Se vi chiedessi qual è l'albero più importante della vostra vita, cosa mi rispondereste? Forse qualcuno di voi potrebbe ricordarsi di quell'albero vicino al quale giocava da piccolo al parco, oppure ad uno dei vostri alberi in giardino sotto al quale magari organizzate cene estive o pomeriggi di giardinaggio, oppure invece mi guardereste spaesati dicendomi "Che razza di domanda è?". Oggi si celebra la "Giornata nazionale dell'albero", per ricordare che "gli alberi rappresentano (...) da sempre un valore inestimabile per l’umanità, sono custodi della nostra memoria e fonte di risorse preziose. Essi sono elementi fondamentali dell’ecosistema e, in modo particolare nella città, contribuiscono significativamente a contrastare l’inquinamento ambientale e a migliorare la qualità della nostra vita, sono simbolo di un millenario rapporto tra l’uomo e la natura, fatto di rispetto e armonia" (fonte Ministero Ambiente).
È triste pensare che per ricordarci di questo serva "una giornata" a tema, ma soprattutto è ancor più amaro presumere che la maggioranza delle persone, di fronte alla mia domanda d'apertura, risponderebbe in modo confuso e perplesso, forse dando anche poco senso al mio quesito. Il punto è che, nelle nostre vite contemporanee e ultra-artificiali, la natura stenta a sopravvivere e ad avere un significato... e tra le varie e infinite manifestazioni di essa, le vite degli alberi sono forse quelle che meno ci interessano, che meno notiamo, perchè così silenziose, discrete, apparentemente quasi delle "non vite", qualcosa che ci è piuttosto indifferente.
La quercia secolare di Quartesana (FE) |
Rispondo allora io per prima. Di alberi importanti nella mia vita ce ne sono molti, perchè sono fortunatissima e abito in campagna, circondata da tante e diverse piante. Così d'inverno ammiro la fioritura dei calicanthus; in primavera accarezzo i fiori "di lana" del noce di mio nonno; in estate mi siedo sotto l'ombra delle querce e sorveglio la maturazione dei fichi, rubandone sempre qualcuno non appena è maturo; in autunno aspetto trepidante le sfumature rosso fuoco dei liquidambar e i ventagli color canarino dei ginkgo biloba. Eppure ci sono (e ci sono stati) anche altri alberi, nella mia vita, che mi hanno accompagnata per tante stagioni, anche lontano da casa. Ci sono stati i lecci e l'enorme catalpa del conservatorio di Ferrara, ai quali guardavo nei momenti di tensione, cercando di rasserenarmi (e funzionava sempre). È sotto la meravigliosa quercia secolare che cresce a Quartesana - un paesino quasi da nulla, proprio al centro di un parcheggio altrettanto da nulla - che abbiamo scelto di fare le foto del nostro matrimonio, e sono stati gli scatti più belli dell'intera giornata. E poi c'è il "mio" albero dell'adolescenza, anch'essa una quercia, alla quale ho confidato tormenti e speranze, decisioni e paure; è piantata (e resiste, quasi per miracolo) nella campagna circostante alla mia casa, abbastanza vicina perchè sia per me sempre un riferimento, abbastanza lontana per darmi la bella sensazione di "andarla a trovare" quando voglio raggiungerla. Ecco, forse è lei l'albero più importante della mia vita.
La catalpa del conservatorio di Ferrara |
Dirò allora una cosa che è quasi paradossale: serve a poco ricordare, raccontare e insegnare che gli alberi sono necessari alla nostra sopravvivenza perchè indispensabili all'equilibrio ecologico, alla produzione di ossigeno, alla produzione di carta, matite e mobili... serve a poco perchè ce lo dimenticheremo sempre e puntualmente, se prima non riusciremo a sentire gli alberi come compagni della nostra vita, della nostra storia personale, testimoni silenziosi e saggi che superano con noi stagioni diverse, tempeste e momenti lieti. Finchè non avremo imparato a riconoscere gli alberi della nostra vita come creature viventi con cui avere un rapporto di particolare attenzione, di impalpabile confidenza, di cura e riconoscenza, tutto il resto sarà inutile.
Vi lascio dunque con un meraviglioso video degli altrettanto meravigliosi The Piano Guys, nel quale, grazie al contributo fondamentale della loro splendida musica, illustrano meglio delle mie parole cosa significhi "l'albero della propria vita".
Vi lascio dunque con un meraviglioso video degli altrettanto meravigliosi The Piano Guys, nel quale, grazie al contributo fondamentale della loro splendida musica, illustrano meglio delle mie parole cosa significhi "l'albero della propria vita".
Qual è, allora, l'albero della vostra vita? Raccontatemelo nei commenti, festeggiamo questa "Giornata dell'albero" condividendo insieme i ricordi più belli legati agli alberi che ci circondano, in città o in campagna, a casa o al lavoro, ovunque la nostra vita si svolga.
Questo post è commovente... e non solo perché trasuda delle cocenti verità che dovremmo innalzare a monito quotidiano, ma anche perché pregno delle tue personali emozioni.
RispondiEliminaIo non ho un albero "personale" o così tanto caro da andare a trovare. E' una fortuna che purtroppo non ho mai avuto. Sono nata in città e, seppure cresciuta in un parco, non ho mai avuto la sensazione e la presuzione si sentirli "miei". Eppure ne adoro il profumo e la delicata freschezza che irradiano quando ne incontro. Tutti sulla mia strada, nessuno escluso.
E ammetto di provare compassione quando ne vedo di "intagliati" malamente dai vandali o purtroppo abbattuti perché morti.
Albero per me è gioia, sorriso e salute. Posso parlarti dei miei cari pini e degli abeti che è più semplice incontrare, ma non posso non menzionare i due alberi di magnolia che avevo proprio nel parchetto di fronte al mio portoncino. Piantati nel parco per fare ombra ai bimbi. Ecco, quelli sono gli alberi della mia infanzia e ai quali sono legata solo perché "ci sono sempre stati"... :)
Ps. Il video mette i brividi!
Guardo un albero e mi carico di energia e mi vesto di bellezza!
RispondiEliminaBellissimo post!
Un abbraccio da Beatris
Ciao ricordo l'albero di pesco quando abitavo in campagna, ricordo quando fioriva e le grandi e buone pesche. Ricordo anche un'albero di fico e un albero che chiamavano i Fiori di Giuda però non so il nome vero. Adoro gli alberi del Trentino Alto Adige, gli alberi dei boschi, i pini, la foresta di faggi......tutti magnifici e maestosi. Anche alberi di amarene, di ciliegie, il castagno è nel mio cuore.
RispondiEliminaBellissimo post e meraviglioso video, bravissima a raccontare il senso della giornata dell'albero!!!
RispondiEliminaDal 1992 è legge un albero per ogni bambino nato ma non so quanto sia stata applicata. Trovo sia una cosa bellissima e anche se quando è nato Pietro non ho piantato nessun albero, idealmente l'ho legato a un bel pino che si vede dalla finestra della sua camera e che lui ha imparato a conoscere e amare.
Alle medie ci hanno fatto fare un reportage individuale di foto sugli alberi e da lì, anche se l'amore e il rispetto della natura c'era già, ho cominciato a guardarli in maniera diversa.
La fortuna poi di abitare ai bordi del parco mi fa amare ancor più i miei alberi, visto che siamo nata e piantati quasi assieme, e quindi continuiamo a crescere assieme.....l'ultima ondata di brutto tempo ne ha fatti cadere due, mi è dispiaciuto tantissimo e mi fa male vedere quei buchi....spero con la primavera che possano essere sostituiti!!!
Baci
Io al momento amo molto gli alberi che ho di fronte a casa,sono due pini enormi,più alti della palazzina stessa e mi ritengo molto fortunata a vederli tutti i giorni visto che abito in cenntro e non se ne vedono tanti.
RispondiElimina@ Robi: che bellissimo commento, cara Robi!! Quanto hai ragione sulla tristezza che mettono gli alberi deturpati dai “vandali”, di solito potatori ben pagati da amministrazioni o privati cittadini che non hanno assolutamente a cuore il valore di un albero cresciuto negli anni (che andrebbe magari sì potato e ridimensionato, ma senza snaturarlo) mentre conta solo la comodità, perché un albero si sa che, oltre ai tanti benefici, toglie anche spazio all’asfalto, alle case, ai parcheggi, e inoltre ha questa brutta caratteristica di lasciare foglie, rametti e di crescere verso il sole e l’alto, non sia mai che diventi troppo grande e d’impiccio! Sarebbe bello avere città costruite intorno agli alberi, invece dobbiamo accontentarci di alberi (quando va bene) che sopravvivono come meglio riescono in un mondo d’asfalto e luci artificiali. L’idea di un albero come monumento naturale da rispettare e ammirare purtroppo non va d’accordo con la nostra vita contemporanea, ipertecnologica e sempre meno disposta a rinunciare a qualcosa a favore della natura! Un vero peccato. Un abbraccione!
RispondiElimina@ Beatris: che bellissima descrizione Beatris! Grazie! Un abbraccio a te!
@ Robby: ce l’ho anche io “l’albero di Giuda”! In primavera è splendido! Fa questi fiori rosa che sono uno spettacolo… e ho anche sentito dire che i fiori siano commestibili. Ogni albero è una meraviglia, poi hai ragione a citare tanti alberi da frutto, un vero regalo prezioso dalla natura!
@ Laura: ho sentito anche io di questa legge, ma non credo venga applicata… e che bello il parco di fronte a casa tua, con cui sei cresciuta e continui a crescere, testimone delle novità che ti hanno portato gli anni e anche dei tuoi più importanti traguardi! Un vero dispiacere quando si danneggiano gli alberi con il maltempo, pensare a quanti anni ci vogliono per creare una chioma maestosa… speriamo sì li sostituiscano presto! Un abbraccio Laura!
@ Kilara: puoi ben dirlo, in centro città gli alberi sono una rarità e poter beneficiare della loro vista è un piccolo-grande privilegio! Con un albero da osservare quotidianamente, si resta più in contatto con il procedere delle stagioni e con i cicli naturali, anche nei sempreverdi è possibile osservare cambiamenti, mutamenti e adattamenti al tempo che passa, alle temperature che salgono e scendono... senza contare che ogni albero può diventare dimora di fauna selvatica e semidomestica. Dove si poserebbero e nidificherebbero altrimenti tortore, piccioni, ma anche passerotti e merli? Ogni albero è davvero prezioso!
Ecco...io ti faccio sempre un sacco di complimenti a rischio di sembrare un po' melensa e poco sincera, ma, Silvia, mi tocchi il cuore con questo post.
RispondiEliminaIl mio "simbolo" sul web è sempre stato quest'alberino della vita che ho rubato a Klimt, quindi ti puoi immaginare che fra me e gli alberi ci sia un legame speciale.
Per me l'albero è una connessione fra quel che vediamo e quel che non vediamo, fra la nuda realtà e un mondo "altro", che può essere un passato che ospita le ombre di chi ci ha preceduto e ha abbracciato, osservato, visto crescere l'albero sotto cui ci riposiamo...è radici e memoria; oppure, se mi sento particolarmente fantasiosa può diventare la connessione fra la nostra realtà e quella in cui abitano le creature di cui raccontavano le storie di mia nonna, famigliole di animali selvatici e a volte gnomi e folletti; l'albero è una metafora di vita, ben radicato a terra ma in continua crescita verso il cielo,teso verso il mondo delle ombre e verso il sole dalla parte opposta.
Come sai ci siamo sposate nello stesso periodo; l'albero è stato il simbolo del nostro matrimonio: ce n'erano molti e belli nel giardino in cui ci siamo sposati, e sul nostro "tableau" ogni tavolo della cena aveva il nome di un albero. Cerca "quercia delle streghe Montecarlo" : lì una nostra amica ci ha fatto dei bellissimi scatti per una specie di "pre wedding".
Per finire, se devo elencare gli alberi della mia vita ne scelgo tre, tutti e tre si trovano nel luogo dove sono cresciuta e ho passato ogni estate finché ho abitato con i miei genitori: il melo selvatico del nostro giardino, a cui mia mamma appende lanterne e lucine; i tigli, enormi, profumati, ronzanti di api, che c'erano già quando mio nonno era piccolo e hanno visto passare contadini e soldati; i castagni, quelli del bosco dietro casa, che ogni autunno ci regalano ballotti e frugiate ma che prima, quando i miei bis e trisnonni facevano la farina di castagne, erano una fonte di vita, di cibo, di pane.
Ti ringrazio per questo splendido post, per averci raccontato dei tuoi alberi e avermi permesso di prendermi dieci minuti per scrivere di una cosa che tanto amo <3
Cara Letizia, anche io quando rispondo ai tuoi commenti sembro melensa e ripetitiva, ma tanto lo sappiamo già ormai che tra noi c'è questa sorta di "telepatia" a distanza, questa specie di interconnessione che supera giorni, luoghi e i più banali e sterili meccanismi della blogosfera, creando qualcosa di magico. Quindi non mi vergogno a dirti che, tra tutti, aspettavo il tuo commento più di ogni altro... e anzi, se posso dirti, ti ho avuta in mente per tutta la scrittura del mio post, perchè ricordavo ogni cosa: il tuo albero di Klimt, il tuo matrimonio attorno al simbolo dell'albero, le parole che spesso hai dedicato agli alberi. E, in sincerità, ho preso ispirazione proprio da te per scrivere questo post, prendendo così coscienza piena di quanto gli alberi siano stati e siano ancora importanti nella mia vita. Il tuo commento mi colpisce e mi fa riflettere ancora di più, l'albero come metafora di dimensioni parallele, di tempi andati e di futuro, di famiglie e di tradizioni tramandate, ma anche di noi stessi, con radici ben piantate a terra ma con l'irrefrenabile, implacabile istinto a crescere, salire e raggiungere il cielo. Hai scritto qualcosa di splendido e sono io che devo ringraziarti di cuore per aver arricchito di valore il mio post con queste tue preziosissime e così ben scritte riflessioni. GRAZIE DI CUORE, PER L'ENNESIMA VOLTA E COME SEMPRE!
EliminaP.s. Ho visto in internet la "Quercia delle Streghe": MAGNIFICA! Un monumento, un santuario naturale, un luogo incantevole!
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