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martedì 23 giugno 2020

"Se i gatti scomparissero dal mondo" di Genki Kawamura

Gli ingredienti "giusti" per questo libro ci sono tutti, a partire dal titolo a dir poco accattivante e dalla premessa stuzzicante: un giovane trentenne si scopre all'improvviso malato terminale e, a sorpresa, si ritrova a fare un patto con il Diavolo, che gli regalerà un giorno di vita in più per ogni "cosa" che accetterà di far scomparire per sempre dalla faccia della Terra. Sembra una promessa allettante, considerate le miriadi di inutili cianfrusaglie di cui ci attorniamo... ma naturalmente il Diavolo resta pur sempre il maestro ingannatore e, solo dopo aver stretto il patto, il protagonista scopre che la scelta di ciò che scomparirà è appannaggio del diabolico spirito. 
Ma il nostro malato non si tira indietro, in fondo cos'ha da perdere? Vive, ormai single da anni dopo una relazione naufragata, solo con il micio Cavolo - eredità lasciatagli dall'amata madre, morta anch'essa per una malattia incurabile. Il padre assente, con cui ha troncato i rapporti alla scomparsa della madre, pochi amici, un lavoro da postino che svolge in solitario, apparentemente una vita piuttosto piatta... già, cos'ha davvero da perdere?




Così il patto parte, senza neppure troppi crucci, dalla cancellazione in massa di telefoni e cellulari: in un certo senso, appare quasi una liberazione dalla schiavitù perenne che questi oggetti ormai ci impongono. 
Ma ben presto, seguendo i racconti, i ricordi e le riflessioni del protagonista, scopriamo che ogni oggetto, ogni invenzione, ogni regola umana che tanto sembra essere artificiosa e forzata, spesso modella il nostro modo di essere e la nostra quotidianità, fino a darle un'impronta ben precisa che noi possiamo assecondare o modificare a nostra volta... e che tutto ciò che riempie i nostri giorni: telefoni, film, musica, cioccolata, orologi, tempo e perfino le scadenze, in realtà possono tradursi in opportunità, passioni, piaceri e regolarità che rendono la vita degna di essere vissuta davvero. Parallelamente a questo, scopriamo via via i ricordi della vita del protagonista: i suoi rimpianti, le sue scelte, ogni relazione troncata o coltivata, tutto va a comporre il "senso" dell'esistenza, con cui alla fine si deve fare i conti, volenti o nolenti.
E quando il Diavolo posa il suo sguardo sull'amato gatto Cavolo (e su tutti i suoi simili), proponendo al nostro protagonista di barattare l'esistenza di tutti i gatti per un giorno in più di vita... ebbene, qualcosa si rompe definitivamente e il patto non può che venire infranto.
Pregi di questo libro sono senz'altro l'idea originale di fondo, la leggerezza con cui viene sviluppata (nonostante il tema sia d'un esistenzialismo assoluto) e la scorrevolezza con cui si legge. Al contempo, la trama è piuttosto debole e non ho ritrovato - come immaginavo, per temi e storia simile - quella poesia, quella profondità e quella capacità di coinvolgere del meraviglioso "Cronache di un gatto viaggiatore" di Hiro Arikawa
Un'occasione mancata? Dipende, forse solo per metà: non è male riuscire a parlare in scioltezza e con un pizzico di ironia di morte, separazione, sacrifici, rimpianti e temi esistenziali. L'importante è non aspettarsi un capolavoro capace di illuminarci sul senso della vita: si tratta di una storia simpatica e senz'altro curiosa, capace comunque di gettare qualche spunto di riflessione su ciò per cui valga la pena vivere... e morire. 
Se lo leggete, fatemi sapere anche la vostra opinione!

4 commenti:

  1. Mah !! C'è il gatto Cavolo e io amo i gatti ma la trama mi lascia un pò perplessa. Forse mi attira di più " Cronache di un gatto viaggiatore" Saluti.

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  2. Cara Silvia,
    Ho letto Cronache di un gatto viaggiatore in seguito ai tuoi consigli e l’ho apprezzato. Conoscevo l’esistenza di Se i gatti scomparissero dal mondo per averlo visto in libreria, ma figurati che anche solo immaginare un’eventualità simile mi sconvolge così tanto che questo mi ha fatto desistere dal comprarlo!
    Certo però che l’idea si presta bene al periodo, in cui tante cose che credevamo scontate e inevitabili sono scomparse, almeno per un po’, dalle nostre vite. Ora tutto sta tornando come prima alla velocità della luce. Anzi: ho l’impressione che le cose belle (le relazioni sociali, la cultura, i viaggi, i nuovi incontri...) facciano molta fatica a tornare mentre quelle spiacevoli (le scadenze, lo stress, le attese, i disservizi, la sporcizia urbana, gli alti costi...) abbiano preso molto più piede di prima.
    Un caro saluto a te e a tutta la tua famiglia !

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  3. Un'ipotesi piuttosto bizzarra da contemplare: far sparire gli amati felini dalle zampette rosa e sempre pronti alle fusa? GIAMMAI! ;)
    Un grande abbraccio cara Silvia
    Susanna

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  4. @Mirtillo: "Cronache di un gatto viaggiatore" è meraviglioso! Leggilo!

    @Filippo: ho la tua stessa impressione, caro Filippo... le cose sgradevoli non hanno tardato a ristabilirsi nella quotidianità, mentre le altre fanno più fatica... forse perché in un clima ancora di cautela e di preoccupazione, la precedenza purtroppo ce l'hanno inevitabilmente gli obblighi anche sgradevoli, invece tutto ciò che viene identificato come "accessorio" (e di solito così sono catalogate le cose più piacevoli della vita) può aspettare. E niente, continuerà ad essere così sempre, finché il mondo andrà avanti per il profitto e la crescita economica continua... c'è poco da dire. Un abbraccio forte a te e famiglia...compreso il nuovo arrivato a quattro zampe!

    @Susanna: Proprio vero, i gatti sono "patrimonio dell'umanità"! Altrochè farli sparire!

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