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lunedì 30 settembre 2019

Greta Thunberg, necessaria ma non sufficiente

Nelle scorse settimane Greta Thunberg è salita di nuovo alla ribalta grazie alla sua partecipazione al vertice ONU sul clima e soprattutto in virtù della clamorosa adesione in tantissime nazioni ai vari "scioperi per il clima", da noi svoltosi con straordinario successo lo scorso venerdì. Piazze e strade piene, colme di giovani più o meno arrabbiati, più o meno consapevoli, a richiedere a gran voce che i nostri governanti ascoltino il grido di sofferenza del pianeta, agendo immediatamente di conseguenza con politiche verdi concrete e urgenti. 
Sono rimasta piacevolmente colpita dalla grande adesione che Greta è stata in grado di suscitare tra il pubblico giovanile (e non solo): dobbiamo esserle grati per aver reso il "problema ecologico" qualcosa di quotidiano per cui battersi a tutti i livelli della società... finalmente la crisi ecologica non è più solo appannaggio della comunità scientifica che, da decenni, non sa più con quali altri mezzi e quali altre parole comunicare la grave emergenza e richiamare l'attenzione della politica e dell'economia, le due ruote che fanno girare la nostra società. Potere e soldi. Non mi illudo che migliaia di giovani abbiano più voce in capitolo degli scienziati, ma magari una protesta così plateale e trasversale può coinvolgere anche altre fasce della popolazione. 

Greta Thunberg, foto di Anders Hellberg su Wikipedia.

Ma c'è un ma. Ho letto moltissimi articoli, commenti e approfondimenti sulle proteste studentesche dello scorso venerdì, seguito trasmissioni a livello nazionale e locale. Sono riuscita però a focalizzare con lucidità cosa mi stonasse, nel vedere quei lunghi cortei e quella rabbia giovanile, solo quando ho letto il magnifico post di Dario Bressanini, che vi invito caldamente a leggere con calma. Apprezzo Bressanini - "amichevole chimico di quartiere" ed eccellente divulgatore scientifico - da anni... ma trovo che nel suo articolo sia riuscito, sinteticamente per quel che era possibile, a centrare esattamente il problema: Greta Thunberg e la protesta giovanile sono necessari, ma certo non sufficienti.
Perchè? Perchè la crisi ecologica è complessa, talmente complessa ormai che non necessariamente potremo ancora trovare il bandolo della matassa da cui cominciare. Non si tratta solo di volontà personale o collettiva, nè solo di decisioni singole o politiche... il punto è che le rinunce efficaci che la crisi ecologica ci imporrebbe (ed è un "ci" rivolto all'intera umanità, riguarda tanto me, quanto Donald Trump, quanto un bambino povero del Congo) sono attualmente impensabili. Bisognerebbe intanto riuscire a considerare e gestire il nostro pianeta come se fosse davvero "un'unica Terra" (che paradosso, dato che lo è!)... invece l'umanità è nettamente divisa per ricchezza, povertà e culture inconciliabili. Come seguire allora una linea comune? E qualora anche si riuscisse ad individuare una sorta di politica mondiale condivisa, davvero riusciremmo tutti a vivere con meno, con poco, per certi versi con niente? Davvero saremmo disposti a rinunciare all'auto, ad avere più di un figlio o forse perfino nessuno (eccolo, il grande convitato di pietra nella questione ambientale), a un'alimentazione pure moderatamente onnivora, al nostro stile di vita insostenibile? Perchè di questo si tratta, con buona pace sia della rabbia degli studenti, sia dell'indifferenza di fondo dei politici.
Sono argomenti scottanti, spinosi, dolorosi e scomodi... e con questo non voglio certo gettare la spugna e dire che il poco che facciamo nel nostro quotidiano non conti: conta certamente, per la nostra coscienza personale, per non tirarci indietro e per farci trovare già pronti ad accogliere un cambiamento sostanziale, se mai dovesse arrivare. Ma non dobbiamo farci troppe illusioni: ciascuno di noi, proprio come Greta, è necessario ma non sufficiente. 
E così ha ragione Bressanini quando sostiene che l'unica speranza che abbiamo è che l'umanità riesca a comprendere e gestire la complessità del problema ecologico: una crisi che non si risolve certo solo con la scienza acclamata dai ragazzi e da Greta, perchè invece oggi è l'economia il terreno fondamentale sul quale innestare i semi del cambiamento, passando per la politica e le scienze sociali. 
Ce la faremo, o è già troppo tardi? La protesta di Greta Thunberg riuscirà a scalfire davvero lo scudo di disinteresse della politica mondiale, andando a sostituire almeno alcuni degli interessi meramente economici con quelli ambientali? E noi piccoli cittadini, del nostro paese e del mondo intero, avremo mai la speranza di vedere i nostri gesti quotidiani di rispetto per la natura avere un qualche peso - oltre a quello educativo e di principio - per la salute del pianeta?

8 commenti:

  1. Dobbiamo crederci e fare tutto ciò che è in nostro potere per migliorare le cose. Rimaniamo ottimiste. Buona serata:)
    sinforosa

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  2. Ne parlavo proprio in questi giorni con mio marito,in effetti il problema è molto ampio e complesso e la nostra soluzione,molto drastica,per salvare questo pianeta mi sa che si trova nell'estinzione del genere umano!!

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  3. Mah... ognuno ha le sue idee in proposito come io le mie che non ritengo esporre qui troppo lungo e complesso. Vorrei far notare che 500 scienzati di tutto il mondo hanno scritto all'ONU che le cose non sono proprio cosi, molte si ma non da estinzione del genere umano - per un incontro e parlare del tema uno di fronte all'altro. Una cosa la voglio dire qui.... chi paga i viaggi della ragazza.... chi organizza a monte il tutto che ha tanto sentore di politica.. come mai non invita i giovani che la seguono a rinunciare al cell. che che buttati via milioni all'anno inquinano ed alle nuove tecnologie in arrivo, alla TV, batterie per mandare avanti il tecnologico che gettati inquinano... ecc. perchè senza sarebbero perduti. Mah forse c'è uno scopo di fondo forse reale ma io non riesco a trovarlo....è solo il momento giusto poi si vedrà. Buona giornata.

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  4. interessante post e concordo con quanto scritto da Edvige....dietro a quella ragazzina c'è qualcuno o qualche org (tra l altro mi è pure antipatica col suo modo di parlare), io non sono ottimista gli stessi giovani che protestavano o facevano corteo magari sono gli stessi che vanno ai concerti col cellulare in mano x tutto il tempo anziche ascoltare la musica....mah...non si torna indietro e l'uomo stesso distruggerà la Terra

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  5. Cara Silvia,

    Io credo che, da sempre, le persone abbiano bisogno di Storie, e che Greta racconti e personifichi una Storia in cui è facile riconoscersi e identificarsi. Chi non è d’accordo con la richiesta di un mondo migliore?
    Credo sia ingiusto e ingeneroso domandare ai giovani che hanno invaso le piazze una soluzione concreta ai problemi che si presentano : non è questo il ruolo degli scioperi, né degli entusiasmi giovanili.
    Sta ai governi e ai governanti interpretare bisogni, richieste e ideologie per tradurle in azioni da applicare nei singoli Stati.
    Ma la mia paura è che, nel caso in cui i governi traducessero in atti le parole di Greta, gli stessi che oggi manifestano e invocano un mondo migliore urlerebbero slogan opposti, esattamente come è avvenuto in tempi recentissimi, quando la proposta (mai attuata) di alzare di qualche centesimo i costi dei carburanti più inquinanti ha gettato la Francia in una spirale di violenze urbane e di rivendicazioni populiste e inattuabili di un’intensità al di là dell’immaginabile.
    Al di là del fatto che Greta sia simpatica o meno (non è ai microfoni per raccontare barzellette), al di là del fatto che dietro di lei ci sia qualcuno o qualcosa (e quindi? E anche se?) direi che pragmaticamente parlando... se Greta « funziona »... tanto meglio!

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  6. @ Sinforosa: Dobbiamo certamente impegnarci più che possiamo, perchè se molliamo in partenza tanto vale allora vivere come se non ci fosse un domani… però devo ammettere che il mio ottimismo è sempre meno convinto. Grazie Sinforosa, un abbraccio a te!

    @ Kilara: cara mia, la pensiamo in modo molto simile! Qui nel post non volevo essere così drastica ma purtroppo nutro pensieri gravi e pessimisti tanto quanto il tuo… non dico l’estinzione del genere umano, ma credo che sarà necessaria solo una catastrofe mondiale che obbligherà i superstiti a invertire la rotta… purtroppo vedo sempre meno speranza, e non perché non nutra fiducia nelle possibilità del genere umano, bensì perché ci siamo spinti troppo oltre ed è diventato un problema francamente ingestibile in maniera congiunta… si scontrano troppi interessi e, anche se fossimo tutti in buona fede e fossimo disposti a sacrificare il nostro stile di vita e pieno benessere, cosa dovremmo dire ai milioni di persone del terzo mondo che si affacciano oggi alla possibilità di migliorare il loro tenore di vita? Noi abbiamo avuto tutto e anche troppo, chi sta cercando di uscire dalla povertà vuole avere le nostre stesse possibilità… come faremo?

    @ Edvige e Fiore: vi rispondo in modo congiunto perché più o meno condividete la stessa opinione… ho letto i vostri commenti, molto simili a quelli di tantissimi altri che ho letto in queste settimane sui vari quotidiani on-line… devo dirvi la verità, a me interessa molto poco che Greta sia o no strumentalizzata da altri dietro di lei… se anche fosse (e forse lo è davvero), contano di più per il momento i suoi risultati: essere riuscita a coinvolgere grande masse di giovani, in tutto il mondo, risvegliando l’interesse per il problema ambientale. Questo è un risultato straordinario che le riconoscerei pure se fosse un politico con un partito alle spalle… il problema secondo me è più l’altro: a fianco della protesta e del grido arrabbiato “ci avete rubato il futuro”, serve agire anche in maniera concreta, a partire ad esempio dal cambio folle e modaiolo dei cellulari e delle nuove tecnologie. E qui divento scettica anche io, perché sono sicura che in quella folla di giovani in tutto il mondo, una parte sicuramente è davvero sensibile all’ambiente e saranno i primi a usare un cellulare fino all’ultimo secondo di vita, un’altra parte (non so quantificarla) passata la protesta tornerà a casa e tra un paio di settimane potrebbe farsi abbindolare dal nuovo IPhone o cose simili… che posso dirvi? La speranza è che la protesta di Greta, oltre a dare l’occasione di fare cortei in piazza, scateni anche qualche domanda critica nelle teste dei giovani e giovanissimi. Buona giornata a voi!

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  7. @ Filippo: caro Filippo, vedo che ancora una volta siamo sulla stessa lunghezza d’onda! Anche secondo me se Greta “funziona”, per il momento tanto basta… e non importa se è strumentalizzata o meno. Così come non sta ai giovani (come neppure a noi singoli) dover trovare soluzioni mondiali. È giusto che ciascuno di noi si impegni e si sforzi per quel che può, consapevole anche dei limiti però che le nostre buone azioni hanno… la mia paura, oltre al timore che condivido con te che poi la gente, al dunque, non sia davvero disposta a fare i sacrifici necessari, è che nessun politico, nessun organo europeo né tantomeno mondiale, arriverà mai a prendere davvero dei provvedimenti efficaci, perché sarebbero appunto troppo impopolari. Guarda, indipendentemente dalla reazione della gente (che magari reagirebbero effettivamente con rivendicazioni e violenze urbane), non riesco a proprio concepire nessun politico che possa prendere provvedimenti “forti” come appunto sovratassare i carburanti più inquinanti, o la carne bovina, o gli ortaggi fuori stagione, o la produzione di rifiuti indifferenziati. Come altri hanno detto, secondo me si potrebbe partire al contrario: incentivare economicamente chi dimostra (il “come” dimostrarlo, è tutto da pensare) di usare meno la macchina, di consumare meno carne (servirebbero le tessere annonarie come in periodo di guerra?), di produrre meno rifiuti della media o di un limite prefissato. Ad esempio nella mia provincia chi gestisce la raccolta differenziata ha imposto un limite annuo di conferimenti di indifferenziato, oltre al quale si paga di più la tassa rifiuti. Ebbene, io e mio marito stiamo abbondantemente sotto quel limite fissato (sarebbero 35 ritiri annui, fai conto che ne facciamo circa 22 annui… non è poco di meno), eppure non abbiamo certo uno sconto sulla tassa rifiuti, la paghiamo tanto quanto chi completa i 35 ritiri di indifferenziato. Per carità, noi ci comporteremmo allo stesso modo con i rifiuti, ma magari altri cittadini potrebbero essere spinti a mettere ancora più attenzione alla raccolta differenziata, se sapessero di avere un guadagno economico. Mah Filippo, il discorso è ampissimo e sicuramente non potremo risolverlo così… vorrei solo davvero poter sperare che i governi, così come i singoli cittadini, fossero davvero disposti a rimettere in gioco il nostro stile di vita. Chissà… un caro saluto e un abbraccio!

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  8. Greta Thunberg era candidata per il Premio Nobel per la Pace 2019, ma non lo ha vinto... https://www.statistiche-lotto.it/greta-thunberg-premio-nobel-bookmaker/

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