Con giugno iniziano i mesi dedicati alle ferie estive! Chi è già in partenza, chi andrà in luglio e chi invece attenderà il famoso agosto, ma la costante è una sola: approfittare di qualche giorno di vacanza per visitare posti nuovi, fare esperienze speciali e tornare a casa con qualche ricordo in più. Quando ho visto questa "Guida di viaggio per gattofili" non potevo proprio farmela sfuggire, dal momento che prometteva di fare da cicerone per una breve gita fuori porta o una vera e propria vacanza, tutto all'insegna della felinità.
La lettura è stata istruttiva e culturalmente rilevante: più che guida turistica, è un libro d'arte, folklore, architettura e storia delle nostre città, di alcuni monumenti, di alcune vie che - in varie maniere - richiamano la figura del gatto. Devo ammettere che speravo di trovare indicazioni più "operative" o maggiori luoghi da visitare in senso stretto, invece molte delle "destinazioni" proposte riguardano piuttosto quadri aventi gatti tra i soggetti (come ad esempio Annunciazione di Lorenzo Lotto, conservata nel Museo civico di Recanati).
Ma ci sono anche suggerimenti interessanti per gite e viaggi "con un tocco gattofilo": viene citata ad esempio la casa del Petrarca ad Arquà Petrarca, che io stessa ho visitato anni fa, nella quale è conservata mummificata la gatta del poeta. Fu un dettaglio che mi colpì fin da subito e rimase impresso nella mia memoria, per cui mi ha fatto piacere ritrovarlo anche in questa guida.
Ignara ero invece dell'esistenza di un "paese dei gatti" vero e proprio: Brolo (in Piemonte vicino al lago d'Orta). Passeggiando per il piccolo borgo si possono infatti ammirare cartelli e piastrelle decorate con gatti. Mici veri e propri si possono invece incontrare numerosi nel paese di Seborga (Imperia) dove sembrano esserci più felini che abitanti umani. Un posto allettante, che dite?
Meta gattofila e turistica per eccellenza è però certamente l'oasi felina di Su Pallosu (Oristano) "dove i felini scendono in spiaggia!". Oltre ad essere in Sardegna (una località di rara bellezza, per pensare alle proprie vacanze...), la peculiarità di quest'oasi privata sta nel fatto che vengono organizzate visite che permettono di apprezzare al meglio questo sito così speciale, dove i gatti, curati e ben tenuti, vivono in armonia in una natura suggestiva e spettacolare. Mi piacerebbe moltissimo andarci!
E voi? Avete nelle vostre memorie gite, viaggi o vacanze che abbiano in un qualche modo riguardato la figura del gatto? Raccontatemi tutto nei commenti... e intanto colgo l'occasione per ricordarvi di salvare sul vostro cellulare il numero verde ProntoAnas 800841148, per segnalare casi di abbandono di animali sulle nostre strade... il lato peggiore e più misero delle vacanze che stanno iniziando.
Cara Silvia, quante belle cose che ho imparato in questo post.
RispondiEliminaLa guida deve essere davvero interessante sebbene sia poco-guida come ce la immaginiamo.
I luoghi che hai citato devono essere davvero belli e mi segnerò senz'altro il numero che diffonderò anche alle mie amiche. Grazie di tutto e buona estate.
sinforosa
Carissima Silvia, grazie come sempre per le preziose informazioni che ci proponi. Inizierò dall'andare ad ammirare quanto prima la famosa Annunciazione di Lorenzo Lotto, proprio nella Recanati a me vicina!
RispondiEliminaLe mie vacanze saranno qui a casa, così mi prenderò ancora cura di Domitilla, gatta bulimica e querula che mangia troppo comunque, nonostante patisca il gran caldo!
Un abbraccio Susanna
Ogni anno dico che ci voglio andare a su Pallosu ma non vado mai.è a un'ora e mezza da casa dei miei.chissà se ci riuscirò quest'anno.
RispondiEliminaAd Amsterdam sono stata al museo dei gatti ma è stato abbastanza deludente,non lo consiglio.
Cara Silvia, a volte le guide si leggono più volentieri come romanzi che come guide in quanto tali! O meglio possono servire come spunto per darci voglia di visitare un luogo e una volta giunti a destinazione scopriamo altre cose di cui la guida non parla. E quando si visita un luogo nuovo, è anche molto bello lasciarsi guidare dal caso, dai propri pensieri o da quel che vediamo, magari prendendo una certa direzione proprio per osservare un micio che occhieggia da una finestra o dal muro di un giardino. Sai che questa passeggiata urbana che è nello stesso tempo dei piedi e dell’anima in francese ha un nome ? Si chiama “flanêrie” e tanti artisti ne hanno parlato.
RispondiEliminaComunque io quest’anno me ne starò a casa, il trasloco non ci permette di partire !
Un saluto a te e carezze a paciocca.
@ Sinforosa: Grazie a te per la tua costante e gradita presenza sul mio blog! Buona estate e al prossimo post! Un abbraccio
RispondiElimina@ Susanna: Eh, vedi che c’è chi riesce effettivamente a sfruttare anche i suggerimenti pittorici di questa guida? Molto bene! Se Domitilla è bulimica può essere per due motivi… o ha patito davvero tanta fame nella sua esperienza di randagia e ora non si convince che il cibo arriverà sempre e comunque… oppure è semplicemente una gran golosona! Ho conosciuto gatti che erano dei veri e propri pozzi senza fondo!! La mia Paciocca invece è dimagrita parecchio con questo caldo. Ma tanto, ciccioni o magri, i gatti sono sempre bellissimi. Un abbraccione a te!
@ Kilara: Uuuuh!! Non avevo capito che abitassi o comunque avessi radici sarde… che meraviglia!! Sì Kilara, prenditi il tempo per fare la visita a Pallosu, così poi ci racconti… dal sito internet della colonia felina sembra davvero un posto incantevole! Non sapevo ci fosse un museo dei gatti ad Amsterdam… ma in effetti io ho girato proprio poco fuori dall’Italia. Un abbraccio e buona estate!
@ Filippo: Non sapevo che in Francia ci fosse addirittura un nome specifico per quei “giri-girovaghi” dove non c’è meta precisa, ma sono il passo e il cuore a condurti via via in una direzione, poi in un’altra, poi un’altra ancora. Certo, passeggiare per le strade di un paesino della Francia o delle famose città francesi dev’essere affascinante tanto quanto in Italia, dove però nessuno ha mai pensato di farne un’esperienza “psico-motorio-spirituale”… mi viene in mente in realtà, ora che lo dici tu, che quando ero adolescente mi approcciavo esattamente con la stessa filosofia alle mie scampagnate in bici, tra stradine asfaltate che via via diventavano di ghiaia e perfino d’erba, piccoli ponti e laghetti nascosti accanto a frutteti e campi coltivati… mi ricordo che partivo all’avventura, avviandomi su strade conosciute e poi addentrandomi tra incroci e strade mai viste, senza sapere dove sarei sbucata, senza tener conto né del tempo, né delle mie energie (all’epoca ero ben allenata)… era proprio un’esplorazione della mia campagna, nell’arco di 10-20 km da casa mia. In realtà conoscere la geografia delle stradine campestri è sempre stato solo un pretesto: pedalando mi accadeva di macinare km e pensieri, soprattutto pensieri. Tornavo a casa rasserenata, affaticata di quella fatica buona e con un briciolo di conoscenza in più del mio territorio. Ah, che esperienze semplici e meravigliose! Caro Filippo un grande abbraccio a te e coccole per le tue micie, ma anche per Cosmo!