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lunedì 2 marzo 2015

L'impatto ambientale dei nostri animali domestici

Recentemente mi è capitato di leggere una notizia interessante che mi ha fatto parecchio pensare. Ve la ripropongo: "Assieme alla popolazione umana, cresce anche il numero di animali domestici, e aumenta di conseguenza il loro impatto sull'ambiente. Negli Stati Uniti ci sono 61 milioni di cani e 76,5 milioni di gatti, (...) in Italia 7 milioni di cani e circa altrettanti gatti. In Cina, il numero di cani, circa 23 milioni, sta crescendo tanto rapidamente che a Shanghai, anche in seguito a problemi di randagismo, è stata adottata una one pet policy (un provvedimento che prescrive il divieto di tenere più di un animale per famiglia). (...) Un cane di grossa taglia ha un'impronta ecologica di 0,36 gha, un cane di piccola taglia di 0,18 gha e un gatto di 0,13 gha; a questo proposito è opportuno ricordare, per confronto, che l'impronta ecologica di una persona in Bangladesh è di 0,6 gha, inferiore a quella di due cani, e che l'impatto ambientale dell'alimentazione per gli animali domestici negli Stati Uniti è maggiore di quello che hanno congiuntamente le popolazioni di Cuba e Haiti" (V. Balzani, M. Venturi, Energia, risorse e ambiente, Zanichelli 2014).


L'impronta ecologica (misurata in gha, "ettari globali") informa della porzione di pianeta terra indispensabile per la produzione di risorse consumate e l'assorbimento dei rifiuti prodotti seguendo un certo stile di vita. Nel calcolare l'impronta ecologica dei nostri amici animali si tiene conto non solo del loro consumo alimentare, ma anche delle risorse impiegate per l'abbigliamento (ad esempio i "cappottini" per cani), i giocattoli, la toelettatura e le spese veterinarie. I dati sopra riportati sono piuttosto eclatanti: due cani di grossa taglia "consumano" più risorse di un bengalese. Trovo sterile e irragionevole impostare la questione nei termini di: "dovremmo utilizzare le risorse impiegate per sfamare i nostri animali domestici per risolvere la fame nel mondo", ma è doverosa comunque una riflessione. 


Ad esempio, potremmo iniziare a chiederci quanti giochini, cappottini e altri accessori di dubbia utilità siano davvero indispensabili al nostro animale. Potremmo informarci, se abbiamo un gatto, in merito alle lettiere sostenibili. Potremmo anche valutare meglio la quantità di cibo che offriamo quotidianamente ai nostri amati animali domestici: purtroppo non è un mistero che il tasso di obesità in continuo aumento tra la popolazione umana occidentale, è un problema che sta iniziando ad affliggere anche cani e gatti. E naturalmente, di pari passo a scelte più oculate nella cura e nel mantenimento dei nostri animali, dovrebbe avere luogo un'inflessibile lotta alla riproduzione indiscriminata di cani e gatti. Proporre una "one pet policy" ovunque sarebbe sbagliato, soprattutto quando ci sono canili e gattili sovraffollati, pieni di animali che aspettano solo di trovare una famiglia... ma praticare invece una policy mirata alla sterilizzazione diffusa di cani e gatti e soprattutto di adozione solo e soltanto dai rifugi di animali abbandonati, sarebbe prima di tutto un grande esempio di civiltà. Oltre che un passo verso una maggior sostenibilità dei nostri animali domestici.

12 commenti:

  1. Meravigliosi animali di compagnia!
    Le immagini sono splendide, due morbidi gatti dagli occhi dolce e teneri!
    Buona giornata da Beatris

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  2. Hai perfettamente ragione Silvia…da un lato canili e gattili sono strapieni di creature in attesa di una vita degna di questo nome e, dall'altra, c'è un fiorire di commerci illegali di cuccioli e di ogni specie animale…
    E tante persone acquistano animali come fossero "accessori" di moda, figurati cosa importa loro dell'impronta ecologica...

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  3. Sì, a volte si esagera nel fornire giochi, alimenti e capi di abbigliamento che i nostri amici animali neanche apprezzano... però ogni nostra scelta non può essere orientata solamente sulla base di numeri perché la compagnia ed altri effetti immateriali che ci danno senza chiedere niente in cambio non è quantificabile!

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  4. @ Beatris: grazie mille, le foto sono di mici del gattile di Ferrara! Le ha scattate la nostra "fotografa" d'eccezione del gattile :-)

    @ Carmen: hai ragione Carmen! E non solo commercio illegale, purtroppo c'è gente che quando vuole un cane lo cerca negli allevamenti pagandolo perfino a caro prezzo... una cosa indicibile, considerando le centinaia di cani bisognosi di affetto e famiglia nei canili. Accade anche con i gatti, ma molto più raramente.

    @ Andrea: il tuo commento è veramente da incorniciare! Nel mio post volevo mettere in evidenza soprattutto cosa possiamo fare per ridurre l'impatto dei nostri animali... ma la tua considerazione è sacrosanta: impronta ecologica o meno, la compagnia e l'affetto che ci danno i nostri animali è un bene impagabile a cui non dobbiamo rinunciare. Si tratta però di prendere coscienza di quanto possa incidere il nostro stile di vita, anche nel mantenimento dei nostri amati compagni a quattro zampe, per capire eventualmente come migliorare. Grazie di cuore per il tuo commento comunque, hai espresso un pensiero prezioso nel considerare questo argomento!

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  5. Davvero interessante. Rifletto e penso che la mia Hermione non ha un grande impatto sull'ambiente: non ha lettiera, non ha cappottini o accessori, non ha nemmeno una cuccia perchè spesso dorme negli armadi o sul divano... ma noi siamo in campagna dove tutto è più facile per i nostri amici animali!
    Un bacio
    Francesca

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  6. In effetti non ci avevo mai pensato all'impatto ambientale dal mio cane!
    Non credo sia molto grande, come giocattoli usa vecchi calzini bucati, dorme in cucce fatte di abiti usati, e mangia con parsimonia. però un po' di impatto ce l'ha, infatti devo lavare le sue cucce, la ciotola, gettare la confezione delle crocchette ( ma la compro grande così getto meno) e non ultimo lavare il cane con un costosissimo shampoo antiallergico! Eheheheheh cosa non si fa per amore delle nostre bestiole!

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  7. Eh sì, hai proprio ragione, bisogna pensarci!! Fare estremismi è inutile e sterile (si arriverebbe a dire che fare figli è immorale perché..."consumano", E se penso che i miei gatti mangiano in abbondanza ogni giorno e ci sono persone nel mondo che non lo fanno...) ma che dare un freno al consumismo per i nostri animali domestici mi sembra una buona pratica per chi sta attento a certe tematiche,e per tutti a prescindere. Per fortuna viviamo in un periodo in cui "il verde va di moda" e questo può diventare possibile, ad esempio proprio ieri al supermercato ho trovato la lettiera vegetale biodegradabile a un prezzo umano. Vediamo se funziona!!

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  8. Sono basita! O_O
    Ma davvero sono questi i dati? Cado dalle nuvole!
    Non mi va di pensare a ciò che gli altri dovrebbero fare per migliorare questa situazione, ma piuttosto di FARE ciò che è in mio potere per cominciare io stessa, ammettendo però che le mie due gatte sono realmente le figlie che non avrò mai... e per me questo ha un valore incalcolabile! Come sempre, grazie per questi post così pieni di informazioni utili!

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  9. Molto, molto interessante. Lo condivido su Twitter.
    Io, come sai, sono piuttosto attenta alla forma fisica ed al benessere e di conseguenza anche i miei compagni pelosi non rischiano l'obesità e cerco, per quanto possibile, di acquistare scatolette che, ad esempio, siano certificate come "cruelty free" nei confronti dei delfini (ma di certo Puxi mangia cibo di provenienza animale e, di conseguenza, che spigole e calamari provengano da allevamento o meno, di certo hanno un impatto ambientale). Inoltre, mi pare quasi inutile evidenziarlo, non sfamerei certo il gatto con salmone mentre ci sono persone che muoiono di fame non dall'altra parte del pianeta, ma persino a Milano (vogliamo ricordare la bambina morta di stenti perchè i genitori non avevano i soldi per assicurarle il cibo?). Sono d'accordo anche con quanto affermi circa la politica di sterilizzazione, che limiterebbe il randagismo ed eviterebbe problemi come quello dei cani rinselvatichiti - e talvolta molto pericolosi - e dell'ibridazione con i lupi.

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  10. E' un argomento interessante a cui in effetti non verrebbe da pensare... penso che in fondo, come per tutte le cose, ci sia sempre una giusta misura che tenga conto dell'impatto che i nostri animali (e noi) hanno sull'ambiente senza trascurare le loro esigenze. Come dire: la virtù sta nel mezzo e loro chiedono davvero poco... grazie Silvia, a presto

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  11. Grazie di cuore a tutti voi per i vostri commenti sempre molto interessanti, pertinenti e arricchenti rispetto agli argomenti che vi propongo!! Certo è che chi abita in campagna è molto facilitato nel ridurre l'impatto ecologico del proprio animale: per i gatti ad esempio l'uso della lettiera è molto ridotto, avendo la terra disponibile ed è inutile pensare di comprare graffiatoi o altri gingilli per felini, quando il micio può cacciare e arrampicarsi in natura. Anche chi ha creatività (come Eli o Carmen) per il riciclare maglioni e altri oggetti facendone cucce o giochi per i propri animali riesce a fare molto! Poi è chiaro che i nostri animali vanno alimentati e nutriti bene, non come si usava una volta a scarti della cucina, ma con cibo sano e adatto alle loro esigenze. Poi, come segnala Viviana, è chiaro che quando ci sono persone che letteralmente muoiono di fame, sfamare il proprio animale a salmone e caviale rasenta l'immoralità. Insomma, come dice Lolle, "la virtù sta nel mezzo"!

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