostarci nel mondo, alla gestione della propria casa, si trovano una marea di “chiaro-scuri” per quanto riguarda la questione animale, dove è davvero difficile agire sempre in maniera indolore, forse impossibile come dici tu. Un abbraccio e grazie per il tuo commento!

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  9. @ Kilara: certamente era inevitabile agire come ho agito, così come diventa inevitabile in primavera disseminare la casa di veleno per formiche (un altro mio grande cruccio, sapendo quanto intelligente e sofisticata è la società delle formiche…) che da anni scavano tunnell nelle fondamenta, dissestando i pavimenti e iniziando ad invadere tutto il piano terra… da un lato mi dico che queste sono le “gioie” di chi abita in campagna e si trova inevitabilmente a dover scendere a patti con il lato “animalista” e il lato più biecamente “contadino”, che piega la natura alle sue esigenze. Diciamo che io sono sempre combattuta e cerco di fare il meglio possibile per tutti, nei limiti delle mie capacità… le quali, mi rendo conto, rispetto a quelle di un vegano “duro e puro” sono estremamente limitate, ma del resto io per ora arrivo fin qui. Un caro saluto Kilara!!

    @ Robby: grazie mille! Ecco, un’altra esperienza che anche noi temevamo molto vista l’invasione di topi… ovviamente sia noi che i miei genitori, nei nostri rispettivi magazzini avevamo anche le macchine. Per l’occasione abbiamo dovuto tenerle all’aperto anche di notte, proprio perché temevamo che i topi andassero a rosicchiare i fili. Purtroppo questo dimostra una volta di più che sarebbe stato impossibile convivere ulteriormente… grazie di essere passata, un abbraccio.

    @ MissMeletta: Mi fa riflettere ulteriormente l’episodio del pesciolino che mi racconti… che sembra banale, ma non lo è per niente. Credo che nell’uomo, più che astratti principi morali filosofici in difesa della vita, faccia molta più presa il sentimento d’affetto, l’amore, la relazione sentimentale che avvia verso questa o quella forma di vita. Così tu, comprensibilmente, ti sei fatta in quattro e hai sofferto per la triste sorte del “tuo” pesciolino, mentre non ti sei fatta problemi per mangiarti un branzino a cena… due forme di vita paragonabili, l’unica differenza era il sentimento che nutrivi per uno e l’assoluta mancanza di esso verso l’altro. Il difficile, allora, è passare dall’amare questo o quell’animale con cui entriamo in relazione, al rispettare ogni altro animale e forma di vita, semplicemente perché esistono. Credo sia importantissimo, fondamentale, imprescindibile imparare dall’amore verso un animale specifico, il rispetto e la considerazione che dovrebbero essere dovuti a tutti gli animali… ma altrettanto mi rendo conto che questo non basta, non sempre almeno, a risolvere le problematiche pratiche quando poi dobbiamo decidere tra “loro” e “noi”. Sarebbe meraviglioso un mondo nel quale tutti possono campare senza nuocere a nessuno, chissà, magari questo sarà il paradiso. Finchè saremo su questo mondo, però, possiamo solo sforzarci per allenare il nostro sguardo e il nostro ragionamento verso un rispetto più allargato a tutte le forme di vita, partendo dall’amore per gli animali con cui abbiamo stretto una relazione d’affetto… senza crocifiggerci se e quando, senza avere altra scelta, abbiamo dovuto nuocere a qualcuno di essi. È un discorso lunghissimo e mai concluso, che merita una vita intera per essere sviscerato e approfondito… ma già averne parlato qui, con voi, e condiviso insieme le nostre riflessioni, è stato aggiungere una tessera in più ad un puzzle ben lontano dall’essere compiuto.
    Un caro saluto!

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  10. Interessante riflessione Silvia...

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  11. Felice anno nuovo carissima Silvia!!!
    Ho letto con molta attenzione il tuo post e anche i commenti, del resto l'argomento da te sollevato richiede molte riflessioni e di certo non si può arrivare a tutte le risposte. Il problema dei topi, intesi non come i simpatici topolini di campagna, ma come i terribili ratti e spaventose pantegane, noi a Venezia lo sappiamo bene, è una terribile realtà che non si può sottovalutare. I dubbi e le incertezze sono doverose, specie per chi ama e rispetta gli animali, ma le conseguenze che ne deriverebbero da un mancato controllo devono mettere a tacere le coscienze. Anch'io pur abitando in condominio e al terzo piano ho dovuto rimuovere dal terrazzo un mobiletto che usavo per tenere al fresco la frutta e la verdura in inverno. Dopo tanti anni tranquilli sono arrivati i topi che avevano risolto il problema degli approvvigionamenti!!! Per fortuna è bastato, da parte mia, rimuovere il tutto e avvertire la municipalità che ha sistemato scatole anti topo nel circondario.
    La necessità impone dei passi che ci mettono a confronto con i nostri principi e le nostre convinzioni, sollevando dubbi e incertezze e non sempre è facile assolversi del tutto per le scelte fatte.
    Un forte abbraccio e coccole alla bella Paciocca

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  12. @ Speedy: grazie! Sono felice di non essere l'unica a trovare degno d'interesse questo tema apparentemente trascurabile :-)

    @ Laura: è vero, a Venezia c'è un'occhio d'attenzione in più ai topi, come comunque in tutte le grandissime città, dove i ratti banchettano come niente... dici benissimo, la tua ultima frase è perfetta: la necessità ci impone scelte che vanno oltre i nostri principi e, pur agendo appunto per necessità, non è comunque sempre possibile assolversi per quelle decisioni che è stato obbligo prendere. Sono comunque ben contenta di sapere che non solo l'unica a pormi queste domande e a fare queste riflessioni!
    Un caro saluto, coccole ai tuoi bellissimi mici!

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  13. Noi avevamo un problema simile nel nostro ristorante: nel piccolo spazio sul retro è stato avvistato un topo, abbiamo contattato una ditta di derattizzazione ristoranti chiedendo espressamente che lo catturassero senza ucciderlo, così hanno fatto.

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    1. Ciao Choku! Con un solo topo la soluzione da voi trovata è ideale... ma nel nostro caso si trattava di una vera e propria "invasione", non solo un unico animale da catturare, purtroppo!

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