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sabato 16 dicembre 2017

"Una stella all'orizzonte" di Elizabeth Marshall Thomas

Lo ammetto, mi aspettavo una storia più spiccatamente natalizia: in fondo, il titolo "Una stella all'orizzonte" si riferisce proprio alla cometa più famosa della storia dell'umanità, quella che annunciò la nascita di Cristo ormai 2017 anni fa. In realtà questo romanzo di Elizabeth Marshall Thomas è più che altro una storia di animali, che con il Natale c'entra relativamente: la capretta Ima e la fedele amica Lila, un forte cane da pastore, si mettono sulle tracce della cometa insieme al gregge che dovrebbero custodire, colte da un'improvvisa inquietudine esistenziale. La vita tranquilla ma estremamente povera con il pastore sembra non soddisfarle più e, vista la stella, si metteranno in cammino fino a Betlemme, talvolta scortate da un vero e proprio "stormo" di angeli a sua volta diretto alla mangiatoia. Originali tante idee di questa storia: la cometa che "profuma" di un odore speciale avvertibile solo dall'olfatto animale; gli angeli che sono visibili altrettanto solo dalle creature non umane; la consapevolezza di Lila e di Ima delle brutture dell'umanità, del dolore che gli uomini recano costantemente agli animali, ma anche la loro arrendevolezza a questo, come se fosse inevitabile che il mondo umano schiacci, domini e sfrutti il mondo animale. Nel racconto la figura di Gesù Bambino resta sullo sfondo e la sua presenza, in realtà, non ha una una vera importanza per i protagonisti animali di questa storia... Ma questo è annunciato fin dalle prime pagine, dalla scrittrice: la venuta di Gesù influenzò ben poco gli animali, diversamente da quanto accadde per l'umanità. 



E così, a Betlemme, Lila e Ima non avranno chissà quali grandi sorprese: si scontreranno ancora con la grettezza umana, sperimenteranno ancora la loro impotenza di fronte al dominio degli uomini, cercheranno di fuggire da luoghi troppo affollati e situazioni pericolose. Ma incontreranno anche altri animali, alcuni amici per la vita (un cane che diventerà il compagno di Lila), altri ben meno socievoli (un ghepardo in cattività tenuto per la caccia, un'aquila altrettanto sfruttata per la caccia agli uccelli). Curiose le vicende dei Re Magi, che di solito tutti noi ci immaginiamo come bonari e stravaganti uomini che recano doni esotici: nella storia sono invece descritti come nobili potenti e viziati, che spadroneggiano sui servi e sulle bestie della loro carovana. Alla fine Lila e Ima torneranno, insieme al loro gregge di pecore, a casa: per riprendere un'esistenza fatta di gioie e dolori, libertà e costrizioni. Un libro senza dubbio originale, ma ammetto che ha disatteso le mie aspettative: pensavo di trovarmi in mano una storia più dolce, più natalizia, più rassicurante... forse un pizzico più ipocrita, diciamocelo. Invece è soprattutto lo spaccato realistico della Betlemme di duemila anni fa, raccontata dal punto di vista di animali addomesticati o in cattività, trattati e tenuti in considerazione solo per la loro utilità. Un racconto che fa riflettere sul candore, sulla fedeltà e sulla vulnerabilità degli animali domestici, specie a confronto con il genere umano... e in effetti sì, allora si comprende perchè la venuta di Cristo riguardò e riguarda solo noi uomini: a differenza nostra, gli animali erano (e sono) ancora le anime candide del paradiso dell'Eden, senza alcun bisogno di essere salvati da loro stessi. La loro salvaguardia, piuttosto, è in mano nostra.

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