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venerdì 29 novembre 2013

"Piccolo Albero" di Forrest Carter

Ci sono libri che, seppure generalmente definiti "per ragazzi", sono dei tali capolavori da diventare (e rimanere) dei classici per tutti. Anche in vista del Natale in avvicinamento, vi consiglio un libro meraviglioso, che potrete mettere sotto l'albero per la felicità di grandi e piccoli. Si tratta di "Piccolo Albero" di Forrest Carter (Salani), storia che ha già conquistato tanti lettori in America, ma che merita di essere letto da tante, tante persone anche qui in Italia. La storia è quella di Piccolo Albero, un bambino che, alla morte dei genitori, viene affidato alle cure dei nonni Cherokee, che vivono in una piccola capanna a ridosso delle montagne. Tutto il libro è un intenso inno poetico alla Natura, vista come madre generosa e severa, come casa accogliente e benevola, come realtà colma di saggezza e meraviglia.


Piccolo Albero cresce grazie agli insegnamenti dei nonni, che riescono a trasmettergli con gli esempi e la vita quotidiana, molto più che con le parole e le regole formalizzate, il senso profondo del vivere per gli indiani Cherokee. Scopriamo che esiste una "Via" da seguire per stare al mondo in armonia con i nostri simili e le altre forme di vita; scopriamo che ogni più piccolo particolare nella Natura ha qualcosa da comunicarci; riflettiamo su quanto il mondo "più civilizzato" sia pieno di storture, ipocrisie, meccanismi perversamente malvagi. Non si creda che questo romanzo sia una difesa dei tempi che furono e di un ingenuo "spontaneismo": la Natura è piena di pericoli mortali, la vita dei Cherokee è dura e faticosa, ma è chiaro che è di una purezza cristallina, di fronte alla quale viene da chiedersi quanto sporca (o sporcata) sia invece la nostra esistenza.

Una veduta del Tennessee, dove è ambientato il romanzo. Fonte Wikipedia
Oltre ai grandi insegnamenti morali che questa storia è in grado di trasmetterci, le pagine più belle, commoventi e poetiche restano quelle dedicate alla Natura: la magnifica ed epica descrizione della primavera come un vero e proprio "parto" naturale; la comunicazione tra tutte le forme di vita, ma anche tramite le stelle ed il vento... il senso ultimo del vivere e del morire, a un certo punto, accolti da una Terra che, se in vita non ce ne fossimo mai allontanati, è pronta a darci pace e sollievo. Il finale, commovente, non ve lo rivelo... è un libro che merita di essere assaporato e meditato a poco a poco, gustando ogni piccolo regalo che ci viene elargito, pagina per pagina.

lunedì 25 novembre 2013

Gatti che odiano le conversazioni telefoniche

Come reagisce il vostro gatto se vi trova a parlare al telefono, al cellulare o via skype, in sua presenza? Magari continua imperterrito e tranquillo a fare quel che stava facendo; magari invece se ne esce dalla stanza, disturbato dal vostro parlare a un attrezzo per lui incomprensibile... o magari, proprio come la mia gatta, si dirige immediatamente verso di voi con cipiglio contrariato e comincia a miagolare con forza e petulanza, pretenendo inderogabilmente una spiegazione valida di quanto sta accadendo: Siete forse ammattiti? Non vedete che non c'è nessuno con cui parlare? Cosa diavolo state facendo? Non capite che è da pazzi comportarsi così? Smettetela subito! Insomma, ma continuate anche a parlare al nulla? Dovete stare proprio male allora, poveri voi, avete perso ogni senno.

Immagine da web, QUI
Ecco, io non riesco a svolgere una normale conversazione telefonica in presenza della mia gatta. Di nessun tipo, di nessuna durata, con nessun tono: la mia gatta non me lo permette. Generalmente quando sono a casa, Paciocca sta nelle mie vicinanze: o appisolata sul panchetto del pianoforte, oppure acciambellata e addormentata sulla poltrona alle mie spalle. Se talvolta sono sovrappensiero e mi sfugge di parlare da sola (certo non faccio conferenze, magari solo un'esclamazione, un'interiezione, un appunto di un calcolo complicato), nessun problema: sembra che le sia chiaro che sono intenta a riflettere tra me e me. Ma se avvio una conversazione via skype o al telefono, che sia anche un solo minuto di dialogo, non c'è rimedio: ben presto si alza con un brontolio e viene verso di me con passo sicuro. Si piazza ben ferma vicino alla mia sedia e inizia a fissarmi con grandi occhi dilatati, e attacca con convinzione: "Mao? Maao? Maaaaooo? Maaaaooooooooo?! Maaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooo!!!", con volume, frequenza e disappunto sempre maggiori.

Immagine da web, fonte QUI
Ma il peggio deve ancora venire! Se al telefono c'è una persona con cui sono in confidenza, posso pure interrompere un attimo la conversazione ("scusa, c'è la gatta che miagola") per cercare di spiegare alla felina che tutto va bene e non deve inquietarsi. Non serve a nulla: i suoi miagolii proseguono imperterriti e arriva addirittura a saltare sulla scrivania (giuro che non lo fa mai, se non quando sono seduta al telefono) per indurmi a terminare quell'azione sconsiderata, miagolando proprio vicino al mio viso. A quel punto la mia unica soluzione è di prendere la palla di pelo e accompagnarla gentilmente fuori dalla stanza, per il resto della telefonata. Ma, ahimè, a volte capitano anche telefonate di lavoro, di quelle formali, di quelle che è imprescindibile dare "del lei", parlare con cortesia, toni pacati e maniere un pochino affettate. Ecco: la mia gatta non percepisce certo che la faccenda è delicata, quindi dà il meglio di sè in lamentazioni e moti di disappunto. Invano cerco di concentrarmi sulla conversazione e intanto sudo freddo, perchè tra un "ma certo, si figuri" e un "allora guardi, la questione può essere risolta così", non posso mica dire "mi scusi un attimo, c'è la mia gatta che miagola"... e quindi cerco di ignorare la belva, sperando che l'interlocutore non colga il sottofondo miagolante e devastante o, comunque, non si faccia troppe domande in proposito.

Immagine da web, QUI
La cosa curiosa è che, confrontandomi con altre persone, ho scoperto che Paciocca non è l'unica micia a reagire in questo modo! Anche uno dei gatti della presidente della mia associazione "A Coda Alta", infatti, fa lo stesso durante le telefonate. E' curioso a ben pensarci, ma denota una particolare capacità dei gatti di distinguere perfettamente quando stiamo parlando da soli e quando invece siamo in rapporto con qualcun altro, anche di invisibile ai loro occhi. E' segno di grande sensibilità, da parte dei gatti, questa loro inquietudine di fronte alle nostre telefonate: è fuori di dubbio che stiamo parlando con qualcuno, ma non si vede da nessuna parte. Come spiegarsi allora il fenomeno? Io credo che sia questo a rendere intollerabili le telefonate, per la mia gatta. Proprio non riesce a trovare una valida spiegazione e, posto anche che grazie all'udito finissimo felino riesca a cogliere la voce dell'interlocutore nel telefono, certamente questo non la aiuta nel dare un senso a ciò che sente. Da un lato fa sorridere pensarci, ma dall'altro fa anche capire quanto i gatti siano dotati di grande curiosità e sensibilità verso tutto il mondo... comprese tutte le diavolerie umane. E i vostri gatti, come reagiscono alle vostre telefonate?

domenica 17 novembre 2013

Una stagione: l'autunno (2013 - 3)

Silenzio: nessun bisogno di parole.
Immaginate solo lo stormire delle foglie, in quelli che sono stati gli ultimi giorni di tepore autunnale...






Nel senso d'attesa per il freddo alle porte, il sole ha ugualmente illuminato le foglie come se dell'incipiente gelo non importasse a nessuno...




E infatti, come se niente fosse, la calendula è sbocciata, il ragno ha tessuto la sua tela, la vanessa ha danzato sulle zinnie come fosse primavera.




Paciocca ha rincorso le foglie secche come fossero farfalle, arrampicandosi sui rami dei ginkgo... e da qui, appollaiata sui rami come un uccellino, ha tenuto d'occhio i volatili che frullano di cespuglio in cespuglio, alla ricerca di cibo.



Per fortuna degli uccellini, Paciocca ben presto torna in casa, lasciando campo libero a chi vuole rifornirsi di cibo, sul melograno o negli altri arbusti appesantiti da una copiosa produzione di bacche.



Questo lato così benevolo, soleggiato e placido dell'autunno sta ormai per finire... negli scorsi giorni sulla nostra penisola è già arrivata la neve a quote relativamente basse e non sono mancate piogge torrenziali che hanno rabbuiato le nostre giornate. Ma non rattristiamoci, questa stagione ci sta traghettando dritta dritta verso il periodo natalizio... e anzi, a questo proposito, non perdetevi il prossimo post: ho in serbo per voi una bella sorpresa. Buona domenica!

mercoledì 13 novembre 2013

La frase del giorno: Merrit Malloy

I cani ci insegnano ad amare, i gatti ci insegnano a vivere. 
 Merrit Malloy

Ginny
La contrapposizione tra cani e gatti non solo non mi è mai piaciuta, ma non mi ha mai neppure convinto. Credo che questa frase di Merrit Malloy sia comunque veritiera: il modo di amare dei cani è così esplicito che è impossibile non coglierlo e non esserne conquistati... mentre i gatti sono più discreti, la loro presenza non è mai invadente ma sanno starci vicini in ogni momento della nostra vita, in modo prezioso e unico. Forse il più grande insegnamento che possiamo trarre dal nostro micio è questo: nei tuoi giorni sii sereno, pacifico e un pò anticonformista; sii affettuoso con chi ti vuole bene ma cerca sempre di capire chi ti circonda, quindi non essere immediatamente fiducioso rispetto al resto del mondo; ritagliati i tuoi spazi, coltiva la virtù del silenzio e prenditi cura di te; ricordati sempre che buon cibo, lunghe dormite, amici e fusa sono i comfort fondamentali per una buona vita. Beh, mica male come insegnamento esistenziale, non credete?

sabato 9 novembre 2013

Anthill di Edward O. Wilson: le cronache delle formiche e un nuovo eroe

Con vero piacere oggi vi racconterò di un romanzo veramente bello. Potrei usare tanti altri aggettivi per descriverlo - coinvolgente, originale, interessante, emozionante, intelligente - ma questo libro è così fuori da ogni schema che si merita poche parole, ma le più autentiche e semplici che si possano usare: è veramente bello. L'autore, Edward O. Wilson, uno dei maggiori biologi e naturalisti viventi, vincitore non per niente di due Pulitzer per la sua opera scientifica, nonchè tra i massimi esperti al mondo di formiche, scrive il suo primo romanzo e decide di intitolarlo "Anthill", formicaio. Questo libro infatti riguarda le formiche, ma non solo: è soprattutto la storia di Raff, un ragazzino che diventa uomo, mentre attorno a lui il mondo cambia e la società umana rischia di distruggere quei pochi spazi di natura incontaminata che ancora (r)esistono.

La copertina dell'edizione italiana, per Elliot Editore

E' un romanzo che, con incredibile scioltezza, approfondisce moltissimi temi: gli uomini e le contraddizioni che dividono la nostra società; la natura selvaggia, così potente ma anche così fragile; l'ecologia nelle sue varie versioni; il fondamentalismo religioso e il darwinismo; le formiche e la loro società, narrata con passione letteraria e competenza scientifica... ma "Anthill" è soprattutto la storia di un ragazzino che trova nell'ambiente il suo vero "posto nel mondo" e, crescendo, diventerà un eroe moderno: una persona come tutti noi, ma puro di cuore e disposto ad impegnarsi fino in fondo per difendere ciò in cui crede... un eroe che è eccezionale nella sua coerenza, nel suo impegno e nella sua "normalità". Il percorso di Raff è quello di un ragazzino incantato dalla Natura in tutte le sue forme che, quando scopre che il "suo" territorio selvaggio del Nokobee (Alabama) è minacciato di distruzione per fare spazio a un complesso residenziale, decide di investire l'intera propria vita per proteggerlo. Il suo impegno e la sua intelligenza lo porteranno a diventare un avvocato di successo: riuscirà Raff a difendere la Natura in tribunale, salvaguardandola dalla distruzione? E quanto dovrà compromettersi e rischiare il nostro protagonista, per ottenere ciò che vuole? Non vi svelo il finale, ma l'intera vicenda è commovente e fortemente epica: è una di quelle storie che sono tanto verosimili da coinvolgere e tanto eroiche da entusiasmare, proponendo un modello di vita a tutti noi lettori.

La copertina dell'edizione originale

Una parte importante e geniale di questo libro è costituita da "Le Cronache del Formicaio", la tesi di laurea di Raff, inserita come un "romanzo nel romanzo" che racconta il successo, la vita e la decadenza di diverse colonie di formiche. E qui entra in gioco il Wilson entomologo, ma anche brillantissimo romanziere: i capitoli riescono ad essere la descrizione romanzata dei modi di comunicare delle formiche, della loro organizzazione impeccabile e della vitale importanza della regina perché ciascuna formica sappia cosa fare e l'intera colonia possa sopravvivere. Ci troviamo così a tifare per la Colonia del Sentiero, allo sbando dopo la morte della sua regina madre... ma le povere formiche del Sentiero vengono inevitabilmente sconfitte dalla Colonia del Ruscello, che a sua volta sarà spazzata via da una invicibile "Supercolonia" di formiche dai geni mutati (in modo spontaneo, in questo caso l'uomo non c'entra). Ma, ben presto, l'equilibrio naturale troverà il modo di ristabilirsi, facendo estinguere proprio quelle formiche che avevano imperato sul territorio come nessun'altra aveva fatto prima.

L'autore Edward O. Wilson. Fonte foto: QUI

Senza che l'autore debba scrivere una sola frase pedante, trasmette un messaggio che riguarda ognuno di noi: facciamo parte della stessa e unica Natura, tutti lottiamo per sopravvivere, ma quando una sola specie prende il sopravvento sulle altre, rompendo l'equilibrio ecologico, è destinata a perire. E' un ciclo naturale inevitabile: l'equilibrio, presto o tardi, viene sempre ristabilito e non c'è sopravvivenza per chi non rispetta queste dinamiche. Meditiamo su questa incrollabile verità, che ci riguarda molto, molto da vicino.
Ci sarebbe tanto altro da dire su questo bellissimo libro, ma non voglio dilungarmi oltre: spero solo di avervi incuriosito abbastanza per leggerlo. Infine, un plauso all'editore Elliot non solo per aver pubblicato in Italia questo gioiello di romanzo, ma anche per la copertina particolarmente originale... è uno dei rari casi in cui preferisco la copertina dell'edizione italiana a quella dell'edizione originale (pure molto bella, ma che trovo più scontata)! 

Dettaglio della copertina originale. Fonte foto QUI

Concludo con una citazione: "Raff giunse ad amare il Nokobee per il piacere di amarlo. Divenne un altro modo di guardare il mondo, diverso da quello che gli insegnavano scuola e genitori. Costruì un contesto più ampio nel quale disegnare un’immagine dell’umanità e di se stesso. (…) Col tempo capì che la natura non è un elemento esterno al mondo degli uomini. E’ vero il contrario. La Natura è il mondo reale, e l’umanità vi crea le isole in cui vive” (E.O. Wilson, Anthill, Elliott, 2010, p. 126).

mercoledì 6 novembre 2013

Una stagione: l'autunno (2013 - 2)

Prosegue quest'autunno baciato dal sole e dalle temperature decisamente miti durante il giorno... mai come quest'anno l' "estate di San Martino" si sta manifestando al meglio delle sue potenzialità! Oggi vi accompagno allora per un giro tra giardino e campagna, luoghi pieni di vita e di particolari interessanti, per chi sa cosa osservare...



Il clima umido e tiepido di quest'autunno ci porta subito in regalo un inaspettato "villaggio del bosco", proprio nel bel mezzo del mio giardino! Una distesa fitta fitta di funghetti... comparsi così, da un giorno all'altro, e altrettanto velocemente svaniti.


Sembra di osservare il classico villaggio degli gnomi!
Mentre i frutteti sono ormai tutti rossi o marroncini, grazie alle condizioni propizie l'erba è diventata di un un bel verde brillante, folta ed alta. Passeggiare tra i filari dà l'idea di percorrere un corridoio fiabesco, con questi colori accesi e contrastanti!



Le tante sfumature di un frutteto autunnale
E non siamo mai soli! A ben osservare, ogni angolo pullula ancora di operosa vita,  indispensabile per la nostra agricoltura, oltre che per l'equilibrio dell'intero pianeta... 

 

Le piante rinfrancate dalle piogge autunnali sembrano vivere davvero una "seconda estate", mentre i colori assumono i caldi toni della stagione...


 

Ed ecco una vite americana nel momento del suo massimo splendore: fogliame rosso fuoco capace di dare vita a una siepe "incendiata"... suggestiva e davvero bella!



Ad oggi questa vite ha già perso tutte le sue magnifiche foglie: restano tralci nudi, pieni solo di queste bacche nerastre. Segno che quest' "estate di San Martino" non durerà ancora per molto... se volete saperne di più su questo particolare periodo dell'anno, vi segnalo il bel post della mia amica Ilaria. E che altro dire? Godiamoci questo magico sole d'autunno!

domenica 3 novembre 2013

Gattoraduno per la Black Cat Parade: il fascino della pantera!

Eccomi qui a raccontarvi dell'esperienza di ieri pomeriggio a Italia in Miniatura, dove - in collaborazione con Pethotels - si è svolto il "Gattoraduno" per soli gatti neri! L'iniziativa è stata molto simpatica e hanno partecipato otto mici neri: i gatti che hanno "calcato il tappeto arancio" (in braccio al loro amico umano) erano tutti uno più bello dell'altro. Noi della giuria abbiamo votato sulla base di criteri personali, ad esempio simpatia e affinità di coppia... decretare il vincitore è stato difficile, anche perchè ogni panterino era speciale e bellissimo! Alla fine ha vinto Omar, sorianone nerissimo dallo sguardo penetrante, che ha saputo conquistarci con la sua eleganza e nonchalance.

Ecco Omar, il vincitore. Fonte della foto: QUI
Il micio Spritz, in braccio al suo padrone
Le iniziative della Black Cat Parade, l'evento dedicato alla rivalutazione del gatto nero, sono continuate anche oggi pomeriggio a Riccione, dove sono stati assegnati il premio "Stregatto" e il premio "Eleganza". Si è trattato di un evento originale e tutti i presenti hanno subìto "il fascino della pantera", ammirando la spiccata bellezza dei gatti neri. Un tempo bistrattati e perseguitati, tuttora talvolta "scartati" rispetto ai tigrati... beh, in questi due giorni sono stati gli assoluti protagonisti! 

La gattina Mia, sulla spalla della sua padrona. Fonte foto: QUI

Il regale Sir Panter, di origini norvegesi.
Ieri a Italia in Miniatura sono venuta a conoscenza di un'altra realtà riguardante i gatti che, ammetto, non sapevo: il parco tematico di miniature ospita alcuni mici! Russell Bekins, creativo di Italia in Miniatura, ha realizzato alcuni anni fa un originalissimo video dedicato ai mici che si aggirano, giganteschi, tra le più belle città d'Italia!


Insomma, che altro dire? Bravi Italia in Miniatura, ma anche Pethotels e a tutti coloro che hanno dato spazio alle iniziative a favore dei gatti... in questo caso neri, ma l'amore per i gatti è universale!