Originale a dir poco, per il tema che tratta mi stupisce davvero che questo libro sia stato catalogato "per bambini". Certo, Jutta Richter è una celeberrima scrittrice per l'infanzia, ma questo Dio, l'uomo, la donna e il gatto si colloca fuori da ogni categoria letteraria e, sinceramente, mi sembra ben più comprensibile da un lettore adulto. La storia non è nuova, anzi - in un certo senso - è antica come il mondo: è il racconto delle vicende dalla Creazione fino all'assassinio di Abele per mano di Caino, passando per la cacciata di Adamo ed Eva dal Giardino dell'Eden.
Forse che gli adulti hanno bisogno unicamente di saggi di teologia per rileggere e riflettere sulla narrazione biblica? Forse che la presenza di un gatto (e di un più marginale cane) ha reso questa storia adatta soprattutto a giovani lettori? Lo escludo in entrambi i casi, anzi azzarderei dire che un bambino - o un ragazzino - accostandosi a queste pagine non potrebbe che darne una lettura superficiale, senza cogliere i contenuti più suggestivi: la scoperta del Bene e del Male nell'animo umano, le contraddizioni della presenza del Male e del peccato nella vita dell'Uomo, su cui dovrebbe vegliare l'onniscenza e la bontà di Dio, il perdono e la condanna eterna... sono davvero temi apprezzabili da un bambino?
Il gatto, che campeggia nella bellissima copertina firmata Giulia Orecchia, in questa storia è il serafico e rassegnato testimone di vicende tumultuose, per le quali niente può fare. Il gatto comprende fin dall'inizio che quell'essere creato a immagine e somiglianza di Dio non è equilibrato e tranquillo come lui: anzi, è soggetto a tormenti e inquietudini, indecisioni e desideri... e con una premessa del genere, il suo futuro è già segnato. La storia di Jutta Richter sembra voler ripercorrere la storia dell'umanità ma anche della felinità, se così si può dire, andando a scovare l'uomo e il gatto primigeni: continuamente in agitazione, preda di insoddisfazioni, desideri, sentimenti contrastanti il primo; stabilmente sapiente, pacato e appagato il secondo. Ma il destino dell'uomo, creatura prediletta da Dio, è di trascinare nella sua condanna anche tutte le altre specie viventi: il gatto, il cane, così come ogni altra forma di vita, inizieranno ad abitare la terra, condividendo con l'umanità fatiche, dolore e gioie terrene. La morale di tutto ciò? La stessa del racconto biblico, che prova a spiegare l'animo umano e la sua irrimediabile doppiezza, tra Bene e Male, raffinata intelligenza e cieca istintualità, bisogno d'amore e continue pretese. La presenza del gatto, che manca nella Bibbia, qui vuole quasi diventare un suggerimento: se solo l'uomo fosse stato un po' più quieto, un po' più saggio, un po' più gatto... forse, il giardino dell'Eden sarebbe ancora abitato. Una lettura originalissima, che va letta ma soprattutto meditata.
Mi incuriosisce molto questo libro. Grazie Silvia.
RispondiEliminasinforosa
mah....non mi incuriosisce x niente...ma cmq grazie del consiglio. ciao e miao...
RispondiEliminaInvece, perchè non dovrebbe essere un libro adatto ad un bambino? Mio figlio ha 9 anni, ed intorno a queste'età io trovo invece che proporre letture che li stimolino a riflettere sia possibile, purchè ovviamente lo stile sia scorrevole. Con lui mi rendo conto che non è tanto questione di "cosa", ma di "come"; se si sa scrivere bene, i messaggi arrivano, anche i più complessi. Suppongo che si tratti comunque di una lettura da fare insieme, o sulla quale poi aiutarli a riflettere per metabilizzarla; ma io, leggendo la tua recensione, non escluderei che sia un libro adatto anche ai giovani lettori...
RispondiEliminaIn ogni caso, mi incuriosisce moltissimo, soprattutto nell'ottica di leggerlo eventualmente insieme a lui...
@ Sinforosa: grazie a te per la tua visita! Se lo leggerai, sarò ben felice di sapere poi la tua opinione ;-)
RispondiElimina@ Fiore: de gustibus! ;-)
@ Letizia: sfondi una porta aperta con me, per quanto riguarda il proporre ai bambini anche temi "difficili"! Ci sono meravigliosi albi illustrati e romanzi che, con uno stile suggestivo ma immediato, permettono di far "toccare" ai bambini (anche piccolissimi) i temi più universali compresi quelli "difficili", come la morte, la rabbia, la malvagità che a volte ci prende... lungi da me dal pensare che io voglia tenere questi temi lontani dai bambini, anzi credo che avrebbero bisogno di maggiori occasioni per confrontarsi con essi, nel mondo edulcorato e iperprotettivo nel quale spesso crescono. Io mi riferisco proprio a questo libro in particolare, nel quale trovo che i temi suddetti vengano affrontati senza leggerezza, o in maniera talmente sottile che credo non siano effettivamente apprezzabili dai bambini. Insomma, nella mia opinione temo che un bambino alla lettura di questo libro possa o annoiarsi, oppure al contrario interpretarlo come una immaginifica rilettura del racconto biblico (che probabilmente già conosce), senza però coglierne le sfumature più sottili. E questo non per demerito dell'autrice, ma proprio perchè trovo che il suo stile, il ritmo del racconto e la cadenza, siano adatti soprattutto ad un adulto. Ovviamente questa è solo la mia impressione... ma ci tenevo a chiarire il discorso, perchè tengo molto alla lettura proposta ai bambini! Sarò ben felice, se lo leggerai anche insieme a tuo figlio, di sapere cosa ne avete pensato insieme!
Silvia, a questo punto questo libro mi incuriosisce davvero, voglio vedere se riesco a procurarmelo!
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